22 July 2012

Guerra e Pace

Da qualche tempo, per ovvi motivi, rifletto sulle diverse filosofie e scuole di pensiero o semplicemente atteggiamenti in ambito puericultura. I motivi non fossero poi così ovvi, faccio subito che li menziono. Ho dato alla luce al mio primo bimbo pochi mesi fa. L'ho messo in cantiere essendo già una ragazzetta piuttosto stagionatella. E si sa la stagionatura porta sì saggezza, ma anche meno spensieratezza e carpe diem. Una ha la testa anche fin troppo sulle spalle e vuole fare bene. E allora legge, legge e legge in tutte le lingue, si domanda, sperimenta. E infine a volte un po' anche impazzisce...
Infine, che forse non aiuta, gli ultimi 9 anni di stagionatura si sono realizzati in quanto straniera in terra straniera. Il paese che ha visto la luce della mia mammitudine, poi, l'Olanda, è un paese con usi e costumi spesso mooooooolto diversi rispetto ai nostri. Almeno mi pare.

Mi faceva piacere prendere appunti ché quando sarò nonna li rileggerò a tutta questa appassionata confusione si aggiungerà fino la prospettiva temporale. Ci sono due gruppi di pensieri che mi appassionano. Una è la incredibile differenza culturale dei nidi olandici rispetto a quanto, devo ammettere, non conosco ma ho solo sentito dire dei nidi italici. E l'altra è la panoramica di tutto ed il contrario di tutto che si trova nella letteratura di puericoltura moderna in materia bebé. Mi sa che ci faccio su un paio di post a flusso di coscienza, questione di buttare fuori tutto e dire adesso basta, tutti zitti, faccio io.

Questo proprio oggi per celebrare che la notte scorsa We won the first war against the pacifier !!!? Dovrei più correttamente dire: il chercheur ha vinto la prima guerra contro il ciuccio, era lui di turno ed io avevo troppo sonno per indignarmi che lo stesse facendo piangere così a lungo... Questa guerra forse era santa o forse ha lasciato gli 'sconfitti' troppo stremati. Dopo la poppata di mezzanotte, primo risveglio Dov'è il mio ciuccio? alle 2. Secondo risveglio alle 3. E poi decine di minuti di lotta, mi pare, ero troppo stanca per tenere il tempo. Poi la capitolazione ed in casa ha regnato il silenzio dei giusti. Di solito la belvetta si risveglia tra le 5 e le 5 e mezza per la sua poppata del primo mattino. La caampana ha appena suonato le 6 e trenta e di squilli di adunata neppure l'ombra. Ovvio sono andata a controllare: dorme placido come il mare all'alba. Perchè ha dormito meglio o perchè era esausto dalla lotta?

(I post di cui sopra sono ancora work in progress)

14 July 2012

di cosa fa latte e cosa no

Prima di tutto, anche se in ordine sparso, recitare fa latte. La mamma sul palcoscenico fa latte, il bimbino la cui mamma è andata a fare l'attrice è contento. Per non raggiungere livelli troppo allucinanti di devastazione, è bene poi anche che lo spettacolo sia finito, insieme a quella serata, la prima di fiesta nell'ultimo anno forse. In cui ti sei sentita finalmente di nuovo un animale sociale, hai parlato con sconosciuti al baretto del teatro giovine e frizzante. Anche tu eri giovine è frizzante. Hai ballato e saltato con i compagni, hai riso tantissimo e sentito quella gioia sincera e profonda. E pure la soddisfazione di aver fatto ridere tutte quell persone. E la lusinga dei fiori sul palco. Non mi voglio perdere nessuna di queste fotografie mentali. E poi, eppure sei appena stata su un palcoscenico per un'ora e mezza.. la timidezza ed il non riuscire a dire ai compagnucci quel grazie di cuore che sentivi dentro tutto per loro. Ce n'è anche uno, diverso per il compagno di vita che ti ha 'coperto' tutte quelle sere di prove. Con l'entusiasmo, che mi piace parecchio non di chi 'copre', perchè non c'è nessun buco da coprire, ma c'è spazio da prendersi come papà, un magnifico papà che fa ridere il suo bimbo a crepapelle solo a guardarlo. Invece a voi compagni attori avrei voluto dire quel grazie lì di gratitudine. Per aver avuto pazienza con questa ragazza stagionatella e mamma, fin da quando ero mamma ancora solo di un pancione. Ed ero troppo stanca per venire alle prove. Fino a quell'ultimo 'scusate stasera non ce la fo' proprio', che poi nella notte si ruppero le acque... Poi avete avuto la pazienza del mio puerperio, in cui ero impegnata ad entrare in un altro personaggio. Finalmente sono tornata e siete stati pazienti ed accoglienti con me che ancora dovevo recuperare tutto. E col vostro aiuto ce l'ho fatta. E gli ultimi giorni di prove e poi quelli di spettacolo sono stati giorni duri e bellissimi che mi hanno fatto serntire viva che più viva non si può. Che bello... Che il teatro fa latte voleva essere solo l'inizio di miriadi di racconti.. facciamo che per oggi è anche la fine. Per ora.