31 May 2008

Ci si allena


Uffa non riesco a concentrarmi, vago per la rete, leggo cose, clicco come una pazza su siti universitari e non. Poi cerco di lavorare in laboratorio e proietto oggetti di un discreto costo per terra mandandoli in frantumi... allora torno a confinarmi dietro una scrivania e leggo la stessa linea dieci volte, vedo cose, sento voci. Queste.
De polymerase-kettingreactie, vaak afgekort tot PCR (van Polymerase Chain Reaction), is een manier om uit zeer kleine hoeveelheden DNA (enkele moleculen) specifiek een of meer gedeeltes te vermenigvuldigen (amplificeren) tot er genoeg van is om het te analyseren.
Oorsprong

Tra un paio di settimane volo in visita in Virgina, nella terra delle stragi universitarie. Sigh. Sembra che invece a lungo termine si prospetti la terra dei tulipani. Suona un po' piu' allegro. Eppure. Forse ancor piu' del ritorno tra le nebbie, che' a me la meteopatia mi dovrebbe venire certificata e settimane in vacanza su spiagge assolate pagate dalla mutua, altro che terme...
Piu' della nebbia e dell'umido (forse) temo la lingua. Non che non ci sia gia' abbondantemente (anche allegramente) sbattute in questa vita. Ma si e' come dire un po' gia' dato. Mi si dira' non tirartela, pazienza, posso elencare tutti i miei difetti e mancanze son tanti e tante... quindi mi si perdoni... Io di lingue ne parlo decentemente quattro (compresa la mia). Mi sarei un po' stufata di quella sensazione... quella la'. Che' mi viene il magone solo a pensarci. Imparare una nuova lingua e' la pulcinite perpetua.
Si dice che parlano tutti l'inglese, speriamo che anche la panettiera sotto casa. Speriamo anche di non avere l'accento yankee, se no lo andiamo a sciacquare nel Herengracht. Sob.

23 May 2008

"Always believe"*


Il finale a sorpresa di questo video mi da una carica impressionante.
Spero anche a voi!
Da vedere e rivedere nei momenti di pulcinite acuta...

Enjoy




* e mi stanno simpatici anche i tipi che hanno cavalcato l'onda del caso che li ha portati a filmare la scena

16 May 2008

10 May 2008

Prove tecniche di solitudine


un post allucinato,
e a puntate, un po' come la vita



Una settimana pesantuccia, impastata di cose tristi, tragiche, surreali...

Lunedi' lo zio marito della giovane zia Susanna ha fatto l'attesa PET. Dopo mesi di terapie, ansie e fasi alterne secondo il modello Kubler Ross, di cui apprendo l'esistenza leggendo Capsicum, d'un fiato corto, qui ed anche qui.
Lo hanno rimandato a settembre. Non sembra un buon segno, ma sono tutti sereni, non dicono niente o quasi. Negazione?
Nel giardinetto (o similia) del San Raffaele gli zii e il mio babbo si vedono passare accanto il neo-ri-presidente-del-consiglio-bandana. Il losco figuro al sentirsi osservato accenna loro un saluto e mio zio gli fa: Si, vambonu. Che non so come tradurre.




Il dottor G, poco piu' che quarantenne collaboratore del dottor Potter, con cui ho passato ore a guardare al microscopio campioni di suolo oleoso della raffineria di Denver e cascate di SEM, XRD, XPS, macchinari che sembravano navicelle spaziali, per cercare minerali di ferro... Eddai, facci vedere un po' di pirite, solo un po', poi cacciava una risata sonora e non voleva arrendersi. Una vana caccia al tesoro. A me -a dire il vero- fregava poco di veder cristalli, nonostante le ore passate con le mani in guanti sudaticci, nel ventre della campana anaerobica, a seccare quei cinque maledetti pugni di terra. Me ne importava poco dei minerali, io avrei voluto vedere batteri, vita. Mi affascinavano gli strumenti-astronave pero', sembrava di vedere asteroidi e non terra macinata al microscopio, ed il dottor G mi teneva sveglia a furia di fragorose risate. Continuo a sentirle. I still hear his laugh, dicevo ieri a Jo March con le lacrime agli occhi. Ho dovuto modificare l'articolo e metterci the late dottor G, ha detto lei, appannata. Non mi cambia obiettivamente nulla nella vita che al dottor G gli sia venuto un attacco di cuore subito dopo aver dato un talk in Canada. Dopo di lui toccava a sua moglie che l'ha visto allontanarsi dall'aula, indispettita, ma come tocca a me, per poi accorgersi della gente che lo seguiva fuori, qualcosa non andava... ma le han detto vai pure avanti, niente di grave, they are taking care of him. Se non e' leggenda, come corrono veloci le notizie nei campus. We are such a community.
Mi devasta l'idea del "funerale", non sarebbe neanche il primo "funerale americano". L'altro mi ha shoccata. Neppure la conoscevo la sorella del post doc che lavora col chercheur. Mai vista. Il contegno, le belle parole e la presentazione in power point con la selezione delle migliori foto proiettate e tutti che sorridono e pensano alle cose piu' belle e degne di essere ricordate. Quasi neppure una lacrima, mentre io sprecavo i fazzoletti, ridicola in tutto quel contegno.
Non cambia oggettivamente nulla. Non lo vedevo neppure da mesi. Just, I keep hearing that laugh.




Mi viene, com'e' banale, l'ansia. Vedo scene, immagino cose.
Dormo gia' poco tra studio, lavoro, adesso l'ansia. La mia e' un'insonnia da mattino presto, mi sveglio alle 5 e non dormiro' mai piu'. All'una e trenta nel cuore della notte mi suona il telefono ed io in un nanosecondo mi sono gia' fatta il mio film personale. Did you order any food?
Hotel room, door
. Ma che dice? Cazzo, sono in preda al panico ma non riesco a scuotermi dal torpore. Non capisco una mazza di quello che mi dice. Mi pare pure di sentirlo dire Mr Chercheur quando gli chiedo chi e' che sta cercando. Chissa' che cazzo di connessioni neurali mi son partite, mentre il cuore comincia ad andarmi a milioni di battiti al minuto e lo sento nella cornetta. Il tizio rimane con me al telefono un discreto lasso di tempo, un po' troppo vista la mia voce impastata di sonno, tremolante di ansia, penso dopo. Cazzo scusati e metti giu'. Non sono io che ho ordinato pizza nel cuore della notte, dormivo e da brava idiota ti ho anche appena spiegato che sono sola in casa e che quando ho sentito la parola hotel ho pensato al mio husband dall'altra parte del mondo che non sono riuscita a contattare negli ultimi due giorni. Ho preso tutto il tempo di spiegarti tutte queste brave cosette e tu hai ascoltato paziente. Un po' troppo, penso, una volta che finalmente abbiamo messo giu'. Poi, com'e' banale, comincio a sentire tutti i rumori del mondo, sono convinta che era il maniaco della tranquilla e felice cittadina di Fort Nox. Poi da uno spiraglio tra le tende vedo la macchina di sarcazzo quale catena, qualcuno che davvero sta consegnando food, ma non basta per niente a tranquillizzarmi. Non ho fiato, sono in un panico irrazionale e ridicolo.
Mi sento un pochino male nel mischiare senza alcun pudore cose autenticamente tragiche con altre totalmente ridicole. Ma questa e' la vita, mi sa' tanto.
Dopo un tempo interminabile passato alla finestra a tener d'occhio l'auto, il telefono squilla di nuovo. Ma che coraggio hai? Ma non hai mollato il colpo? Ma che si fotta il ciccione bulimico che ha ordinato chissa' cosa nel cuore della mia notte e t'ha dato il mio numero di telefono invece del suo. Ti dico piu' o meno questo, e che chiamo il 911 se non mi lasci in pace. Quanto me la tiro. Pero' alla fine il tizio mi lascia in pace... l'auto riparte dal parcheggio dietro casa. Io non dormiro' per un altro paio d'ore, riuscendo pure a leggermi tutto un intero, noiosissimo articolo sul calcolo del coefficiente di partizione delle tetracicline nei fanghi attivi. Il giorno dopo, mentre io saro' uno straccetto buono neanche per la polvere, sara' l'ultimo utile per preparare i dannati dieci minuti di presentazione per il corso di ingegneri. Ovviamente non l'ho ancora provata una volta, nemmeno l'ho finita'. Almeno la mattina dopo mi chiama il chercheur da Barcelona, spaventato dal messaggio che gli ho lasciato all'hotel. Non credo di riuscire bene a spiegargli in che stato pietoso sono. Almeno fa finta di comprendere.




Approposito di fanghi attivi, martedi' siamo andati in gita con una parte della classe a vedere l'impianto di depurazione delle acque di scarto della lavorazione di un birrificio di Fort Nox. Che fa una delle birre piu' buone che io ho mai bevuto, che ha pure un nome che fa bene allo spirito: Sunshine. Il birrificio in questione e' stato eletto il miglior posto di lavoro in tutti gli stati uniti. Da un giornale che si chiama Outside Magazine. Che non so neppure come sia fatto, forse e' questo non ne sono sicura, pero' mi fa un po' specie e quindi ve lo dico. E comunque e' certo che se Fort Nox e' il posto migliore dove vivere negli stati uniti (eletto da Money), il posto migliore dove lavorare (eletto da Outside ?) non puo' che essere a Fort Nox. Lapalissiano. Anche abbastanza allucinante, una volta che hai visto Fort Nox. Dice che nel birrificio organizzano tornei di pallavolo, corsi di yoga e vattelapesca (avranno una palestra nello stabilimento?!). Non da meno, si possono portare a casa non so quanta birra a settimana. Dice che hanno persino un fun manager, uno pagato per fare divertire tutti gli operai ed impiegati.
Abbiamo dovuto camminare a lungo per arrivare alla zona "impianto di depurazione", che' l'hanno messo un po' piu' in la' dello stabilimento e del bel casone bar-degustazione-eco-sostenibile (perche' sai a volte emette certi sgradevoli odorini, -soprattutto visto che, una delle poche cose che ho capito del tour, hanno un impianto anaerobico-). Camminavamo in questo posto incantato, tutti sorridevano ed emanavano felicita'. Io, non so bene se c'entri, pensavo a Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Erano felici gli Umpa-Lumpa nel film? Visitiamo qui e la', l'ingegnere responsabile ci mostra il bacino di aerazione, ci mostra lo strato di cemento sotto il quale c'e' il bioreattore anaerobico, ci addita il pallone che stocca il metano prodotto dalla fermentazione degli scarti, dice che poi ci mostra il cogeneratore di elettricita' e calore dove il metano viene bruciato. Io non sono sicura di capire quello che dice l'ingegnere sorridente, ma annuisco, muta. Non faccio una sola domanda. Poi ci porta a visitare il laboratorio dove finalmente vedo dal vivo un cono di Imhoff, non so come ho fatto senza. Poi ci porta nello stanzino dietro il laboratorio dove avviene il dewatering dell'activated sludge (i fanghi attivi). Ed all'improvviso emetto il mio primo ed unico suono in tutto il tour (almeno prima di passare alla zona degustazione. Sul lato del macchinario, al momento spento, che apprendo ora chiamarsi MONOBELT®, c'e' una targhetta di metallo (tipo soldato in guerra) con sopra scritto Teknofanghi, Cernusco sul Naviglio. Questa e' italiana, dico, additandola.
No, dico, in the best place to live in all the u.s., in the best place where to work in all the u.s., c'e' un macchinario della teknofanghi di Cernusco sul naviglio, mica pizza e fichi.
In caso non si fosse capito.





In tutta questo panorama amaro, sfocato, stanco, ieri sera, leggo da qualche parte che Calderoli e' stato nominato Ministro della Semplificazione. Mi stropiccio gli occhi stanchi e riguardo i pixel appannati. Avevo letto bene e mi monta dentro una di quelle acidita'. Mi sara' perdonata un'esclamazione, che sara' banale ma non posso evitare. Ma semplificami sta' grande minkia. Ecco, non che mi senta meglio, pero'.
Ma dai ma non puo' essere vero. E come'e' che non trovo nessun commento su Repubblica o chesso' altrove?





Ce ne avrei ancora, sempre intorno al mio ombelico,
blogger della domenica...


Fuori c'e' un tempo olandese, mentre in Olanda splende un sole catalano ed in quel di Barcelona piove piogge pluviali.

Mangio intere tavolette di cioccolato per pranzo, guardo puntate di CSI alle otto del mattino per non aumentare l'ansia quando e' sera.
Ho finalmente parlato, ieri, quei dieci minuti davanti a diciassette ingegneri che mi guardavano imperturbabili. Madonna che brutte facce. Decisamente parlare in pubblico non fa per me. Mi avvolgo in qualcosa di piu' intimo. Quindici pagine, da scrivere, mi separano dalla fine del capitolo.
Stasera la finale terzo quarto posto del campionato di calcio a squadre miste. Il mio piccolo sogno nel cassetto, anche se ogni sabato mugugno che no, stavolta proprio non c'ho voglia.
Stasera devo segnare un gol, che forse e' l'ultima. E se non lo segno e' brutto, bruttissimo segno.
Ora vado a fare un M13 del campione 121 che ho ri-trasformato ieri pomeriggio. E' sabato, sara' sabato anche tra le quattro grigie mura del laboratorio condizionato.

03 May 2008

You gotta be crazy (tra Mago di Oz e Koyaanisqatsi)

Il post a valvola di sfogo



Venerdi', pseudo-tardo pomeriggio, nei corridoi del centro di ricerca per ingegneri c'e' gia' un silenzio tombale. L'(altro?) chercheur ne avra' per un'ora buona. Ancora almeno un'ora prima di dar inizio al nostro personale week end... per me il primo dopo 3 settimane di lavoro praticamente ininterrotto, senza ne' sabati ne' domeniche di riggetto alcuno. Sono sfinita. Oltre a tutto il lavoro standard, da che e' cominciato il semestre: 6 Homework (compiti a casa ebbene si) e due esami per il meraviglioso corso per ingegneri (ambientali, ma sempre ingegneri) che ho scelto di seguire.
Gli ingegneri sono fuori di capoccia. Il libro di testo del corso una sequela di formule senza fine per 5 capitoli e poi via una sequela di numeri che applicano le formule di cui sopra senza piu' referenza alcuna per altri 6 capitoli. Tangenti iperboliche che volano senza sostanziale collegamento con la realta'. Come e' fatta una tangente iperbolica e che caz ci fa qui? Bho che te frega, tu calcola. Calcola che ti calcola mi son passata i sabati e le domeniche, chiusa nella stanzetta degli ospiti (che in generale ospita la tele, ora anche me ed i miei calcoli), oppure, quando ispirata, nella mastodontica biblioteca del campus.
Credo che quando ripensero' a questo periodo mi vedro' seduta proprio al tavolo della biblioteca, col laptop davanti e il bravo foglio di calcolo, i Pink Floyd in cuffia a volume moderato, all'infinito... ed ogni 41:54 minuti (che passavano a manciate), ciclicamente, un attimo di ritorno alla realta', un respiro dalla disperazione, una presa di coscienza, un mezzo sorriso, al suonare di...
You gotta be crazy, you gotta have a real need...
Ed io che annuivo. Devo davvero essermi impazzita.
Stavo pensando alla presentazione e alle 15 pagine di tesina con progetto di un impianto che ancora mi restano da produrre da qui alla prossime 2 settimane. E sul filo di quella sensazione ho fatto suonare i Pink Floyd dal mio ufficio, giu' per il deserto corridoio per alleviare il fine di settimana anche del masterizzando cicciotto, batterista, malato di musica, che era li' nel laboratorio di fronte alle prese con il suo turno settimanale di pulizie... ed infatti gli e' spuntato il sorriso ed e' venuto a commentare il sound e ad enumerarmi la classifica degli album dei PF che preferisce. E mi parlava di com'e' The Wall visto in acido oppure di The Dark Side of the Moon messo come sottofondo al Mago di Oz. Al mio sguardo interrogativo si e' vendicato...
Cioè… tu, praticamente, non hai mai visto il Mago di Oz con The Dark Side of the Moon in sottofondo?
E quindi mo' c'ho sta curiosita'. Il mago di Oz l'ho gia' messo in lista a Netflix, ora mi manca da capire se devo ottenere una versione speciale del disco. L'effetto che si dovrebbe produrre e' la percezione di una sincronia, che alcuni dicono impressionante (altri no), tra film e musica. Io sospetto che siano necessarie alte somministrazioni di sostanze psicotrope per vedere alcunche' di strano, comunque ci provero'.

La prima testimonianza scritta del fenomeno, che e' stato battezzato Dark Side of the Rainbow (o anche Dark Side of Oz oppure The Wizard of Floyd), pare essere stata una discussione su un forum di fans dei PF intorno al 1994. Non e' invece noto chi abbia scoperto o inventato la cosa.
Se un giorno sentirete parlare di Koyaanisqatsi visto con le musiche di Ennio Morricone in sottofondo, quello, modestia a parte, l'ho scoperto io. Niente di iper psichedelico pero' decisamente bello, senza nulla togliere al buon Philip Glass.
You gotta be craaaaaazy...