29 November 2008







Vita da migrante e': dire si ad una partita di squash anche in quei giorni.


19 November 2008

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... piu' che un post un miraggio

Ieri ed oggi sono andata a lavorare in uno stato semipietoso, comatoso, spampanato.
Se mi trattenessero soldi dello stipendio per malattia, starei a casa senza alcun senso di colpa. Il metodo Brunetta con me fallirebbe miseramente.

Tangenzialmente, sto cercando di convincere la burocrazia olandese che le tasse le voglio versare qui e non in Italia. Almeno credo. Di stare davvero cercando di convincerli, intendo. Sembra un dialogo tra sordi, una cartolina tra ciechi, una canzoncina tra muti. A scelta.

Intanto da stasera sono a casa da sola per qualche giorno. In attesa della simpatica avventura di turno.
Il chercheur e' andato ad un viaggio di piacere con tutto il suo gruppo modello team building trip, usciamo a far rafting, scaliamo una montagna e vattelappesca. Invece domani nel mio dipartimento c'e' una giornata di yoga, massaggi, pedicure... cosi', per rilassarci. No, non sto vaneggiando, davvero. Altro che Umpa Lumpa, appunto.


15 November 2008

Il forno e' nudo


...un post eternamente in campeggio.

Dopo le prime due settimane di perlustrazioni, si sono completate le prime quattro settimane [un ciclo completo] di lavoro e vita vera. Tra alti e bassi, come e' mio solito, sembran passati secoli. Sono scombussolata, spossata; occhi spalancati, orecchie tese. Di acqua sotto i ponti ne e' passata a tonnellate, ho imparato tante cose nuove ed avuto un anteprima su quante ne potro' assorbire, vecchia spugna. Mi sento fortunata. E anche non. Sensibilmente piu' vicina a " "casa" ", ma comunque lontana anni luce.

Ho avuto anche la fortuna di ferirmi malamente un dito tagliando la primissima cipolla d'Olanda col nuovo tagliere e lo sconosciuto coltello (non ci si fa mancare nulla). E di testare quindi per direttissima la sanita' olandese aggiungendo un paio di punti al mio gia' fornito carnet.
Ho avuto Sto ancora avendo una serie di simpatici contrattempi burocratici che mi hanno confermato che rimpiangero' a vita l'eccellente burocrazia francese. Ma qua si divaga in schiocchezze, mentre io volevo parlare di campeggio.


Ci siamo finalmente installati nella simpatica casetta dello studente (attempato), superando lo sconforto iniziale per un'accoglienza non proprio delle migliori. Passera' alla storia il giorno dell'arrivo, io disperata, incredula di fronte a cotanto lassismo: un bel po' di sporcizia pesante diffusa ovunque, un frigo lasciato chiuso a crescere muffe. Ed altre deliziose sorpresine che non voglio neppure ricordare. Memorabile il contegno del chercheur mio che cercava di tranquillizzarmi: vedrai, non preoccuparti, coraggio. Ed io che additavo guarda li'... e li' ... oddio no, andiamo via... Provata dal viaggio. Poi ad un certo punto faccio al mio amato chercheur, nonche' provetto e passionato pizzaiolo: chercheur mio, qui non c'e' un forno... E lui, perdendo d'un colpo tutto il suo savoir faire: andiamo via!
Potenza della pummarola.

Poi invece siamo rimasti, con la promessa di comprarci un forno, di quelli veri.

L'organizzazione per studenti (attempati) forniva una simpatica scatola ciascuno con il kit di sopravvivenza: un piatto, una forchetta/coltello/cucchiaio/cucchiaino, tazza, bicchiere, piccolo tagliere, grosso coltello con cui lasciarsi amabilmente dissanguare, preferibilmente prima di conoscere il numero delle emergenze e possedere un cellulare (ed essere coperti da assicurazione sanitaria, essendo il giorno precedente al primo giorno di lavoro).
Poi abbiamo comprato una padella, qualche insalatiera, un tagliere grande. Uno scolapasta!!! [Non mi dimentichero' mai che per trovare uno scolapasta comesideve ci son volute come 4 settimane, quando l'abbiamo trovato e' stata una festa]. E poche altre cose, buona parte delle quali vengono da negozi dell'usato, che abbiamo pazientemente setacciato. La missione che mi imponevo era: Adotta piatti e posate (etc) usati ma e perfettamente adatti per essere usati ancora ed ancora.
Ora, questa missione vuole adempiere a due fondamentali esigenze: annullare il non-sense di andare all'ikea et similia a comprare cose nuove di zecca, quando tante cose usate e magari belle sono li' in attesa di essere appunto adottate. Il senso di "giustizia" nell'avere questo approccio, veniva amplificato dal disfattismo lungimirante del chercheur, quando all'ikea ci siamo dovuti andare e osservava nel magazzino prima delle casse bancali e bancali di cose (la robbba, come cita saggiamente lui) e scuotendo il capo sospirava ti rendi conto che tutto questo nel giro di tipo dieci anni, finira' tutto in una discarica?. Gia'.
La seconda motivazione, che scompare al confronto della prima, e' sentirsi -almeno economicamente- meno in colpa di lasciare la robba dietro di te quando andrai di nuovo via ed il tuo amato non vorra' fare un trasloco di quelli classici -metti le tue cose sul camion. Che poi non e' che sei meno triste, perche' ci hai comunque voluto bene a quella robba adottata. Pure piu' che se fosse stata nuova, perche' non e' detto che molti altri l'avrebbero salvata. E te la terresti con te la robbba salvata.

Molte altre 'cose di casa' vengono dal riciclo di contenitori alimentari. La spesa al supermercato nelle prime settimane di questo insediamento olandese come in quello americano, non era volta al nutrimento o godimento della carne alcuno, ma pura e dura ricerca di contenitori. La bottiglia trasparente del rose' per l'acqua, le pesche sciroppate sotto vetro per lo zucchero, le latte dei pelati come portapenne, il sugo in barattolo di vetro per il caffe'. Il bottiglione di sugo per il cous-cous. Ed ovviamente quintali di marmellata Bonne Maman per farne bicchieri. Che' io ormai da anni uso i barattoli di marmellata come bicchieri. Perche' voi no?


Poi un giorno e' arrivato il forno, un sabato via camion, dall'ikea appunto. Ed appena ha varcato la soglia di casa ha scatenato l'angoscia del dove finirai dopo? Ha scatenato tutta una serie di sensazioni a dirla tutta. Ci e' sembrato di diventare quelli che in campeggio si portano la televisione, per esempio.
Poi il forno e' arrivato come dire? nudo.




C'e' stata grossa crisi in casa Squa&Franx approposito del fottuto mobiletto che io comprerei per vestire il forno, questo o similia, per capirci. E lui a ribattere ma che ce ne facciamo del mobiletto? ma io mi devo essere rimbambita appresso a te Volevamo il forno, no? mica un mobiletto o santo iddio Se proprio ci tieni prenditi un mobiletto, io non ne ho bisogno ma roba da matti

Poi ieri sera, quattro birre e tre biophysicist, uno dei quali in fieri, a parlare senza sosta tra definizione di vita, evoluzione e cose affascinati. Si e' arrivato anche a parlare del forno nudo e di quanto fosse in fondo affascinante. Ed in quel momento, avvolta da quella bella atmosfera, ho deciso che no, non abbiamo bisogno del mobiletto. Poi ho ripensato a quando io facevo la fame di realizzazione personale, lui era un baiofisic-vuld-laic e mi ha fatto grande impressione ritrovare le speranze di quel post fatte cosi' concrete oggi.

Oddio forse alla fine lo comprero' pure il mobiletto della discordia, che qui si e' romantiche, ma anche pratiche, spolveralo tu un forno nudo.
Ma essenzialmente ed anche no, hai ragione tu ma di piu' che ragione


...piu' che un post una dichiarazione d'amore


13 November 2008

Parole

... piu' che un post una pillola d'allegria

Ci son parole che fan sorridere, la mia parola composta e sorridente preferita e' cuio capelluto*. Se lo ripeto come un mantra mi rimette l'allegria.
Da oggi ha un degno compare... la
secchezza delle fauci.


* la insegnavo anche ai nipotini

09 November 2008

Bionica

...piu' che un post un sogno nel cassetto

Saro' monotematica. O quasi: se non son cicli son meta'cicli ... pero' e' tutta la settimana che penso che tra tutti i tipi di part-time che ho visto qui, che ti puoi arrangiare la settimana come vuoi, ne manca uno: il part-time bisettimanale, lavori due settimane si' e due no.
Io lo vorrei: due settimane lavoro e due mi chiudo in casa a doppia mandata.
Invece ora come ora: nelle prime due settimane realizzo quello che nel bisettimanale successivo piu' o meno distruggo.
Se ottenessi un part time cosi' sarei come bionica.

05 November 2008

Riconciliazioni a catena




Obama a Ft Nox



Ci siamo svegliati in un mondo diverso.

Contenta che il presidente del paese piu' potente sia Obama, riconciliata anche con l'americanita', se gli americani hanno deciso di somigliare piu' a lui che non all'altro.
Non e' poco.

04 November 2008

stagioni


...un post che sa di cambio di stagione*



Gli olandesi sono diversi, mi dicevo stamattina sulla falsa riga dei miei soliti pensieri manichei i francesi sono..., gli americani sono..., che tanto mi piacciono.
Gli olandesi sono diversi dai francesi e dagli americani, pensavo mogia-mogia, la fronte corrucciata, mentre pedalavo verso il lavoro, avvolta da una delle prime nebbie della stagione.
Al ponte che entra nella zona del campus, scatta il semaforo rosso. La strada e' solo per cicli e ciclomotori, ma quando lungo i piccoli canali passano barconi, i ponti si aprono come levatoi o si girano. Questa deve essere una chiatta, anche se tra la nebbia non si distingue ancora alcuna sagoma. Mi riassorbo nei miei pensieri e dispongo all'attesa davanti al passaggio al livello.


Non si direbbe proprio uno splendido periodo umorale questo... sara' grazie al grande ritorno ad un clima uggioso? Che' il Colorado ti viziava assai in quanto a luce e colori... oppure grazie all'ancor piu' maestoso ritorno ad un metabolismo senza aggiunte di gestodene 0.075mg e etinilestradiolo 0.02mg (la pillola) 3 settimane su 4? Che' io sono un soggetto da studio in quanto a sindromi pre-, in- e post- mestruale: ce le ho tutte, nel bene e nel male. Erano anni che non testavo il mio metabolismo ormonale di base e sono piuttosto sbalordita ed anche interrogativa: mi piacerebbe capire meglio cosa mi sta succedendo.


Poi finalmente esce dalle nebbie una sagoma, ed ora che c'e' un'altra chiatta all'orizzonte mi sento decisamente meglio, sicuramente meno sola. Quando il ponte girevole si risistema al suo posto e scatta il verde, penso che sono rimasta tutta sulla destra, quando invece appena attraversato il ponte dovro' girare a sinistra. Mi giro per valutare uno spostametno a sinistra gia' sul ponte e sento gli occhi farmisi enormi... il tempo di attesa al semaforo, seppur breve, ha fatto accumulare una vera e propria Critical Mass lungo la stada che porta al ponte. Inutile cercare di girare a sinistra, il flusso critico e' gia' in moto. Mi fermo, sulla sinistra, li gurado sfilare tutti prima di rimettermi in sella. Mi e' gia' tornato il buonumore e mi sono riconciliata con l'olandesita' tutta.


*e col cambio di stagione, mi son decisa, finalmente, ad aggiornare la blogroll, cliccateci su se vi interessa