10 January 2009

Elogio della torta salata

... un post-natalizio

E' stato Natale, poco tempo fa. E si sa che io odio il natale.
Le prime tre settimane di dicembre le ho passate in depressione preventiva. Ruminavo tra l'altro immagini e pensieri su come sarebbe stato il post di natale di quest'anno, ci tenevo a continuare la saga.

Dopo la metafora del sudoku del natale 2005,
la pausa del traslocante natale 2006,
gli spezzatini nevrastenici del natale 2007, la colonna sonora di quei giorni era niente paura, niente di piu' sentito in quel periodo di attesa in cui la vita stava per prendere una nuova piega.


Ed invece, guarda la vita, è stato un bel natale. Iniziato con una nota scura che ha però fatto da collante. Quando se ne va qualcuno quelli che restano han voglia di farsi del bene, per fortuna.
Inondato di un grandioso anche se freddo sole, questo natale pseudomilanese. Con la sensazione di non essere poi così tanto assente, non ci si incontra poi così spesso con questa vita frenetica, basta non vivere dall'altra parte dell'oceano per notare un certo filo conduttore. Fratelli ed amici si raccontano, appena arriva l'occasione.

Natale passato ai fornelli di una nuova cucina ancora da scoprire con finalmente un forno funzionante. Spignattando allegramente si è scacciata la tristezza, scrutando nel maestoso -nuovo pure lui- frigo dei miei, scegliendo gli ingredienti, accendendo fuochi. Tra tagliatelle, risotti, arrosti varii, ho cucinato un numero imprecisato di torte salate. Spinaci per la vigilia, porcini per il pranzo di natale. Poi radicchio per capodanno in montagna con gli amici. E' nata bimbaSonia ed una emozionata zia Squa ha portato in dono alla sua mamma una mezza porcini e speck ed un'altra mezza spinaci e zola. Le altre metà divise democraticamente con i quattro genitori. Un tripudio di torte salate, appunto.


La mia torta salata ha le seguenti caratteristiche:

Se ne frega di colesterolo e calorie, deve fare festa, scacciare la mestizia, scaldare il cuore, fare del bene. Non è fornita di dosi scritte e fissate, sono dettate dall'estro del momento, come fosse un quadro.
La sfoglia si compra al supermercato. Formaggio tipo galbanino a dadini quanto basta, una bella spruzzata di parmigiano, 2/3 fette di pancarrè sbriciolate (io uso un mixer e frullo il tutto), volendo una patata schiacciata, ma anche no.
L'ingrediente o gli ingredienti principali a propria fantasia e sensibilità. 3 uova per amalgamare. Circa 30 minuti in forno a 200°C, dipendendo dal forno. Una nuova spruzzata di parmigiano misto pancarrè frullati a fine cottura per gratinare, fa scena, ma non e' indipensabile.

Da mangiare tiepida, fredda o scaldata il giono dopo, a piacere, la torta salata come occasione di incontro tra lo speck ed i porcini, lo zola e gli spinaci, il radicchio ed il brie che in frigo si facevano i fatti propri.

2 comments:

  1. Mi sono persa un sacco di cose! adesso sei in Olanda?

    ReplyDelete
  2. qui non ci si annoia mai
    ma anche dalle tue parti, noto...

    Ti ritrovoa fagiulo... ho un post in canna che ogni volta che ci penso (a parte i brividi) mi viene in mente che cosa ne dirai tu
    uffa adesso ho creato l'astettativa
    che fara' venire ansia di prestazione ad entrambe
    facciamo che facciamo finta di niente fiuli fiula'
    scrivero un micropost e tu dirai la prima cosa che ti capita
    ;)

    ReplyDelete

Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova