Qui se non ci penso io quella non scrive più. Non dice niente, ma glielo si legge in faccia, senza che ci sia bisogno che lo dica: c'ha il blocco. Oppure la responsabilità è mia, che non l'aiuto mica. La mattina mi sveglio alle 6.15 e poi basta, non voglio più dormire. E che ti credi mamma? Hai cercato di tenermelo nascosto per continuare a fare le tue cose bella tranquilla, ma io ormai ho visto che faccia simpatica hai la mattina, allora anche io voglio fare questa cosa dell'insonnia mattutina insieme a te.
Siccome di questa cosa qui che ormai io al mattino mi sveglio presto, ormai da un po', allora poi la mamma ha provato a fare le sue cose la sera dopo che mi addormento, ma niente non ce n'è, riesce solo a leggiucchiare o navigare su internet, dice che scrivere è la sua cosa dell'alba. Intanto così lo stesso sta sveglia fino a tardi e poi la mattina non riesce più ad alzarsi presto. Figurarsi che la sto svegliando io, tra le 6 e le 7, non si era mai visto. E non è mica più tanto di buonumore quando viene a portarmi il biberon. E che succede? Prima mi illude con le gioie mattutine e poi viene con quella faccia ingrugnita? Dai mamma, animo, facciamo cose insieme già alle 7 del mattino.
Giorni fa ha fatto una lista di tutto quello che dico. Papà voleva che cercassimo di datare più o meno ogni parola. Il gioco ha divertito la mamma. Quella è disordinata come il Caos in persona però le piace fare liste, gli archivi, i suoi schemi. Così s'è messa lì e ha fatto la lista. Mettetevi comodi, che qua la mia mamma mica è l'unica con la logorrea...
Luce
Dicono che la prima parola di senso compiuto che ho detto non è stata nè mamma nè papà, ma luce: uce. Puntando il lampadario. Poi misteriosamente ho smesso, adesso se mi indicano il lampadario soffio, perchè così fanno mamma e papà per spegnere la luce nel Sacro e Santissimo Rituale della Nanna che mi tocca ogni sera (grazie che poi quando mi mettono a letto non dico una parola di protesta, finalmente il Rituale è finito e mi lasciano in pace).
Mamma, papà
Poi son venute le due parole magiche: mamma e papà, a fasi alterne. Prima avevo capito che erano tutti mamma. Poi mamma erano coloro che io cercavo e papà coloro che arrivavano. Poi, subito dopo che mamma aveva scritto quel post, giusto per spirito di contraddizione, chiamavo papà tutto e tutti e la parola mamma non la dicevo più manco per sbaglio. Ora che ormai sono grande (17 mesi n.d.Pistacchio) ho capito perfettamente cosa è una mamma e cosa un papà e con la mamma ci divertiamo molto a fare un gioco. Comincio io e dico mamma! e lei: Pistacchio! E io di nuovo: mamma! e lei: Pistacchio! mamma! Pistacchio! mamma! Pistacchio! sempre più forte finchè non scoppiamo a ridere. Oppure io faccio i suoni e mamma ripete pa pa mfu mfu tpi tpi le le. Oh mia mamma non si stanca mai, potrebbe andare avanti le ore. Non la frego neanche con i suoni più astrusi, sctff sctff.
Ah! (più piccola, grande riflessione sui NO)
Poi ho cominciato a fare ah! Non è proprio una parola di senso compiuto, però mamma dice che è uno strumento comunicativo mica da poco. E se lo dice lei... Quando una cosa è calda oppure pericolosa, io dico ah! Oppure se mi avvicino ad una cosa e mamma fa ah! capisco che non la devo toccare. Questo mica significa che io non la tocco lo stesso. Mamma mi deve aver detto NO! Pistacchio non toccare quello almeno cinquemilioni quattrocentoventisettemila novecentocinquantadue volte. Io le conto. Alla cinquemilionesimo quattrocentoventisettemila novecentocinquantatreesima volta io poi non lo faccio più.
Mamma, da quando il maestro della crèche (il nido) le ha rispiegato, non si spazientisce più. Che lei già l'aveva letto sui libri suoi che cosa sono i no, l'importanza di ripeterli con calma e pazienza milioni, miliardi di volte e che a noi bimbini in qualche modo ci fa sentire anche protetti sentire no tutte quelle volte. Se non ce li dicono più non ci sentiamo mica troppo a posto. Però ci voleva il maestro O. che le facesse lo spiegone, se non proprio sul campo, ma sul confine. Ha descritto i no come delle pareti che circondano e rassicurano il bimbo Pistacchio, così come tutti gli altri bimbini. Che lui ha bisogno di tastarle, mille, milioni, miliardi di volte. SOno invisibili le pareti, sono fatte della voce di mamma e papà che dicono no. Loro me lo ripetono e io mi dico ah ecco era no. E allora dopo aver parlato col maestro O. la mamma ha smesso di alterarsi. Ora non si scompone punto, mi ripete no con infinita dolcezza anche settecentomilioni di volte, se necessario. Per esempio, quando trovo il cancelletto aperto ed entro in cucina, lei mi raggiunge calma, mi prende per mano e mi dice lo sai Pistacchio che qui i bimbini non possono entrare, vieni aiutami a chiudere il cancello. E allora io la faccio contenta e chiudo il cancelletto. Invece se la stessa cosa succede con papà, lui si arrabbia e mi dice no in una maniera che mi fa venire una voglia di ribellarmi incredibile e allora, che ci posso fare? io mi ribello, mi siedo per terra e mi ribalto e sbatto la testa così lui si preoccupa. Ma questa è un'altra storia, ve la racconta la mamma se ne ha voglia.
Lo stesso discorso vale con la pappa. Ultimamente la mamma s'è decisa a farmi mangiare solo. Finalmente! Poi ci torno su su questo argomento. E io, che vi credete? Sono andato avanti per giorni e giorni a buttare la pappa per terra. Più papà si arrabbiava più io lo facevo di nuovo. Lo guardavo proprio fisso negli occhioni suoi, grandi come i miei, lentamente come a rallentatore prendevo la pappa e sempre lentamente la buttavo per terra. Papà diventava folle di rabbia. A dire il vero quando lo facevo con la mamma, anche lei si arrabbiava, meno ma si arrabbiava comunque, lo capivo anche se si conteneva. Poi la maestra N. le ha fatto un altro spiegone, le ha detto che ormai capisco tutto (anche in francese, tra l'altro) e di dirmi con molta calma quali sono i patti all'inizio della cena: la pappa non si butta a terra e se la butto si scende dal seggiolone e basta pappa. Quella stessa sera la cena è andata proprio così: mamma mi ha spiegato molto serenamente le regole, io ad un certo punto però la pappa l'ho lanciata giù lo stesso, mi sa che dovevo capire se faceva sul serio. Lei in effetti mi ha messo giù. Semplice. Non ho protestato neanche un pochetto, probabilmente non avevo fame. Pace. Il giorno dopo, con molta tranquillità, mi ha fatto di nuovo la spiega prima di mettermi davanti il piattino, sì qualcosa è caduto ma io non ho buttato per terra intenzionalmente nemmeno un filo di pasta. Il terzo giorno neppure. Mamma e papà sembrano molto fieri di me. Ma che c'è da essere fieri? Pure la maestra N. gliel'ha detto: basta spiegarmele le cose, ho diciassette mesi, mica sono nato ieri.
NO! lo so dire anche io
Dopo le parole (luce), mamma, papà, aah!, ho detto NO. E non ho mai smesso. No significa no ma a volte anche si. Mamma mi chiede Pistacchio lo vuoi uno yogurt e io dico no anche se sto morendo di voglia di mangiarlo. Tra l'altro, ogni volta che mi offrono uno yogurt mamma e papà fanno sta scenetta strana, vanno al frigorifero tirano fuori una cosa qualsiasi e mi chiedono in maniera parecchio teatrale è questo lo yogurt? E io naaaaaaa. Poi tirano fuori che so io un limone e di nuovo è questo lo yogurt? E io, e daje: naaaaaaa. Poi tirano fuori lo yogurt e per aiutarmi mi dicono si, si facendo su e giù con la testa invece che scuotendola a destra e sinistra, io forse lo so che dovrei dire si a questo punto però è più forte di me, pure stavolta dico naaaaaaa. Un paio di volte mi so scappati dei ti tenerissimi che mamma quasi tirava fuori il fazzoletto per piangere e se ripetevo quasi quasi stappava la boccia di champagne, ma mi sono corretto subito scuotendo il capo e cantinelando naaaaaaa.
In generale dico dei no proprio tanto convinti, tipo na, na, non se ne parla neanche. Li dico ad ogni frase che poco poco ha un punto interrogativo alla fine. Io glielo faccio sudare questo benedetto si, secondo me mi conviene.
Pappa (/mangiare) e comitati di liberazione
Torniamo a noi. Mamma questa parola l'ha messa a questo punto della cronologia, in realtà pappa lo dico da mo', secondo me quelli pensavano che io stessi dicendo papà, invece io volevo magnà. Ora per non sbagliarci troppo invece di pappa in quanto concetto dico piuttosto mangiare in quanto azione e lo esprimo nella parola di ahm, che forse me l'hanno insegnato alla crèche, non si sa bene.
Tra l'altro, visto che siamo in tema e la digressione regna sovrana, ne vogliamo parlare di questo discorso pappe? ché mamma non c'ha avuto il coraggio finora. Dai mamma esci dall'armadio, fai outing. Dillo che fino a 16 mesi suonati mi hai propinato le tue pappette. Otto denti suonati anche loro e ancora purea di ogni cosa. Oh ma per chi mi hai preso? Cinguettavi pure le tue produzioni industriali del fine settimana. Cip cip, 15 pappe, cip, pronte da congelare. Finchè una sera hai visto un bimbetto di poco più di un anno che si mangiava le sue patate e fagiolini lessi tutto solo, seduto allo stesso tavolo con me, imboccato della mia purea come un mentecatto. Tu confronti non ne vuoi mai fare e fai bene, però davanti al bimbettino che mangiava tutto solo delle domande te le sei poste.
E' stato poi quando su twitter Bianca ha fondato il #CLP: Comitato Liberazione Pappe, che la mamma finalmente ha capitolato. Io qui la voglio ringraziare pubblicamente Bianca. Certo la mamma ora mi propina certe schifezze, quella a cucinare non è mica capace, dovrebbe parlarne con qualcuno, fare una scuola, che ne so io. Le pappe a dirla tutta erano più saporite, però dai almeno mo' mi danno il mio cucchiaino, sì mi aiutano, ma il cucchiaino me lo gestisco io,e poi diciamolo, sono io che comando. Se quelli non sono gentili, tutto a terra finisce. A schifìo.
Per riassumere, in seguito alla liberazione dalle pappette, a volte mangio meno a volte faccio i capricci (a volte che schifezza di pappa, povero me), ma insomma va bene uguale, grazie alla liberazione dalle pappe direi che siamo una famiglia più contenta.
Yogurt
Poi è venuto il momento della parola tutu che sarebbe lo yogurt. Che io amo da morire senza edulcoranti aggiunti, quei due fregnaccioni dei miei genitori se lo mangiano con lo zucchero o con la marmellata. Tze, che mollaccioni. Io nature. Mi ricordo ancora la prima volta che me l'hanno dato, ho fatto la faccia dell'acidità, ma poi già dalla seconda cucchiaiata, buono lo yogurt.
Moi
La mia prima parola francese, secondo la mamma si colloca a questo punto della cronologia. Ma lei che ne sa di cosa dico alla crèche, quelli mica le raccontano tutto secondo me . Ho imparato a dire moi da una canzone, all'inizio lo dicevo strano, la mamma l'ha già raccontata sta cosa.
Adesso lo dico proprio bene anche se non si è capito se so che cosa sto dicendo.
Cip cip, bau bau, latte,
Poi via andare ho detto cip cip che sono gli uccellini, bau bau che è il cane. Tatte che significa latte.
Zii e nonni
Ho detto zia e poi nonno e a ruota nonna. Al giorno d'oggi mi diverto ad indicare i nonni sullo schermo in comunicazione skype, indico prima uno e poi l'altro declamando con due toni di voce distinti: nonna, nonno. Lo faccio anche col nonno che è restato spaiato, nonno, e puntando nel vuoto dico: nonna. La mamma distoglie gli occhi un po' triste, non ho mica capito perchè.
Banana, kiwi
Nana e psipsi nella versione originale, ora tramutatasi in uiui
Tutto
quando ho finito il biberon oppure lo yogurt o anche la pappa dico tutto (l'ho bevuto, mangiato tutto). Lo dico anche se ne è rimasto un po', forse voglio dire basta.
Bicicletta
Il capolavoro di mamma e papà. A furia di portarmi e prendermi alla/dalla crèche sulle magiche due ruote, la bicicletta è amica mia, la chiamo tetta e starei ore a girare i pedali o a sporcarmi le mani sui copertoni. Saltati in sella, se si dimenticano di mettermi il caschetto ci penso io: mi picchio in testa e quelli se lo ricordano.
Pipì
In Francia si sà i bisogni si fanno in un loculo buio e isolato dal resto della casa, che prima di poterti lavare le mani devi aprire almeno due porte. Io avevo notato sta porta, sempre chiusa, ma che ci sarà dentro? Vedevo la mamma entrarci ogni tanto e mi chiedevo ma 'ndo va? Finchè un giorno, finalmente, s'è degnata di spiegarmi. Pistacchio, la mamma va a fare la pipì, m'ha detto. E non potevi dirmelo prima? Ora lo dico ogni volta che qualcuno si avvicina al cesso. Pipì, pipì, pipì, non sono sicuro di aver capito cosè ma è a tuttoggi è la mia parola preferita. A pari merito con...
Cacca
Questa parola è datata. L'ho detta la prima volta il 20 di giugno e me l'ha insegnata la nonna. Aveva notato che nei miei farfugliamenti apparentemente senza senso c'erano molte cc cc, così lei senza indugio mi ha lavorato ai fianchi e mi ha detto, prova un po' secondo me riesci a dirlo: cacca, cacca. E Pistacchio quasi senza esitazione cacca, anzi caccà. Limpido, perfetto, efficace, solo con una pronuncia un filo sospetta.
Poi le mie conoscenze in merito cacca sono esplose. Non so bene com'è successo, ma nel giro di un paio di settimane non solo lo dicevo ma sapevo anche che era. Quella pazza ora me la fa anche vedere ogni volta che mi pulisce, vedi questa è la cacca. Ho assimilato tanto bene il concetto che ormai la annuncio. Non si è bene capito se lo dico prima, durante o dopo farla. Punto col dito al pannolino e come un po' preoccupato dico: cacca! Però intanto ora ogni volta che lo dico quelli mi spogliano e mi mettono su quell'oggetto bianco che io chiamo pipì. Mamma cerca di mettermi a mio agio. Poi mi hanno comprato un coso da mettere su così mi siedo più comodo.
Mamma dice che ci voleva scrivere un post, ma tanto quella c'ha il blocco, così io intanto ho fatto lo spoiler. Non è che mi vogliano proprio spannolinare. Quelli sono troppo pigri, e io forse (ma forse) un po' troppo giovane,
però gli piace fare le spiegazioni di causa-effetto. Quelli, detto tra noi, mi vorrebbero
spiegare tutto. Pure la luna...
Tram, macchina e biscotto
Da fine giugno il bum, sono arrivate tre paroline simpatiche: tam, brum brum e coccò, che già con cacca c'era il dubbio, qui se lo sono tolto, hanno deciso che c'ho l'accento francese e coccò lo dico con la boccuccia chiusa che mi sentisse quello zio lì un po' antifrancese si metterebbe le mani nei capelli, ma tant'è. Di rimando, su tema bilinguismo, dalla crèche riportano che invece ho un forte accento italiano a parlare francese. Quelle due parole che dico. Sarà.
Acqua
Tapta, che è sia quella che si beve, sia una metonimia per bagnetto. Che mi piace da impazzire. Mi hanno portato in piscina, al mare, al fiume e giusto ieri pure al lago e non ho ancora capito perchè non mi mollano quando mi mettono nell'acqua. Lasciatemi no? Sempre a marcarmi stretto, pussate via.
Che poi sarebbe il mio oggetto transizionale detto in francese. A casa mamma e papà lo chiamano topino della crèche, molto semplice e immediato, alla crèche lo chiamiamo doudou. Vedete che sono già bilingue?
Epilogo
Adesso però basta che sono stanco.
Merveilleux!
ReplyDeleten'est pas?
Deleteun bacione!
Io ho letto tutto avendo davanti il faccino allegro di Pistacchio-Cuorcontento.
ReplyDeleteBravo il Pistacchio che cresce ma brava anche alla sua mamma.
ps. il CLP esprime tutto la sua soddisfazione per i risultati ottenuti in così breve tempo.
hai letto tuttoooo???
Deletesei un'eroina! unpost maleducato per quanto lungo
p.s. Pistacchio dice che la strada é ancora luuuunga... ma non demorderemo. E che conta ancora sulla tua pizza!!
stupendo questo post! saluta la mamma da parte mia!
ReplyDeletela mamma ha ripreso il comando, anche se forse lo cederà di nuovo a breve e ricambia il saluto
DeleteHo il sorriso stampato sulla faccia!! Ma siete fantastici!!
ReplyDeletema che carina che sei
DeleteMi sa che Pistacchio non ha il blocco della mamma :)
ReplyDeleteah no di sicuro! vedessi come se la chiacchiera, parla giapponese, ma chiacchiera.
Deletegrazie dei cip cip nel lato dell'insonnia che non mi piace :)
Cip cip gradito. Non so se twitter fosse giusto ma visto che c'eravamo ;)
Deleteahah bellissimo!
ReplyDeleteIl est vraiment merveilleux!!! Tu es merveilleux! Cet ecrit est merveilleux!
ReplyDeleteArrossisco
Delete"Parlo come un portinaio giapponese" mi ha fatto morire, qua ne abbiamo un altro!!!
ReplyDeleteCarinissima, l'idea della cronologia delle parole, Pimpi ne dice diverse esattamente come Pistacchio, tra cui Ta-tte, anche se dice benissimo la elle in altre parole! :)))
Lui ci prova ma i suoni sono proprio japan, e lo dico con cognizione di causa ché al momento divido l'ufficio con due deliziose giapponesine
DeleteFantastico questo viaggio nel vocabolario "pistacchiese" ;-))...sorrido pensando a quando potrà leggerselo tra qualche anno...
ReplyDeleteMa ciao! Ma tu dove sei sparita?!
DeleteFavoloso questo dizionario!!
ReplyDeleteAnche questa mamma qui, non ha studiato molto sul bilinguismo... ma indipendentemente dalla lingua, le prime parole sono una soddisfazione immensa.