27 October 2007

Rocce contro Calzini Rossi


Babe Ruth

I Colorado Rockies sono una squadra di baseball di Denver e giocano nella Major League (la serie A). Si sono formati nel 1993 e fino a quest'anno non avevano mai vinto niente.
[Excursus. Nel baseball americano, a concorrere al titolo di campioni baseballistici supremi (World Series) sono due gruppi distinti di squadre, in pratica due campionati paralleli: la National League e l'American League. Entrambe le league sono formate da 3 gruppi geografici: East, Central and West. Alla fine della regolare stagione, quattro squadre di ciascuna delle due league (le tre migliori squadre delle divisioni, più' la migliore seconda (detta Wild Card) passano alla postseason, dando vita ai quarti di finali, la seminale, finché' in pratica la finalissima della World Series e' disputata dalle squadre vincitrici dei due campionati separati.]

Le Rocce, sono stati quest'anno la seconda migliore squadra (Wild Card) delle tre divisioni della National League e, dopo mille peripezie lungo la post season, hanno battuto gli Arizona Diamondbacks [nome che -scopro appena adesso- non ha nulla a che vedere con diamantucci, ma si riferisce ad un tipo di serpente: Crotalus atrox, cheppaura] aggiudicandosi per la prima volta un posto nella finalissima.
La finale della World series sta avendo luogo in questi giorni -al meglio di 7 partite: la squadra vincitrice dovra' vincere 4 partite- contro i Boston Rex Sox (che hanno battuto nella semifinale dell'American League i Cleaveland Indians).


E' una finale decisamente interessante, questa, densa di folklore e ammericanita', simbolo dello scontro tra East e West: i Bostoniani sono i fichetti del Nuovo(issimo) Mondo, le Rocce sono i cowboys, che il Nuovo Mondo se lo sono fatto da se', tra le aride e sterminate vallate, ai piedi delle immense e temibili Montagne Rocciose. I Bostoniani sono i coloni, le Rocce i pionieri, fondati da neppure un ventennio, sbarbatelli senza passato: non sono (ancora?) nessuno. Gli altri hanno centosei anni di storia, hanno vinto la World Series Championship sette volte, una volta nel 1903, quattro volte tra il 1912 ed in 1918 e la settima ed ultima volta nel 2004, quando hanno chiuso le pagine di un incubo leggendario durato 86 anni.
Vuole infatti la leggenda che il motivo per cui i Calzini Rossi non abbiano mai piu' vinto un titolo della World Series dal 1918 fino al 2004 (86 anni appunto) abbia a che fare con un certo Babe Ruth, che giocava nei Calzini Rossi nella loro epoca d'oro - ed e' oggi ritenuto il piu' grande giocatore di baseball di tutti i tempi. Dopo che i Calzini Rossi vinsero il titolo nel 1918, Ruth fu venduto ai New York Yankees e si dice che i proventi della sua vendita furono usati per finanziare un musical a Broadway. Da quel momento gli Yankees divennero la squadra piu' forte e temuta della Major League, mentre i Calzini Rossi non vinsero piu' un solo titolo. La storica e derbistica rivalita' tra le due squadre divenne odio.
Che la responsabilita' delle continue sconfitte dei Boston Red Sox fossero superstiziosamente correlate a quella infausta vendita, era tristemente noto ad ogni tifoso, ma la leggenda venne formalmente definita a meta' degli anni 80, quando un giornalista la chiamo' la maledizione del Bambino (The Curse of the Bambino). Da allora molti sono stati i tentativi per spezzare la maledizione, tra cui una spedizione sull'Everest per piazzare sulla vetta un cappello dei Red Sox e bruciarne uno degli Yankees, oppure quella per cercare un pianoforte che Ruth avrebbe gettato in uno stagno vicino a casa sua (Home Plate Farm, a Sudbury, Massachusetts), nell'intento di mostrare la sua forza possente. Per non tacere delle piazzate televisive, in una delle quali un esorcista professionista, tale Father Guido Sarducci- prego guardare la foto-, fu ingaggiato per purificare Fenway Park (lo stadio dei Red Sox).

Finche' il 31 Agosto del 2004, i Red Sox stavano giocando contro gli Anaheim Angels, la luna era -dicono- piena (in realta' lo era quasi, Manny Ramirez (uno che sembra il cantante di un gruppo reggae) batte un fuori campo, la palla schizza al settore 9, box 85, fila AA del Fenway Park di Boston, colpisce in faccia un ragazzo di 16 anni, Lee Gavin, gli stacca due denti in un bagno di sangue. Quella stessa sera mentre i Calzini Rossi battono gli Anaheim Angels per 10 a 7, gli Yankees perdono 22 a 0 contro gli Indiani di Cleaveland. Si viene a sapere che quel ragazzino, Lee Gavin, non e' uno qualunque, vive nientepopo'dimenoche' a Home Plate Farm, Sudbury, Massachusetts, nella stessa medesima casa del leggendario Babe, dove mostrava la sua forza fisica lanciando pianoforti negli stagni. Boston e' in furore, la maledizione potrebbe essere stata spezzata, troppe le coincidenze confluenti (!?).
A breve la stagione finisce, portando i Boston Red Sox in postseason come Wild Card (migliore seconda squadra dell'American League). I New York Yankees vincono contro i Minnesota Twins e i Calzini Rossi -di nuovo- contro gli Anaheim Angels. Le due rivali storiche si incontrano quindi per la semifinale (nonche' finale dell'American League, che -lo ricordo- determinera' la squadra che dovra' affrontantare la vincente della National League nella finale della World Series... lo so e' complicato).
Il confronto e' al meglio delle 7 partite, gli Yankees vincono la prima, la seconda, la terza. Il 17 ottobre 2004 e' il quarto incontro, se gli Yankees vincono passeranno in finale e la maledizione continuera'. Al terzo inning gli Yankees fanno due punti (runs). Al quinto i Boston li superano facendone 3, al sesto gli Yankee ne fanno altri 2 (4-3). Bisogna aspettare il nono prima che i Red Sox pareggino (4-4). Si deve andare oltre i 10 innings regolamentari per decretare un vincitore. Ed e' al dodicesimo che finalmente i Red Sox corrono altri due home run mettendo fine alla partita.
I Red Sox vinceranno poi il titolo di World Series, contro i St. Louis Cardinals, in sole 4 partite, quello che in gergo viene chiamato sweep (un po' come il cappotto a briscola). La partita finale viene giocata il 27 ottobre 2004, durante un'eclissi di luna (questa volta, sembra vero. Boston, a questo punto, deve essere stata in delirio.

Tornando ai giorni d'oggi, la finale della World Series e' nel suo pieno corso. I Calzini Rossi hanno vinto le prime due partite in casa loro, la prima con un umiliante 13-1, la seconda 2-1. Per le Rocce si mette male, anche se la speranza non e' ancora sopita, dato che hanno a disposizione le prossime tre partite da giocare in casa, a Denver, per rimontare. La prossima partita e' proprio stasera alle 20 e sara' abbastanza decisiva. Non e' cosi' improbabile che il risultato venga ribaltato. Per tutta una serie di motivi. Innanzitutto, non l'ho ancora detto perche' complica ulteriormente le cose, ma nella finale della World Series si incontrano due squadre che non solo sono "fisicamente" separate in due campionati, ma questi campionati sono anche governati da due regolamenti diversi. Durante le 7 partite della finale, le regole seguite sono quelle della squadra ospitante, quindi stasera e per le prossime altre due partite si giochera' con le regole della National League, da dove le Rocce vengono. Non sono in grado di andare nei dettagli, ma ci sono delle regole che mi sembra possano cambiare le carte in tavola. Per esempio nell'American League i ruoli dei giocatori sono piu' rigidi (i giocatori si specializzano maggiormente), mi sembra quindi ragionevole che una squadra di National League sia avvantaggiata giocando con le proprie regole.
Un altro punto a favore delle Rocce e' che lo stadio di Denver, a 1600m di elevazione, e' lo stadio di Major League piu' elevato d'Ammerica, chi ci si allena e' ovviamente avvantaggiato. C'e' anche il tema dell'aria secca che sembrerebbe avere un effetto sulla traiettoria della palla. Le palle in un atmosfera piu' secca sarebbero infatti piu' rigide e verrebbero battute piu' lontano, avvantaggiando, ancora una volta, i padroni di casa che a questo effetto sono abituati. Sembra inoltre -ed e' fonte di polemiche- che le Rocce conservino le proprie palle in un ambiente umidificato, annullando (se non peggiorando) per gli avversari gli effetti stratosferici che l'aria secca determinerebbe in sede di battitura.
Probabilemte, infine, ci sara' anche una componente mistica. A quelli che non ci sono mai stati e l'hanno vista solo in foto, Denver potra' richiamare l'immagine di una metropoli, luogo di perdizione. Invece no. Se andate a Denver ed uscite appena dalla foto suddetta, vi ritrovate nel totale far west. Sara' dura da credere, ma e' cosi'. Io ho contato i grattacieli di Denver: sono quattro, poi ci sono un altro po' di edifici alti alti a fare contorno, il resto - giuro - e' far west. Ed e' anche un far west bello puritano. Le Rocce del Colorado sono fieramente e spudoratamente puritane, l'hanno dichiarato a Usa today: loro vogliono solo giocatori di carattere, i giornaletti ose' sono proibiti dagli armadietti, nelle sale pesi e' tutto un fraseggio di versi della bibbia.
A Boston i giocatori gli si distraevano, forse.

Pare quindi che i giochi siano ancora aperti, i pioneri puritani possono ancora soggiogare gli Yankees peccatori.
Io sto a guardare.


23 October 2007

Halloween's coming



Domenica ci si e' svegliati sotto un nevischio misto acqua a temperature già' frigorifiche. Nel pomeriggio si e' partecipato ad un Carving Party in vista dell'imminente Halloween.
Più' che partecipato si e' assistito corrucciati a tanto spreco di bene diddio, che' giusto a mezzogiorno c'eravamo fatti una deliziosa zuppa di zucca, perfetta per la temperatura frigorifera. Pero' bisogna dire che quando a sera si e' andati fuori ad accendere le candele dentro le zucche, facevano proprio la loro figura, le pumpkins. La terza da destra, in seconda fila, aveva intagliato il profilo delle montagne e sotto la scritta GO ROCKIES. Te pareva. Se non mi scoccio del tutto finirò' di scrivere il post in canna sul perché' questa finale della World Series e' cosi' cool.

Sabato prossimo c'e' invece la festa di Halloween dove il costume e' un must. E che vogliamo fare gli emarginati? Avrei pensato che, senza troppe preoccupazioni, usando quello che ho in casa, potrei travestirmi da Pippi Calzelunghe, e ci metto pure la foto per ispirazione, che ci sta anche bene. Pero' poi temo che mi scambino per qualcun altro. Si accettano suggerimenti.
Intanto, giusto per non annoiarsi, domani mattina ho l'esame di pratica della patente, mi sento tutta rifiorire a nuova adolescenza...

21 October 2007

Se non faccio questo mi lascera' per una giocatrice di softball

Sottotitolo: The curse of the softball-girl-player

Sto cercando di ricordare come e' iniziata questa faccenda ...
Almeno in parte per colpa di Biancaneve, la prof dell'unico corso che sto seguendo. Ora la vedo più' tranquilla, ma le prime lezioni era tutta presa in un totale e malcelato tentativo di conquistare la stima del numero più' alto possibile di individui della classe. Diventare una prof popolare, insomma. Come sara' affrontare questa -pure legittima- aspirazione per una bella e giovane donna che insegna ad un gruppo di ragazzini Mtv-generation? Biancaneve, bisogna dirlo, e' proprio una bella donna, si muove delicata, sorridente, quando non controlla i suoi appunti, muove i suoi occhioni azzurri per tutta la classe, tra un topic e l'altro si abbandona in un OOOOOOOOK oppure un SOOOOOO... con un' intonazione che non avevo mai sentito in nessun altro. Ha una bocca rossa rossa, ma non sembra truccata, chissa' se c'e' sotto qualche misteriosa trovata della moderna tecnologia. Somiglia a Nicole Kidman, ma se non fosse bionda sarebbe una perfetta Biancaneve.
Biancaneve, nei primi giorni di lezione, si dilettava in incisi che sviavano dal corso stretto della lezione, coordinando una perfetta alternanza tra citazioni alla piu' trendy letteratura scientifica contemporanea (abitudine che per altro continua a mantenere) e commenti su partite di un qualche (credo)random sport. Se le prime risultavano abbastanza naturali (un po' il "vi stupisco con effetti speciali" c'era), le seconde erano un tantino goffe. Se avesse avuto scritto sugli appunti ora di' qualcosa di sport, non mi sarei mica stupita. La guardavo perplessa mentre recitava goffamente il suo Avete visto i Vattelapesca ieri? che partita eh! Parleremo tanto dei Vattelapesca durante il semestre. Punto. e si tornava alla lezione. Mha, dicevo io, sarà che se mantiene un perfetto equilibrio tra l'immagine della secchiona e della cheerleader, guadagna piu' popolarità' netta. Per fortuna dopo poche settimane ha smesso, forse stupita di avere, per una volta, una classe in grado di mantenere l'attenzione ad un grado accettabile anche senza un richiamo a qualcosa di più' eccitante. Gran parte delle volte in cui Biancaneve esercitava la sua captatio benevolentiae sportivae, i Vattelappesca assumevano l'intrigante nome: Rockies. Che mi e' rimasto in testa perche' a breve todo el mundo s'e' messo a parlare di Rockies. Ma io non e' che ascoltassi davvero.

Ci si e' dovuta mettere anche Hacca, una dottoranda del March-lab. Hacca e' come i personaggi femminili buoni dei telefilm americani, e nonostante questo riesce ad essere anche simpatica. E' dolce, sorridente, ti invita alle girl-night: una nuotata nella piscina del suo condominio e poi tutte a mangiare l'artichoke dip che ha preparato con le sue mani. Io ed Hacca siamo prima di tutto coffee-mate, poi bevendo il caffe' si parla amabilmente del mondo. Siamo le uniche a bere caffe' in tutto il March-Lab, ma tutti ci ringraziano dell'aroma di hazelnut-cream-coffee (del quale sono ormai schiava) che diffondiamo nell'aere, al terzo piano del the-place-I-want-to-be (un giorno poi magari li racconto sti dettagli.. e' che oggi, stranamente, c'ho l'euforia del post). Hacca mi ha regalato la mia prima card. Dicesi card uno di quei cartoncini con dentro la frase simpatica, il disegnino, che si abbina in genere ad un regalo. Pare che regalare card personalizzate sia una cosa molto in. Riceverle ovviamente ancor di piu'. La tua popolarita' si misura in base a quante card hai appiccicate sopra la scrivania. Naturalmente devono essere azzeccate. Quanto sia diffuso il gioco della card azzeccata lo puoi giudicare al supermercato: il reparto card e' immenso e se hai pazienza di cercare, puoi trovare la card adatta per ogni occasione. La mia prima card recitava qualcosa tipo se gli amici fossero caffe', tu saresti un super cappuccino caldo con una schiuma tanta e una spruzzata di cacao a forma di stella cadente. Si un po' kitsch, ma carina. Hacca e' proprio carina, quando le scrivo le mie mail da aliena sgangherata, risponde che la faccio sorridere, ogni tanto esclama you are so cute!! Eppure mi piace.
Un giorno Hacca ha chiuso una mail informativa inviata a tutto il March-Lab esclamando GO ROCKIES!!!!!!!, esattamente cosi'. A questo punto ho vacillato, e le ho timidamente chiesto chi diavolo fossero questi Rockies. Da qui in poi, tra un caffe' e l'altro, tutto un mondo baseballistico si e' aperto ai miei occhi. Oppure i miei occhi si sono aperti sul mondo baseballistico.
E quindi -nella prossima puntata- si sapra' perche' seguire le rocce del Colorado is so exciting...

14 October 2007

Revival


Riflettevo che la seconda segnalazione, forse, diffondera' quella malinconia peggio di un contagio invece che arginarla.
Ma forse no.
Vale la pena tentare.

L'esperimento consigliato e' questo:
a) assicuratevi di avere 5/6 minuti di pace (4 effettivi piu' 1/2 per raccogliere le idee),
b) alzate il volume ad un certo tenore,
c) cliccate su VIA, piu' sotto,
d) chiudete gli occhi per garantire l'effetto sorpresa,
e) pazientate che la pagina si carichi...


VIA




Dopo di che varrebbe la pena anche di guardare il video...
E soprattutto raccontatemi come e' andata.

Questo e' solo il preambolo d'effetto. Il "bello" deve ancora venire...
La vera segnalazione e' questa, ma ne riparliamo dopo.

13 October 2007

Un geriatra in Africa


La prima cosa bella da segnalare e' il blog di GianMuga, un geriatra in Mozambico. Fioccano blog, per buona pace di chi sta preferendo leggere! Ed e' gia' e si preannuncia una splendida e piacevole lettura.

Guazzabuglio












Eccoci qui, un guazzabuglio di pensieri, assolutamente impossibilitata a metter ordine.

In questo inizio week end un po' malinconico, grigio-milano-rogoredo fuori, dovrei mettermi a scrivere mail o collegarmi al centralino-mondo e dare qualche notizia qua e la'... ma ho come l'ansia da prestazione. Al momento, poi, preferisco di gran lunga leggere che non scrivere. Sorrido quindi compiaciuta allo scambio di ruoli, io china su un libro al tavolo della cucina-soggiorno, lui, pigiando tasti come un forsennato, lui fa il blog. E sono felice perche' poi lo leggero'. A me le persone piace anche leggerle.
Poi dice che nel suo blog cose personali ed opinioni non ne vuole scrivere e mi fa ma se vengo a scriverle sul tuo? ... I puntini sospensivi erano tutti suoi, perche' io ho detto subito va bene. Questo posto mi piace tornarci ogni tanto*, ha i miei colori e quella foto li' che e' proprio come piace a Squa. Tanto la password la indovini in due nanominuti... poi lo chiamiamo Squa et al. o fai te che sei bravo coi nomi.
Poi, mi piace questa cosa... che in questo istante che dovremmo andare, ma io c'ho la verve -ora, non dopo- e sono io a pigiare i tasti e non succedeva da un po', ora che blogga pure lui, c'e' un rispetto di diversa natura nell'aria. Mi piace.

Ma non volevo parlare di questo, volevo stemperare questa malinconia, tutta mia, con colori a tinte forti, prima di "tornare" tra queste pagine.
E quindi due segnalazioni, due piccoli post dedicati.
(E metto qui sopra questo screenshot prima che me lo si freghi. Mi si addice anche molto oggi)

Intanto, un bacione