Al ventunesimo giorno ho avuto un momento di sconforto cupo. Mi scoppia una risata isterica... a farmi fare crack è un'influenza. Pistacchio ha iniziato a strarnutire qualche giorno fa e poi a dire che aveva maldigola, era un pochetto giù di tono, ma niente di chè. Però quando il microbo in questione è arrivato a me, è arrivato più forte e incazzoso, o sono io che sono debilitata? Niente o quasi febbre, ma ossa rotte, stanchezza atavica, giramento di testa. Ma appunto, forse è il microbo che si approfitta del mio stato di ancora debilitazione.
All'ultimo controllo, una settimana fa, ero ancora bella anemica, e quindi prendo il ferro diligentemente ogni mattina appena sveglia, senza mai sgarrare. Lo prendo appena aprro gli occhi, ancora a letto, un paio d'ore prima del caffè, perchè interferisce col suo assobimento, vale anche se il caffè è decaffeinato come lo prendo io, visto che il problema è causato dai tannini. Questo per dire che ho studiato e faccio i compiti.
Direi persino che sono una gran secchia... Tra il ferro e il caffè, appena mi alzo, mi bevo un limone spremuto nell'acqua, perchè come la vitamina C non ce n'è, signora mia. Un altro lo bevo prima o dopo pranzo. Bevo almenno due litri di acqua al giorno, perchè l'idratazione è metà dell'opera. Mangio insalata e verdure che neanche una capretta bulimica, semini di ogni tipo, lino in primis ('cause in semini di lino we deeply trust!), girasole, zucca, goji, granuli di polline. Anche se l'integratore di ferro viene già supplementato di acido folico,
a sera ne prendo una brava dose di 400microgrammi, perchè il metotrexato ha fatto
fuori le riserve e mi dico che abbondare non mi farà mica male. A tratti penso che dovrei scrivere un piccolo compendio sulla gravidanza extrauterina, visto che ho letto di tutto e di più e ho affrontato entrambe le opzioni di trattamento, potrebbe essere una cosa utile a qualcuno, un giorno, chissà (cosa diceva quel guru aammerigano? ...Because the sixth need is to contribute beyond ourselves...)
C'è l'ultimo punto che è restato avvinghiato al mio ombelico, ben una settimana dopo che l'infermiera a domicilio aveva tolto gli altri. Mi ha detto che l'ultimo lo si lascia cadere da solo. Ma qui l'ultimo non vuole venire via. Afferro il filo da pesca che spunta e tiro con decisione. E niente. Ovviamente mi pare simbolico. Ti pareva.
Allora piango, piango perchè ho l'influenza, guarda un po' tu. Piango perchè è lunedì di pentecoste, l'ultimo giorno di vacanza del maggio che in Francia è pieno di vacanza ed io ho passato così. Piango perchè sono ventuno giorni che faccio di tutto per tornare in forze. E prima di quei ventuno giorni, c'erano stati altri ventuno giorni difficili. Il ventuno pare voglia dirmi qualcosa. Mi segno che giorno sarà tra altri ulteriori ventuno giorni: lunedì 15 giugno. Il 14 ci sarà lo spettacolo di teatro, ho mancato diverse prove e sono indietrissimo, devo ancora decidere come giocare con la mia matrioska... quanto ho voluto scriverne e ancora non l'ho fatto. Non ancora.
All'altra Matrioska, quella in carne e ossa, non ho fatto che ripetere che stavo bene, che è paradossale, ma che tenevo fortissimamente botta. Certo è dura, certo oggi piango, ma in fondo è lineare e "rassicurante". Persino sul tavolo operatorio con l'infermiera che mi pigiava la gola, ho pensato si magari ci lasciavo pure le penne, ma "meglio" questo che altro.
Si c'era l'errore umano da temere, ma il tutto era comunque lineare, semplice, causa-effetto. C'è la cosa giusta ed è netta, lampante. Ci sono situazioni in cui non sai qual è la cosa "giusta", quelle sono tremende davvero. Quelle mi fanno ancora molto orrore e probabilmente sono condannata a sentirle ancora e ancora con la vicinnza di mio padre e i suoi silenzi. Il metotrexato mi ha fatto meno paura di dieci giorni sola con lui e Pisti nel mezzo.
Passerà l'influenza e ad un certo punto ricomincerò a vivere a pieno, però niente oggi piango, sorseggiando il beverone magico (e abominevole: zenzero fresco, limone, timo e miele) che mi faccia passare ogni malanno.
Mi raccomando...prenditi cura di te, corpo e anima...
ReplyDeletebacio
DeleteOgni tanto fa bene piangersi un pochino addosso, leccarsi le ferite, prendersi una pausa in cui ci dedichiamo a noi, alla nostra parte più' fragile. Poi, pero', appena finita l'influenza, si ricarica di beverone magico e si riparte!
ReplyDeletesicuro, a era il piangere per il raffreddore che mi è parso davvero assurdo! Il beverone è sempre la soluzione! Lo consiglio!!
DeleteBrava bravissima! E' una roba assolutamente scientifica, una legge fisica e del cosmo: quando si e' tristi occorre piangere, tanto, e bene, e con cura, senno' tutto quel liquido ci tira giu' e ci appesantisce e poi se si solidifica in ghiaccio tagliente tirarlo fuori e' un gran casino! Passo un kleenex, in attesa che il beverone faccia effetto e torni la carica ;-)
ReplyDeletegià! me ne dovrò ricordare!!
Deleteeccome se ha fatto effetto!! rieccomi splendente e sorridente :)
ti devo un'email che mi frulla alice, appena mi poso!!
Concordo con alice...piangi piangi piangi che fa bene, io non so cosa sia questa paura delle lacrime che ogni tanto mi (ci) prende!
ReplyDeleteTi abbraccio forte
eh! sono ripetitiva, ma ecoc mi areva assurdo piangere all'arrivo del reffreddore! però certo h avuto anche il suo senso e dopo un giorno di frigna insopportabile sono rifiorita!!
Delete:)