19 January 2010

ap-proposito di buoni propositi


...e c'è tutta una vasta gamma di vita che ti invade, e vuoi viverla tutta. Ma non è concretamente fattibile seguire tutto con la stessa passione. La passione è un'esperienza totale che non si può dedicare a più di un'entità per volta. Invece i segnali arrivano molteplici ed ogni segnale stimola, appassiona, le pupille si dilatano. Vorresti perderti a contemplarlo, capirlo, seguirlo, coltivarlo, giocarlo, parlarlo. Il segnale, lo stimolo, il lampo. Ma ne arriva un altro e si ricomincia, dopo un attimo di disorientamento. E cerchi di metterli in ordine, gli stimoli, come si potesse metter in fila fotoni (forse si può, questo almeno è facile da verificare?). Ognuno che arriva è come una piccola scossa. Piccola, grande, dolorosa, colorata, travolgente, lieve. Ma si sente, a seconda della sensibilità del sistema. La scossa. Oh se sono viva! Quanta vita. Varie vite, varie tonalità, le vedo avvicendarsi e sperimento anche l'impressione dei miei colori stesi a pennellate sulle pareti dell'esistenza altrui. Sono viva e la vita, la natura, asseconda la sopravvivenza: posso sopravvivere solo se ho lo spazio, ho il tempo, ho il modo. Mi sono sentita così inequivocabilmente viva, ho provato un così forte turbinìo di emozioni e non ho potuto evitare di assecondare tutte le possibilità. In un delirio orgiastico di concretizzare i buoni propositi, mi sono fatta avanti per tutto. Proprio tutto... Per coltivarmi, per scoprire quanto più potevo...

Concretamente, appunto, in un'ora e mezza il mio 2010 comincia. Dolcemente. Con un corso di cucito, una volta a settimana. La settimana prossima si aggiungerà il corso di olandese, due volte a setttimana, che si profila l'impegno più faticoso. Insieme ad un corso per gli studenti del primo anno di università che partirà la settimana ancora successiva. Per gradi. No, non insegno: sono ancora da questa altra parte, perché non riesco a nascondere la mia curiosità dietro la """dignità""" del non tornare sui banchi. Perché ho molto più da perdere vergognandomene. Perché -come allora volevo vedere: prima come studiano gli americani, poi come studiano gli ingegneri- ora voglio vedere che fanno i biotecnologi. Perché il corso sarà dato in olandese, altrimenti sarebbe stato troppo facile. A completare il tutto, a fine settimana, mi rilasserò seguendo due corsi di teatro. Cosa che avrei voluto fare da sempre, ma non ero viva abbastanza, o non ero io abbastanza. Due perché non riuscivo a scegliere e perché avevo paura che non sarei sopravvissuta abbastanza a lungo per scoprire.
Forse non sopravviverò a tutta questa vita, c'è da dirlo. Ma sono stata in stato quiescente troppo a lungo per non provarci. Voglio tutto, subito, qui, ora.

Vorrei essere certa di restare raggiungibile dai lampi giusti però, quando il sistema diventa complesso. Voglio pensare che in mezzo a quelle tempeste, quel bagliore speciale riesca ancora ad attraversarmi dritta al cuore e farmi emozionare alle lacrime.
Hnita gattona. dice. e tutte le altre tempeste sono tornate per quell'attimo nei loro vasi di Pandora. Tutte le altre vite si sono fermate un attimo a guardare. Col fiato sospeso. Poi ho visto il video ed allora tutta la poesia ed il miele hanno fatto posto ad una grassa risata! Ed ancora rido a pensarci. Che patata.


14 January 2010




Io domani sono come Bolt alle olimpiadi...

... piu' che un post una danza Maori, per giunta un po' indecifrabile

07 January 2010

Pronti, via!

... più che un post, la strombettata mattutina
http://www.esercito.difesa.it/root/media/musiche/caserma/sveglia.mp3



Mi alzo con il fuso orario, la cintola un buco più in là, le ruote sgonfie. Non sono sicura di farcela.
Esco di casa ad ore che non son più così piccole. Comunque, prima di tornare ai posti di combattimento, mi concedo il giro lungo, che passa dal centro-centrissimo, per guardare le strade, le vetrine. Pedalo cauta, i canali quest'anno sono liquidi quasi completamente, invece le strade sono diacce e se freno cado giù.

Tocco tutto intorno a me, apro cassetti. Bevo caffè, distribuisco baci post-natalizi e sorrisi. E come va? Un camice fresco di bucato. Una scaldatina ai muscoli. Sono ai blocchi di partenza.
Molto simbolicamente, sincronizzo gli orologi di tutti i laboratori, uffici, corridoi. Sulla via di casa gonfio le gomme.
Saltata di nuovo in sella.
Ce la faccio. Sorrido.

Pronta. Via!