31 October 2011

di bimbi, bambolotti, musica, film e partenze


...Mille post in uno: un weekend movimentato ed interessante...


Buttato il chercheur giu' dal letto sabato alle 7.30 -lui amante delle lunghe mattine a poltrire tra le coperte- appuntamento 9.30 fino alle 15.30, nel paesello piu' grande per un corso di pronto soccorso pediatrico, organizzato dallo stesso posto dove faremo anche il corso preparto.

Un prontuario sull'intervento in caso di incidente ad un bimbo ferito o in pericolo, con la flow chart con cui ragionare nell'approcciarsi a diverse circostanze. L'ordine di azione a seconda della gravita' della situazione, riassunto in inglese con le 4 b: breething, bleeding, burns, (bones – tra parentesi perche' non molto si puo' fare in emergenza al riguardo).

Esercitazioni pratiche della temibile C.P.R. (CardioPulmonary Resuscitation - rianimazione cardio-polmonare), che iddio non voglia ci troviamo mai a necessitare. Con raccomandazioni specifiche per neonati e bimbi piccoli.

La simpatica Tina dopo aver introdotto la parte pratica, ha aperto dei borsoni ed ha tirato fuori alcuni deliziosi bambolotti speciali, provvisti di testina reclinabile (per imparare ad assicurarsi di liberare le vie aeree prima di iniziare), serbatoietto per l'aria nel toracino collegato con un tubicino alla bocca per capire se la respirazione effettuata e' efficace (il toracino si gonfia e si solleva), dispositivo cliccante per aiutare a valutare quanta forza esercitare nel massaggio cardiaco.

Se interessa l'argomento vedasi qui, in italiano.

Quando abbiamo finito con la pratica, vedendo il mio attaccamento al bambolotto a cui avevo salvato la vita, Tina lo ha fatto simpaticamente notare a tutto il gruppo:
ho l'impressione che Squabus voglia adottare uno dei miei bambolotti... in effetti me lo sarei portato a casa, faceva un gran piacere tenerselo in braccio.





Visto che eravamo nella metropoli, il chercheur si e' lasciato trascinare a vedere cose da bimbi neonati. Rigorosamente solo guardare, nonostante io abbia cominciato a manifestare con nervosismo di volere iniziare ad agire. Tutte le mamme infatti mi esortano ad approfittare dell'energia momentanea, perche' dopo semplicemente passera'. Il chercheur invece, uomo dell'ultimo minuto, dice che e' ancora presto e c'e' un sacco di tempo. Ed io inorridisco al pensiero che poi se ne debba occupare lui solo. Ho negoziato che nelle prossime due settimane stileremo una lista di cio' che ancora non abbiamo neanche l'idea di necessitare, capire chi potra' prestarci cosa e poi uscire a caccia, possibilmente una mattina infrasettimanale per evitare il delirio shopper del weekend che entrambi detestiamo.





Rientrati al paesello alle sei pomeridiane, non ho resistito ad una sostanziosa pennica di due ore abbondanti, dopodiche' ci siamo precipitati -in ritardo- a casa nuova di uno dei due amichetti d'oltralpe. Lui resta e si e' appena trasferito, l'altro parte e ci saluta in questa cena. Cosi' della cricca francofona, dopo la partenza dei canadii K. e M., siamo rimasti tristemente in tre. E' mesto tempo di partenze, anche la mia dottoranda preferita se n'e' appena andata, giusto oltralpe. Mentre in poche settimane e' il turno dell'amico Belga che invece va oltreoceano, nel nuovo mondo californiano. Proprio lui sabato sera ha fatto ad Ello il primo regalo musicale, veramente graditissimo, visto che vorrei fargli ascoltare moltissima musica: blood on the tracks di Bob Dylan. Tra loro che sbevazzavano ed io che ridevo, tutta distesa e riposata di fresca e tarda pennica, si son fatte quasi le vecchie-2 quando siamo andati a dormire. Per me probabilmente il record annuale.





Domenica mattina insonnica -sempre e comunque-, alzata prestissimo, col cambio dell'ora non so piu' dire quando, ho attaccato la mia lista di cose per Ello, ricerca di siti e negozi di cose di seconda mano. E tra tutti gli oggetti ed attrezzature che non ho idea quali e cosa, una forse mi ha convinta: il lettino. Anche a controprova della precarieta' geografica in cui verra' alla luce, dell'incertezza di dove crescera', credo compreremo per lui un lettino da campeggio, di quelli che si chiudono e si trasportano come un trolley. Questa e' la versione piu' nuova e fichissima. Per il resto la precarieta' amareggia effettivamente un po' il pensiero dei preparativi, ma ci faremo forza e prepareremo il nido.

Quando poi si e' svegliato il chercheur un po' di questa tensione amara gli si e' riversata contro, con me che essenzialmente gemevo che forse e' il caso di cambiare casa. Stemperata la tensione, ossia dopo aver passato -lui- l'aspirapolvere in ogni dove, il chercheur si e' seduto insieme a me a guardare cosa offre il panorama immobiliare in corrispondenza ai nostri bisogni. Ed abbiamo trovato solo un casone enorme, un po' costoso, leggermente lontanuccio, ma almeno dalla parte del nido che ci ha offerto posto. E con tutte le cose che ci piacciono nella casa di ora e che ci dispiacerebbe lasciare (mobilio, giardinetto, camino, cucina ben attrezzata e bagno tutto insieme – ultime due cose molto-molto rare). Da valutare.




Il programma del giorno era di intanto studiare la disposizione del mobilio nella stanza di sopra che dovrebbe accogliere il piccolo. Nel caso -molto probabile- restassimo qui. Ma e' naufragato con me sul divano che bramavo un'altra dose di pennica, ormai totalmente dipendente dal mio Morfeo pomeridiano. Prima di abbandonarmi a lui completamente, mi sono sistemata comoda ed ho suonato il cd di Bob Dylan, salvo poi ritrovarmi nel giro di qualche minuto in un mare di lacrime. A me la musica mi fa cosi', chiamala sindrome di Stendhal o cosa per essa.

Allora il chercheur ha abbassato il volume, io ho aperto la prima pagina del mio nuovo libro e dopo poco Morfeo mi ha portata via.




Dopo 2 ore buone, superenergica ho trovato il chercheur che si guardava un bel cartone animato. Io sono tornata sul progetto musicale, ma questa volta ho cantato io la mia canzone preferita. Quella che parla del lasciarsi andare, l'unica che io sono e saro' mai in grado di cantare. Quella che mi da cosi' tanta pace che magicamente i bimbi mi si addormentano in braccio.
Comincio ad esercitarmi per il mio di bimbo, che dicono che poi si ricordano di quel che han sentito nella pancia.




Poi, tutta con la testa leggera, perche' cantare e' un toccasana, beato chi lo sa fare per davvero, ho chiesto al chercheur se aveva voglia di vedere il film-documentario che ci consigliavano ieri, quando raccontavo dell'ansia da nido: Babies (2010). Molto carino: e' il parallelo del primo anno di vita di quattro bimbi, in Namibia, in Giappone, in Mongolia ed in California.




E poi era ora di nuovo di nanna... che pout pourri

3 comments:

  1. Per addormentarmi, mia madre metteva questo.

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  2. che meraviglia! immagino ti metta sempre pace.. magari funziona ancora per le tue 4 a.m. ;)

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  3. Per le mie 4 AM uso tutt'altro ;^)

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova