Caro Pistacchio,
Domani compi 18 mesi e mi sento di dire che ci troviamo ad un punto chiave della nostra avventura. Giusto pochi giorni fa
scrivevi quel post lunghisssssimo, papà tuo l'ha persino letto tutto. Quella parte che parlava dei no da ripetere calmi e sereni, l'ha fatta sua. O piuttosto dovrei dire l'
aveva fatta sua, mio bel Pistacchietto. La cosa pareva assimilata, ti parlava dolce e calmo e poi grato mi diceva: Squa, funziona! Barlume di felicità, di contentezza, di ma vedi che allora ce la si fa? Poi, non so se hai smesso tu di ascoltare o papà (e io con lui) il tono serafico...
Sbam
La pappa è tornata a volare per terra. E ci ritorna ancora e ancora alla fine di ogni pranzo e di ogni cena, in quello che sospetto sia ormai il tuo rituale di fine pasto. Sbam, io ho finito, fatemi scendere. Come a dire: Ti piacevano i rituali mamma? Eccoti accontentata. E oramai io e tuo padre siamo così tesi, così attenti a guardare come si muovono le tue manine paffute che se ti sfugge il cucchiaio e scivola per terra, passi. Capita. Ma quando afferri quel che hai davanti e con tutti i sentimenti lo sbatti per terra, Sbam... insomma c'è parecchia tensione. E allora Pistacchio, fallo per mamma tua, capiscilo che non si fa. Non solo capiscilo, che dai è chiaro che capirlo l'hai capito. Accettalo pure, ti prego. Che tu non lo sai ma qui, proprio qui, su uno Sbam che pare innocente, ci giochiamo invece il parenting style tutto.
Tu non lo sai mica, queste cose non sono cose da bimbini, ma io, per esempio, ho convinto papà tuo che abborriamo la punizione fisica, fosse anche simbolica. Per lui non era mica tanto scontato, invece l'ho convinto che niente sculacciate, neppure schiaffetti sulle mani. Sono anche, per lo meno teoricamente, fermamente convinta che alzare la voce non aumenti l'efficacità del gesto educativo. La cosa essenziale è spiegarti le cose, che dall'alto dei tuoi 18-mesi-domani capisci eccome. Ma forse non tutto e forse ogni tanto ti perdi anche un po'. Però vedi, proprio da lì viene la frustrazione: dal vederti sveglio, comunicativo, reattivo e anche parecchio collaborativo, su tutto. E però la pappa
Sbam, per terra, anche dopo che ti è stato detto
cinquemilioni quattrocentoventisettemila novecentocinquantaquattro volte che non si fa. In tutte le salse e umori. Col tono serafico, ma anche scocciato o persino arrabbievole andante. Perchè stiamo a uscire pazzi qui, se non cambiamo discorso...
Tuo padre dice che sono una mollacciona. E che a ripeterti le cose miliardi di volte con quella dolcezza non otterrò niente. Questi duetti di parenting-briefing mi lasciano parecchio stupita. Ognuno degli amici che ci conoscono entrambi -e anche non troppo intimamente- può essere testimone, che qui quella impulsiva, impaziente e poco tollerante tra i due sono io. Che invece quello serafico, pacato, con più pazienza che le gocce d'acqua nell'oceano, quello è tuo padre.
Forse è questa l'essenza del diventare madri, ci si snatura per il verso giusto o ci si rinatura... ché dei due quella cresciuta a pane e nevrastenia sono io, quella che ha sentito troppe volte alzare la voce, subìto quel disagio della mancanza di calma e della minaccia di un temporale che può sempre scoppiare, all'improvviso, quando meno te lo aspetteresti, quella sono sempre io. Sono così segnata da quei climi tesi che adesso ho il terrore di rivivere quella mancanza di pazienza, ma dall'altro verso. Io voglio, io devo trovare la chiave. Non mi posso arrendere. E se la chiave non la trovo a breve, voglio almeno imparare da te, che due-secondi-due dopo che è finita l'incazzatura il tantrum, sei lì che sorridi spensierato, come se niente fosse stato un attimo prima. Anche io voglio che il malumore passi come un nuvolone che corre veloce su un cielo blu da favola.
Questa primavera scorsa una chiave, una delle milioni chiavi che ci sono da scoprire, o da inventare, l'abbiamo trovata. Tu all'improvviso eri diventato manesco. Dal nulla, ti avvicinavi ad un bimbo o anche a me, dei due soprattutto a me, in effetti, e pizzicavi o tiravi forte i capelli o mollavi una brutta botta in faccia. Gratuitamente, per così dire.
Mi dicevano tutti che era normale, che passerà, di non darci peso. Le maestre parevano stupite che ogni giorno, immancabilmente, al riincontrarti al nido io chiedessi: e oggi come è andata? è stato ancora manesco? Se mi dicevano che si, anche oggi il n'a pas été gentil avec les copains.. io senza perdermi d'animo chiedevo, ancora una volta, se avessero notato se avveniva in coincidenza con la fame o la stanchezza o la noia. Non c'erano risposte sicure, non c'erano correlazioni solide. Una cosa però era più che certa: io un bimbino manesco non lo volevo. E che tu facessi del male ai tuoi compagni non riuscivo proprio a tollerarlo, tanto normale non mi sembrava. Tutto il contrario: normale non volevo assolutamente che lo diventasse.
La noia e la stanchezza sembravano due motivi plausibili. Poi un'altra idea si è fatta strada nei miei pensieri. Pareva assurdo ma forse lo facevi per cercare contatto, anche se in modo certamente maldestro. Sei sempre stato un bimbo sulle sue, tu. Poca fisicità, mi addormento solo, non voglio stare in braccio, mi lasci solo per favore? ...ad un certo punto forse ti sei reso conto, ma solo ad un livello recondito, che c'era qualcosa che ti faceva stare meglio, ma chissà non sapevi bene cosa e come ottenerlo. Ho pensato che erano le carezze, le coccole, il contatto, appunto. E così ne ho parlato con tuo padre e gli ho detto che secondo me valeva la pena provare a venirti a cercare e farti tante coccole, anche se te ne stavi sulle tue, anche se giocavi tranquillo per i fatti tuoi. Abbiamo promulgato un programma intensivo di coccole e abbracci, insomma. E così è stato. Ogni volta che ti accarezzavo e ti stringevo con dolcezza ti ripetevo: la mamma ti fa le carezze, les caresses, le coccole, les câlins. E lo so bene che dovrei evitare il più possibile di parlarti, io, in francese, ma lo facevo perchè tu sapessi che suono ha quello di cui hai bisogno. Perchè tu, anche tu, ne hai bisogno. Tutti hanno bisogno di coccole. Non lo sapevi e con tutta l'umiltà possibile ho cercato di insegnartelo, di mostrarti la via. C'è voluto un po' di tempo, ma alla fine, con mia grande commozione, hai smesso di essere irruento con i tuoi compagni, finchè le maestre hanno cominciato a raccontarmi... che te ne andavi in giro sorridente cercando coccole...
Adesso graffi e pizzichi ancora un pochetto quando sei stanco o arrabbiato, ma quando è di una coccola che senti il bisogno, ora riconosci quella sensazione e vieni a prendertela con gioia. Quindi secondo me, in quel caso, la chiave l'abbiamo trovata.
Perchè sto raccontando questo? Perchè allora tuo padre si è fidato di me. Certo non costava nulla e faceva solo piacere cercarti per un poco di coccole dissimulate da solletico, e un abbraccio e i massaggini nel lettino, che ora pretendi, prima che lui ti saluti, all'ora della nanna... Però ecco papà si fida ancora di me, a volte mi dice persino che sono brava e io faccio fatica a crederlo, anche se sì, penso che un tempo non avrei mai immaginato di essere capace di questa forza e pazienza... e che sì un po' brava forse lo sono. Per lo meno in confronto alle aspettative...
E comunque sono brava in teoria, non sempre nella pratica. Anche io alla lunga mi innervosisco. Papà mi lascia essere la teorica del duo, ma poi le teorie, per quanto istintive, devono funzionare. Se le riflessioni che faccio ad alta voce non portano da nessuna parte allora è normale che papà metta un po' in discussione le cose. Aiutami a capire come lo convinciamo che Sbam la pappa per terra è una fase che passerà con o senza alzare la voce ed essere sgradevoli. Che se manteniamo la dolcezza e la pazienza la passiamo più allegra? Che forse pretendiamo troppo da te e i tuoi 18 mesi-domani? Che se è anche vero che al nido mangi tutto e da solo senza un solo Sbam (ma sarà vero??), forse a casa possiamo ancora imboccarti per un po' di tempo, magari il tempo che ti sarai dimenticato di quel gusto proibito di farlo e vedere di nascosto l'effetto che fa.
Ma poi tu lo sai perchè papà è così esigente con te? E poi forse basta dire NO tutto il tempo e parlare di regole. Forse se insistessimo su come si fa, invece che su come NON si fa. Che se tu sei testardo e orgoglioso come tua mamma... si salvi chi può! Insomma bisognerà avvertire il papà chercheur che sto forse per tornare alla carica con un'altra delle mie teorie... tu intanto aiutami a capire però. indicami il cammino.
Buona notte, amore mio grande. Domani, alle 7 e 19 o forse e 21, c'è un certa discrepanza al riguardo, compi 18 mesi e io ti ringrazio di questa avventura, nonostante la fatica e la stanchezza che non ci abbandona mai.
la tua mamma
P.S.
Per vedere di dare una smossa allo scenario io ho ricominciato a leggere. Ho ricominciato da un titolo che vedevo sempre citato ovunque, e che all'inzio della lettura mi ha fatto esclamare: esattamente quello di cui avevo bisogno! Poi invece, ma non lo ho ancora finito e fatico un po', mi ha delusa. Leggerlo come ebook (su cellulare) non ha aiutato, mi manca il contatto con la carta, tornare indietro con facilità, ritornare su quel passo là (per farlo leggere al chercheur)...
Questo libro ad un certo punto mi ha fatto sentire una madre degenere. Poi mi sono assolta, non sono io quella degenere, forse è Pistacchio che è un alieno. E non sono più totalemente convinta che sia un alieno per pura responsabilità mia, come credevo un po' di tempo fa. Io l'ho forse assecondato, quello sì.
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Bésame Mucho di Carlos González |
Di questo libro mi piace che è spudoratamente dalla parte dei bambini. Certi esempi che porta, per dimostrare che in genere i bambini vengono trattati come esseri inferiori, sono illuminanti. Poi diventano francamente troppi e troppo svincolati da un contesto e privi di riferimenti molto importanti: per esempio l'età presa in causa.
E voi questo libro lo conoscete, l'avete letto? Lo condividete?
Ma soprattutto ce l'avete un metodo infallibile da condividere per fermare lo Sbam che ci affligge?