18 June 2014

Di fantasmi sorridenti e arcobaleni

Excusez moi ce tram s’arrête-il place de la comédie?
La voce era lieve, l'accento forse un po' incerto. O forse questa è stata solo suggestione. Il tuofrancese non era così buono, la pronuncia era terribile. Ma chissà? forse in questo anno e mezzo che ti porto con me hai fatto progressi?

Ho alzato lo sguardo e ricambiando il sorriso ti ho detto
Oui bien sure c'est juste le prochain arrêt
mentre lo dicevo mi sono accorta che eri tu e ho sentito i miei occhi farsi grandi.  Mi hai sorriso di nuovo sotto il cappellino di paglia blu e gli occhiali da sole, mentre io pensavo che  i cappelli di paglia ti sono sempre piaciuti e che avrei avuto una sola fermata per noi. E che anche prima avevi un paio di occhiali di quella forma. E che su quel tram eri così sorridente e pacifica ed io non ricordo di averti mai visto così.


Nel breve tragitto da Gare Sait Roch a place de la Comédie il rubinetto si era già aperto, mentre io ravanavo in borsa a cercare gli occhiali scuri. Non ho osato sbirciarti oltre ma ho scattato una raffica di foto, le ho rubate per poterti osservare in differita. Non ho pensato neanche per un attimo che riguardando le foto più tardi avrei invece dovuto constatare che mi ero sbagliata. Non ho dubitato. E questo è troppo strano, questa cosa da sola sa di miracolo. Ti ho rubato mille foto anche per poterle mostrare a qualcuno, in modo da condividere questa certezza.

E infatti poi le ho mandate per uazzap, prima al mio fratello piccolo e tenero, poi a quello grande e scettico. Poi a zia Susanna ed infine a Elle la cuginetta adorata. Al chercheur le mostrerò stasera. So già che mi abbraccerà stretta e sorriderà. Lui ci crederà. Lui in realtà non crede in niente, ma trova che tutto è sacro. Come diceva Uma Thurman in Cowgirl. Vorrei rivederlo quel film.

Io non riesco a credere in niente. Ma mentre scendevi dal tram ho accettato di lasciare ogni resistenza e crederci.  Che si, eri proprio tu.


Le stesse espressioni, lo stesso modo di tenere la borsa, la stessa maniera di girare il capo, la stessa aria smarrita, ma più sorridente, serena e pacifica.  Avrei voluto rincorrerti e dirti... Dirti cosa?
Io penso che sia arrivata l'ora di crederci. Che siccome io non riesco a sognarti tu allora ti nascondi in quella dottoressa. E poi nella titolare. E poi nelle signore che incontro per strada. E in quell'arcobaleno che è apparso quel giorno ed era così perfetto e io ero così perfettamente al centro e lui mi circondava così perfettamente in un abbraccio di colori. Uno grande e netto ed uno più piccolo e meno marcato. E' uscito persino sul giornale, ma le foto sul giornale non rendono giustizia, perchè quell'arcobaleno era per me, era mio. Si stagliava sul cielo di Sans âme e mi abbracciava.


E io ora ci credo che siccome io ogni volta mi giro dall'altra parte, pur commossa, oggi hai deciso di darmi un piccolo colpetto sul braccio e chiedermi un'informazione. Proprio oggi che nellla borsa dei libri della Biblioteca per Pistacchio sono riuscita a inserire un libro per me. Si intitola Fai bei sogni ed è dedicato a quelli che nella vita hanno perso qualcosa.




Sul tram della linea uno, quello blu con gli uccellini, una giovane donna con affianco un bimbo seduto in un passeggino, ricambiava il sorriso di un altra donna dall'aria smarrita. La donna giovane ha guardato l'altra scendere dal tram, poi protetta dai suoi occhaili scuri è scoppiat in un pianto sommesso guardando fuori dal finestrino.

Riesco solo a scrivere di te.

03 June 2014

La duennite, ovvero noi mamme di duenni, in due parole due: perfette squilibrate (edit)

***Post sponsorizzato***


Disclaimer1: questo post non parla solo di bimbologia, lo prometto. Almeno lo spero. O forse dovrei sperare il contrario?

Disclaimer2: chi mi conosce lo sa, io sono quella dei genitori a quattro mani, dei diritti e doveri al 50%, della parità, della conciliazione bisessuata (ho cambiato l'etichetta e la chiamerò così che mi piace moltissimo) e vattelappesca. Pur essendo i bimbi duenni tosti-tostissimi per entrambi i genitori, la parte genitoriale squilibrata mi sembra sia solo quella femminile. Saranno gli ormoni, ma si sà che per me è sempre colpa/merito loro. Ditemelo voi se è vero, io mi sento molto, molto, molto ma molto squilibrata. Pure senza duenni al seguito non ero tanto dritta, diciamo la verità vera, figuriamoci così. Questo soggiorno -forzatamente più lungo del solito- nel paesino dell'hinterland milanese mi sta aprendo riflessioni infinite di bimbologia e cose così, che se solo forzo il blocco e riesco a scrivere vi inondo di pensieri, parole e tutto quello che va avec. No perchè noi a quest'ora dovevamo essere a Lisbona in attesa di un attesissimo, strepitoso e strepitante sposalizio matrimoniale, dell'amica mia cara, qui detta dottoranda portoghese, amichetta del paesello medievale olandico. Evento che Squabus aspettava trepidante, l'ho già detto. E invece la maledizione del biglietto aereo emesso senza assicurazione alcuna, ha colpito ancora, ha colpito duro e ha colpito proprio noi. Giusto a ridosso del matrimonio il chercheur si è ammalato della peggiore delle sue famigerate tonsilliti, quelle che gli hanno fatto i peggio scherzi nei peggio momenti della giovinezza. Effettivamente era un po' di tempo che non si facevano vive. E invece la tonsillite, ora lo so, è rediviva, è qui e lotta contro di noi, che per colpa sua siamo ancora in terra italica.



Che poi la permanenza allungata in terra italica, i tre cugini uno a 14 mesi di distanza dall'altro, il mio ovviamente nel mezzo - la maledizione del medio pare sia contagiosa e sia passata per linea verticale da mamma e figlio- offrono un panorama variegatissimo per pensare alla genitorialità e la bimbologia. Insomma più che una vacanza una bomba bimbologica. Ma non era esattamente di questo che volevo parlare. Se mi sblocco davvero poi ne parlo. Voi fatemi il tifo, che ne ho un gran bisogno. Intanto fatemi sproloquiare. Pazienza.


Ma quando inizia sto post?



La mia amica Emme è roba potente. Incontrare la mia amica Emme e la sua famiglia è sempre come salire su una giostra già in corsa e non avere il tempo per ambientarsi al turbinio e dover scendere e poi andarsene in giro tutte spettinate, sconvolte, ipereccitate e disorientate. Che poi sulla giostra ci siamo saliti davvero più tardi quella mattina, io Pistacchio e i bimbi di Emme. Avevo la nausea e mi girava tutto. La mia amica Emme, ne avrei bisogno di un distillato da bere nei momenti di down. La mia amica Emme, ora che ci penso, il distillato me l'ha messo in borsa appena ci siamo incontrate, sotto casa di mio padre, mi ha detto bevilo, mi raccomando, ti farà bene, ti vedo troppo giù. Il distillato potente ha fatto effetto e si vede tutto. Lo vedete anche voi? Ma cerchiamo di andare per ordine. SOno arrivata giù in strada col mio duenne nel passeggino, lei ha lasciato la macchina qui e ci siamo incamminate da lei, a S. farà piacere vedere Pistacchio, forse anche a A.


S. è la sua bimba cinquenne, A. il grande, ne ha 8. Li ho visti entrambi più piccoli che non ero ancora mamma e -iddio mi perdoni- ho pensato che erano due bambocci difficili e antipatici e che essendo sinceramente sincera non avrei più voluto rivederli. Anche la mia amica Emme non la frequentavo con piacere a quei tempi. Oggi ho fatto i calcoli, in quei periodi S. e A. avevano due anni. E il punto del mio scrivere oggi è questo, prima che mi scappi: che non c'è niente da fare: noi mamme di duenni siamo la feccia dell'umanità. I paria. Gli ultimi. La buona notizia è che poi allora passa. La mia amica Emme è di nuovo una persona che ti viene voglia di chiamare, che ha energie da vendere e pure da spacciare, leggi più sotto. E' tornata e mi da speranza che anche io, prima o poi, tornerà.

Ecco, ora, però, poi, io ho pensato anche questa cosa. Che frequentare persone con bimbi più grandi può essere destabilizzante. Persino molto pericoloso. Penso che i genitori di bimbi di 2+n anni si dimentichino di cos'era lo sfianco del tantrum del duenne, il vivere con quella bomba ad orologeria accanto, il dosaggio delle energie, la fine strategia della previsione, dell'organizzazione, della negoziazione, del non mollare MAI, perchè chi molla è perduto. O forse semplicemente questi che mi sono capitati oggi non erano genitori rigidoni come me e quell'uomo cagionevole del chercheur. E allora davanti al tuo pargolo (detto Pistacchio) nel peggio dei tantrum e tu che dici, dai vabbè mi sa che è meglio se rientriamo, loro ti dicono, ma no, che sarà mai, andiamo a prendere un (altro????) caffè, dai che ha solo fame. E tu che HAI MOLTA VOGLIA di parlare, di raccontare, di ascoltare, di farti pure cazziare, sei lì che cerchi di intuire se è più il beneficio che otterresti da una chiacchierata frammezzata di negoziazioni estenuanti o la fiacchezza dei tantrum a ripetizione che si abbatteranno su di te se non cambi immediatamente lo scenario attuale per il tuo duenne ad orologeria. Chè già questo quadretto, della tua amica spacciatrice, è esplosivo per te, vogliamo immaginare per il tuo cucciolo (dovrei aprire una parentesi che non apro) ?

Insomma coi genitori di bimbi di 2+n anni ci si potrebbe sentire molto squilibrate. LA cosa che ti salva è che tu hai visto i LORO figli a 2 anni e non avresti voluto vederli MAI più, poi per fortuna li hai rivisti e non avevano più la duennite. Anzi ora sono carini, simpatici, ti sorridono e ti fanno le domande. Con A abbiamo memorizzato 4-5 date di nascita, il ragazzo ha un dono, e poi senti di stargli simpatica e lo adori, dici fa' che il mio diventi come lui, fa che io gli piaccia un decimo di quanto sento di piacere a lui, che al momento ti senti una ciofeca brutta e cattiva. I due anni è proprio vero che sono terribili, sono devastanti. Che a volte me lo dimentico. Io forse non sono depressa, io forse ho solo il toddler blues. E' una malattia molto potente e pericolosa, passa solo col tempo quando gli anni da 2 diventano 3, possibilmente 4, ma anche 5. Passa. E non venitemi a dire che poi è peggio. Io le mie amiche con bimbi duenni me le ricordo ed erano orribili squilibrate. Come me adesso. Io mi guardo allo specchio e hai voglia c'ho una lista di giustificazioni al mio status devastato del momento (volendo vedi sotto, ma anche no). Ma la duennite forse forse vince su tutto il resto.


Ma non siamo mica riusciti ad andare con ordine.


Camminavamo da casa di mio padre a casa di Emme. Emme a 250km/h, io arrancando con Pistacchio sul passeggino. Ogni tanto cercavo di frenarla, ma perchè corri? ( Io ho bisogno di respirare, quello è legato e zitto, fammi durare questo momento più a lungo possibile: il pensiero inespresso e inesprimibile). Emme diceva hai ragione, ma tempo 20 secondi il passo le andava al trotto inconsciamente. Una fatica immane starle dietro.

Così in un batter d'occhio arriviamo a casa sua. Incrociamo i suoi bimbi sul pianerottolo che stanno andando su dai nonni. Ah gioie e dolori dei nonni che abitano al piano di sopra. GUardate c'è Pistacchio, tornano giù per le scale, entriamo a casa sua. La bolgia più totale mi pervade di sollievo. Non sono la persona più caotica del reame. Invitateci a cena a me e al chercher, al più presto, che lui possa vedere che io non sono la peggiore, che il caos può nascondersi anche dietro quella persona meravigliosa della mia amica Emme, che è solare, allegra, bellissima e pure caotica. Tiè. La amo. E la amo anche per il suo caos. E anche perchè è più grande del mio. Grazie Emme, non cambiare mai, ti amo come sei. Entriamo in casa sua e suo marito è impegnato in una discussione animatissimissima di lavoro, nonostante sia sabato. Pistacchio va a guardare incantato l'acquario (come sopravvivono i pesci in questa bolgia?), poi viene invitato in camera dei bimbi.

Poi non ricordo, ho un buco spazio-temporale, so che ad un certo punto le ho chiesto: Ma ci sono i tuoi? Io amo i suoi genitori. Tra i 15 e i 18 anni hanno rappresentato l'idea di famiglia per me. Adoravo stare da loro e fantasticavo di essere la loro terza figlia.

Mia madre è a Londra, c'è solo mio padre coi cani. Saliamo e un cagnetto fulvo salta addosso a Pistacchio. Anche il cane si chiama Pistacchio e insieme sono bellissimi, si abbracciano, si rincorrono, Pistacchio il cane fa le feste a Pistacchio il bimbo. SOno talmente belli insieme che mi rammarico di non aver avuto la prontezza di sfoderare il telefono per immortalarli. Il mio Pistacchio è supereccitato e folle di gioia.

Emme tutta esultante, dai facciamo un caffè. Oddio io avrei smesso di bere caffè, mi agita troppo, ce l'hai decaffeinato? No, ma dai te lo faccio leggero leggero......

E quindi beviamo il caffè, chiacchieriamo a spizzichi e bocconi, come da copione con tre marmocchi nei paragi, poi ci ritroviamo in balcone, i bimbi si rincorrono e ridono. Pistacchio è su di giri.


E poi mi ritrovo a subire un discorso un po' buttato lì: Squa ti devi ripigliare, non sei più tu. Ora sei una mamma. E cose così, che non ricordo, non voglio ricordare.
Non mi sta dicendo davvero queste cose, vero? Parentesi a tinte fosche.
Mi incazzo pure un po', a che mi serve che mi dica l'ovvio? Un attimo dopo le sto facendo il riassunto delle ultime puntate, Degli ultimi 3 anni (tre anni fa la sua ultima figlia aveva 2 anni, forse non ha ben presente).


Parentesi lagnosa, astenersi lettori in fase depressoide come la sottoscritta


(((E' morta mia madre nel giro di 6 sei setttimane, a quei tempi ero appena uscita da un burn out. Di come è vissuta mia madre a te non devo spiegarlo. Intanto diventavo mamma, cioè che il lutto non si elaborava punto, ma intanto cresceva la pancia. Il resto tutto in stand by. Hormon power. L'atarassia. La nascita. Il baby trip. Io non ho avuto il babyblues, io ho avuto il baby trip. L'euforia post parto. Tutto era magnifico. La natura forse non poteva permettermi di elaborare un lutto mentre partorivo mio figlio e lo allattavo. La natura ha deciso di drogarmi ed anestetizzarmi potentemente.

Allo scadere dell'ottavo mese del mio baby trip, quando ancora tutto era rose, fiori e colori, mi sono trasferita da un posto che adoravo ad uno dove a tuttoggi siamo quasi soli. Schiavi della pennichella mattutina e quella pomeridiana invece di prendere possesso dei luoghi noi ci deprimevamo e facevamo scelte una più sbagliata dell'altra, come la casa buia davanti allo zoo. Depressi e soli con un fagotto di otto mesi.
Tu che hai i tuoi genitori sopra la testa forse non te lo puoi immaginare cosa significhi non avere nessuna persona di fiducia nel raggio di 800km? Tu hai il problema opposto. Tu brami la solitudine e non ti rendi conto che sei assuefatta al tienimi-il-pargolo-un-secondo-che-devo-fare-una-cosa...
Che pure mia cognata ha provato a dirmi ma guarda che anche io l'ho lasciato solo una volta al nonno, in un anno. Ma che crede mia cognata? che i compleanni, le cene, i pomeriggi, dove il pargolo sta in braccio ai nonni e tu respiri, e tu guardi altrove... crede che siano aria fritta. Crede che anche solo il pensiero che se c'è qualcosa che va storto, una persona di famiglia potrà arrivare nel giro di 20 minuti scarsi dal momento dell'allarme. Crede che siano acqua fresca.
Comunque  per dire che il trasferiemnto col pargolo di 8 mesi in concomitanza con il resto... Una mazzata sulle gengive.
Poi ho smesso di allattarlo e quello intanto mi è diventato un toddler. Finito l'idillio, finita pure la droga, quella buona, chiusi i rubinetti ossitocinici. Inizio a lavorare e nel giro di pochi mesi, niente da fare ma mica mi piace il mio lavoro. Son lì che mi dico che dovrei render grazie e fischiettare portando a casa la pagnotta però mi sento mica tanto bene andando a lavorare ogni mattina. E non è mica bello. E però è tutto così cupo che non riesco a capire da dove cambiare le cose. Che io, lo so che sono folle, che uno di 2 anni già non lo tengo mica con facilità, ma quello che davvero davvero vorrei è un'altra pancia, ma la pancia lo vede che non sto bene e si sa che nessuna pancia vuole arrivare in una tale desolazione.  E da mesi e mesi vado avanti a cicli bisettimanali di delusione e speranza che abbatterebbero un missile.E in nome di quel desiderio ho modificato la mia vita stupidamente e mi sono buttata giù da fare schifo. L'ombra di me stessa come umore, un ombrona corporea con 17 kg di sovrappeso. Loop, sono in loop e non riesco a scendere. A gennaio una sconosciuta mi ha chiesto se avevo elaborato il lutto. Io erano mesi che ogni santo giorno piangevo per i fatti miei ma è stata quella domanda fatta da un'estranea in quel momento che mi ha fatto sentire un crack. Un crack che era suonato molto tempo  addietro e io ero distratta.

A febbraio è venuto mio padre a Montpellier ed ho avuto una crisi mistica. Mistico-negativa, come se prima fossi ottimista. Ho trovato l'ultima matrioska ma le cose non è che vadano molto meglio. Al momento ho messo in discussione tutto, non c'è una cosa che io non abbia guardato e mi sia domandata tu non vai mica bene. Non riesco a scendere dal loop. Qualcosa deve succedere. E' che purtroppo di solito sono cose brutte.)))

Parentesi lagnosa chiusa


Ma questo è niente, Emme, la cosa peggiore è che io al momento ho un figlio di 2 anni. Questo il dramma. Non dirmi stronzate ed ovvietà.

Silenzio.

Be in effetti si ci sta tutto. Che tu sia un po' giù. Dice Emme a capo chino.

Poi si rianima, dai usciamo va', prendiamo le biciclettine e andiamo giù al parchetto Ho un triciclo da prestare a Pisti.

Usciamo ed è qui che saliamo sulla giostra quella vera, poi Emme prova a forzare Pisti sull'altalena, lui però  odia l'altalena e piange incazzato. Qui c'ha tutte le ragioni però e io lo difendo a spada tratta. Poi gli scivoli, le corse e guarda ci sono i conigli. Lapin! lapin! Fa lui con le mani in testa a mo' di orecchie, come cantano al nido.

Poi dopo il parchetto il primo tantrum perchè il triciclo non andava un cazzo e poi sulla via del baretto per il secondo caffè, un secondo. Quel triciclo è dovuto sparire mentre io cercavo di calmare il duenne e mi beccavo il primo morso dopo moooolto tempo (forse da interpretare: mamma fa qualcosa, non ne posso più, la tua amica è fuori di testa, portami a casa!!!) Sono poi riusicta ad andare al baretto per un altra dose di chiacchiericcio e poi ad uscirne intera ma provatissima dopo non molto, ma ho dovuto tenere tutto molto forte e soprattutto respirare molto profondamente davanti alla nonchalance dei genitori di bimbi 2+n. senza pietà alcuna per quel vortice chiamato duennite.



Un po' come succede con le peggio droghe io non me lo ricordo esattamente in quale punto della mattinata Emme ha preso la bottiglietta di Energy-salcazz che mi aveva detto di bere, mi raccomando, che ti vedo molto giù. Ma ad un certo punto deve aver pensato: bisogna agire al più èpresto. E l'ha fatto. Ha preso il misurino e mi ha versato una dose. Forse eravamo a casa sua, o a casa dei suoi genitori oppure sulla panchina al parco sotto casa. O forse al bar. Comunque io, obnubilata dal notorio fascino di Emme (un tempo detta emme che incanta, mi sono fatta un cicchetto di Energy-salcazz sul caffè di prima. E non contenta ho bissato poco fa, storia che avevo cominciato a scrivere e mi stava piacendo da matti, magari ha ragione lei e mi fa bene. Mi ha fatto. Bene non so. Potete testimoniarlo. Che non mi si legge così dal 2007 forse e ai tempi non mi leggeva anima viva. Perchè la verità vera è che io mi ricordo che una volta scrivevo così. Invasata, allegra, ritmica sui tasti. C'è un archivio a disposizione per comprovarlo. Un'altra Squa è possibile. Allora è questione di energia. O di doping. Che poi fosse un piacere leggerla quello è un altro discorso. A lei però scrivere così divertiva da matti.


La mia amica Emme è fuori come un balcone e a volte un tantino indelicata. Ma forse forse m'ha fatto bene quel giro di giostra.

E ora? Me lo faccio un altro cicchetto di Energy-salcazz?



Questo post è stato gentilmente offerto da Energy-salcazz (ci sarete mica cascati sulla sponsorizzazione????!) Io sono infinitamente mortificata di non commentare da voi amichetti blogger da tempo immemore. E' che a meno di drogarmi regolarmente non ce la posso ancora fare.