18 November 2011

vado...

Questo blog oggi si e' svegliato alle otto, udite udite! E questo pomeriggio se ne va in Francia !!
Anzi in realta' il blog resta qui... solo Squabus in carne ed ossa prende il treno e valica la frontiera. Che meraviglia!

Sara' il pensiero che viaggiare non sara' piu' la stessa cosa a breve, ma mi sento tutta emozionata... anche lasciare a casa il chercheur ha il suo perche'. Pregusto il ritorno ed i racconti di un week end tra donne. Soprattutto quando le donne sono 'ste meravigliose giovincelle che hanno adottato una vecchietta persino panciuta...

a risentirci :)

17 November 2011

come pane e banana

giornate pigre
lente e sonnolente

A me la pigrizia mi fa molta paura,
ma cerco di non pensarci.

Un mercoledi' libero, la goduria del giorno libero. Che non e' week end, dove tutti sono liberi, e' un giorno lavorativo dove tu si' che sei libera. C'era un sole ghiacciato e me ne sono andata a spasso per quasi tre ore, ho sgarrato con le patatine fritte con poca maionese. Mi sono seduta su una panchina al sole a mangiarle. Poi la liquerizia del natuur winkel. Ma soprattutto ho passeggiato.
Un lusso il giorno libero. Appunto passeggi e vedi quello che vedresti se non lavorassi tutto il giorno, tutti i giorni. E per questo mi piace anche che non sia tutti i mercoledi', ma uno si ed uno no.

Poi ho vinto il give away di Valentina. Che gioia.
E poi per caso, come tutte le migliori scoperte avvengono, ho scoperto la cosa piu' goduriosa e semplice del mondo: pane e banana.

10 November 2011


rimango sempre un po' a corto di parole, dopo che ne ho usate troppe.

Lascio parlare Sir Ken Robinson, che si occupa di educazione e di creativita', ed e' un bellissimo ascoltare.

Schools kill creativity
volendo si possono selezionare i sottotitoli in italiano

e poi anche
Changing Education Paradigms un discorso animato


E voi? Come vorreste venissero educati gli adulti di domani?

08 November 2011

i doni e le croci


... un post forse ancora piu' sfacciato di quando non vorrei essere sfacciata...


Nelle mattine insonni, quando e' ancora notte e mi sveglio per accompagnare il giorno che nasce...
...e mi piace moltissimo ed e' per questo che poi succede ancora ed ancora: perche' quando apro gli occhi sull'ora, anche se e' piccola, quel brivido di adrenalina per il nuovo giorno che vedro' nascere, mi sveglia, mi porta dolcemente fuori dal letto. Una sorta di fame di vita...
Nelle mattine insonni, cercavo di dire, avrei voluto scrivere -per esempio- di come e' stata la prima volta al corso di yoga in gravidanza. Del posto che chiamava rilassatezza, tutto legno e luci soffuse. Di questo gruppo di donne tutte panciute che mi sono trovata intorno, adagiate su materassini, ricoperti di coltri, pieni di cuscini. D'incanto la mia pancia non era piu' l'unica ed ognuna delle pance intorno aveva una forma, dimensione, sapore diversi. Poi la maestra yogi ci ha dato il benvenuto con voce lieve. Le donne panciute si sono presentate ad una ad una ed e' arrivato alche il mio timido turno. Ik ben Squabus, ik ben drieëntwintig weken zwanger... e non e' che capisco proprio tutto-tutto quello che dite, volevo aggiungere. Ma forse si e' capito da se'. (Rilassarsi con il cervello in tensione per la comprensione ultima non e' totalmente possibile. Ma almeno il luogo e la compagnia sono magici.)


Volevo scrivere di questa e di altre storie di prossima mammitudine, nelle mattine-notti di amata insonnia. E volevo sriverlo con tutta la poesia che sento, sdolcinata e timida come il primo bacio. Emozionata.


E pero' ogni volta che mi rigiro un post panciuto in testa, mi passano per la mente anche altre cose e pensieri, delicatezze, pudori, che non sono pudori di se', ma dell'altro da se'. E poi una cosa che e' successa qualche settimana fa.
Io ed una fanciulla, che chiamero' Spilunga, ci siamo prese un giorno libero e siamo andate ad Amsterdam a passeggio. Era una giornata magnifica, come un richiamino di sole prima dell'autunno che arriva. Avevamo una scusa scientificoculturale per andare, ma il fulcro era il sole e passeggiare e chiacchierare lievi e ridere.
Spilunga e' una ragazzona grande, alta, due spalle cosi', fisico scultoreo, simpatia contagiosa. Insieme alle altre ragazze mi coccola in questa magnifica fase panciuta. Tutte partecipi, carine, attente. Come MissB che mi sfiora delicata la pancia ogni volta che mi passa vicina nei corridoi e sorride. Come Minuta che, tra tutti i vini, mi porta la limonata a cena e apre il minuscolo pacchettino che ho preparato per annunciare l'evento. Quando ci trova una piccolissima marionetta, di quelle che si attaccano al dito, ed un bigliettino che dice piu' o meno: "cosi' hai il tempo di allenarti per giocare col piccolo in arrivo" (ma in inglese suonava meglio)... scoppia a piangere di gioia. E poi Spilunga, che chiede quando andiamo a comprare baby-stuff?? E a passeggio per Amsterdam -impaziente- compra per Ello il libricino che lei preferiva quando era bambina.


Poi andiamo a bere un te all'aperto e, in quel sole sfacciato di quasi-ottobre, siamo sedute a ricevere grate tutta la luce che possiamo. Ad un certo punto lei mi guarda la pancia, che comincia appena a vedersi, fa come a raccoglieri e mi dice: I am so jelous. E sorride.
E io la guardo negli occhi e nel suo sorriso -Spilunga classe ottantaequattro- e la rassicuro che c'e' tempo. E se davvero pensa che non ci sia tempo da aspettare, che si lasci andare, che' tutto prende ad avere talmente senso quando si smette di cercarlo con la ragione (e questa e' parte di tutta un'altra riflessione-rivelazione-folgorazione che fa parte dei miei fitti pensieri panciuti e che qui rimarra' nell'aria).

Lei pero' scuote il capo sicura, sta ancora sorridendo, ma di un sorriso che soffre. E mi racconta lieve, senza mai smettere di sorridere, che per lei non ci sarà tempo. Sicuro che no. Perche' non c'e' spazio, non c'e' luogo in lei dove un seme possa farsi frutto. E mi spiega e d'improvviso mi sento -di nuovo- piccola, cosi' piccola e dispiaciuta per lei. L'abbraccio e piango con lei che ancora sorride e si scusa e mi prega che non vuole che questo comprometta la condivisione delle mie gioie panciute a cui lei tiene molto. Che e' per questo che se lo tiene ostinatamente per se' questo segreto. L'abbraccio e la ringrazio di cuore per avermi aperto la porta. Parliamo di mille cose tutto attorno a questo. Le chiedo come fa a sopportare questo peso in silenzio. Che' io -almeno questa nuova io- lo direi forse subito. Che non e' sopportabile portarsi questo fardello da soli in un mondo che non fa altro (o sembra solo a me?) che chiedere alle donne: quando? Che per me alla soglia dei trenta la sofferenza, o dovrei dire insofferenza -quando le persone chiedevano, indelicate e indiscrete, e alludevano a bimbi- non era semplicemente tollerabile. Bisognerebbe parlarne di questa che almeno io ho considerato e vissuto come una forma di violenza...

Spilunga semplicemente dice che non vuole pieta'. Non vuole che le persone, soprattutto le altre donne, vedano per prima cosa questo in lei. Certo che capisco, ma -saranno gli ormoni?- sto abbracciano il pensiero che ad certo punto chiedere pieta' e' esattamente quello che bisogna fare. Abbi pieta' di me e risparmiami sofferenza. Usami delicatezza. Ma forse bisogna diventare forti abbastanza anche per poter chiedere pieta', per potere sopportare chi pieta' per te non ne ha, neanche se l'hai chiesta.


E' cosi' dannatamente importante condividere il bagaglio, altrimenti siamo tutti piccoli universi lontani anni luce l'un l'altro, ognuno con i suoi drammi, violenze, negazioni. Bisogna avere rispetto per i doni che ci toccano in sorte. E non considerarle scontate. D'altra parte chiunque viva o abbia vissuto un grande dramma, violenza o negazione deve poter lasciare spazio per coloro che ne hanno semplicemente di diverse, perchè -quanto è banale- ognuno ha i suoi doni e le proprie croci. Ed è questo che Spilunga voleva fare col suo silenzio: lasciare spazio. Uno spazio che dovrei rispettosamente prendermi.

Riuscirò a darmi il permesso di esprimere tutto il dolce fardello della mia maternita' così folgorante, fantastica, meaningful?
Non credo, non ci riuscivo a pieno fin da prima che Spilunga mi mettesse a parte del suo segreto. Perche' riversare la mia folle felicita' sul mondo mi sembrava sfacciato e anch'esso poco delicato, e adesso ancora di piu'. E pero' mi riguardo le mie croci, tocco le cicatrici, penso alla strada percorsa e so nel profondo che -finalmente- tutta questa felicita'. Forse e' questo che voglio dire o' voi che di qui passate... che non vorrei paresse troppo sfacciato tutta questa poetica... che' si insiste su cio' che che prima e' mancato e si e' bramato a lungo...

Sono felice, e allo stesso tempo triste, come non sono mai stata in vita mia. E affamata di vita, fin da prima dell'alba...

07 November 2011

4 a.m.

Siccome Ello nella pancia pareva troppo cicciuto, all'ecografia della ventesima settimana mi hanno mandata a fare piu' controlli, tra cui la curva glicemica -per escludere il diabete gestazionale-, che mi e' stata fissata per questa mattina.
Tocchera' quindi presentarmi a digiuno in ospedale alle 8, farmi prendere il sangue, bere un beverone zuccherissimo, aspettare un paio d'ore li' buona buona e poi prendere nuovamente il sangue. Solo che la mia -in genere neanche troppo odiata- insonnia mattutina quest'oggi ha deciso che la sveglia andava non alle 6 (che passi, mi sbrigo le email, leggiucchio qua el la' nel silenzio del primo mattino che e' ancora notte), non alle 5 (che dai non mi lamento, cosi' scrivo quella cosa che volevo scrivere da un po')... ma alle 4 addirittura no! Anche perche' ieri sera non erano le 9 -come di solito- quando andavo a dormire, ma quasi mezzanotte. E soprattutto non le 4 a stomaco vuoto fino alle 8, che' sono le 4.30 e gia' ho i crampi dalla fame. Inoltre credo proprio che la curva sara' sballata, la glicemia non sara' affatto rapprensentativa del primo mattino, visto che le 8 non saranno piu' il primo mattino per me. Ne avro' bruciati di zuccheri da qui ad allora...


D'altronde si' sa' che le 4 di mattina sono quanto di peggio:
(ci sono anche i sottotitoli in italiano, se proprio si vuole)

06 November 2011

manca solo il bebe

In follia totale da sabato passato tappata in casa, sfidata l'influenza o cosa per essa mi ha infestato gola e naso intasato, oggi sono uscita lo stesso. Non e' dato sapere se prima di uscire ho preso uno, nessuno o centomila meta' pasticca di paracetamolo. Non mi ricordo proprio. Avevamo in programma un pranzo con la famigliola francese con due bimbi peperini ed adorabili, in un paesello qui vicino, appena 5 km, che in bicicletta avremmo fatto piu' che volontieri. Invece ci siamo andati addirittura in macchina (una macchina che non possediamo!!). Infatti, vista l'influenza e il venticello che tirava, questa si rivelava come un'ottima scusa di testare per la prima volta il sistema di car sharing a cui ci siamo iscritti poco tempo fa. Si chiama greenwheels, un'offerta speciale ci ha permesso di iscriverci per 10 euri forfettari fino a dicembre, dopodiche' -non so- ci sara' un abbonamento mensile da pagare. Poi il costo e' di 2,5 euri all'ora piu' 0,1 euri per chilometro. Benzina inclusa. Quando il serbatoio arriva ad un quarto l'utente di turno e' tenuto a fare il pieno usando una carta di credito presente nel cruscotto della macchina stessa. La prenotazione della macchina si effettua via internet. Ce ne sono 6 nel giro di 600 metri da casa nostra -appena calcolati su google map. Anche di piu' se proprio quelle vicine sono prenotate. Non e' stato difficile averne una per questo pomeriggio, a dire il vero erano quasi tutte libere. Penso che molti compaesani la usino piu' che altro come seconda macchina e che nel finesettimana, essendo tutta la famiglia a casa -prima macchina compresa- non sia tanto gettonata. Ma si vedra'.


La famigliuola francese non ci ha fatto tornare a mani vuote! Siccome la loro bimba piu' piccola ha quasi 18 mesi, avevano molte cosine da darci per Ello. Faccio uso privato di blog pubblico e mi prendo due appuntini qui sulle cosine che abbiamo portato a casa. Se avete anche consigli sull'equipaggiamento da bebe' sono sempre ben accetti! Colgo anche l'occasione per segnarmi e segnalare i bellissimi post scritti da Valentina, su quelli che lei chiama baby armamentari da viaggio. Per esempio ho trovato "totseat" e la "dodo nomade" a dir poco geniali.


I primi prestiti per Ello
- Culletta per il passeggino - che scopro ora si chiama navicella (!!)*,
- l'ovetto* o come si chiama per la macchina (condivisa!),
- la sdraietta,
- la vaschetta per i bagno con adattatore per vasca da bagno,
- il marsupio.
- Uno sterilizzatore via microonde,
- una cosa che si chiama "baby cook" per cucinare le verdure al vapore e poi frullarle (mi sa che lo uso di gia' anche per i grandi...),
- milioni di contenitori di plastica per congelare pappine,
- 2 piccoli biberon e una borsetta termica per trasportarli,
- giochini vari ed eventuali.

Il chercheur davanti a tanti balocchi ha esclamato che adesso manca solo il bebe',,,

*il passeggino restante serve ancora a loro ed allora io mi domandavo se riusciremo noi a trovare un passeggino che sia compatibile con navicella ed ovetto

vorrei volare

Raccontavo nei commenti qui giù della canzoncina -presentata allo zecchino d'oro del 1960- che la mamma del chercheur gli cantava quando era piccoletto, e faceva...
Sempre più su, su, su…
E ancora giù, giù, giù…
Velocemente in su
Verso le vie che portano in ciel…
...e a quel punto il chercheur-bimbo non resisteva e doveva aggiungere
...OOOO
Che tenerezza mi fa questa immagine!



Mentre scrivevo quel commento, era mattina, lui dormiva e io mi ascoltando la canzuncella al piano terra in cuffia per non disturbarlo, visto che casa nostra e' un come un grande loft in verticale su 2 piani e mezzo e la mattina devo stare molto attenta ai rumori che produco per evitare le sue ire.

Quando poi lui scende, mi chiede
ma che ti ascoltavi stamattina?
e io gli dico sbalordita che va bene il loft, ma non può essere abbia sentito visto che ascoltavo in cuffia...
si si ho riconosciuto quella canzoncina, però quella che ascoltavi tu era cantata da bambini
perchè di solito?
da mia madre
non fa una grinza


Però la cosa mi ha fatto temere ancor di più come sarà condividere -sonoramente parlando- questo loft con un pargoletto. Meno male che il chercheur ha ceduto e domani visitiamo quel casone di cui parlavo una settimana fa. Dico meno male, ma il pensiero di un trasloco comincia ad abbattere anche me...

E per rappresentare al meglio il clima di abbattimento mi sono presa un qualcosa giusto allo scoccare del week end: ho la febbre, mal di gola e mi fa male dappertutto. Uffa

01 November 2011

e voi?

Il trailer di Babies, di cui parlavo sotto:



...molto rappresentativo del documentario.



Lo speaker qua sotto nei commenti mi ha fatto pensare di chiedere:
e a voi? che vi cantavano o suonavano quando eravate piccoletti? o ancora nella pancia? e che effetto vi fa ancora oggi?
Poi finisce che nessuno mi risponde ed io non avro' neanche bisogno di suonare Bob Dylan per ritrovarmi in una valle di lacrime....
dai raccontatemi