questo è un «rollator»
Era mercoledì, in pausa pranzo nella piscina vicino al lavoro, dove l'acqua è caldina e come un po' salata. Ci sono due o tre persone divise in due gigantesche corsie, si nuota bene, tranquilli e sereni. Nuotando mi si calmano i pensieri, tutto si mette a posto. La tristezza è sempre triste, ma sembra più lieve. La piscina mi aiuta a guardare avanti.
Nell'altra corsia nuota una signora, avrà una settantina d'anni, fisico asciutto, direi quasi atletico, come mi sembra abbastanza comune tra le nonne olandiche, tutte sprint. Poi non la vedo più in corsia ed invece è a bordo vasca, nel punto dove l'acqua si fa bassa e ci sono dei gradini che ti portano fuori da questa pozza salatina e rilassata. La bagnina la sta aiutando ad uscire dall'acqua e a raggiungere il suo «rollator», che la aspetta parcheggiato lì accanto. Io riprendo a nuotare.
Dopo un po' abbandono anche io quell'oasi pacata. Sto facenddo la doccia prima di entrare in sauna. (Sì lo so che le alte temperature non vanno bene per il bebè. Infatti ci resto due simbolici minuti, in cui respiro a fondo quell'aria eucaliptica. Mi porto una bottiglietta d'acqua gelata e mi rinfresco durante quei due minuti balsamici. Poi esco e metto i polsi e le caviglie sotto l'acqua gelata.)
Mi sto giusto pregustando quei due minutini, quando sento la nonnina sprint che parla. Dalla doccia non si vede lo spogliatoio. Perso parli all'altra signora che era nello spogliatoio un minuto prima. Ma poi parla di nuovo e mi arriva solo la parola helpen e cioè aiutare. Allora accorro. La nonnina sprint mi sorride e chiede candida se per favore posso aiutarla ad asciugare le punte dei piedi, proprio lì tra le dita, ché non ci arriva. La gamba livida, mi racconta che ha subito un'operazione solo una settimana prima (!!?), dice non riesce a passare l'asciugamano lì in fondo. Non ha il minimo senso di pietismo nella voce o nei gesti. Chiedere ad una totale estranea di asciugarle le punte dei piedi sembra la cosa più normale del mondo. La aiuto scusandomi per il mio magro olandese, lei mi fa un poco di conversazione in inglese, poi mi ringrazia, si appoggia al suo rollator e comincia a vestirsi.
Io me ne vado verso i miei due minuti balsamici ed intanto penso quanto mi piacciono i vecchietti olandici, voglio invecchiare come loro. Le strade sono piene di rollator e di quelle grosse sedie a rotelle elettriche, quasi scooter a quattro ruote, che giù da noi forse usano persone affette da handicap, ma neanche tanto. I vecchietti sprint olandici non ci stanno a farsi lasciare a casa dagli acciacchi. Inforcano il rollator e partono a godersi la vita. Questa cosa mi riempie di allegria. Certo bisogna dire che le città ed il life style della cittadina in cui vivo, agevolano il diffondersi di questa usanza. Ma quel che secondo me conta di più è che i vecchietti non provano vergogna. Zero drammi, zero pietismo. Gli olandesi, anche vecchietti, non si piangono addosso, ne avevo già parlato qui, piu' di 2 anni fa (!!), risparmiano le energie per godersi la vita.
Io sono tutta ammirata e da grande voglio essere una nonna olandica.