20 December 2006

Metablogica


Negli ultimi giorni, oltre che traslocare, mi sono divorata un blog.
Significa che mi sono letta avidamente più di tre anni di post. Non è la prima volta tra l'altro. I blog che mi folgorano non centrano nulla l'uno con l'altro, però sono tutte femmine. Non ricordo quasi mai come ci sono arrivata. Non instauro -quasi mai- una interazione.
La settimana scorsa ho passato parecchie ore a saltellare qui e là tra blog di fanciulline anoressiche, con le sopracciglia aggrottate, scuotendo tristemente la testa.
Bloglines funziona nuovamente. Su kubuntu funziona tutto, tra l'altro.
Oggi riaprendo msn [versione libera], dopo due o tre anni di astensione, ci ho incontrato un mio compagno di università. Qualche mail caduta nel vuoto negli ultimi (due?) anni, però tanto affetto e stima, almeno da parte mia. Il primo blog che ho visto nella mia vita era suo. Poi mi son trasferita ed ho perso di tastiera lui ed anche l'url del blog. Il mondo internettiano mi ha catturato molto dopo, quando ho avuto tempo da perdere tra quattro mura tranquille che mi riparassero dalle intemperie. E soprattutto una connessione convincente. La mia folgorazione è stata una prof che abitava al Cairo.
Lafolle è l'unico blog che io conosca in carne ed ossa [anche se tra le persone che conosco -statisticamente- deve esserci qualche altro blogger, saltate fuori]. Ho lasciato cadere nel vuoto qualche mail, dicevo. Anche recentemente. Oggi no. Anche se l'orrore che ho delle chat è direttamente proporzionale al tempo che non vedo la persona medesima con la quale starei/vorrei/non-vorrei chattare. Anche se ero in un momento un po' delirante: provavo la webcam con mila&sciro&teta, il chirichetto mi scriveva su gmail per domani, il cellu squillava a vuoto ed il trasloco mi aspettava.
Ho preso il coraggio a due mani e gli ho detto più o meno Senti facciamo che ti do' il link del mio blog così non ci perdiamo più di 'vista'? Tra l'altro avevo cercato e trovato il suo qualche giorno fa. Che poi quale coraggio? Primo, in qualche modo, glielo dovevo. A chi se no? Secondopoi lafolle è l'ultima persona che potrebbe giudicarmi [male].
Poi, come spesso capita dopo aver rotto il ghiaccio, abbiamo chattato per una buona ora. Credo.
Mi fa -tipo- Se ti va, ti linko. E io -tipo- Aspetta un po', non sono pronta, sono ancora timida.
Tipo cos'è -aspetta che controllo- un anno e mezzo che esiste questa pagina? Giù a ridere da sola.
Sarà il rapporto conflittuale che ha la mia dolce metà con i blog? Ecco diciamolo una buona volta e non se ne parli più. [Appena si accorge che l'ho citato per il terzo post di fila mi uccide. Potrei inventarmi un fidanzato immaginario. No, non può essere Mario, siamo troppo amici.]

Seriamente. La verità è che non ho imparato a stare al mondo, non è che stare in rete sia poi molto più facile -secondo me.

Ieri, perlappunto, ho avuto una interessante conversazione sul concetto di blog. [Se ancora non si fosse bene messo a fuoco sono in un momento blog-problematico, succede ogni volta che comincio a lasciarmi un po' andare].
La conversazione si può riassumere in un'unica e sola domanda: Perché? Ero evidentemente in difficoltà. Sul perchè leggo blog posso dire -per esempio- che conoscere virtualmente questa fanciulla negli ultimi giorni mi ha fatto venire più voglia di vivere. Sul perchè è finita che esiste anche questo -mio- blog non so davvero rispondere. Però riconosco che è abbastanza prioritario.

Una volta scrivere mi faceva stare bene.

Siccome mi sento un po' strana, non è che potreste raccontarmi voi qualcosa 'sto giro... anche una favoletta, un sonetto, una cosa di poco conto...

18 December 2006

Insonnia


Se dovessero apparire cose strane in questa pagina è che ho fatto l'upgrade a blogger beta. Ho capito che tanto l'html non lo imparerò meglio e mi sembra che il sistema possa aiutare a fare un po' di ordine qua dentro.
Però, nonostante l'insonnia, non sono riuscita a venirne a capo. Non so neppure se son riuscita a far tornare tutto come prima. Si vede che non ero pronta. O meglio non avevo la rete che era impegnata dal chercheur per installare la nostra nuova webcam [che avrà come unico scopo quello di renderci zii virtuali per virtuali nipotini] sul suo computer -Debian-. Sul mio -Kubuntu- ci era già riuscito. Per ora l'installazione su kubuntu vince per 3 ore contro 6+n.

Ops, non vi avevo detto che dopo Ubuntu the original (via Knoppix),
Debian (dopo nuovo intermezzo Knoppix)... adesso è il turno di Kubuntu?

Una sostanziale differenza c'è e sono gli 89€ spesi per il nuovo disco rigido. Come dire 'sta volta dovrebbe durare...
E -con il capo cosparso di cenere- devo anche confessare un'altra differenza: 'sta volta nell'altra parte del disco rigido è tornato ad abitare windows. Mea culpa.


17 December 2006

Del trasloco



1) Trasloco e legge di Murphy

Domani partiamo con un furgone alla volta della pianura padana con il grosso, praticamente tutti i nostri averi. Noi, la macchina ed il poco restante -tra cui possibilmente anche il Chirichetto- ci schioderemo definitivamente dalla costa azzurra venerdì.

Naturalmente oggi si è rotto l'ascensore.(*)

(*)Mentre c'era dentro il chercheur. Torna a casa bianco e mi fa Sono precipitato con l'ascensore in caduta libera. Tutta la mia attenzione va a lui, che ridimensiona. Si tipo quindici-venti centimetri. Oh però un bel colpo ai talloni eh.



2) Trasloco e strategie

Gli ultimi giorni non sono stati semplici. Soprattutto con un fidanzato trasformatosi in una beghina ansiosa [tanto non mi legge, almeno mi sfogo]. E la qui presente deprivata di ogni voglia di fare.
Squa hai messo via i libri?

No prima voglio pensare alle cianfrusaglie

Allora metti via le cianfrusaglie

Si, si, le sto mettendo lì, mano mano che saltano fuori.

Vuol dire che quel cartone lo chiudi quando?

Quando carichiamo il furgone

Uh. Inscatolare i vestiti?

No, devo prima pensare a cosa metterò nella valigia per gli states.

Metto via le pentole?

E poi come cuciniamo?

Comincio le grandi pulizie?

Le pulizie sono sempre l'ultima cosa da fare.

Insomma da 'ndo cazzo cominciamo?

Una passeggiata?

Tra l'altro somiglia tanto al sesto corollario della legge di Murphy, così come la racconta wikipedia.


[...continua...]

15 December 2006

Varicella spaziale



Ho un potere soprannaturale. Quando sono davvero tanto stressata, incapace di gestire gli eventi, riesco -con la forza del pensiero- a farmi venire un malanno che mi costringe a letto. Somatizzo. Capirai direte voi. Capirai dico anche io. Non importa se il rapporto di causa-effetto in realtà é rovesciato, tipo non ce la faccio proprio-perchè-mi-sto-ammalando, mi piace credere che sia un sistema di sicurezza, frutto della forza della mia mente.
Il rito magico passa attraverso l'immaginarmi chiusa in bagno alla Magda a dire Non ce la faccio più. Se il rito riesce male, nel giro di qualche ora mi viene uno stupido e dolorosissimo herpes simplex sul labbro, del quale non me ne faccio nulla. Non mi costringe a letto, niente baci, nessuna pietà. In genere però funziona, esplode la febbre, la bronchite, una volta sono riuscita a farmi ricoverare per l'appendicite. Dopo l'operazione, non contenta, ed ancora parecchio stressata dal maldivivere, ho ottenuto una febbre persistente ed inspiegabile. Al decimo giorno di ricovero, s'è scoperto che avevo un ovaio grosso come un pompelmo, non che necessariamente centrasse qualcosa con la febbre. Però un dottore mi disse che forse si erano sbagliati e la mia appendice era sanissima. Fa niente, dissi io, non mi sarebbe potuta accadere cosa migliore negli ultimi dieci giorni. Vuoi mettere io ricoverata in ospedale e tutti i miei problemi là fuori? E l'ebbrezza dell'anestesia totale? Ciaooo, vedetevela voi.

Sta volta è andata in maniera più originale.
Mi visualizzo in versione Magda, comincio, come da manuale, a sentire il principio di uno splendido 39-39.5 (anche se il termometro non lo ammetterà mai). Sarà forse stata la corsetta in felpina di quaranta-minuti-quaranta sul lungomare-in-tempesta di sabato scorso che-il-freddo-era-appena-arrivato-e-non-me-ne-ero-accorta? Mha.
Che bei tempi la settimana scorsa, che era ancora come primavera e si andava al mercato, si mangiava frutta e verdura, s'andava in piscina, in bici e a correre in riva al mare. E si limitavano i cerotti alla nicotina e nonostante questo si teneva a bada la fame chimica con pratiche zen, olii essenziali, caramelle alle erbe. ---Che ora che ci penso mi faceva un baffo quel fregnaccione di Allen Carr. Che allora lo scrivo anche io un libro su come si smette di fumare.--- E si facevano pure gli gnocchi. Che buoni i miei primi gnocchi, conditi con un esperimento di pesto di sedano.
Non come ora che manca solo l'acqua e siamo come gli alluvionati, in frigo ci sono un finocchio avvizzito e due carote marce, mentre io mi nutro di cuneesi al rum e panettone. Le padelle già imballate. E non ci penso neanche a contrastare la fame atavica che mi attanaglia. La assecondo, la faccio esprimere, ha ragione lei. La settimana scorsa avevo ritrovato la pelle di pesca ed il tono muscolare dei miei diciotto anni, oggi tossisco orribilmente e il bottone dei pantaloni salta ad ogni passo.

Tra questo e mille altri pensieri attendo fiduciosa il malanno. Sembra che arrivi, poi pero' quella sensazione da imminente scoppio di una febbre micidiale scompare, lasciandomi solo la terribile tosse. Si vede che in qualche modo ho preso coscienza di quante volte mi sono ammalata nell'ultimo anno e mi son detta Non è possibile, 'sta volta è il turno di qualcun altro. Quindi è venuta la varicella alla piccola Teta. L'effetto è stato uguale, perché siccome la sua mamma ha trovato lavoro da poco, zia Squa -come da manuale delle brave amichette- si è impegnata a 'curarsi di lei' fino alle ferie della lavoratrice-mamma, riuscendo così a scampare pulizie, scatoloni, vai-in-banca, affitta-il-fugone, per tre-mattine-tre. L'ho scampata part-time, ma l'ho sempre scampata. Mi sono proprio curata di lei. Sto meglio ora.
Anche se è stata dura, la sera non riuscivo ad addormentarmi e la mattina verso le nove arrivavo da lei in coma. Anche lei non aveva dormito ed era in coma. Ci guardavamo comatose, io seduta sulla sedia e lei sul tavolo, ogni tanto partiva un colpaccio di tosse (pure lei messa male), ogni tanto le soffiavo il nasino. Poi ricominciavamo a guardarci, stanche. Nove e trenta, dieci, la merendina. Io un caffè. Un pochino meglio. E attaccavamo a giocare con la cucina fragolina.
Teta posso avere un te ed una fetta di torta?
Hai messo l'acqua per la pasta?
Zia Squa la vuoi un po' di Socca?
Mmm leggerina, preferisco la peperonata dai.
Gliel'ho regalata io al suo compleanno la cucina fragolina. Chissà perchè.

Poi c'è stato un evento che verrà annoverato tra i peggiori traumi della mia vita adulta. Non potro' fare un figlio finchè non lo supero. Ci siamo appena fatte un'infusione -per digerire la peperonata- e Teta vuole aspergere tutta casa con la bustina di menta esausta. Glielo impedisco. Tipo che la sgrido, niente, elimino dalla sua portata l'elemento di delirio, scoppia a piangere. Una parolina dolce, nulla, due, tre, nulla, piange imperterrita. Che per carità l'ho vista nascere, ha fatto il suo primo passo una sera mentre arrivavamo per cena (era il cinque dicembre 2005 e non parliamone più). Dopo che aveva imparato a dire mamma, papà, pappa, l'ho lavorata ai fianchi e non l'ho mollata finchè non ha detto il mio nome. Ad un anno e mezzo circa le ho insegnato a dire cuoio capelluto. E ci sono riuscita. Ovviamente sa anche cos'é. Ciao Teta, come stai? Come sta il cuoio capelluto? Lei mette le mani alla testa e fa Tutto a posto. Insomma ci conosciamo e vogliamo molto bene, però era da un po' che non restavo sola con lei e 'sti bimbi imparano alla velocità della luce le tecniche per averla vinta. E non potevo farle innaffiare la casa di menta. Basta parole dolci, la ignoro, lei continua. Le faccio il verso, continua piu' forte. La ignoro nuovamente finchè non si stanca e smette. Erano le 11.30. Non mi ha rivolto la parola fino alle 12edieci. Non una. Ad un certo punto le è scappato di dire una cosa (è una chiacchierona), si è ricordata che non voleva piu' parlarmi ed è tornata nel mutismo. Ho provato a prenderla in braccio titubante, ho capito solo tra le righe che non voleva scendere. Voleva stare lì e guardarmi fissa con quello sgurado di rimprovero, muta. E' stato orribile. Volevo piangere io. Quando ha ricominciato a parlare non é che mi aveva perdonato, era arrivata la sua mamma.
Il giorno dopo abbiamo fatto un pasto di quindici portate, questione di stare occupate nell'attesa di capire la tecnica vincente per farla smettere di piangere, nel caso in cui. Ma non abbiamo bevuto l'infusione, non quella vera per lo meno.

Mi dispiace di dove sia andato a colpire il cupido-somatizzante, anche se comunque la varicella meglio ora che poi. Pensavo a questo quando ho chiamato mia madre per assicurarmi che la varicella l'ho davvero fatta prima, io. Va bene somatizzare... E lei mi fa' Mi pare di si. Dopo un'ora di sforzati, visualizza, Si, si, avevi un anno e mezzo.
Poi mi spuntano uno, due, tre puntoni rossi doloranti in faccia...
Ma erano [sono, saranno ancora per quanto?] mega brufolonis direttamente da Cuneo. Tanto per solidarietà con chi una malattia ce l'ha davvero. E gliel'ho mandata io con i miei superpoteri.


12 December 2006

La non-proprio-casa


















Ma non ci si lamenta mica.

Qui il caos e gli scatoloni regnano sovrani, ma si ha già financo un numero di telefono. La non-proprio-casa è proprio quella che si vede qua sopra. Si cercherà di volerle bene.
No, le dimensioni non sono in metri.
Mi troverete lì nel bath [nella vasca da bagno, scansate le bolle] se mi cercate. 1,5 metri è sempre meglio che 90 centimetri. Nella Loving Room. Ops, volevo dire living, si ascolterà la musica. Ma -già che ci si è sbagliati- ...ci si potrà fare anche qualcos'altro. Bussate forte prima di entrare.
Quei C C C saranno pieni di cose mie perchè io sfruttero' tutti i 54 kg (mi pare) di bagaglio che mi spettano. Si studierà nella bedroom piu' grande, e quella piu' piccola sarà solo per dormire. Per dormire non c'è bisogno di tanto spazio. A meno che non si decida di essere molto all'avanguardia e di dormire separati, visto che ne sono minacciata quasi quotidianamente. Quasi ogni mattina. Pare che io abbia smesso di russare già al secondo giorno senza sigaretta, pero' non di creare tormente d'aria gelata con il solo potere delle narici [rivolte a 135-155 gradi rispetto all'asse della spina dorsale]. Nella kitchen ci saranno il cestello per cucinare al vapore, le teglie per fare la pizza, le pentole giuste per fare lo spezzatino e i fagioli neri alla maniera della Carmen. Col cazzo che mi rimetto a cucinare tutto nella pentola per la pasta. Voglio, pretendo, delle belle pentole.
E ci sarà un frigo enorme. Basta con i sedani contorsionisti.
Che sarà mai quella R ?

10 December 2006

La non-casa










Ho lasciato sgocciolare il tempo nella speranza di non accorgermene. Dormire, cazzeggiare all'infinito, cucinare, girar bancarelle al mercato, mangiare cose fresche, dio che fame di cose fresche ho avuto in questi giorni.
E l'esigenza di affamarmi d'aria. Correre annusando il mare, nuotare respirando cloro, pedalare verso il castello. Camminare, anni che non camminavo tanto, col culo ormai attaccato a quella sella.
Tutto pur di sfuggire al mostro che mi mangiava dentro.

E far finta di niente
Andare alla biblioteca a riportare l'ultimo libro. Ma poi prenderne un altro.
Pedalare lenta lenta sul lungomare, cadere buffa, buffissima, cercare intorno qualcuno con cui riderci sopra. Tutti seri, signorina s'è fatta male?
E' devastante lasciare un posto dove si è stati molto bene, duro lasciare un luogo dove si è stati così così. Ma fa male anche chiudere con questa città dove non sono stata poi granchè.
Solo, già, nostalgia del mare.

Il confine tra vivere qui ed andarsene è maledettamente sfocato, ieri qui ci abitavi davvero, oggi sei sommerso di scatole e tutto è sotto sopra...

E detestare gli scatoloni.
Senza un posto, casa, dove andare.


09 December 2006

passo col rosso





sgranocchio un sedano, poi del cioccolato
leggo il giornale
faccio gli gnocchi
vado a correre.