29 March 2013

Iso-lamento

Il dodicesimo giorno


Al dodicesimo giorno di semi-reclusione abbiamo cominciato a dare segni di squilibrio. Virus intestinale debellato, altri malanni sembravano rientrati nella norma. Eppure al dodicesimo giorno ho sentito il crack. Era un avvertimento che ho preso molto sul serio.
Per fortuna oggi, che è il quattordicesimo giorno, l'isolamento finisce. Con oggi basta mamma, papà (quando non lavora o non parte) e Pistacchio isolati. Andiamo in vacanza con la zia Mila, zio Sciro, Teta (la nipotina della varicella spaziale), la sorellina piccoletta e pure il cane Iuppidù. Santa zia Mila che si è occupata di tutto con l'entusisamo e la managerialità che la caratterizza. Ci porta tutti in vacanza.  A metà strada tra loro e noi, che al momento siamo ancora qui sull'isola. Torneremo lunedì. Poi martedì sarà una vita nuova di pacca. Gulp. Il gulp mi accompagna sempre.


Isolamento, dicevo. In questi quattordici giorni isolamento ha significato niente nido per Pistacchio, e invece una fila di quattordici-giorni-quattordici di Mamadag, ma sgangherati e malaticci. Solo qualche passeggiata nei dintorni finchè si era in convalescenza e poi nuova reclusione in quanto le piogge torrenziali sono arrivate a recluderci nuovamente, proprio quando il peggio era passato. Papà chercheur è restato a casa ad occuparsi di noi mentre il virus intestinale flagellava anche me, implacabile, per il resto a lavorare (a salvare la République, come dice lui...).
 All'undicesimo giorno di isolamento papà chercheur è dovuto andare a Parigi per una due giorni di lavoro. E' stato giusto al dodicesimo giorno, come dicevo, che  il mio dicono-angelico bimbino, detto Pistacchio, ha dato segni di forte squilibrio. Probabilmente io con lui e più di lui. Non lo si teneva più e non mi si teneva molto neppure a me. Ma chi mi doveva tenere a me?

L'isolamento della famiglia è il male da temere.


Lasciare la cittadina medievale per me è stato come se morisse qualcuno. Potrà sembrare esagerato e pure blasfemo. Eppure io non sto esagerando e lo posso dire con cognizione di sentimenti. Ho provato proprio quella sensazione lì. Che ti svegli e piangi perchè lei non c'è più e questa volta lei era la tua vita di prima. Che eri arrivata ad amare visceralmente. E la smetto qui perchè forse sì che è blasfemo.


Eppure piangevo, quasi tutte le mattine. Piangevo perchè qui si stava pieni di scatoloni. In una casa buia di fronte allo zoo. Invischiata in una pseudo-depressione, che ho chiamato depressione bianca, non avevo la forza di  essere entusiasta di tutto il nuovo,  perchè mi mancava tutto di quel quadretto che mi ero costruita piano piano nella città medievale. E sì che di vite diverse e dai sapori diversi ne avevo vissute prima. Piangevo per tutte le cose che ormai basta. Basta le nuotate nella piscina quasi sotto casa aperta dalle 7 e migliore amica della mia insonnia mattutina. Basta quella dolcezza di routine, accompagnare Pistacchio al nido a piedi e recuperarlo in bici. Basta le passeggiate medievali. Basta una vita tutta bici e la macchina non ti serve davvero. Basta il gruppo di teatro che non imparavi mai le battute, fino alle ultime settimane e  poi lo spettacolo era un successone. Basta il mio capo illuminato che mi ha presa per mano, mi ha fatto superare -professionalmente parlando- un momentaccio e poi ancora un altro. Basta con un ambiente lavorativo amico della mia gravidanza e del mio ritorno. Batsa il posto di responsabilità che mi ero guadagnata con impegno. Ma soprattutto basta quelle amiche

sospiro

Basta amiche che si preoccupano per te. Basta amiche di cui prendersi cura.  Nella quotidianità.
Basta cene in Fockstraat. Basta Minuta che dice passo solo a dare un bacio a Pistacchio e poi si chiama tutti e si fa serata tutti insieme, il Pistacchio su nel suo lettino. Basta Spilunga che gli compra i libri più belli della sua infanzia. Basta gli amici turchi con la loro piccola che non vedremo crescere.
Basta anche tutti gli altri. Mi fa troppe lacrime continuare l'elenco.


Ero proprio innamorata persa di quella vita, lo sapevo mentre partivo, ma ora so che l'amavo ancora di più di quanto sapessi. 

Arrivati qui è arrivata la mazzata. Certo che è fantastico essere qui, la France, la baguette, la cultura. Il centro città è magnifico. Il sole splende (o per lo meno splenderà quando si decide a tornare e restare con noi) e scalda il cuore. Il sole splendente certamente mancava nella vita olandica, però niente è davvero splendido se non lo si può condividere. Le cose belle sono meno belle e i momenti difficili, dio se sono difficili. Ora io lo so che persone e interessi da coltivare arriveranno certamente. Anche se con un Pistacchio piccolo così non è mica facile. Speravo nel nido, dove ho anche corteggiato timidamente alcune  mamme che mi piacevano. Flirtavo come un'adolescente al primo amore. Ma la logistica non aiuta. Un nido (l'unico con un posto disponibile) in un quartiere isolato, tutto imprese, un parcheggio, un asilo nido. Genitori che parcheggiano, sistemano il bebè nel seggiolino e se ne tronano a casa. Hai voglia a corteggiare, manca tutta quall'atmosfera e dimensione, bimbo in passeggino, voi andate da quella parte? Facciamo un pezzo insieme allora. E lì si fanno le chiacchiere, ci si annusa, ci si scambia dei pezzettini. Si flirta sul serio.
...ah la città medievale. Oppure ah se a suo tempo avessi convinto il chercheur di andare a vivere in centro.... Invece ci ritroviamo isolati nel quartiere senz'anima. Ma sto divagando e il quartiere senz'anima è il titolo di un altro post che forse verrà.
 FEEDFORWARD: poi, molto poi, finalmente è arrivato


Dicono i nonni (quando lo vedono) e anche altri che Pistacchio è un bimbo angelico, mai visto, bravissimo. E io regolarmente mi picco. Mi picco da una parte perchè i bimbi bravi non esistono. E la definizione fa torto, e pure discriminazione se vogliamo, ai bimbi che bravi non sarebbero. Esistono bimbi i cui bisogni vengono soddisfatti. E per tempo, elemento affatto trascurabile. Esistono bimbi i cui meccanismi sono più comprensibili. Esistono bimbi che hanno sofferto meno. Ed è qui che finalmente mi ricollego un poco -era da lì che volevo partire- alle parole incorniciate che ho postato un po' più giù.

Il blog di Marzia io l'ho letto tutto di recente. L'ho appena incontrata (ma io dove ero? ma davvero) e annuivo da slogarmi il collo quando leggevo della sua convinzione che parte della spiegazione al carattere di suo figlio (un bimbo amplificato) risiedeva nelle sofferenze che ha subito da appena  nato. Riflusso, dermatite atopica, apnea notturna. Siateci voi bimbi angelici in queste condizioni e siate capaci di crescere allegri e fiduciosi del mondo. Credo che in qualche modo è come se Nature e Nurture si confondessero, se si è incosapevoli di cosa si fa e di cosa sta veramente succedendo.


Ma poi. La verità è che mi piccavo anche perchè essendo Pistacchio (mis)definito un bimbo bravo o angelico, veniva a mancare il riconoscimento del nostro lavoro ed impegno come genitori. Che non è stato trascurabile. Se Pistacchio era angelico, noi però dalla nostra parte abbiamo aborrito quel che si definisce accidental parenting. Mi sentivo fiera del mio fare la mamma. Diciamo che ci vado più cauta con tutto questo discorso ora che ho letto Marzia.


C'è un'altra cosa che mi è apparsa chiarissima al dodicesimo giorno. Pistacchio era sì frutto di una Nature propizia. Seppur nato con l'orrida ventosa, con mia grande preoccupazione di cosa questo primissimo terribile impatto con la vita avrebbe implicato, ha passato i primi mesi senza dar segno di gravi sofferenze e senza darne troppe a noi.  Ma Pistacchio era anche, in quei suoi primi mesi, l'attore contento di un equilibrio di vite. Un quadretto felice, dipinto con consapevolezza e fatica, fatto anche di cornice per così dire. E di una vita amata, in una cittadina medievale adorata anch'essa. In un equilibrio fatto di persone che si volevano bene e di amici che ci sostenevano ed aiutavano. Comunità. Appunto.



Al dodicesimo giorno il mio bimbo angelico è diventato pestifero.
Il punto è che io non gli  basto e non potrò mai bastargli.
Ed è una cosa normale.
C'è bisogno di comunità.


Non è veramente finita qui, ma è scaduto il mio tempo a disposizione stamattina... in qualche modo continuerà. Continua sempre.
Mi rileggerò più tardi, ora parto via e spezzo questo iso-lamento.
Buona pasqua a tutti.

9 comments:

  1. Innazitutto buona vacanza, quando torni ti aspetto nel petit village, certo non ci arrivi in bicicletta ma magari mettiamo insieme il primo tassello facendo incontrare i due rispettivi consorti.

    ps. ti prego leva i Captcha SVP

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    1. :)
      e come si debellano questi captcha? ero convinta di non averli più
      (ah forse è vero.. ma poi come si fa con lo spam?)

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  2. Se vuoi un sorriso e di con-divisione per uscire dal tuo iso-lamento te lo mando a qui.
    Pistacchio e' un bimbo angelico. Bene!:)
    Sorridi cara, tuo figlio e' un bimbo che solo raramente sklera, ma tu sei riuscita a mantenere il suo equilibrio integro nonostante il vostro percorso di vite nomadi e la tua depressione bianca.
    Brava!:) Brava TU!:)
    Ti parla la mamma di un bimbo che ha avuto un percorso di inizio accidentato (se vuoi puoi leggerlo) e che cerca di capire se' e il suo bimbo!
    Io pur non conoscendoti penso tu sia una brava mamma. Sei stata reclusa con Pistacchio 14 gg da sola, senza nonni o amici vicino.
    Il mio bimbo non e' certo angelico ma per fortuna nell'orrore di questo grigio inverno potevo alzare il telefono e qualcuno arrivava a farmi compagnia!:)
    Tu sei brava e punto. E Pistacchio e' fortunato!La comunita' tornera', la comunita' e' la famiglia che si incontra a meta' strada e anche un po' la rete!:)
    Buona vacanza, buona Pasqua e scusa se ti ho scritto un poema!!!;)
    Fra

    ps il post se ti va e' questo (a proposito di depressione, bianca...)
    http://www.patatofriendly.blogspot.it/2013/02/il-viaggio-dei-viaggi-l.html

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    1. grazie Francesca :)
      a me piacciono i poemi (si vede mi sà)
      leggere i tuoi archivi è una cosa che volevo già fare (e se non sono totalmente sciroccata sto già seguendo anche te su twitter... mi chiamavano squa 2.0... ma de che?? sono rimasta indietrissimo...)

      spero che la connessione internet regga dove vado, così mi terrai compagnia nell'insonnia mattutina

      e grazie anche di precisare un link, così parto da lì, ma poi vado tutto intorno
      Grazie ancora e ancora.

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  3. Squa, ma non devi tornare a lavorare! Sei troppo ispirata ;-)
    Come ti dicevo, ci penso anch'io a questa community e forse perche' so che qui ci staremo poco, forse per via del fatto che e'successo di tutto appena arrivata, con il panzone, non ce la fo tanto. Speriamo con la primavera...Non che non conosca alcune persone, abbiamo l'associazione di isolato, basterebbe poco. E' che ste mamme ammerigane a volte mi scazzano un po': sono incappata in mamme competitive, che mi vien voglia di dire ma rilassatevi, beviamoci un bicchiere. Insomma, come se tutto tutto -ogni minimo gesto che fai, cosa che decidi - avesse effetti permanenti e potenzialmente catastrofici sulla creatura. E qui mi collego a quello che dicevi sul tuo piccolo: che non gli bastiamo noi genitori. Siamo indispensabili, ma mi vien da pensare che dobbiamo ridimensionarci: quello che facciamo per loro e con loro e' fondamentale, ma si devono "nutrire" di altri modelli, altre speranze, altre idee.

    Oh, e buona vacanza.

    P.S. Biancume ti lovvo, hai ragione! Squa, via i robi per i commenti, anche perche' a volte dovevo rifare la dannata cosa 3 volte. Guarda nelle impostazioni commenti, credo sia laggiu'.

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    1. capisco bene l'orrore della mamma competitiva.
      Ma international community no?
      Si lo dici bene e lo condivido, non solo non possiamo bastaare, manon dobbiamo pure. Un sistema retto sui soli genitori è persino pericoloso. Sicuro fragile. Lo sto toccando con mano!
      fai solo che sul lavoro incontri persone con cui sia possibile una ocndivisione... sto giusto giusto andando, fatemi gli in bocca al lupo!

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  4. Leggendoti mi hai fatto riflettere su una cosa, io scrivo dal punto di vista di una madre che sta facendo da anni del proprio meglio per far crescere un bambino difficile. Ma spero non si interpreti come "le madri dei bambini angelici hanno solo avuto una gran fortuna", perchè non lo penso affatto. Il mio intento è quello di far capire che spesso anche i bambini più complicati e insopportabili hanno alle spalle genitori attenti e presenti ... solo che non funziona, o funziona mooolto più lentamente.
    Questo per dire che certamente tuo figlio non è solo il risultato di un destino benevolo ma anche di un'ottima educazione.
    La seconda osservazione è che hai proprio ragione, tutti i bambini hanno bisogno di comunità, soprattutto quelli che ne sembrano meno adatti. Immaginati i tuoi 12 giorni allungati in anni, immagina la solitudine e la frustrazione. Questo è il motivo del mio appello, neanche noi bastiamo ai nostri figli, solo che troviamo grande difficoltà a condividerli ... tutto qui.
    Sono contenta delle tue riflessioni che ne producono altre in me, è difficile riuscire a dare un quadro completo ma stiamo facendo passi avanti ...
    Buona Pasqua a voi!

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    1. entrambe le tue osservazioni erano nella mia mente. Non so se essere più *triste* (non è la parola) che non era chiaro o felice che le hai colte anche se chiare non erano.
      Ho capito bene che l'isolamento non vi ha fatto bene, raccontando della mia piccola esperienza di soli 14 giorni, in cui al dodicesimo abbiamo fatto crack intendevo proprio ricollegarmi al tuo appello -che mi ha proprio toccata, come ha toccato tanti.

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova