28 March 2006

Nostalgia, aldilà dell'etimologia



Io vorrei parlare di CPE (oggi c'è pure stata una manifestazione), di Chirac che insulta Berlusconi oppure del lavoro ricominciato...

La realtà però è che non sento oltre il mio ombelico in 'sto periodo. Ed il mio ombelico è affaticato. Si prepara il momento del nuovo trapianto e non riesco a focalizzare le idee su nulla in particolare. Tra qualche mese si va, tra qualche mese si fa fagotto e si parte per nuovi lidi. Quali? Ancora non è dato saperlo. Forse è proprio questo il punto. Nessun forse: il punto è maledettamente questo.
Mi guardo intorno pensando a tutte le cose che avrei voluto fare qui... e già parlo in termini di avrei voluto e mi dimentico che sono ancora qui. Aumenta il battito pensando ad organizzare, fare, andare, finché si é qui. Fatico a comporre il numero di chi resterà, conoscenze ancora non approfondite e che non ho cuore di approfondire adesso. E penso a tutti quelli che ho visto partire, chercheurs e femmes de chercheur, o viceversa che capita pure...

Nessun problema a procedere al trasferimento: il trapianto temo che sia la mia vocazione. Solo, manca ancora il piacere del sogno e del progetto, manca la meta e le aspettative che possono concretamente costruirsi intorno, conoscendola.

Ma tutto questo l'ho scelto e mi sto solo crogiolando in un momento di nostalgia anticipata. Credo che mi crogiolerò per un po', poi si vedrà...

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova