30 May 2013

paure oniriche

Mi sono svegliata e sono andata diretta a scrivere questo, quasi mi scappasse:

...riconoscere per tempo quel che farà paura...
Perchè a volte le paure prendono a tradimento,
cambiano i venti e tu ti ritrovi lì in balia.
Chissà che sognavo. Chissà che vuol dire.

8 comments:

  1. la paura...
    io ci "convivo" con le paure...
    ne ho un bel po'...e hai ragione a volte ne spuntano di nuove.
    io da un po' di tempo, ho fatto un patto con la paura ...
    le ho promesso di darle sempre un nome, di visualizzarla, di conoscerla...e di esternarla, tirarla fuori da me...
    ecco, così ne prendo le distanze. la voglia di vivere senza paura è più forte della paura stessa...così arriva il coraggio.
    e non è che poi io non abbia più paura sia chiaro, solo che la contrasto con il coraggio e così continuo a vivere...
    è un esercizio continuo, un modo per crescere.
    (esempio: paura dell'aereo, ma trovo sempre il coraggio di prenderlo, amo viaggiare e non voglio che mi limiti questa paura)

    come diceva qualcuno, si ha coraggio solo se si ha paura

    ReplyDelete
    Replies
    1. già...
      Le paure senza volto e senza nome, che si insinuano così nei sogni, son le peggiori.

      Delete
  2. qualsiasi cosa tu abbia sognato hai un inconscio bello saggio: ricordarsi di non farsi trovare in balìa è sempre un buon consiglio!
    sempre all'erta sto, che l'abisso mi si apre sempre quando meno me lo aspetto.

    ReplyDelete
    Replies
    1. quel che mi destabilizza parecchio è che quel che oggi è una crepa domani diventa un abisso. COsì è difficile crescere. O forse sembra solo.
      Però la paura davanti all'abisso che ieri era percepito solo come una crepa mi mette proprio triste. E scoraggiata.

      Delete
  3. crepe a abissi per quanto profondi e paurosi non possono, non devono scoraggiare

    ReplyDelete
    Replies
    1. ci si prova, per fortuna non ci si arrende :)
      già meglio comunque, l'inquietudine senza volto e senza nome per fortuna ha avuto buona compagnia

      Delete
  4. Io non mi ricordo dove, mannaggia, e se qualcuno mi ritrova il libro lo ringrazio, ma l'ha detto bene Marguerite Yourcenar, che parafraso e sintetizzo: viviamo tutti in case come palafitte sul vuoto. C'è chi lo sa da sempre, chi non se ne accorge mai, e chi lo scopre aprendo una mattina la finestra. Tutto sta ad abitare bene la porzione di spazio stabile che ci è data (o ci siamo costruita). E a cercare di rimanerci ben piantati, aggiungo io.

    ReplyDelete
  5. mannaggia quanto è potente questa immagine. proprio così.
    A volte me lo dimentico quell'abisso e rivederlo mi fa mancare il respiro. Buona giornata Why!!

    ReplyDelete

Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova