30 August 2017

(Almost) Strange situation

29 agosto 9.50 direttamente da una panchina di sans âme / 29 agosto 21.15 con la tisana di liquerizia in mano


Secondo giorno. 

A 200 metri  (su 600) e 6 minuti dal traguardo (ossia in anticipo, ma non così tanto) mi rendo conto di aver dimenticato a casa il doudou (faccino della disperazione). Chiamo il chercheur che stava  per portare A con sé al lavoro, giusto quell' oretta (croce sullo stage di basket)

Il chercheur: ma è così grave?
Squa: direi proprio di si (faccino imbufalito... no ma non hai presente cosa rappresenta il doudou nel nido francese ??  prego leggasi Alice d'archivio, farsi quattro risate.)
Citando Alice solo gli organismi monocellulari e i serial killer sono sprovvisti di doudou.


Dopo sei minuti giusti di orologio, sollevata, li vedo  pedalare all'orizzonte, col cagnetto marrone di pezza a.k.a. il doudou (farlocco anche per noi, e sto ancora citando Alice).
L'educatrice in carica del  nostro inserimento è nervosa e insicura. Quando non mi chiede se mio figlio si sa girare sulla pancia,continua a chiedere conferma di ogni minimo dettaglio  alla sua collega. Non ho osato chiederle se è appena rientrata dopo una lunga pausa. O se è sempre così.
Parla con me ma in realtà sta ascoltando conversazioni che avvengono vicino a noi. Cerco di distaccarmi da quella sensazione ma in fondo sono nervosa anche io. Mi domando come posso prendere il conttollo e assicurarmi che vada tutto bene.


Bref. oggi sono già tutti fuori e andiamo anche noi fuori, si decide frettolosamente che me ne andrò subito e tornerò tra mezzora. Tento di salutare littleP ma quello non mi si fila di pezza. Un po' titubante mi faccio convincere a sparire dalla circolazione. Imbraccio lo zaino e esco. Cammino dietro l'angolo e mi siedo su una panca di cemento, la prima a sinistra. Mi abbandono seduta e decido che passerò almeno i prossimi venti minuti a meditare. O circa.
I primi dieci minuti se ne vano effettivamente  a guardare  meditativamente i giunchi mossi dal vento. Tra flussi di penseri impazziti. E paragoni, che non si dovrebbero mai fare e men che meno tra due bambini che sono figli tuoi. Ma per una mente analitica (e per nulla sintetica) come la mia è francamente impossibile.
Per non parlare della faticosa danza del rimuginamento loco. L' inserimento di A. alle porte dei suoi quattro mesi nel delizioso nido della deliziosa cittadina medievale. Fossimo restati là A. sarebbe un altro bambino. E io sarei un'altra donna e un'altra mamma. Forse.

Poi mi scasso di guardare nel vuoto, perchè io non penso, io scrivo tra me e me. E allora scriviamo... Passo quindi altri dieci minuti scarsi a pigiare tasti su uno smartphone stupido #myidiotsmartphone.
A cinque.minuti.dallo.scadere del.tempo mi dico che ça peut suffir e mi incammino a ritrovare il mio bambino e il suo cagnetto farlocco di pezza.

Solo quando l'ho ritrovato pimpante e sorridente come l'avevo lasciato, mi rendo conto di avere lasciato sulla panchina di cemento il mio zaino, effettivamente pieno di cose un filino importanti. 
 
E quindi, non si fosse capito prima, arrifamo:
Ciao piccoletto, la mamma torna subito, ma proprio subito subito...

29 August 2017

Sotto il segno di Cruz Ramirez

7:15, tra il limone e la sobacha / 14:00, quando persino i supereroi riposano

Dunque lo stage di basket si è poi rivelato un ritiro estivo per piccoli campioni. Mooolto più avanti di A. anche nell'età. C'era, a detta del chercheur, solo una piccoletta, scriciola ma scafata. Gli altri, dopo un riscaldamento degno di una squadra di serie A,  si destreggiavano come piccoli campioni tra salto della corda e plank. Chercheur è restato per fortuna un po' a guardare, poi dopo il riscaldamento, col bene placito dell'allenatore, ha preso A sotto un canestro a fare due tiri prima di riportarlo a casa. Sono arrivati a casa  appena dieci minuti dopo di noi che tornavamo dalla prima ora al nido di quartiere (quello che ai tempi sospiravo).

Un'ora, per me, di domande a raffica, spesso molto impertinenti (si sa girare sulla pancia? MA l'hai visto? ha un anno.... qual è il suo gioco preferito.... vuoto... solo a casa mi è venuto in mente e chissàse riesco lo documenterò....). Un'ora, per P, di gattonamenti folli ad esplorare gli spazi e i volti. Si piazzava davanti a tutti e sorrideva sperando di ricevere un sorriso in cambio. Solo due momenti di incertezza. Uno in cui tutti i bimbi erano usciti fuori, ma l'intervistatrice aveva deciso che noi invece dentro. Ad un certo punto P. si èritrovato dietro un tavolino, non vedeva più nessuno ed è rimasto spiazzato. Il secondo quando il "direttore aggiunto" è venuto a presentarsi. Parrebbe che non gli sia piaciuto molto cosa   a dir poco rara chez l'enfant petit P.. Usciti di là dopo una sola ora era abbastanza esausto. E io pure a dirla tutta.

Così, esausti, ci siamo visti arrivare a casa  A. sovraeccitato per la sessione sportiva, che continuava a ripetere che lui ci voleva restare allo stage (faccino allibito... disgraziato l'anno scorso a judo sul tatami hai fatto lo sciopero per tre sessioni di fila e alla terza papà tuo ha desistito). Sarà stata la visione domenicale al cinema di cars 3??? Che ci ha dato un bel po' di grinta a me e a lui... Cruz Ramirez sei tutti noi!!!

In serata poi ha fatto qualche passo in più dei suoi soliti due per poi finire giù di culo. Gli abbiamo fatto un caloroso applauso e lui allora bissava e trissava guardandoci fiero. Ha voglia di tifo il piccoletto. E tifo sarà. A rischio di quello che io e il chercheur chiamiamo in codice The J Feeling. Chè ogni grande emozione dimostrata a P. provoca infatti in A., come penso sia comprensibile,  un moto di destabilizzazione praticamente pari al peso del volume del liquido spostato (...che tra l'altro in questo caso sono già 15 kg, mica cotiche).


Ma, come al solito, farnetichiamo
Si aggiunga solo che coté rassettamento... quasi zero. Solo un po' di scartoffie eliminate. Ma viste le circostanze va bene così.

28 August 2017

sorseggiando acqua e limone

28 agosto, 6.58

Nuovi inizi ad un orizzonte ormai immediato. Tra poche ore inizieremo con P. l'inserimento al nido, mentre il chercheur accompagnerà A. ad uno stage di basket che dovrebbe impegnarlo tutta la settimana. Il condizionale è d'obbligo visto che l'ultimo tentativo di attività sportiva è stato un grande fiasco. A dare ottimismo c'è il fatto che è passato un anno intero. Che allora lui diceva sono timido a tutto spiano. Ora è più per il "sono timido ma mi faccio coraggio". In mezzo c'è stato un altro anno di école  militaire/materna con una maestra più umana e meno generalessa. Un anno di mercoledì pomeriggi e vacanze scolari al centro che io adoro, dove prima di iniziare qualsiasi attività chiedono ai bambini come si sentono.

L'inserimento mi fa dono di una settimana di pausa. Oltre ad accompagnare il piccoletto a questo grande passo, avrei il progetto ambizioso di dare una rassettata imporrtante alla casa. Mi piacerebbe dare un grosso scossone. IL libro della sciroccata giapponese giace in ingresso, fermo ad una delle prime dieci pagine. Troppo fastidioso -per me- quell'uso smodato di parole come buttare, spazzatura. Stavo male fisicamente ed ho interrotto. Perchè il mio problema penso stia lì.
Ma forse un po' come quello di Allen Carr ai duri tempi del tabagismo, quel che ho letto ha lasciato un piccolo semino. Il mio atteggiamento alla robbbba nuova è diverso. Riesco a separarmene più serenamente. Doloroso invece quel legame con le cose che sono con me da molto tempo.

Insomma non ce la faccio a dire che l'anno 2017/2018 sarà sotto il segno del decluttering, perchè è una parola che mi procura ancora molto disagio (ne riparliamo?), chiamiamolo l'anno del rassettamento, mi mette meno ansia.

E il vostro anno sotto che segno comincia?

14 August 2017

Di aria, solitudine, introversione...

domenica 13 agosto 2017 
ore 11 circa

Intanto AAAAAARGHHHHH

Quei tre sono appena usciti e ci sarebbe una lista di cose che dovrei fare. STavo anche per farla, ma non la farò.
Invece mi siedo qui col bisogno di respirare un attimo.
QUesta é una di quelle -rare- volte che il mio sguardo si posa qui e lì e ovunque vede cose che andrebbero fatte. Questo in se non é per nulla raro. Quel che si é rarerrimo è che il mio spirito ne avrebbe anche voglia. Ma non ne ho il tempo. Questa fame di fare per me (ormai? ma com'era davvero prima???), accade  in congiunzioni astrali tipo ciclo a favore (in gravidanza e allattamento  non  mi capitava di vedere una grande differnza) e assunzione caffeinica. Recentemente ho riletto il potere che mi aveva fatto quel beverone infernale là. Forse dovrei bere più caffè. Non fosse che dopo qualche giorno mi spompa. Nessuno può vivere così su di giri come sono io in caffeina. Come sono io questo momento. Però mi capitano dei periodini in cui mi sballo di brutto e poi lo assumo. Ora per esempio quanti giorni è che mi faccio un caffè vero ogni mattina ? Se continuo poi  mi sentirò sopraffatta dai nervi e dovrò smettere e ne accuserò la mancanza.
Quindi dicevo mi hanno lasciata sola.
Ho detto al chercheur. in inglese come quando non voglio che A. (il grande) ci capisca (è un periodo che mi urta chiamare i miei bambini con dei nomignoli, ma ne riparliamo un'altra volta forse. chissà)

Gli ho detto sai che ho avuto una illuminazione? Era una mezzoretta che A. sfracellava la minkia perchè si stava annoiando. Era sveglio dalle 8, erano ormai le 11 e tre ore iniziano ad essere un po' E giochiamo e facciamo e gioca con me. Io invece son lì che riordino e sistemo a mille perchè stanno arrivando il nonno e zia Susanna (................................................................. quanto ne vorrei scrivere di questo... sono almeno 3 giorni che scrivo pagine e pagine su mio padre e mia zia che tornano a trovarmi dopo taaaanto tempo..... ma non ne ho il tempo. Lo spazio tempo ). Ad A. avevo  detto almeno cinquanta volte  di trovarsi qualcosa da fare. E lui alla fine si era   messo l'anima in pace e si era messo a tracciare letterine su un quaderno .
Chercheur, mi sa che ho capito perchè la pediatra ci rompe la minkia da due anni almeno sul farlgi fare un'attività sportiva
Perché io e forse anche te quando si annoia tendiamo sempre  a proporgli cose più o meno intellettuali. CHiamiamole così. Vuoi ascoltare le fiabe? se abbiamo bisogno che faccia un'attività in solitaria. Oppure leggiamo un libro. Tho giochiamo a carte per il massimo dello sballo

 e anche lui se invitato a fare da solo fa cose simili. "Legge" topolino per l'80% del suo tempo "libero". E la cosa inizia ad inquietarmi perché non vuole sfogliare niente altro che topolino. E vuole che gli venga letto niente altro che topolino.

Insomma dico al chercheur, sto bambino in sto momento si è seduto al tavolino a scrivere letterine perchè secondo me sta cercando quel senso di inquadramento che sente alla materna. Ma secondo me stamatitna avrebbe bisogno di usicre, correre, giocare fuori.
Mi ricordo la sivigliana che diceva di suo figlio che andava al parchetto con suo padre "pa' que le de el aire". Per prendere aria diciamo.
Il chercheur ne ha convenuto e quindi  l'ha portato fuori a dargli aria. Nel frattempo si è svegliato P. e allora ci ha portato pure lui, che anche gradisce.
Ecco la storia di questa mia piccola oretta di solitudine

Solitudine
Io mi ricordo quando mi lamentavo tantissimo qui sul blog della solitudine. Del non avere amici etc etc
Col tempo però ho scoperto che la solitudine è la cosa di cui ho più bisogno al mondo. Devo ringraziare la coach in carne ed ossa di avermelo fatto scoprire. Quando le dicevo del senso di colpa che provavo da quando avevo deciso di tornare a pranzare a casa mia e del fatto quindi che se mi mettevo a calcolare, io le mie 8 ore canoniche, al lavoro, non le facevo mica. Lei mi rispose che non dovevo sentirmi in colpa, che i miei colleghi si riposavano mangiando insieme e probabiulmente ricevevano piacere da questo e che invece probabilmente vous avez besoin d'etre seule pour vous recharger. Mi parlò di un libro sull'introversione. (Quiet. Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare di Susan Cain, C. C'é anche un suo bel Ted)

  Mi sottopose un test. Poi lessi anche molto al riguardo da Polly che ne parla spesso. Grazie al suo parlarne un giorno ho rifatto un test analogo che risulto' un po' diverso dalla prima volta. Se ricordo bene. Continuo a pensare di essere un introversa atipica, perchè ci sono molte volte che invece mi sento un animale sociale. Però di fondo sono introversa o per lo meno ho davvero un gran bisongo di solitudine per ricaricare le pile. Ne ho vari esempi e sono molto soddisfatta di averlo capito, perchè mi permette di interpretare cose che prima non afferravo.

A questo proposito ho fatto molte osservazioni nelle due vacanze al mare con una  coppia di amici atavici e prole. Il mio unico spazio di perfetta solitudine è stata una mattina in cui sono andata a vedere l'alba che sorgeva sul mare. Due ore che hanno valso la vacanza intera. Forse riuscirò a raccontarlo perchè c'è un draft da qualche parte che si chiama le mie albe e continuo a pensarci
E il mio spazio-tempo è già scaduto., 
E' possibile??? E' volato via, me tapina