05 April 2014

la bamboccia

Dice che è come se l'adulta si portasse appresso quella bimba di 4 anni.
Quella stessa bimba che aveva davanti agli occhi cose difficili da capire e nessuno mai neanche ci provava a spiegargliele. Nessuno, così almeno pare alla lei adulta, si abbassò mai a guardarla negli occhi a darle una qualche spiegazione. 

Fu così che un giorno, doveva avere 9 anni, come riesce ad evincere da alcuni elementi incrociati, la maestra Silvia, che era buona come il pane, dolce come il miele e soffriva di terribili emicranie, teneva in grembo Saria Corbata (nome di fantasia). Dovette accadere che la bamboccia, che non aveva più quattro anni, ma che già da diversi viveva in un mutismo di spiegazioni, chiedesse alla maestra d essere presa in grembo a sua volta. Silvia pane e miele disse alla bimba di portare pazienza chè Saria era molto triste perchè suo padre era via per lavoro.

Il padre della bambina novenne, che chissà se già da allora si portava appresso una bamboccetta più piccola, era via per lavoro, esattamente nei giorni di questa storia. In quel periodo, e lo fece per nove mesi, stava in trasferta per tre settimane e poi tornava a casa per una. Ai tempi la bamboccia aveva un rapporto tenero con suo padre, doveva essere molto triste.

Nonostante avesse le stesse motivazioni di Saria per essere coccolata, la bimba si chiuse in un mutismo assoluto, lei e la sua sofferenza, pensando che era una grande ingiustizia.


L'adulta ha dimenticato quasi tutto della vita precedente al suo primissimo espatrio. Quando tutta la famiglia e la bimba di ormai 10 anni seguirono il padre in trasferta. La lontananza dai luoghi e dalle persone non ha rinnovato i ricordi, non li ha tenuti vivi. Eppure il viso di Silvia di miele e Saria Corbata, novenne anch'essa, capelli biondi dritti, labbra sottili,  sono intarsiati nella sua memoria. Non che l'episodio possa aver rappresentato quel grande trauma, per lo meno rispetto ad altre cose, che deve aver rimosso, non c'è altra spiegazione. Perchè ricordarsi proprio di quell'abbraccio negato?


Dice che ora in tutte le relazioni, la bimba di quattro anni prende il sopravvento e vorrebbe essere consolata, un po' come quella volta. Quella bambina che non capiva cosa stava succedendo, eppure per solidarietà  con le persone che amava, e per emulazione, taceva il suo soffrire.

Quella bambina ha messo un muro tra sè e gli altri impedendo a tutti di entrare davvero. Quella bambina è rimasta in attesa che qualcuno la vada a salvare.


Dice, l'ultima matrioska, che l'adulta deve trovare il modo di consolare quella bimba piccola. Il fatto è che ad ascoltare il suo pianto si direbbe che sia inconsolabile.

camminando per il centro di Montepello, questa mattina, in tanti si sono imbattutti in una donna molto triste, che portava stretta in braccio una bimba piccola  in lacrime.

14 comments:

  1. C'è una booknomination per te :)
    http://www.babbonline.blogspot.it/2014/04/booknomination.html

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  2. E' incomprensibile come certi ricordi si piantino letteralmente nella nostra testa e non vadano più via. Con quelli bisogna confrontarsi. Anche se ci sarebbe tanto altro di bello da coccolarsi dentro.

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    1. il realtà la rilettura di questa scenetta che è impressa afuoco nei miei ricordi, ha un senso così profondo che è quasi ovvio portarmela appreso. E' una delle chiavi. Quello chemi sconvolge è che di altre cose senz'altro ben più dolorose non ci sia più il ricordo visuale. Solo le conseguenze, solo il dopo e la me cosciente ed in grado di ricordare.

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  3. Sono sempre quelli che parlano di più a essere consolati. A dispetto del fatto che "non bisogna lamentarsi perché si diventa noiosi". Mah.
    Da quando ne hai parlato, faccio quasi tutte le mattine il saluto al sole, sai? Fa davvero bene.

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    1. in realtà sono coloro che sanno chiedere - o anche pretendere- consolazione con estrema simpatia che sbancano. Noi altri si resta muti e toccherà imparare il mestiere. O come dice probabilmente a ragione la Matrioska, consolarsi da soli! Sto cercando di capire da dove si comincia.
      (tra parentesi è stato il vedere in azione una simpaticissima Drama Queen che ha ispirato il blabla inconsulto alla fine del post precedente.In cui ho detto una serie di cazzate immani e dovrei tornare indietro a cancellarmi, censurarmi, punirmi un po')

      La felicità pura e dura che provo nell'averti ispirata. E anzi te la ripropongo, perchè io ultimamente non sono stata ligia, ora chiudo qui e mi sparo 5 minutini di saluti in comunione con te! Grazie!!

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    2. Mi fa piacere che ti dia soddisfazione. Anche stamattina ho insistito, benché qui di saluti se ne dovrebbero fare piuttosto alle nubi. E che dire, hai ragione sulla simpatia. Ma non è da quel genere di simpatia che si misura il bisogno reale di consolazione altrui. Al contrario.
      Cos'è una drama queen? una specie di simpatica? ;-P

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    3. Ums drama queen è la regina della tragggedia. Quella che solo lei sa cosa significa dolore.
      Poi mica tutte sono simpatiche.

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  4. No Squa, non punirti, né per i commenti di getto, né per non essere Drama Queen. Ti capisco eh, ricordo bene una perfetta drama queen (simpaticissima però non direi) il cui momento di crisi personale diventava la crisi di tutti nonché affare di stato, in un epoca di piena adolescenza in cui io mi sentivo spesso quasi invisibile.
    Ma penso comunque che ciascuno abbia i propri nodi quindi, per quanto per me sia tentatore, il paragone con altri e ben poco utile. E `consolarsi da soli`credo possa essere non una chiusura, ma un accogliersi, accettarsi, un prendersi la responsabilità di se stessi che apre la via a saper anche chiedere e ricevere l'appoggio esterno.
    E già che sono in vena di pontificare ri cito pure la teoria del paradosso del cambiamento: gli sforzi per cambiare servono a poco, parrebbe, perché è nel momento in cui ci accettiamo così come siamo che il cambiamento agognato magicamente avviene.
    Non so se sono finita fuori tema :-)
    Abbraccio te, novenne e quattrenne. Meg

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    1. Non mi interessa il confronto. Mi interessa capire perché mi sottraggo e cambiare modalità.
      Mi sa che hai ragione. La matrioska mi ha detto una cosa simile. Cje mi ha turbativa però. Che finchè mi domandero' (e le domandero' insistente) qual'è la via e come faccio a cambiare, falliro' e la farò fallire.
      d'altra parte è vero che il pensiero, quella bamboccia se da un lato mi strazia il cuore, dall'altro placa la sofferenza. Non sono io, è quella bimba che è rimasta in un angolo tutto questo tempo ed ha bisogno di aiuto. Pensare di dover aiutate lei ha un suo senso speciale.
      Grazie Meg

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    2. Ehm.. Si il confrontarsi mi sa che era roba mia
      Credo che tu e la bimba, insieme, farete grandi cose :-)
      Meg

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  5. Ho timore a scrivere, perché ho ancora il cuore che batte forte. Nessuna pietà, solo un abbraccio. Alla piccola Te e alla piccola Me, che forse un tempo avrebbero potuto consolarsi a vicenda.
    Spero quello sia solo un ricordo, voltare pagina e chiudere un capitolo richiede molta energia, ma spesso è indispensabile.

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    1. Non è un ricordo, questa bimbetta è qui, da quando mi è stata svelata la sento qui cin me ed è una sensazione incredibile. Mi pare un film.
      Non riesco neanche a immaginare che un capitolo si chiuda. Sono io, intrappolata in un personaggio sconodo dall'inizio fino a qui, mi serve una specie di miracolo. E che il dolore si trasformi in qualcosa di positivo.
      chr poi di buono c'è che io riesca se non proprio a parlarne, a evocare quel dolore. 33 anni sono restata a tacere arrabbia

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  6. Se ne parla, pensa te, in un libro insospettabile: Peter Pan. Di fronte alla prima ingiustizia (reale o percepita) il bambino ammutolisce. La vita continuerà certo, ma il suo rapporto col mondo sarà per sempre filtrato da quell'evento, che non sarà mai del tutto perdonato. C'è qualcosa di splendido nella tristezza, epico persino, creativo certamente visto che ne nascono post così delicati. Io la bimba inconsolata me la terrei vicina, è una parte di te e ti definisce. Se non consolazione ti auguro l'accettazione, che per me è sempre stato il primo passo per aggirarmi nel mondo meno dolorante.

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    1. Delicata io? Disse colei che si sente un pachiderma.
      Accettazione. La corteggio. Non cede.
      Ti abbraccio Why!!!

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova