11 Agosto 2015, in fuga
Ti ritrovi a pensare che aveva il suo dannato senso quell'impazzimento, quel dire agli amici ritrovati da appena due giorni, pur in condizioni per nulla uguali a quelle immaginate: Scusate ma noi ce ne andiamo, non giudicateci, abbiamo bisogno di spazio e di calma e di tempo.
E quindi ci siamo ritrovati io e te davanti a quel cancello ad aspettare papà, c'era la bicicletta in affitto da andare a riportare, le chiavi di casa degli amici da lasciare nella casella della posta perchè loro erano usciti. Faceva un gran caldo, intorno a noi c'era il traffico del boulevard Grosso, ma mentre scambiavamo queste poche parole per me è come se tutto si fosse fermato.
Mamma ti ricordi nonno E?
Si che mi ricordo nonno E
E mamma ti ricordi nonna A?
Certo che mi ricordo nonna A. E tu ti ricordi nonno P?
Si
E ti ricordi nonna S?
...
No, lo so, non puoi ricordartela, non l'hai conosciuta
E perchè?
Perchè è morta prima che tu nascessi. Tu eri nella mia pancia quando è morta
E mamma, la posso vedere?
No, non la puoi "vedere" perchè non c'è più, ma se vuoi quando siamo a casa di nonno P ti faccio vedere le sue foto
E anche i video?
No, non ho video, solo foto, se vuoi vederle me lo chiedi, d'accordo?
Si
Quando è tornato papà mi ha trovata con gli occhi pieni di lacrime, ho inforcato bici e occhiali da sole, il mondo ha ricominciato girare, io pedalavo e piangevo forte. Perchè da poco sai che esiste la morte, l'hai vista disegnata come un cavallo a zampe in su nel libro dei disegni arabbiati. E già quello, prima che succedesse, non mi riusciv a figurare di come sarebbe stato. Poi è semplicemente successo, senza troppo clamore. E non sei ancora preoccupato, è presto, ma so che ad un certo punto lo sarai e ora non so immaginare come potrò aiutarti.
Adesso stiamo parlando del fatto che anche le mamme possono morire e io, che sono ancora così ferita, non credevo proprio che sarei stata capace di annunciartelo.
Dovevamo forse essere in fuga, in un quadretto così surreale siamo riusciti a parlarne, mentre ogni altra volta che io ci abbia provato mi hai zittita. Ho capito che hai bisogno che queste conversazioni avvengano mentre io sono in piedi guardando altrove, in transizione tra una cosa e l'altra, come se nulla fosse. Che era idiota immaginarsi me e te uno di fronte all'altra che ci parliamo col cuore in mano. Tu non sei così, e va benissimo.
Appena il giorno dopo di nuovo ne parlavamo, non mi ricordo più perchè e per come. Tu giocavi, io stavo lì, in piedi sulla porta.
(...)
e dov'ero io quando nonna S è morta?
Nella mia pancia
e ho sentito rumore?
rumore? [!!??] ... forse mi hai sentita piangere forte
e perchè?
Perchè ero molto triste
e perchè?
Perchè era la mia mamma ed ero triste
Il tuo papà dietro di me stava appendendo i panni e mi ha dato un piccolo e tenerissimo pizzicotto sulla chiappa destra, che mi ha dato moltissima forza. Nessuna lacrima si è affacciata all'orizzonte. Cresciamo, bimbo mio, io spero che cresciamo forti.
Non mi hai ancora chiesto le foto, ma adesso sono pronta ad aspettarti. In piedi, guardando altrove. Va bene così.
Cara Squa, come sempre leggendoti, mi viene solo voglia di abbracciarti.
ReplyDeleteMi sento però di dirti che è giusto che siano i bimbi a chiedere queste cose e noi a rispondere. Così come sta avvenendo ora. Ed essere pronti a capire che per loro possono essere curiosità come altre. Non rimanerci male nel caso in lui non nascesse del patos. Non studiare le sue reazioni. Nelle domande e nelle risposte loro sono spontanei e diretti. Per te è un punto cruciale della tua vita, per lui no e ci sarà tempo un giorno per fargli capire il tuo dolore se lo vorrete. Cerca di togliere pesantezza da queste vostre conversazioni. Lui non può capire cosa provi, ma i bimbi sono tanto sensibili e sicuramente avverte il tuo malessere. Lascia che costruisca un ricordo felice e gioioso della nonna. Raccontagli quando vorrà le cose belle, quello che faceva, piccoli particolari. Magari così anche per te si costruirà un ricordo solo felice con il tempo. Ti abbraccio fortissimo e scusami se queste mie parole ti possono aver ferito in qualche modo...
Si, sono d'accordo!
DeleteBisogna dire che pero' mi hanno fatto riflettere che il suo mai chiedere iniziava ad essere (é ancora) preoccupante e che dovevo segnaargli di essere disponibile a parlarne, perché prima non era cosi' (e il bimbo lo sapeva perfettamente). Tutto quello che ruota intorno a mia madre lo fa irrigidire fisicamente. Motivo per cui non sono cosi' convinta che non sia importantissimo anche per lui parlarne, ma non é ancora pronto, adesso lo capisco. Ho una gran paura dei tabù e dei non detti e sto facendo un gran bel percorso per rassenerare il contesto.
Questo post buttato li' racconta di un milestone per me incredibile. Parlare a mio figlio di mia madre e pronunciare in sua presenza la frase "é morta" erano cose che fino a neanche tanto tempo fa mi procuravano forte angoscia. Al solo pensiero. Certamente lui "sa" benissimo tutta la storia. L'ha vissuta in qualche modo anche lui. C'era anche lui.
Non so come conoscerà la storia del prima della sua vita, quello é ancora più difficile e devo crescere ancora parecchio per affrontare il come faro' a spiegargli tutto il resto. Ora, come dici tu, deve poter chiedere quando ne sente l'esigenza. La strada é ancora lunga.
Non mi hai ferita affatto, credo siamo d'accordo, nel post non si vede il percorso, solo il milestone, ora forse mi sono spiegata meglio (?)
grazie dell'istinto abbraccifero! Mi f un gran piacere e ricambio; E vengo a trovarti presto chè sono stata fuori dal mondo ultimamente e spero di riuscire a tornarci :)
Credo sia normale che evitasse un argomento che lui "sente" che ti fa male anche se non glielo ha mai detto nessuno. Sono certa che siete sulla strada giusta e certo, immagino che per te ogni passo sia faticoso e doloroso.
DeleteUn nuovo abbraccio!
anche io ti abbraccio, Squa. Non c'è dubbio che crescete forti.
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Delete<3
inizio a crederci anche io!!
ti devo tante riflessioni podistiche, arya! Non ho (ancora) smesso di correre da quel fine giugno quando raccontavo da te... chisà ti raccontero'!
Ho iniziato a correre anch'io leggendo Arya :) !! Dovremmo fare un club!!
Deleteho scoperto pure io negli ultimi anni che spesso si parla meglio guardando nella stessa direzione. E anche il muoversi, direi, aiuta. Noi lo facciamo spesso in macchina, si è vicini, protetti nel bozzolo e se il traffico aiuta e non tamponiamo nessuno - ma nulla impedisce di appoggiarsi a una piazzola di sosta - escono fuori un sacco di cose che ci aiutano.
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DeleteCiao Barbara!!
(qui lo dico qui lo nego a novembre saro' in Olanda..... quell'incontro per cui ho perso l'occasione anni fa.... lo facciamo??? poi ti scrivo in privato!!!)
sto imparando a conciliare la mia urgenza di andare dritta al punto dolente (e guardarsi negli occhi) con l'incapacità -o la non proprio gioia- degli altri a farlo e la preferenza a dire le cose tra le righe. Credo che questo sia il punto critico nelle mie difficoltà di relazione con gli altri. Mi affascina molto averlo scoperto ed é il mio homework per i mesi a venire.
Di fronte a certe domande dei nostri figli è normale che gli occhi si "appannino". E' una consapevolezza da adulto, più che da bambino che non può avere, ancora fortunatamente, chiarezza su certe cose della vita.
ReplyDeleteUn abbraccione.
dolce ...
ReplyDeletequanta poesia, quanta bellezza...grazie.
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