16 November 2016

cose che devo assolutamente fare


Telefonare a mia zia pittrice, nonché sorella di mia madre per annunciarle, se non le sia già arrivata all'orecchio la notizia, che ha un altro pronipote. Le telefonate non sono il mio forte. Lei poi mi ricorda così tanto mia madre che è dura. Ma tre mesi e quasi e mezzo sono una follia di procrastinazione. Senza contare la gravidanza, che va bene tutte le piccole e grandi preoccupazioni del mentre. Le perdite, gli ecografisti incapaci, quelli troppo bravi. Le ernie e la sciatica. E soprattutto i blocchi emotivi e l'impossibilità di lasciarsi andare. Va bene tutto ma è grande ora che io alzi quella fottuta cornetta. Magari oggi stesso?
Scrivere a tantissime persone. Finire quella email per Acca, scrivere al mio capo e ai miei colleghi olandici. Scriverne millemila altre per riconnettermi al mio mondo piumato. Che sì: la vita milanese  atavica e non, francese della prima volta, americana e olandese, sono tutte finite, ma ci sono persone che non voglio perdere e io ci voglio e posso credere alle amicizie che resistono alla lontananza.
Usare magari il "faire part" della nascita del neo-bimbino innominato come scusa per scrivere (Dare un nome a quel bimbino )
Fare quel fairepart. E che ci vorrà mai? un'oretta? Sarà pure divertente. Ma è un simbolo. Una metafora, come sempre. E procrastino.

Organizzare n aperitivo con i vicini.


Scrivere, scrivere, scrivere un sacco- pestare sulla tastiera come una dannata..

Scrivere alla mia coach. A quella bella donna che è stata la mia coach per un po' e poi sono stata risucchiata da un'altra dimensione. E non penso che riprenderò il coaching a breve. Ma le devo e le voglio un grande ringraziamento.
Scrivere una mail di ringraziamento anche alle due belle donne del Parto Positivo, perché la loro presenza in rete e i loro suggerimenti sono preziosi e bisogna assolutamente ringraziare le cose preziose.
Scrivere quella lettera di reclamo al pronto soccorso per il trattamento subito da un'infermiera stronza aguzzina e liberarmi da quel fastidio che mi rode al pensiero di quel maltrattato restato lì nei miei ricordi. Chissà che universo triste c'è dietro quella donna.
Osare scrivere e condividere di tutto ciò che mi tocca. Della polmonite, esperienza mistica. Del conflitto di lealtà che impedisce le persone di essere piuma dopo tanto piombo. Di nascite e  bimbini sorridenti. Di fratellanza e gelosia molto ben celata. Di come il cuore si espande, è vero quel che dicono. Ma è anche molto difficile . Di fantasmi della propria infanzia e sorellanza che si proiettano.

Creare un nuovo blog se davvero mi va. Mi va?


Rimettermi in carreggiata con la dieta ché la ciccia mi sta pericolosamente ricolonizzando.Mentre la schienaal momento regge gli 8,5kg per tre mesi di lattante, ma grida ancora la sua fragilità. E quindi organizzarmi bene per tornare in piscina . Oppure prendere sul serio il "power walking" (termine appena scoperto che suona meglio del nordic, che poi comunque col passeggino niente nordic). Farlo senza cincischiare. Ora che pare io possa camminare. (Non dirlo troppo forte che il dolore e l'ultimo blocco della schiena non è poi così lontano).

Riprendere la meditazione. Che andava benino e poi...


Sbrigare un bel po' di beghe burocratiche. Che noia.

Va be ma allora anche trovare il mio futuro, da agosto 2018 quando la mia olimpiade si sarà -vivaddio?- conclusa.

Continuare ad essere così felice.

Possibilmente senza sentirmi orribilmente in colpa.

4 comments:

  1. Io ti ho pensata tanto... Ma tanto, tanto!
    Un abbraccio enorme! ENORME! ♥

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  2. Ho letto il post scorso ma poi mi sono persa...congratulazioni per il nuovo arrivo! :-*

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  3. Ben-riletta!
    E ovviamente benvenuto al nuovo arrivato ;)

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova