30 March 2015

Metablogica e gratitudine, perchè si scrive

È comprensibilisimo il bisogno disperato di fissare, schematizzare, capire cosa sta determinando questa risalita. Dopo anni col freno a mano tirato (forse decenni) ho voglia di spiccare il  volo. Ho voglia di essere e non di aver paura. Soprattutto non voglio più aver paura di me stessa. Voglio perdonarmi, voglio accettarmi. Voglio capire com'è che funziona. Questo coinvolge anche il blog  e lo scrivere per me e per gli altri.


Perchè ho paura di scrivere?
Perchè poi lo faccio lo stesso ma col freno a mano tirato?
Perchè i silenzi stridono e i suoni non convincono?


Tre settimane orsono ho ricevuto una email molto importante. Fare blog è qualcosa di meraviglioso, ma quello che succede dietro al blog è la parte migliore. La parte importante è trovare il coraggio di lasciare commenti su blog altrui lasciando una traccia seguibile. La parte migliore è che chi ti legge altrove possa venire a trovare a casa tua e leggere le cose che scrivi, ma soprattutto quelle che non scrivi. La parte più toccante è se qualcuno che ha letto una tua osservazione e che ha una storia come la tua, ti scrive, a quasi un anno di distanza. La parte che fa un po' male è pensare tutti i giorni a questa donna e sperare che stia bene.


La parte meravigliosa è la gratitudine per un pensiero che non è restato solo pensato ma è stato anche scritto e inviato. La gratitudine perchè quel pensiero ricevuto mi ha fatto sentire che aveva un senso aver coraggio e che ha un senso provarci.

Sono tre settimane che ogni mattina mi sveglio pensando a quanto sia importante dare un senso alle proprie parole.




5 comments:

  1. hai detto una cosa vera, la parte più avvincente della lettura altrui è penetrare nel "non scritto", percepire tra le parole dette quelle che sono state trattenute ma si avrebbe voluto dire.
    ciao,
    massimolegnani

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    1. Ciao Massimo, trattenute, hai scelto una parola interessante
      mi.pare di averti già incrociato.. ma dove?

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    2. Non saprei, forse nella casa virtuale di qualche blogger o direttamente nella mia: orearovescio.wordpress.com :-)
      ml

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  2. Ci sto riflettendo un po' su in questo periodo.
    Quando ho iniziato io (2007), la parte dei commenti era la più importante. Non il numero, ma le storie e i racconti che si intrecciavano sotto le tue parole.
    Ora si è un po' perso tutto questo. Con i social (FB in particolare) non c'è nemmeno più bisogno di commentare. Basta condividere. Ma le parole? I pensieri? Il post che ho scritto ieri ha già quasi 500 like su FB, ma nulla vale come un commento.

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    1. Già!sono d'accordissimo. Io fb non riesco ad usarlo. Eppure, era -è- uno dei due o tre propositi del 2015, smetterla di essere così "asociale", provare a buttarmi nella mischia , essere più leggera. Il tuo post di "ieri" è meraviglioso!
      grazie della traccia. Ti sono molto debitrice anche per avermi veicolato la mail di cui parlavo. Che cosa preziosa.

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova