NOn ho avuto tempo e soprattutto energie
di rispondere ai vostri ultimi commenti, che sono bellissimi, me ne
scuso. Qui stiamo in un vortice. In trincea, appunto...
Appena firmiamo un armistizio torno a chiacchierare.
Però nel tentativo di combattere la sindrome della pagina bianca, m'è scappato di macchiare questo schermo di logorrea incontenibile. Sappiatelo e lasciate ogni speranza o voi che iniziate.
Le parole sconclusionate che seguono le scrivevo ieri ad ore antelucane... le riesco a postare stamane perchè il pupo stanotte ha dormito, io ho riposato e mi sono trascinata fuori dal letto, invece che gongolare tra le coperte. Infatti da qualche tempo a questa parte, la mattina .....
........o Pistacchio si sveglia presto, oppure non oso muovere dito per lasciarlo dormire, oppure ancora sono troppo stanca e resto sdraiata al buio, surfando mollemente col mio Smartie adorato, da una parte santo subito, dall'altra fonte di inesauribile spreco di tempo. Tant'è. NOn è tempo per
crescere altrove e altrimenti, ne prendo atto. Solo, ho bisogno di uno spazietto per me ogni tanto,
evviva il teatro, evviva un'uscita ogni tanto con neo-amiche (ormai lo posso dire, e mentre lo scrivo mi commuovo). QUel che però urge riprendere è una riflessione più strutturata sul parenting, sulle sfide che ci attendono, che sono già iniziate e ci stanno travolgendo.
La notte appena trascorsa non è una tipica notte, ma racconta una storia che si sta ripetendo, temo sempre più spesso. Anche se ogni giorno, ogni notte, di questi tempi, è entità a sè. Stiamo in trincea come si usa dire. E
se non sono già i terrible-two, se c'è un peggio che deve arrivare, allora io mi preoccupo sul serio. Ho bisogno di tempo per prepararmi, fermare tutto, fare il vuoto, respirare a fondo, prima di tuffarmi in qualcosa che sia ancora più grande di questo. Ci stiamo sfinendo. La pazienza vacilla troppo spesso.
Devo anche rinnovare il monito da rileggere quando mi verrà di nuovo voglia, che
basta week end fuori porta, che ci riportano più sfiniti di prima all'ovile. LA settimana scorsa era già stata terribile, troppo intensa, papà in trasfertà e io che mi metto a organizzare troppe cose, per troppi giorni di fila. La piscina la domenica, la compagnetta del nido a cena il lunedì, la famiglia Sivigliana il martedì. Poi
la bella Sivigliana resta con Pisti nel dopo cena, io vado a teatro e lei lo mette a letto, ma questo meriterebbe un post a sè. Che una terza persona mettesse a letto Pistacchio è successo mica tante volte. Tre mi pare. Insomma una valanga di energie e emozioni, Troppe. Le settimane precedenti neanche tanto più serene, tra gastrò e stanchezze varie e diffuse. Soprattutto 4 giorni di fila la nido, senza pause. Aggiungiamoci un week end fuori e poi via si riparte per una nuova settimana.
Santo mercoledì, santi mama e papadag che saranno solo domani ma sto bramando già, per fermare le bocce, fermare questa centrifuga incomprensibile, provare ad affrontare all day long questo uragano fatto a volte di pianti inconsolabili, a volte di testardaggine, a volte di tristezza infinita, ma contraddittoria, che allo stesso tempo vai via, stammi vicino, non ti voglio, stringimi forte.
Stanotte è cominciata, o meglio è finita, alle 2. E' partito il turno del papà, che ti ha calmato, ti ha dato acqua, ti ha raccontato una storia. NOn ho contato quante volte. Forse 3. IL tuo mantra: ja-bà ja-bà ja-bà, ovvero là-bas, tradotto: (voglio andare di) là. La prima volta ti ha portato là-bas a farti vedere le macchine parcheggiate, le biciclette sul balcone, gli alberi che ondeggiavano al vento. Poi è riuscito a calmarti e riportarti alla nanna. Ti calmavi nel giro di 15-30 minuti, 'svenivi', ti risvegliavi dopo 15-30 minuti e si ricominciava.
Il mio turno è partito verso le 3.30, con mezzora di anticipo vista la tragicità della situazione. Hai ripetuto straziante come una cantilena Tatte-tatte-tatte. Ieri sera ti eri mangiato l'equivalente di un bue, ma può essere che avevi sete, eri in un bagno di sudore. HO ceduto. Ti ho portato là-bas, ti ho seduto sul poang del soggiorno mentre preparavo il biberon. Vedere la sequenza di movimenti per preparare il latte ti rassicura, da qualche tempo. E io che ero quella che non voleva associare il latte al sonno, non volevo che il biberon significasse rassicurazione. Dov'è finita quella donna? Dove sono finita?
Non avevi nessuna intenzione di tornare in camera tua. MI è andato in corto il cervello, ti ho lasciato seduto sul tappeto e ti ho detto la mamma è stanca, ha bisogno di dormire e va a letto. Sono andata a letto. Sei restato un po' lì a parlottare, nel tuo linguaggio incomprensibile. POi, trotterellando nel tuo sacconanna (ma quanto sei buffo?), sei arrivato fino al lettone. Ti ho tirato su. Un attimo prima eri vispo vispissimo, una volta vicino a me hai giocato un po' all'orsetto, poi ti sei messo a pancia in giù vicino a me, segno inequivocabnile di rilassamento. Ti ho coccolato un po'.
E' successo solo una volta, nella tua carriera di bimbino da 0 a 21 mesi, che hai dormito una porzione della notte insieme a me. Un paio di settimane fa, al termine di una notte ugualmente tormentata come questa. Non è una cosa che cerchi. Ti svegli e strilli, venire nel lettone non è (ancora?) il tuo scopo. Comunque ti sei calmato. Appena papà si è reso conto, si è arrabbiato, si è trasferito sul divano.
Non è d'accordo, in teoria neppure io, ma durante notti così tormentate so solo ripetere: io lo voglio qui.
Il chercheur, la voce della solidità: NOn confondere quello che vuoi tu con quello che è meglio per lui. Quest'uomo l'ho formato io ed ho creato un mostro. Quest'uomo ha probabilmente ragione, ma allo stesso tempo io sento l'esigenza di sapere che la prossima volta che inizierà a gridare, sarò vicina e gli potrò fare subito una carezza. Non ne posso più di sentirlo gridare disperato.
La mia fede nel sonno-nel-suo-lettino non aveva ancora incontrato le urla di pura disperazione. Dice lui, mettiti -anche tu- i tappi... Quest'uomo ha decisamente bisogno di dormire.
Alla vista del papà che se ne va Pistacchio scende dal letto e lo segue. Vuole mamma, vuole papà, o forse, molto più probabilmente, non lo sa nemmeno lui cosa vuole. BAttibecchiamo un po', io e il papà. NOn siamo tanto lucidi, io almeno. Lui dice che lo stiamo confondendo. Non posso dargli torto, il fatto è che una linea non ce l'ho. Non ancora (aiuto!), ma ce l'avrò, ce la devo avere.
Riprendo Pistacchio in braccio e ritorno in camera sua. Ad un certo punto mi sviene in braccio, lo metto a letto. Lo so già che nel giro di poco strillerà di nuovo. Infatti dOpo poco ricomincia piangere. Il papà, nel frattempo rimigrato nel lettone, sostiene che reagiamo troppo in fretta e dobbiamo lasciarlo piangere un po'. Piange forse un minuto e mezzo e poi si ferma di botto, a mezzo strillo. Mi si ferma il cuore. Poi per fortuna tossicchia un po', e poi tutto tace. Finchè, forse 15 minuti dopo, riattacca di nuovo mamma, mamma, mamma, tatte, tatte, tatte. Solo che ha bevuto 250ml un'ora prima (e un bue per cena). Mi presento con dell'acqua. che rifiuta, colpisce, si dibatte. Questa volta sono fermamente ocnvinta a non lasciare la sua stanza. Però penso anche che non vorrei fargli venire quel luogo in odio. Il ja-bà è incessante. Si dibatte come un pesce.
Poi mi hai morso, Pistacchio, mi hai morso forte, esattamente sul cuore. Nel giro di qualche minuto singhiozzavo piano, insieme a te, ma non per il male, che non sapevo più da quale lato del cuore venisse, ma per la mia inutilità, per l'incomprensibilità e l'incapacità di tranquillizzarti. Non sono servite le storie sui tram che ti piacciono tanto, non è servito cantare, nè provare a contenerti forte. Non è servito aprire la finestra per farti prendere aria, ché intanto eri un bagno di sudore. Domani, cioè oggi, che dalle 2 ad adesso intanto la notte è passata, porca di quella paletta, o i giorni successivi, probabilmente sarai malato di nuovo. COs'altro bisogna aspettarsi? L. la bimbina biondissima del nido ce ne ha già un po': un nuovo fantasmagorico giro di gastrò. Ci vorrà poco e arriverà a te, stanco e provato. Non abbiamo supporti che possano tenerti lontano da lì preventivamente, questione di scampare il bacillo di turno.
Restiamo lì sul poang in camera tua. Tu che ti dibatti, io che singhiozzo piano piano, finchè arriva papà, che finora ti ha sentito benissimo, solo un pochetto ovattato dai tappi nelle orecchie. Finisci in braccio a lui che ti riempie di baci e ogni volta che fa una pausa tu dici dipserato cò, cò (encore e cioè ancora). Per lo meno te lo sei riconquistato. Riusciamo di nuovo ad accompagnarti alla nanna. Sono le 5.
Alle 5.45 strilli di nuovo. Saranno le 6.30 quando ti calmerai e accetterai di essere rimesso nel tuo letto per l'ultima volta di questa notte allucinante.
Ed eccomi qui, dovrei essere al lavoro in questo momento, invece sono qui, ancora in pigiama, a tratteggiare una notte da incubo in maniera sconclusionata. I miei uomini al momento dormono, finalmente, io che faccio vado? Vorrei salutarti come ogni mattina, adesso
al rituale si è aggiunto il saluto attraverso lo spioncino della porta di casa...
Vado ad iniziare questa giornatina leggera? Posto in fretta, tornerò a rileggermi anche io. Avrei voluto parlare meglio anche delle possibili cause di questo momento difficile... oltre al fatto inconfutabile che cresci, il tuo papà che parte in viaggio? i denti? l'instabilità al nido? Nido che stiamo meditando di cambiare con una tata. E la storia si è fatta un po' beautiful, con intrecci e coincidenze incredibili, che sembra che gli dei mandino segnali. Racconterò, appena possibile.
Intanto qui in trincea vorremmo trovare energie per studiare tattiche e strategie (di sopravvivenza e) per superare il momentaccio, fino al prossimo. Quanto ho scritto è disorganico, comfuso, disordinato, probabilmente inutile. Se però laggiù ci fossero consigli per noi, ringraziamo. Pure qualche pacca sulla spalla non fa mica male. Ci risentiamo all'armistizio all'ora?
Io continuerò a cinguettare appollaiata su quel ramo pesante, mi rendo conto che spesso i miei tweet violano lo spirito stesso dell'uccellino cinguettante. Tipo che twittare 'dilemma nido o tata' ecco forse è un tantino troppo... lasciatemi twittare, comunque :)