Perche' poi voglio tornare qui e ricordarmi della sbiciclettata di ritorno dal lavoro nella "notte" (tardo pomeriggio) di Halloween. Io, playmobil piu' "consapevole", in un plastico un po' piu' illuminato del solito dopo il calar del sole. Le luci venivano dalle case, infestate da fantasmi, grida lugubri, zucche luccicanti. Orde di bambocci per le strade, sempre buie, ma un po' meno, lo ripeto. Nell'aria c'era odore di neve. Sulle colline al confine della citta', sotto il lago, sopra il laboratorio, la neve c'era gia', trionfale. Aria pungente.
Mi son svegliata alle cinqu'e'trenta -che impressione- stamane, pensando che nei prossimi giorni dovro' "sacrificare" il lavoro a cui mi son dedicata negli ultimi due mesi (appena). Smontare tutto, recuperare i simpatici batteri, irrorarli di spesso, mieloso, glicerolo, che gli faccia da piumone in quella ghiaccia atmosfera di menottanata celsius. Non amano l'ossigeno che respiriamo, sono chiusi in bottiglie ermetiche, devo capire come tirarli fuori di la'... io li ho maledetti per gli ultimi due mesi, ma ora che m'han detto di metterli a nanna, un po' mi sento persa, vuota, senza le grane che m'han dato, un po' non voglio fargli male... essere delicatissima, cantargli la ninna nanna prima di ibernarli.
Tra l'altro, le due mucche superstiti sono tornate al loro posto, sull'ultimo miglio.
No comments:
Post a Comment
Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.
Prova pro-pro-prova