28 June 2008

Squabus al Virginia Tech




...un post fotografico
la maggior parte dei link portano a delle foto caricate su flickr



Si partiva di domenica pomeriggio. 'Come partire e' un po' morire, figurarsi di domenica.

Il viaggio e' stato lungo e ritardato nello scalo da Dallas(!) a Richmond perche' l'aereo dove dovevamo imbarcarci veniva dal Messico ed era infestato di fruit flies (moscerini). O almeno cosi' hanno detto a noi. Dopo una notte in un anonimo albergo vicino l'aereoporto di Richmond siamo partiti con tanto di macchina in affitto alla volta di Blacksburg. Appena 350 km di strada, che Jo March e phD al seguito con conferenza il martedi' mattino a Richmond, si sono sciroppate andata e ritorno lo stesso giorno. Che vuoi che sia.


La Virginia e' verdissima.
La Virginia, insieme a Kentucky, Massachusetts e Pennsylvania e' un Commonwealth e non uno stato qualsiasi. Che cosa poi voglia dire esattamente, lo si chieda al signor Pedia (Wiki).
La Virginia, prende il suo nome dalla regina Elisabetta I d'Inghilterra, detta anche The Virgin Queen.
Virginia is for lovers, come recita lo slogan tormentone.
Fine dei pensierini a titolo Virginia



Una volta a Blacksburg abbiamo visitato gli uffici e laboratori dove Jo March, il Masterizzando Cicciotto, qualche altro studente non ancora bene definito (e non piu' io) opereranno la loro scienza.

La visita al campus e' stata ovviamente una sorta di pugno nello stomaco. Quelle 32 pietre e non 33 (come qualcuno -qui una voce-, per fortuna, dice avrebbero dovuto essere).

Lo spirito di appartenenza che studenti ed impiegati maturano nelle universita' americane e' qualcosa di incompresibile per me. L'Hokie spirit e' cosi' sentito che viene nominato persino nella targa commemorativa delle vittime del massacro.





Nel pomeriggio ormai inoltrato Jo March e dottoranda al seguito son ripartite per Richmond, mentre io ed il dottorando cicciotto siamo rimasti ospiti di due studenti per la caccia ad un appartamento per lui ed ad una decisione esistenziale per me.
Il passaggio da una macchina fotografica vecchio stile, con la buona e vecchia pellicola, al digitale, ha comportato per me la liberazione di un fotografamento compulsivo e spesso casuale. Come e' successo a sera, quando gli studenti del futuro dipartimento di appartenenza di Jo March, ci hanno portato a mangiare fuori e poi a bere. Camminando per questa strada, ho cominciato a fotografare a caso, mentre esclamavo Uh quante chiese. E J mi diceva Per questo la chiamano Church Street. Ed io ridevo alla battuta. Ma non era una battuta.
Per dirla tutta, il senso religioso in Virginia e' un po' opprimente.


Poi vai nei bar e metti in borsa il giornaletto di arte e cultura di Blacksburg (come faresti con lo zerodue a Milano). Il giornaletto e' questo. Alle pagine 20 e 21 del numero giugno-luglio 2008, c'e' un emozionante articolo che riporta i pensieri dei possessori di armi della ridente cittadina.
Titolo:
GUN CULTURE
LOCAL GUN OWNERS:
SAFE AND SANE
Mentre il riquadro in basso recita:
"Shooting for me is VERY MEDIDATIVE. You have to FOCUS ... it helps me clear my head."
I maiuscoli non sono miei.



Mangiamo tacos senza pomodori che c'e' in giro la salmonella e ce la si chiacchiera dei rispetivi boss e della vita del campus. Un quasi masterizzato, appena dopo avermi rivolto la parola per la prima volta, mi fa
- You are Italian
- Si, gli dico sorpresa, come hai fatto? Non e' che ci azzecchino mai al primo colpo.
- Mi dice che e' perche' ha conosciuto molti italiani nel campus.
- Il mio sguardo si illumina.
- Ma, dice, sono ormai partiti tutti
- Il mio sguardo si spegne
- Tranne una
- Ri-splende il sole. Gli dico che voglio, vorrei conoscerla.
L'esperienza di incontro degli italiani emigrati in Colodado mi ha segnata positivamente. E' bello incontrarsi.

Cosi' la mattina dopo il quasi masterizzato del Virginia Tech, mi passa a prendere a casa della studentessa che mi ospita. Che per inciso abita a Christiansburg e non a Blacksburg. E mi porta a fare colazione con M., milanese, e sosia della mia M., amichetta del cuore del liceo. Uguali. Ce la chiacchieramo, le spiego che forse, non so ancora, verro' al Virginia Tech per qualche mese o per un periodo non ancora ben definito tra agosto e natale e che quindi sto cercando una sistemazione (eventuale) dove (soprav)vivere. Mi dice che giusto a casa del suo fidanzato un conquilino, psicologo, potrebbe mancare giusto solo per il semestre perche' andrebbe in Texas a studiare musica (!?). Sarebbe perfetto. Deve andare a lavorare, ci salutiamo calorosamente, ci sentiamo, ci facciamo sapere.

Il Masterizzando Cicciotto arriva con un'ora di ritardo al nostro appuntamento per la colazione. Il Masterizzando Cicciotto, se ancora non l'ho detto, e' una persona totalmente inaffidabile. Jo March, quando ti dice che gli ha dato una borsa di studio per fare un phD, le appare virtualmente un'aureola sul capo. Diventa donna angelicata che tutto puo' sull'animo. Il riscatto totale sull'umano mondo.
Il Masterizzando Cicciotto comincia a scusarsi senza sosta, blaming himself. Io ho chiacchierato con M. e sono serena. Secondo-poi, il breakfast-place, non sara' molto fast (visto tutto il tempo che ho aspettato), ma e' molto piacevole. Furthermore stavo aspettando paziente, perche' per uno strano meccanismo soprannaturale, probabilmente manovrato dallo spirito divino di Jo March, donna angelicata, ho deciso che aiutero' il cicciotto masterizzando a trovare casa. Lui, che pure si trasferira' qui un giorno di Agosto, anche se non sa dove, e' venuto in visita senza uno straccio di idea di dove cercare, di come e' fatto il campus, di vattelappesca. Mentre io, che non ho ancora deciso che ne sara' della mia vita, ho stampato mappe, preso appuntamenti, affittato auto. E sento che io saro' il deus ex machina che gli fara' finalmente trovare casa.
Nella prima tappa della nostra lunga giornata io e MC (il Masterizzando Cicciotto) andiamo alla Graduate Student House, dove lui aveva fatto domanda per una stanza mesi or sono, senza mai ricevere risposta alcuna. Quando ci sediamo davanti alla responsabile dell'assegnazione stanze a masterizzandi cicciotti e non, quella, delicatamente, fa presente a MC che gli era stata proposta una stanza, mesi or sono, ma che lui non ha mai risposto alla e-mail. Viene fuori che lui aveva segnalato la mail del Virginia Tech nella richiesta. Mail che non ha mai aperto. MC comincia a disperarsi, blaming everybody per questo disastro, che lui c'ha da scrivere la tesi e poteva evitare di volare in Virginia se ci avesse avuto una casa. Il deus ex machina lo sprona a guardare avanti, a riapplicare per la stanza, la tizia dice che gli dara' priorita' assoluta su chiunque altro.
Poco piu' tardi, mentre io incontro e chiacchiero con una ragazza iraniana che affitta una stanza a Christiansburg, anche qualche mese le va bene, MC comincia a fare le sue telefonate di house hunting.
Poi si parte a visitare i complessi residenziali intorno al campus. Andiamo al primo dove MC ha telefonato, gli hanno detto che hanno un solo appartmanento rimasto. Ci fiondiamo ed appena arrivati nell'ufficio, l'addetta all'affitto appartamenti ci dice, puntandoci col dito una biondona slanciata, che lei ha appena visitato quell'appartmamento e forse lo prende, non e' sicura. La biondona si rende conto di MC, si guardano per un lungo momento, in sottofondo una musica western, la bionda esce, incolla il cellu all'orecchio, rientra nell'ufficio dopo 25 secondi di orologio ed annuncia lo prendo. MC starts to blame god. L'addetta all'affitto appartamenti telefona ad un'altra addetta affitto appartamenti di un'altro complesso residenziale vicino al campus, ma dall'altro lato. La seconda addetta dice che hanno ancora qualche appartamento libero. La prima addetta ci indica la fermata dell'autobus, dice che in estate passano ogni ora. Telefona per sentire gli orari. Passera' tra 5 minuti. Ci avviamo alla fermata e come in un balletto perfettamente coordinato l'autobus arriva per "raccoglierci", deus ex machina del deus ex machina. Dobbiamo cambiare autobus in campus, la scena e' miracolosamente esattamente come sopra. Qui Jo March, donna angelicata, ci cova.
Arriviamo al secondo complesso residenziale, dove una tizia con una scollatura vertiginosa mostra a MC un appartamento. Lui gongola, sulla scollatura e anche sulla decisione. Io lo guardo, deus ex machina, -ora fa il difficile- e nel mio sguardo c'e' tutto un Tu non vuoi (you don't want) avere ancora da pensare a dove vivrai, anche se non ci hai pensato neanche un minuto prima di venire qui in visita. Tu hai da finire di scrivere la tua tesi. Ed io sono il tuo deus ex machina, quindi firma e facciamola finita. MC quindi firma una quantita' spropositata di scartoffie, mentre Scollatura Mozzafiato da' prova di spudorata ochitudine, davanti ad un deus ex machina ad occhi sbarrati..
We like MC
You are going to stay very close to me, MC

e via dicendo.
E quindi, a conclusione di questo emozionante capitolo della visita si Squabus al Virginia Tech, il Masterizzando Cicciotto vivra' qui, praticamente come a Melrose Place, anche un po' per merito mio. Speriamo bene.

Ci tocca andare a prendere una macchina in affitto per tornare a Richmond il giorno dopo. Il car rental piu' vicino e' all'aereoporto di Roanoke, un'oretta di bus ad andare ed un'oretta (di macchina in affitto) a tornare. Virginia is for patient Lovers.
Perdiamo un paio di autobus che ci porterebbero in campus per prendere il bus per Roanoke, mentre MC firma scartoffie. Poi finalmente MC saluta la Scollata e ci incamminiamo alla fermata, dove dobbiamo attendere solo un minuto piu' di prima.
Sono le 15 passate e non abbiamo ancora pranzato, facciamo appena in tempo a fermarci in un bar ed ordinare due panini da portar via. In Europa sono le 21 passate ed e' il giorno di Italia Francia. Me ne ero dimenticata. Nel bar del panino c'e' una tele ed il mio sguardo divertito coglie l'uno a zero, ed un Toni ancora senza baffi.
Scappiamo a prendere il bus, andiamo a prendere la macchina, prendiamo la macchina, torniamo indietro. Per fortuna la strada e' simpatica, tra:
- il fatto che la Virginia e' piacevolemte verde
- gli RV che viaggiano nella terra dei Lovers
- le chiacchiere.

Il tutto passa veloce, mentre io, tra i miei mumble-mumble esistenziali e non, decido che l'indomani mattina presto voglio visitare ancora un paio di posti in campus e quindi 'sta notte non voglio dormire a Christiansburg. Quindi telefono a J. e gli chiedo se mi ospita nel divano letto accanto ad MC, telefono ad A. e con delicatezza le dico che andro' a recuperarmi il mio zaino a casa sua, ringraziandola infinitamente. Poi chiamo anche M., sosia di M., e le dico che mi piacerebbe visitare la casa del suo fidanzato, gia' che son qui, nel caso in cui.

Arriviamo a Blacksburg che sono gia' le 19.00 ed e' gia' tempo del mio appuntamento con l'ingegnere argentino che:
- ha messo un annuncio su craiglist dicendo che cercava un coinquilino, che
- lui era argentino quindi la convivenza poteva essere interessante per chi volesse migliorare il suo spagnolo,
- non ha specificato per quanto tempo affittasse la stanza.
Quindi io gli avevo scritto:
- che lo spagnolo lo parlavo gia',
- che io ero italiana, in caso a lui interessasse imparare la lingua dei poeti,
- che non aveva specificato il periodo di affitto, quindi io tentavo, pur sapendo fosse molto improbabile che lui affittasse per un solo semestre.
L'ingegnere argentino mi risponde che:
- ha la nazionalita' italiana, ma
- non parla la lingua e che,
- si, in realta' cercava qualcuno per tutto l'anno, ma che forse preferisce affittare a me per qualche mese piuttosto che ad un altro per un anno intero.
E si risparmino le facili battute perche' questa e' solo dimostrazione che gli argentini ci adorano. Hanno l'Italia nel sangue.
E quindi corro a casa dell'argentino. Che e' abbastanza bruttina e decisamente sgarrupata, se poi confrontata con la Melrose Place che poc'anzi ho visitato... Io e l'argentino chiacchieriamo un'ora in inglese. Io ormai, gia' dal giorno prima, ho come messo il pilota automatico chiacchiereccio: Bla bla bla. E perche' forse io bla bla bla... Virginia Tech bla bla... Jo March bla bla. Il chercheur bla bla. L'Olanda bla bla bla. Una fatica... Ricorda qualcosa?
Dopo un'ora a parlare in inglese, senza riuscire ad inquadrarlo, gli dico, senti, scusa eh, ma io con gli (ingegneri) argentini sono abituata a parlare in castigliano, ti dispiace se... No porque sabes yo bla bla bla. Me parecia tan raro bla bla ... . Il tipo mi guarda strano e mi fa veramente di solito non parlo castigliano con gli stranieri, poi mi guarda come fossi un'aliena e passa alla lingua di Cervantes, meno male, che' il fatto era che eravamo molto piu' alieni prima...
Saluto l'italoargentino, Ci sentiamo, ci facciamo sapere, si.

Corro indietro a casa di J., recupero MC, che':
- alla fine l'affitto della macchina l'ha firmato lui,
- che' l'affittatore di macchine (ah gia'), dopo avermi chiesto se ero russa (M. la sosia di M. mi aveva appena raccontato la mattina stessa che le chiedono sempre 'Sei russa?') ed io no Sono Italiana, Ah What's his name? Berlusconi? I like that guy
- (....)
- che' l'affittatore di macchine, dicevo, mi aveva chiesto il mio social security number ed a me mi hanno insegnato che la gente in ammerica la deve smettere di chiederti il tuo social security number ad ogni pie' sospinto e quindi io lo lascio a casa.

Corro a casa di J. e becco MC , guidatore ufficiale della macchina, che si sta sintonzzando sulla finale di NBA Boston Celtics-Los Angeles Lakers. Non ho pieta', mi faccio accompagnare da MC a casa di A.. MC non ha ancora conosciuto il marito indiano di A.. MC questo e' il marito indiano di A.. Marito indiano di A. questo e' MC, piacere. E giu' le chiacchiere.
M. la sosia di M. mi richiama e dice che sta andando a casa del fidanzato, ci vediamo li'. Salutiamo A. ed il suo marito indiano. Grazie di tutto, se volete venire a visitare le Rocky Mountains...




MC mi accompagna a casa del fidanzato di M., la sosia di M.. MC viene presentato a G., milanese, fidanzato di M., a C. salernitano che parla inglese con accento salernitano, S., studente danese giovanissimo (ed angelicamente bellissimo), ed E. che viene da Vicenza ed e' stato punto da un insetto oggi andando in bici ed e' appena tornato dal pronto soccorso tutto gonfio, a rischio di shock anafilattico. Il gruppetto e' di un'allegria indicibile, mi mostrano la casetta che e' proprio bella, il bagno ha una vasca da bagno con i piedi, la cucina e' gialla, la stanza dello psicologo americano che forse va a studiare musica in Texas(!) e' blu ed ha un letto ad acqua.
MC is incolla alla tele in soggiorno a guardare la finale di NBA, io e gli italiani ce la chiacchieramo in cucina, sotto lo sguardo di S. il danese. Sono simpatici, la casa trasuda Italia, io mi sento a casa.
Scene di ilarita' totale si verificano quando anche MC viene in cucina. La finale e' noiosa? e' attratto dalla simpatia? c'ha fame? sono le 23 passate ed ovviamente non abbiamo cenato. C. il salernitano spiega a MC, in inglese salernitano come e perche' gli italiani evadono le tasse. Io filmo il tutto ed un giorno' faro' fortuna con un video intitolato Italy4dummies.
Quando scoprono che siamo digiuni, gli italiani, pummarola, ovviamente mettono su una pasta al sugo. MC non ama le cipolle, allora solo Pomi' e basilico che viene dal loro orticello. MC interrogato su com'e' una pasta cucinata veramente all'italiana, dira' che e' uguale a tutte le altre. Ne nasceranno poi discussioni infinite sullo sciovinismo culinario di noi italiani. Dovro' convenire che ce la tiriamo abbastanza e mi vergognero' un poco.

e bla bla bla
bla bla bla
quanto ci piace chiachhiera'
diceva una esplosiva Ferilli, no?


Ci ritiriamo a casa di J. che sara' l'una di notte, la sveglia puntata alle 7, che' ancora voglio visitare l'ufficio internazionale, quel laboratorio mega hi-tech... poi ci scappera' anche una sorta di ostello surreale nel cuore del campus, dove il bagno e' comune uomini/donne con tanto di targhetta uomo o donna da attaccare col velcro mentre fai la doccia.

Dopo queste simpatiche gitarelle, ci spariamo i 350 Km per tornare all'aereoporto di Richmond, riincontriamo Jo March e dottoranda al seguito. Io dopo tutto quel chiacchierare sono sfinita, non ho piu' parole per nessuno -specialmente in inglese- e mi chiudo nella crankiness piu' totale. Il giorno dopo mi do' malata per la prima volta in un anno e mezzo. Quando rivolgero' nuovamente la parola a Jo March, sara' per dirle questo.

Qui tutte le foto.
Non so perche' flikr me le ha tutte mischiate ?


Mi rileggero' un'altra volta, si perdonino i refusi
Adesso vado a prepararmi per una scampagnata alla montagna prima che il chercheur si sfidanzi da me improvvisamente.

7 comments:

  1. Leggendo il tuo racconto la virginia mi mette l'ansia, non la visitero' mai, giuro! ;-)

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  2. Zazie, temo tanto che non sia la Virginia la causa della tua ansia, ma io che la vivo e racconto, ahime' :P

    anche se il suo bel lato inquietante...

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  3. Aiuto che delirio di viaggio, incontri e bagni...
    Ottima resistenza, come sempre.
    Buona decisione.
    Abbracci.
    Carmen

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  4. Il 18 !
    E' il 18 che atterriamo giu'dila' !!!
    A Milano non ci sara' nessuno, lo so...
    Ma tanto io me ne corro al mare... non so ancora quale ma fa niente, sara' un bel mare !!!
    Mi si sono cambiati incredibilmente tutti gli orizzonti, a tutti i livelli... e' bellissimo,
    che duri!!!
    lunga vita a questo orizzonte....

    Non vedo l'ora
    Un bacione a Carmen e compari tutti
    squa

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  5. io e ivo ci saremo il 18! chissà che non si riesca a fare un bagno insieme...
    ...come sempre, auguri in ritardo!crispi

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  6. Se è il 18 luglio, ci siamo anche noi!!!

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  7. Heila' Crispi&Caru !

    no e' il 18 agosto
    e se tutto va bene ci prenderemo un mese e mezzo di vacanze... aspetta fetemelo ripetere
    VACANZE
    UN MESE E MEZZO

    (speriamo che vada tutto bene)

    puo' essere, anzi ben probabile che io debba fare una capatina in Olanda gia' in Agosto.
    Dovremmo anche cercare un attimo una casa, ora che ci penso

    Caru quando andate in Mozambico? A questo ci si stava pensando...

    BAci trafelati

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova