03 October 2014

T.S.O.

Ho notato che ultimamente l'acronimo tso è diventato molto usato.
Si usa in contesti divertenti, che per carità ci sta, mica tu puoi fare sempre la rompicoglioni, quella che insomma con certe cose si scherza mica e vattelappesca. Pesante, tu sei pesante, un quintale di leggerezza dovresti procurarti e poi parlare....


Però ecco, a dire il vero tutte le volte che leggi quell'acronimo in contesti divertenti tu ...certo che vorresti ridere, vorresti davvero abbandonarti al lato cazzaro della vita, perchè si sa che  l'esagerazione è l'origine della comicità etc etc. Però il fatto è che a te sfilano davanti agli occhi certe scene che non fanno per niente ridere. Proprio per niente.  E tutte quelle volte ti chiedi se non sia fondata quella sensazione bastarda che alla fine nessuno possa capire. E poi, in fondo, ti domandi se quelle persone che usano questo acronimo sappiano davvero cosa significa. Poi ti salva pensare che forse qualcuno che lo sa davvero lo incontri e allora ti viene da parlare anche per lui, chè se devi parlare solo per te non ce la fai mica...


Tso, per te, mica per tutti, significa che sei una bambina e vengono a prendere tua madre e la portano dove lei non vuole andare e per un tot di tempo, dipende da molti fattori, la costringono a stare in un posto dove lei non vuole stare. Tu sei bambina e non sei sicura se ha ragione tua madre e le stanno facendo una incommensurabile violenza, oppure se hanno ragione tuo padre e quella gente che è venuta a prendersela e non se la porta via mica troppo facilemente.

Questo -e molte altre cose dolorisissime- significa l'acronimo T.S.O.. Per te.

12 comments:

  1. in questo nuovo inizio io ci sono. ti ascolto. e ti ringrazio.

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  2. Io sono una delle persone che lo usa spesso, forse l'ho fatto anche nel blog ma neppure me ne ricordo proprio perche' lo faccio senza pensarci. Non mi ero mai soffermata a riflettere su cosa poteva significare per te o per altre persone che lo avessero vissuto e mi dispiace. Spero di ricordarmi di non farlo piu'. A mia discolpa posso dire che tra le mie migliori amiche ci sono molti medici, che lavora in ambito oncologico e che quindi hanno quell'umorismo greve di chi ha a che fare ogni giorno con la morte e se non ci ride su rischia di impazzire. Da loro ho imparato a dire cose come attivo un TSO, sono fibromialgica, sono ciclotimica...tutte cose brutte per chi le vive, ma non l'ho mai detto pensando di ferire! :-*

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  3. questo non é un post di attacco o di accusa, te lo assicuro... é un post di difesa e appartenenza, di riconoscimento, di comunione.
    Non preoccuparti, un giorno risuciro' anche io ad usare certe espressioni.
    e grazie :)

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    1. che poi Baby, mi sono ricordata di quel nostro scambio e mi sono riletta le nostre conversazioni a seguire,

      http://machecifaccio.blogspot.fr/2013/09/la-lente-distorcente-del-panico.html

      ti stimo perché sei sensibile e attenta a non ferire quando puoi

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  4. anche io ci sono e ringrazio.

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  5. Primo: mi dispiace tantissimo per questa cosa che hai dovuto subire da bambina e mi chiedo se ancora ti stia chiedendo chi avesse ragione...
    Secondo: anch'io non condivido l'abuso di certe parole. Alcune mi danno enormemente fastidio, ma in generale penso che sia una moda, l'idea che sia un modo di esprimersi arguto e divertente. In realtà si confonde l'autentico senso dell'umorismo con la pigrizia mentale.

    Mi piace e apprezzo questa tua trasparenza.. immagino sia legata alle intenzioni del post precedente

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  6. Credo che a volte l'utilizzo di certe parole serva per esorcizzare le paure, ma capisco che a chi ha veramente vissuto questi episodi il loro utilizzo dia oltremodo fastidio!

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  7. sai cosa credo io? che sì, è vero, sdrammatizzare serve, aiuta e bla, bla, bla. che un po' di leggerezza è spesso un piccolo ed efficace antidoto contro certi abissi. però un conto è la leggerezza, l'ironia, quel pizzico di humor, anche un po' tinto di nero se vogliamo, che serve ad esorcizzare paure e scacciare mostri, cosa di cui ha diritto soprattutto chi è dentro all'abisso, e chi sta fuori dovrebbe farlo invece in punta di piedi, con tatto e rispetto.
    altra cosa è il sarcasmo, il cinismo, la superficialità, che io non tollero. non trovarci niente da ridere in questi casi non credo sia "essere pesanti", anzi. c'è chi è pesante perchè non sa star su, e chi è pesante perchè sa andare a fondo delle cose.
    un abbraccio a te, e a quella bambina.

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  8. Condivido quel che dici anche se per fortuna non ho passato l'esperienza che tu hai avuto.
    Il fatto è che sul Trattamento sanitario obbligatorio pesa una grande ambiguità, cosa che non avviene su altre forme di coercizione violenta - che ne so, dire "utoya" o "talebanissimo". Perché appunto, c'è sempre quella sfumatura di pretesa cura benefica che porta tanti a dire "è per il suo bene...". Pure se per dire i pazienti finiscono morti di fame per una pretesa negligenza, come sappiamo fin troppo bene.
    Non so se sia questa la questione, ma per me è la parte che mi rende impossibile scherzare su un simile trattamento: perché la coscienza di cosa sia la malattia mentale e la sua terapia è ancora troppo ambigua nella nostra società.

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  9. Probabilmente anche io sono "pesante" ma cerco di non usare certi termini. Ultimamente invece sento tanto adulti che usano molto l'espressione "sono dislessico" quando sbagliano una parola per la fretta o sbagliano a battere sulla tastiera. Sarebbe meglio pensare prima di parlare.
    Dico la verità, mi fa strano leggere anche di "nani" quando si parla di bambini.

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    1. concordo! cerco di non stare a soffermarmi, ma quando leggo "nano" io é come mi congelassi!

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  10. Ero pronta ad un silenzio assordante al posto dei commenti, ero meno pronta a dibattere nello specifico, veramente.

    La malattia mentale è ancora un tabù e i tabù restano tali perchè e finchè a qualcuno fanno male e ad altri paura.

    Vi ringrazio sinceramente di non aver lasciato un silenzio assordante, siete belli! E io mi sento già più leggera, perchè se è come dice Shaula- io lo spero- è anche vero che tenersi sto malloppo, dirsi la palla che le persone ti possano davvero conoscere senza sapere questo di te è faticoso.
    Mi sentivo a metà. Credo che una volta vuotato il sacco delle cose che avrei potuto dire e non ho mai detto, allora sarò pronta a passare oltre.

    Quando le mie amiche mi dicevano ammirate che sono forte io mi incazzavo e soffrivo di più. Ora penso che forse avevano un po' ragione. Sono troppo forte per continuare ad essere così fragile. Ora mi sento molto coraggiosa, spero sia vero e non sia un abbaglio.

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova