(sottotitolo: gettando appunti sulle base teoriche di quella Risalita...)
Il Sistema limbico o Cervello emotivo è la parte del sistema nervoso che governa la sfera emotiva (quella che viene spesso chiamata la via bassa o animale o istintiva) ed è contrapposto alla Corteccia prefrontale o Cervello razionale che governa il linguaggio, il pensiero logico e cosciente (via alta).
Il Cervello emotivo controlla tutto ciò che è implicato nel benessere psicologico e anche gran parete della fisiologia del corpo: la tensione arteriosa, gli equilibri ormonali, il sistema immunitario e digestivo e il funzionamento del cuore.
Le due vie sono molto diverse. quella bassa è velocissima e grezza, è l'istinto, il cervello nella sua forma primitiva, quella alta è lenta ma precisa e rappresenta la parte più evoluta del sistema nervoso.
E' normale e meravigliosamente efficace che le due vie siano così diverse, perchè non sarebbe pensabile dover controllare in maniera logica e cosciente la respirazione, il ritmo cardiaco e tutto il resto. Il sistema limbico potrebbe essere assimilato al nostro pilota automatico.
La vita psichica è il risultato di uno sforzo costante di
simbiosi tra i due cercelli. Da un lato il cervello razionale,
cosciente, razionale e volto al mondo esterno. Dall'altro il cervello
emotivo, incosciente, preoccupato della pura sopravvivenza e
direttamente collegato al corpo. Questi due cervelli sono relativamente
indipendenti e contribuiscono in modo diverso al nostro comportamento. I disordini emotivi conseguono dal disfunzionamento del cervello emotivo. Per gran parte questi squilibri originano da esperienze dolorose vissute nel passato e che si sono impresse in maniera indelebile nel cervello emotivo continuando a influenzare le nostre emozioni e il nostro comportamento anche moltissimo tempo dopo. Il compito di uno psicoterapeuta è riprogrammare il cervello emotivo in modo che sia adattato al presente piuttosto che continuare ad essere influenzato da situaizioni e vissuti del passato. A questo scopo spesso è più efficace usare metodi che passino per il corpo piuttosto che contare sul linguaggio e la ragione dai quali a conti fatti il Cervello emotivo è totalmente scollegato.
In effetti le emozioni sono l'esperienza cosciente di un insieme di reazioni fisiologiche che avvengono nel nostro corpo in risposta a stimoli esterni ed interni. Si potrebbe quindi quasi dire che il cervello emotivo è collegato più strettamente al corpo piuttosto che al cervello razionale. Talvolta è più semplice accedere alle emozioni attraverso il corpo piuttosto che attraverso il linguaggio.
Quando i due cervelli non vanno d'accordo
Il cervello emotivo e quello razionale ricevono stimoli dal mondo esterno in contemporanea. L'interazione tra loro, cooperazione o competizione, determinerà quello che proviamo e persino il nostro rapporto con il mondo e con gli altri. Detto in parole molto povere, se la dissociazione tra i due cervelli è molto spinta saremo infelici. Al contrario se c'è cooperazione tra i due piani staremo bene (sempre in soldoni).
Il compito del cervello emotivo è di dare l'allarme. E' per sua natura sul chivalà ed è pronto a dare avvio ai processi che vengono definiti “combatti o fuggi”. Qualora individui un'emergenza, interverà annullando all'istante tutti i processi del cervello razionale. E' effettivamente una buona strategia di sopravvivenza, se c'è un pericolo, inutile perdersi in discorsi e sottigliezze. Il problema è che quando le emozioni sono troppo forti, la predominanza del cervello emotivo governa e annulla i nostri processi mentali impedendoci di riflettere in maniera razionale e controllata.
Questo meccanismo può spiegare molte cose interessanti. Per esempio perchè siamo incapaci di concentrarci e di rendere nell'ambito cognitivo e razionale se siamo depressi o abbiamo subito un evento traumatico (per inciso quanto mi parlano questi quadretti!!!). O perchè persone che hanno subito abusi fisici o meno, abbiano spesso un temperamento troppo sensibile ed emotivo. In alcuni casi si può parlare di vero e proprio corto circuito tra i due sistemi. Per esempio nel caso di disturbo post traumatico da stress, in seguito ad un forte stress il cervello emotivo subisce una deregolazione, secondo la quale prenderà a segnalare allarmi e situazione di pericolo a stimoli esterni anche (oggettivamente) minimi, con il solo e comprensibilissimo scopo di protezione. L'allarme viene dato al minimo segnale di pericolo e il cervello emotivo è incapace di ricevere rassicurazioni sull'effettiva, razionale, assenza di pericolo, dal momento che il cervello razionale viene silenziato e bypassato.
Il cervello razionale in condizioni normali serve a dirigere quello emotivo. In seguito ad un segnale di allarme spropositato, un buon equilibrio tra i due prevede che la parte razionale rassicuri quella emotiva. Una predominanza della via alta su quella bassa è anche nociva al benessere. Essere governati dal cervello razionale significa non prestare attenzione a quello emotivo e banalmente costringersi in situazioni che ci fanno male. Quel che ne deriva è: stress, con tutte le problematiche che gli sono legate (stanchezza, ipertensione, disordini intestinali e dermatologici, problemi cardiaci e così via).
Secondo questo modello stiamo bene se c'è equilibrio tra reazioni emotive immediate che ci fanno reagire al pericolo imminente e le risposte razionali che sono in grado di guidarci a costruire il nostro avvenire e quello delle nostre relazioni sociali. Stiamo bene se ci troviamo in equilibrio e armonia tra quello che pensiamo (e diciamo) e quello che proviamo.
Questa capacità di armonia è anche detta intelligenza emotiva.
Se il nostro cervello razionale funziona molto bene siamo intelligenti nel senso classico del termine. Se i due cervelli lavorano in armonia e serenità siamo emotivamente intelligenti.
I metodi naturali di cui si parla nel libro di cui parlavo in questo post, sono tutti -direttamente o indirettamente- volti a coltivare questa armonia.
Molto interessante. Ci devo riflettere un po' sopra...
ReplyDeletewow, che postone densissimo!
ReplyDeleteQuesto post mi ha fatto capire meglio e più approfonditamente quello sulla coerenza cardiaca... Gli spunti sono parecchi.
ReplyDeleteEcco vedi...sto lontana dal web e ogni volta che torno mi confermi che faccio male a far passare così tanto tempo..!
ReplyDeleteQuesta vicenda dei "due cervelli" tra l'altro è il cardine di quello che ho studiato e insegno come tecnica per partorire con dolcezza! Al momento del parto è il cervello razionale che ci fotte. L'altro sa benissimo cosa fare e ci lascerebbe mettere al mondo i nostri bambini senza tutto il dolore e il clamore che siamo abituati (erroneamente!) a considerare inevitabile.
Bello ritrovarti, densa e bella come tuo solito.
interessante! MI piacerebbe leggere qualcoaa se hai da consigliarmi. Avrei detto che fosse quello emotivo ad andare in pappa e alimentare un circolo vizioso. Nel mio parto è successo qualcosa tra i miei pensieri che non sono più riuscita a ricordare. So di aver pensato qualcosa che mi ha mandato in corto, so anche ilcontesto dei pensieri, ma non ricordo esattamente cosa ho pensato. I racconti (che mi dispiace molto non riuscire a formalizzare per iscritto) riferiscono di una Squa quasi in fase spinta che va in crisi e puntando il dito alle tempie ripete come un mantra "non ce la faccio e il problema è tutto qui".
DeleteBen ritrovata!!
Ah, ci potrei fare un libro su quanto si può essere infelici se il cervello razionale e quello emotivo non vanno d'accordo ... il tuo libro può essere utile anche per ragazzini sempre con due personalità in guerra :) ?
ReplyDeleteSe iniziassero all'asilo ad insegnarci a gestire la nostra intelligenza emotiva saremmo tutti più felici, non credi?
assolutamente d'accordo!!!
DeleteI consigli del libro vanno bene per tutti, sicuramente anche per ragazzini belligeranti! Un abbraccio!!
il cervello emotivo viene anche definito cervello del cuore....ma da quando in qua cuore e cervello vanno d'accordo? :)
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