21 October 2007

Se non faccio questo mi lascera' per una giocatrice di softball

Sottotitolo: The curse of the softball-girl-player

Sto cercando di ricordare come e' iniziata questa faccenda ...
Almeno in parte per colpa di Biancaneve, la prof dell'unico corso che sto seguendo. Ora la vedo più' tranquilla, ma le prime lezioni era tutta presa in un totale e malcelato tentativo di conquistare la stima del numero più' alto possibile di individui della classe. Diventare una prof popolare, insomma. Come sara' affrontare questa -pure legittima- aspirazione per una bella e giovane donna che insegna ad un gruppo di ragazzini Mtv-generation? Biancaneve, bisogna dirlo, e' proprio una bella donna, si muove delicata, sorridente, quando non controlla i suoi appunti, muove i suoi occhioni azzurri per tutta la classe, tra un topic e l'altro si abbandona in un OOOOOOOOK oppure un SOOOOOO... con un' intonazione che non avevo mai sentito in nessun altro. Ha una bocca rossa rossa, ma non sembra truccata, chissa' se c'e' sotto qualche misteriosa trovata della moderna tecnologia. Somiglia a Nicole Kidman, ma se non fosse bionda sarebbe una perfetta Biancaneve.
Biancaneve, nei primi giorni di lezione, si dilettava in incisi che sviavano dal corso stretto della lezione, coordinando una perfetta alternanza tra citazioni alla piu' trendy letteratura scientifica contemporanea (abitudine che per altro continua a mantenere) e commenti su partite di un qualche (credo)random sport. Se le prime risultavano abbastanza naturali (un po' il "vi stupisco con effetti speciali" c'era), le seconde erano un tantino goffe. Se avesse avuto scritto sugli appunti ora di' qualcosa di sport, non mi sarei mica stupita. La guardavo perplessa mentre recitava goffamente il suo Avete visto i Vattelapesca ieri? che partita eh! Parleremo tanto dei Vattelapesca durante il semestre. Punto. e si tornava alla lezione. Mha, dicevo io, sarà che se mantiene un perfetto equilibrio tra l'immagine della secchiona e della cheerleader, guadagna piu' popolarità' netta. Per fortuna dopo poche settimane ha smesso, forse stupita di avere, per una volta, una classe in grado di mantenere l'attenzione ad un grado accettabile anche senza un richiamo a qualcosa di più' eccitante. Gran parte delle volte in cui Biancaneve esercitava la sua captatio benevolentiae sportivae, i Vattelappesca assumevano l'intrigante nome: Rockies. Che mi e' rimasto in testa perche' a breve todo el mundo s'e' messo a parlare di Rockies. Ma io non e' che ascoltassi davvero.

Ci si e' dovuta mettere anche Hacca, una dottoranda del March-lab. Hacca e' come i personaggi femminili buoni dei telefilm americani, e nonostante questo riesce ad essere anche simpatica. E' dolce, sorridente, ti invita alle girl-night: una nuotata nella piscina del suo condominio e poi tutte a mangiare l'artichoke dip che ha preparato con le sue mani. Io ed Hacca siamo prima di tutto coffee-mate, poi bevendo il caffe' si parla amabilmente del mondo. Siamo le uniche a bere caffe' in tutto il March-Lab, ma tutti ci ringraziano dell'aroma di hazelnut-cream-coffee (del quale sono ormai schiava) che diffondiamo nell'aere, al terzo piano del the-place-I-want-to-be (un giorno poi magari li racconto sti dettagli.. e' che oggi, stranamente, c'ho l'euforia del post). Hacca mi ha regalato la mia prima card. Dicesi card uno di quei cartoncini con dentro la frase simpatica, il disegnino, che si abbina in genere ad un regalo. Pare che regalare card personalizzate sia una cosa molto in. Riceverle ovviamente ancor di piu'. La tua popolarita' si misura in base a quante card hai appiccicate sopra la scrivania. Naturalmente devono essere azzeccate. Quanto sia diffuso il gioco della card azzeccata lo puoi giudicare al supermercato: il reparto card e' immenso e se hai pazienza di cercare, puoi trovare la card adatta per ogni occasione. La mia prima card recitava qualcosa tipo se gli amici fossero caffe', tu saresti un super cappuccino caldo con una schiuma tanta e una spruzzata di cacao a forma di stella cadente. Si un po' kitsch, ma carina. Hacca e' proprio carina, quando le scrivo le mie mail da aliena sgangherata, risponde che la faccio sorridere, ogni tanto esclama you are so cute!! Eppure mi piace.
Un giorno Hacca ha chiuso una mail informativa inviata a tutto il March-Lab esclamando GO ROCKIES!!!!!!!, esattamente cosi'. A questo punto ho vacillato, e le ho timidamente chiesto chi diavolo fossero questi Rockies. Da qui in poi, tra un caffe' e l'altro, tutto un mondo baseballistico si e' aperto ai miei occhi. Oppure i miei occhi si sono aperti sul mondo baseballistico.
E quindi -nella prossima puntata- si sapra' perche' seguire le rocce del Colorado is so exciting...

6 comments:

  1. Il baseball mi tormentava in Giappone, sono pure andata a vedere una partita tra Giants e non-ricordo-piu`-chi. 3 ore di partita in cui non succede quasi nulla, per me rimane uno sport noiosissimo (ma qualcuno mi ha detto che non ho ancora visto il kricket per capire cos`e` uno sport noioso!).
    Si`, mi sa che siamo quasi coetanee, io ho compiuto 31 anni da poco. Forse comincio a fare confusione con i ricordi, oppure ero un po' ritardo (da primogenita non avevo nessuno "apristrada" ;-)

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  2. l'avrei detto anche io fino ad un paio di settimane fa, della noia, poi mi sono fatta coinvolgere dall'aspetto folkloristico. E soprattutto ho imparato qualche regola in piu' che aiuta a seguire meglio la strategia di gioco. Ma ancora ho parecchia strada da fare.

    Anche se, tornando ai Rockies, non sono sicura che tifero' per loro, come si vedra' (se non mi passa questa sbornea sportiva).

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  3. mi viengono in mente le partite di baseball al liceo con la mazza di plastica...
    crisp

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  4. Io ci ho provato a capire le regole, ma non mi hanno mai coinvolto. E poi non mi piaceva l'aspetto "spettacolare"delle partite, che si fermano ogni 2 minuti per far entrare la mascotte della squadra, o le ragazze pon-pon o per trasmettere a volume altissimo la canzone preferita del giocatore-star (tra l'altro i giocatori giapponesi hanno pessimi gusti musicali! ;-)). Hanno tentato un paio di volte di coinvolgermi in partite di softball all'universita', ma ho sempre trovato delle scuse per dileguarmi all'ultimo momento :-).
    T., il mio compagno, e' un appassionato e segue il campionato giapponese anche da qui, via Internet.

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  5. Un po' e' vero che e' noioso,,, bisogna alimentarla in qualche modo la voglia di seguirlo,
    oppure sapere un minimo di regole...
    o aver giocato al liceo con la mazza di plastica ;) Bei tempi...
    Che' in effetti biasimavo il fiancee' che non aveva voglia di imbastirsi con me, ma lui niente baseball al liceo.
    Eppero' la follia creata attorno a certe legende... tutto un friccico di folklore ammericano...
    e naturalmente c'e' parecchia ironia, spero si colga...

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  6. @Squa: certo che si coglie l'ironia, spero si colga anche nelle mie risposte ;-)
    Alla fine io ho ceduto e sono andata a vedere una partita, soprattutto per la curiosita' di capire come mai potesse piacere tanto. E alla fin fine devo ammettere che e' stata una giornata divertente, anche se la partita l'ho seguita pochissimo, troppo intenta a cogliere i particolari folkloristici ^-^;

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova