29 November 2015

La non violenza, la pazienza e la perseveranza

(correva il 25 novembre)

ed eccomi qui eccomi-là all'alba di una due giorni di fuoco...

Dovrei, vorrei e non vorrei, dire due parole su Parigi, sulla radicalizzazione e il perdersi in qualcosa di troppo grande e brutto. Da un lato. E il non rendersi conto di alimentare l'odio, dall'altro lato.

Invece mi  sveglio con un sogno che mischia tutto. Che mischia i due sensi di colpa che mi trascino dietro negli ultimi mesi. L'amica a cui abbiamo tirato il bidone ad agosto. I compromessi, la conciliazione, la solitudine ed il provare a farsi del bene. Il senso di colpa. L'avere torto sul piano razionale. L'avere tante attenuanti sotto-sotto e l'infuriarsi che non contino minimamente.

E il collega-fratello che mi mette, mi pare mi metta, la testa nell'incavo del divano.


Tra un paio d'ore partiamo in ritiro, due anni fa con quel collega ci dicevamo delle cose carine nella mia lingua natale. Che non é una cosa da poco per una che si trova quasi perennemente sul terreno linguistico altrui.  Mi viene sempre naturale andare incontro, se posso parlo la lingua propria al mio interlocutore. Non a caso ne ho imparata qualcuna. Mi interessava questa cosa di mettere gli altri a proprio agio. Persino a mio "svantaggio". A me non importa, purché sia comodo tu....


Comunque... ci dicevamo cose carine due anni fa e poi è andato tutto a puttane. Negli ultimi giorni mi sono immaginata di avvicinarlo tra una canzone e l'altra del dj abbastanza trash che si occuperà dell'animazione e di parlargli. Gli direi tipo

senti...me lo hai detto tu un anno fa che ti stavo usando come punchball
e io alle cose ci ripenso sempre mille e mille volte
E ora che il peggio forse é passato, che dio lo voglia
Che il peggio di me l'ho dato e neanche mi rendevo conto
ed é rimasto dietro di me alle spalle
Potrei forse dire che era vero
Si forse era vero
Che eri il mio punchball
che non é stata proprio colpa tua
Che se anche per un anno quasi buono ogni mattina che ti sentivo aprire bocca ti avrei preso a calci nelle gengive
anche se ti ho odiato come si riesce difficilmente ad odiare qualcuno.
cioé ce ne vuole..

Perché rappresentavi il male
E ora infece mi fai fino tenerezza
Che forse sei cambiato anche tu eh chissà
Ma io sicuro
e allora mi viene l'impulso di dirtelo con un cocktail in mano, dopo quattro salti in pista, magari un po" brilla. Che mica mi capita più spesso e posso pure dare la colpa alla mancanza di allenamento alcolico.
Che mi dispiace, che poteva anche andare altrimenti. Che non sono fiera di come mi sono comportata Che ero ferita e sofferente anche altrove e non sono stata facile con te.

E gliel'ho anche raccontato al chercheur di questa cosa che mi sto immaginando. Perché non voglio più sentirmi in guerra guerra e voglio fino fare la pace e volemose bene tutti, in armonia. Pero' sono spaventata. E il chercheur ne ha convenuto con con me. Che è tipico mio.
Assumere.
Prendermi responsabilità prima che lo facciano gli altri e poi gli altri tana libera tutti.
E invece quello che nella mia immaginazione sarebbe uno scambio bello, a volte diventa mettermi in mano di persone consapevolmemte o meno alla ricerca di alibi. Che non sono oneste con gli altri e chissà con se stessi e allora il peso me lo prendo tutto io. E a che serve?

Che poi é che sono io che ho bisogno di parole, parole parole. Gli altri magari anche no. Magari anche meno parole, pe favore. Che la cosa possiamo anche risolverla senza stare a spiegarcela nei dettagli. Che magari va già bene cosi' E che comunque dal non salutarsi si é già passato al Bonjour, rigorosamente lin ingua locale. E ultimamente c'é scappato anche qualche Bonjour Squabùs, che si sa, non si pronuncia facilemente il nome di qualcuno che ci sta sul culo. E io già l'ho notato che ho avuto diritto ai miei qualche Bonjour Squabùs. E allora sono stata contenta e fiera della pazienza, dell'amarezza sottile che mi prendeva al pensiero che era tutto perduto ma io comunque -per una volta- non volevo lasciarmi andare all'ansia e allo sconforto. E invece ho deciso che comunque andasse avrei tenuto duro e sarei rimasta sul terreno della correttezza e apertura. Comunque é una parola che mi suona molto. Comunque vada. é un po' quel lâcher-prise che tutti qui predicano.

Il chercheur mi diceva lascia perdere che tu stai sempre a dare perle ai porci.
Perle ai porci dice lui. Ed é interessante, perché volendo seguire l'immagine, per me le perle sono sempre state piu importahti dei porci. Che importano i porci se ci sono le perle. A che serve tenersele per se le perle? Non lo so. Forse è semplicemente l'immagine che non è rappresentativa.

Quindi la mattina della partenza per il ritiro mi sono svegliata con le immagini di questo sogno assurdo che mischiava tutto. Un paper nel Giornale dove qualunque scienziato vorrebbe avere il proprio nome. Che è una cosa che sta accadendo per davvero ma nel sogno l'ho mischiata ben bene ad altro.
L'amica delusa e arrabbiata che mi chiude la porta in faccia settembre, proprio nel momento in cui come é per me tipico dico ti vengo incontro, vengo a parlare la tua lingua, anche se sotto sono arrabbiatissima. Poi me la riapre dopo un po' ma io a quel punto l'avevo chiusa.


Mi sveglio e le scrivo, due mesi dopo l'ultima porta chiusa, senza rileggere i precedenti che se no rischia che cambio idea. Poi parto per il ritiro domandandomi se e come parlero' col  Non-fratello.

(...)

E poi le cose buone e belle a volte succedono. Sono cose piccole, non sono miracoli, sono frutto di pazienza e apertura mentale e accettazione dei limiti e tempi altrui.


E allora forse Parigi un po' c'entra pure, perché per (provare a) sanare quello che ha portato a PArigi ci vorrà infinita pazienza e buona volontà. Non credo Parigi possa essere risolta alla radice sbattendo le porte.

04 November 2015

Avventure di un piriforme

Squabus, si diceva, ha perso un po' di peso. Sette otto  sette otto kili  iniziano effettivamente ad essere qualcuno. Intorno ai meno quattro le persone avevano già iniziato a fermarla nei corridoi per chiederle come aveva fatto, potenza dello sport associato alla dieta. Quando persino Bianconiglio (della quale Squabus ha più volte sognato di raccontare e raccontare -e ce ne sarebbe stato ben donde- senza poi farlo mai) le ha chiesto consiglio... e lei gliel'ha dato -il consiglio, al Bianconiglio- e pare stia  funziomando... Squabus allora si è promessa di venire a dirlo anche al blog come ha fatto, un giorno.

Che forse ce l'ha fatta perchè era un filino disperata e diceva "Se questa cosa meravigliosa che vorrei tantissimo non può poprio-proprio succedere, allora succederà qualcosa che é in mio potere, qualcosa tipo il contrario" e trovava che questa era una battaglia fattibile su cui riversare le sue energie strane. Insomma puo' essere che la chiave sia stata la disperazione o forse invece la dieta é davvero miracolosa e lei allora la racconta al mondo e forse che forse nasce la dieta di Squa e milioni di ex cicciotte, come direbbe il-fu-chiamato-Pistacchio, poi la ringraziano, perchè no? Le piacerebbe fare felici tante persone cicciotte!


La dieta di Squa però un altro giorno, Oggi Squabus c'ha il blues del piriforme. A fine giugno ad un mese di regime, che pero' ancora doveva diventare la Dieta-di Squa-Marchio-Registrato (DSMR), si era appena a -1kg e qualcosa. A quel punto lei da Arya ha sentito di nuovo parlare di Albanesi, vecchia conoscenza di anni e anni orsono. Si è detta cià proviamo di nuovo sta stronzata cosa noiosa del camminare alternato alla corsa.

A fine luglio, a furia di camminare, correre, contare calorie,  aveva perso ulteriori 2.5kg . A questo punto  la mitica DSMR era nata e rodata!

A fine agosto nonostante tre settimane di vacanza itinerante , ma grazie al work-out-every-other-day aveva mantenuto e fino perso un altro chiletto, sfondando l'odiatissimo muro dei 70, oltrepassato e mai rientrato quasi 9 anni orsono in concomitanza all'abbandono dello smodato uso nicotinico .

Andava quindi tutto alla stragrande. Abbronzata, snella e pimpante, Squabus si sentiva pronta ad affrontare l'autunno e quindi poi quel mostro a cento teste chiamato natale.
Si subodora già la catastrofe, vero?


Il 4 settembre, venerdì, ore  7.20 sul quinto km del suo ormai consueto appuntamento di walk-and-run, che era iniziato come:
 [2 minuti di walking + 3 minuti di running] x 8 volte,
poi shiftato a
[200m di walking + 800m di running] x 5
e poi ancora x7, quando s'era aggiunta una certa baldanza...

Lo shift dai minuti ai metri, giusto per giocare a vedere se un giorno lontano avrebbe potuto aspirare a correre 5km in meno di 30 minuti. Il 4 settembre, ore  7.20, in quel di Frittole, frazione di  Sans âme,   Squa ha avuto la pessimissima idea di verificare questa curiosità che avrebbe anche potuto restare irrisolta: "Ma io in un minuto quanti metri riesco a fare  a velocità massima che più massima di così non si può?" Squabus fa un cosìdetto allungo. Uno e uno solo, della durata di un minuto. Squabus, ora ce lo sa,  non è fatta per gli allunghi. Il suo piriforme destro in particolare, apparentemente. Dopo 2 mesi di onorata e soddisfacente carriera di walk-and-run, Squabus punta troppo in alto e si spacca il piriforme.

Squabus ci corre sopra comunque, pur se a ritmo più blando. Fino a fine settembre cammina/corre 5 volte 5km, perdendo ulterioni 2kg.

Il 29 settembre il fisitoterapista che la riceve le spiega  bene il suo caso, che si chiama, appunto, Sindrome del piriforme, che non é sciatica ma quasi. Le dice che é il caso  di fermarsi per un po' e vedere di guarire.  Squabus si ferma solo perché il fisio se l'é scelto sportivo e terapeuta di sportivi. Se lo dice lui sia. Negli stessi giorni Squa vedrà pure un podologo, anch'esso esperto di sport e riceverà un paio di solette in cambio della modica cifra di 170 neuri modicamente non rimborsabili dalla secù.

Squabus attacca, diligente come non lo é mai stata, con streching mirato e successivamente con esercizi di gainage (planks, tipo cosi') per rinforzare i lombari che il fisio dice essere inesistenti. Va meglio, poi a tratti peggio, poi ancora meglio. Quello che non é chiaro é se le solette aiutano o peggiorano. Squabus é ancora in dubbio al riguardo.

Ottobre è il mese dell'umiltà. Di un nuovo passo nel paese dell'umiltà. Squabus scarica un contapassi (google-fit) e inizia a camminare.  Prima piano, poi più veloce. POi cerca di tornare in piscina che effettivamente aiuta! Potesse andarci più spesso!  POi studia routine di yoga da praticare nelle ore deliziose della sua insonnia mattutina. POi, a metà ottobre viene colpita dalla peggiore PMS da qualche tempo a questa parte (dove P, in questo simpatico caso, sta sia per Pre ce per Post) e si sa che Squa con PMS è messa maluccio.

Il 23 ottobre si iscrive ad una sessione di 90 minuti Bikram yoga . Il giorno dopo é nuova, nessun dolore, nessun male. Va tutto bene. Bikram yoga forever, sia lode al Bikram yoga, fosse solo logisticamente facile da praticare. Ma Squabus si sta attrezzando per portare il suo bagno alla temperatura di quaranra gradi centigradi e allorafrse farà l'autodidatta nel magico mondo del Bikram. 

Il 25 ottobre, fresca come un fiore, Squabus inforca le scarpette e va a camminare, poi non resiste e ci infila 4x3minuti di corsetta blandissima. La sera stessa i piriformi urlano, stavolta entrambi. Squabus, depressa e infelice, riappende il reggipetto sportivo al chiodo. E giusto per controllare anche le solette da 170€.

La fine del mese si porta comunque via un altro ultimo chiletto, quello ballerino.





Nella prossima puntata, che a questi ritmi uscirà ai primi di dicembre, racocnterà dello stadio ulteriore nell'universo chiamato Umiltà. Anticipa qui il titolo, indicativamente:

 Nordic walking is the new black

mi pare che già si sia capito tutto...


Memo to self: la pagina più utile che ho trovato sulla Sindrome del priforme