29 November 2013

Comunicazione di servizio

Mi dicono dalla regia che ci sono problemi nel commentare.

No vi prego, se capita anche a voi, mandatemi una mail, ché qua già si é in letargo, che almeno ci sia un po' di posta quando mi sveglio :D
Mi trovate su squabus at gmail.

27 November 2013

Volver


Ho fatto il richiamino, sono andata a fare una passeggiata al di là della frontiera. Sono tornata in Spagna. Potrei riscrivere, di nuovo, parola per parola:



Il mio rapporto speciale con la terra di Spagna e la magia del richiamino è stato piacevolmente disturbato e "desintonizzato" dalla piacevolezza di una compagnia femminile.  Comunque, tra una chiacchiera e una passeggiata sotto la pioggia, ho respirato a pieni polmoni, ho riassaporato, ho goduto, ho ricordato.



Sbarcata a Barcelona Sans, ho rivisto come  in una foto - e quella foto esiste per davvero-  quattro giovini diociottenni-o-poco-più, seduti per terra, addentando un bocadillo de tortilla de patata. Correva l'anno 1995. Sbarcata a Barcelona Sans ho inziato a sorridere di un sorriso radioso che mi ha accompagnata tutto il week end.
Nei corridoi della linea 3 direzione Trinitat Nova ho cominciato a sentirmi come in un video musicale. Sorridevo, ancora e ancora, guardavo la gente, la musica era perfetta. Le persone camminavano veloci. Chissà dove. Voi gente che vivete nelle metropoli... (che io poi, tra parentesi, non lo so mica se potrei vivere in una metropoli.) Però voi, voi lo sapete che vivete come in un video musicale?


Poi mi sono ri-incantata per la gentilezza delle persone per strada. Per i sorrisi, la voglia di ridere. La simpatia. La solarità. La complicità con cui il perfetto sconosciuto ti rivolge la parola di fronte una cosa buffa. Il tu dato a tutte le generazioni, da tutte le generazioni. Mi piace, ed è una cosa di un simbolismo meraviglioso. Tu sei tu, non sei lei, non sei voi. Tu sei tu ed io lo so, non me lo dimentico e proprio con te parlo.

Parlare la loro lingua è la cosa più bella che so fare. Quanto alle parole. Poi, a malincuore, è la loro lingua, non la mia. Se mi chiedo qual è il mio sogno nel cassetto, forse posso rispondermi, con ironia, che è diventare spagnola. Dentro.


Ci ripenso con grande malinconia. Io ho voluto dimenticarmelo, ma da un certo punto in avanti ho pensato che era in Spagna che dovevo vivere. Posso fare finta di niente, fischiettare, cercare di trovare la mia nicchia qui, ma quello credevo fosse il mio destino. Per quanto provi ammirazione e rispetto massimo per la Francia, i francesi e il francesismo tutto, io forse non ce la posso fare a privarmi tutta la vita di quel non so ché che amo profondamente. Visceralmente. Che per lunghi perodi mi (cerco di) dimentico (are). Ma poi faccio il richiamino e torna tutto, come ondate prorompenti su una scogliera. Passione pura.

Con un leggero magone penso che ben due volte ci siamo trovati ad un incrocio della vita in cui le indicazioni dicevano: di là Barcelona, di là cittadina medievale olandica. E 4 anni dopo: di là, magari, se ci credi, nuovamente Barcelona, ma con un futuro incerto. Di là invece Montepello pronta che ti aspetta, col futuro delineato.
Montepello fu.


Non ho dovuto neppure varcare nuovamente la frontiera per ripiombare nello sfondo quotidiano
È bastato cambiare treno a Figueras. Ancora in Spagna, ma alla frontiera. Scendo dal luccicoso trenino spagnolo e mi dirigo verso il tgv. Sulla banchina pronti ad attenderci i controllori della sncf. Occhi al biglietto, labbra grige che non sorridono, svogliatezza del rapporto umano che resta professionale e non ti guarda in faccia, che non ha bisogno di empatia. Et vous? Vous allez où?


Mi sono seduta al mio posto, il treno è partito. Non ho potuto fare a meno di notare che andava all'incontrario. Mi son ritrovata seduta rivolta alla Spagna, mentre il treno procedeva in direzione Francia. Ho ripensato ai controllori grigi sulla banchina che mi hanno chiesto. Et vous? Vous allez où? Noi? Noi, chissà, un giorno magari emigriamo di nuovo.


Où est Squabùs?

26 November 2013

Fanculo la statistica

Lei è bionda, piccolina, gentile. Un tantino accentratrice e pure manipolatrice, sembrerebbe, talvolta, e nel senso cattivo del termine. Ma comunque una bella persona, cercata, rispettata, voluta bene.

Abbiamo lo stesso sogno. Non è un sogno che debba realizzarsi solo per una di noi. Non è che stiamo aspirando allo stesso posto di lavoro per esempio (quello è un altro faticosissimo discorso...) No, per questo sogno, la statistica potrebbe anche impazzire e distribuire due premi nello stesso momento, nello stesso luogo fisico. Ci divide un muro appena.


C'è soprattutto che io una volta ho già vinto e invece lei sta lottando da parecchio e con ogni mezzo che la scienza le mette a disposizione. E a me questa cosa incute un rispetto e una tenerezza assoluti.

Ogni giorno parliamo di lavoro e spesso anche di altro. Quando torniamo ai nostri affari, ci divide un muro, appunto. Io so della sua lotta, in seguito ad una serie di conversazioni stentate e goffe. Perchè io con le persone estremamente gentili, di quella gentilezza un po' aggressiva e diciamo invadente, ho sempre avuto qualche problema. Lei non sa nulla della mia. Pochi giorni fa ci siamo trovate sedute vicine su un autobus a chiacchierare. Mi diceva di quanto è stanca e preoccupata che non riuscirà a seguire le molteplici incombenze. Le ho detto che ora deve impegnare tutte le sue energie sul suo sogno. Che il resto resti un panorama sfocato. Le ho augurato con tutta la sincerità del mondo buona fortuna. Anche se, statisticamentre parlando, dovesse realizzarsi il suo sogno, magari il mio...


Continuiamo a staccare biglietti per la lotteria e a sperare. Potrebbe vincere una e non l'altra, magari entrambe, chi per prima? Non ci voglio pensare. Spero solo che vinceremo entrambe e presto e insieme. E fanculo alla statistica.

23 November 2013

sfumature autunnali

Autunno e inconcludenza. E mollezza. E leggero stato depressivo, in senso fisico più che emotivo. E un'inquietudine che non riesce a vestirsi di sorrisi anticipati. Quei sorrisi che indossati ti portano fortuna, scatenano catene di eventi positivi. Si vede che non li indosso con troppa convinzione. Si vede che chi è luna non può essere sole (quanto ci penso a questa cosa). Oppure si vede che magari non è tutta negatività del mio sacco, chè mi pare di essere come il povero gigante del miglio verde, se c'è da assorbire, io prendo, assorbo e porto a casa la peggio nefandezza, la peggio bruttura. E di questi tempi più che di proporre uno schema positivo, mi ritrovo a subire e fastidiarmi di quelli negativi, che mi appaiono nella loro accecante nitidezza. Senso di disgusto, di non appartenenza, di fatica estrema. Poi, quando incontro il sole, la voglia di vivere potente che certe anime belle riescono a conservare in ogni stagione del'anno. Io, sorridere, sorrido, di un sorriso leggermente increspato, chissà se si sente quel retrogusto amaro. Poi saluto con la mano e mi allontano. Mi isolo. Mi chiudo in casa. Mi ammalo, come oggi, che era tornato il sole a Montepello e io mi sono svegliata alle 2 distrutta e febbricitante. Cose da scrivere ce ne sono pure, invece mi perdo in bozze illeggibili, inconcludenti, insoddisfatte.  

Scrivo della microgita a Barcellona io e un'amica. Della nostalgia di Spagna che bussa di nuovo fortissimo alle mie porte. Scrivo di una Lei bionda con cui condivido le giornate e lo stesso sogno e io, che non ho mai amato la statistica, vorrei che lo realizzassimo entrambe. Perchè non ho voglia di essere felice vicino ad una persona delusa.

Penso che dovrò passare un po' di tempo da mamma single a breve e ne sono spaventata, visto com'è il periodo per me. Penso che tra pochissimo sarà Natale e io col Natale ho un rapporto devastante. Claustrofobia e voglia di fuggire.

Un gran istinto a mandare tutto in vacca. Un sentimento di non posso farcerla e di inconcludenza assoluta. Un desiderio di chiudermi in casa a doppia mandata e non vedere nessuno. Mi assale poi il pensiero desolante che gli assenti hanno sempre torto. 

Però leggo tanti blog. Non moltissimo, ma abbastanza. Leggo cose molto interessanti, ma non trovo la forza di dire la mia. Seleziono ogni post che mi piace come non letto e poi torno nel mio silenzio muto. 
Se questo post vedrà la luce sarà un ottimo segno. Ditemi che mi volete bene lo stesso...  prima o poi, al più tardi in primavera, ritorno...

12 November 2013

Persìno

Se siete facilmente *impressionabili* forse non é il post che fa al caso vostro. Scrivevo queste cose intorno ad allouin, quando avevo deciso che la sacrosanta dose personale di splatter me la volevo giocare così.


Ti sei svegliata di buonumore, in larghissimo anticipo, ma quella non è una novità. Oggi però sei persìno saltata giù dal letto fischiettando mentalmente quel motivetto accattivante. A momenti ti metti a ballare... Hai fatto il caffé, lavato silenziosamente ma allegramente la cucina, passato la pezzetta in bagno. Hai caricato la lavatrice e puntato il timer all'ora giusta per poter stendere i panni appena rientrata dal lavoro. Quella fregnacciona di flylady ti spiccia casa (ecco, magari...)

Hai scritto a lungo, a tutti, su tutto. Email, post, to do list, persìno la hit del momento: la to say list. Tipo: devo assolutamente raccontare alla collega questa cosa che mi dimentico sempre...
Hai letto i tuoi blog preferiti, ridi di gusto o ti commuovi con trasporto, quando le emozioni sono forti. Empatia massima.


Quando la piccola belva ha cominciato a chiamare, hai risposto con suoni d'amore, l'hai tirato su dal letto delicatamente, lo hai riempito di baci, nonostante i mille mila decibel che ti ha diretto nell'orecchio destro. L'hai seduto accanto al microonde mentre preparavi il latte e l'hai fatto ridere con la sola imposizione del tuo sorriso. Gli uccelletti fuori cantano gioiosi, le nuvolette sono di panna, persìno i netturbini caciaroni che passano sotto casa, che di solito fucileresti seduta stante, ti fanno simpatia.

Leggi con la belvetta i librini del buongiorno, gli fai il solletico sotto il collo, sulle ginocchia, sui gomiti. Gli cambi il pannolo con una mano. Giochi un'ora insieme a lui con i lego e ne vuoi persìno ancora. Prepari la colazione per tutti, poi svegli dolcemente il tuo compagno ricordandogli che tra un poco dovresti uscire e lui darti il cambio.


Esci svolazzando, sei allegra, pimpante, energica. Chiacchieri con la collega mattiniera, le dici quanto da to say list, prendete il caffè, o meglio lei il caffé, tu una tisana, chè di energie ne hai già abbastanza in corpo, si potrebbero distillare bevande altamente energetiche dal tuo sangue, per chi ne avesse bisogno. Metti su 5 esperimenti in un sol colpo e intanto telefoni a quella compagnia perchè vorresti provare quel kit, ma non sei sicura. La tizia ti dice che sei cosi' simpatica e metti così il buonumore che ti manda subito dei campioni da provare e totalmente gratis.

Sbrighi l'intera to do list delle due settimane precedenti. Fai su e giù dalle scale 50 volte. Di solito ti domandi imprecando perché hanno messo la mega-centrifuga al primo piano e il sonicatore nel sottosuolo? Oggi invece la vedi come un'opportunità per essere sportiva e aitante. Oggi ce la fai, oggi non c'é problema.
Ti chiedono aiuto con questo e con quello, tu dici sempre si. E sorridi, non smetti di sorridere, ti brillano gli occhi. Risolvi tutti i problemi. Oggi sei la perfetta mamma del labò. Ti prendi cura di tutto e tutti e le coccole dei colleghini gentili. Persìno quel gran buzzurro del tuo capo oggi ti fa i complimenti.

Incroci il fattorino di fedex (gran pezzo di figliolo tra parentesi), attacchi bottone nel tentativo di capire una certa cosa (noiosissima questione di campioni che non devono mica viaggiare oltreoceano, eppure ogni volta arrivano scongelati). Quello oltre che gnocco si rivela persìno utile, ti da un paio di dritte, e ti sorride pure, abbastanza giulivo. Persìno.


A mezzogiorno corri dall'osteò (la giornata dello gnocco?!). Ti sei dimenticata la tessera del tram. Chiedi al conducente se è grave essere beccata senza. Quello in tutta risposta ti sbatte gli occhi. Ma che gli è preso a tutti quanti oggi? Sei così di buonumore che ti sembra sia scoppiata la pace nel mondo, l'armonia universale, la gioia cosmica.

Poi, volendo dire proprio tutto, hai perso persìno mezzo kilo. Ti senti leggera. Cinguetti. Dici e pensi cose allegre. Guardi fuori, ascolti. Aiuti le vecchine alla fermata. Sorridi a tutto e tutti. Sei come santa.


Vai a prendere il piccolo al nido e grasse risate con i maestri, con le mamme, con i bimbi. Soprattutto quel bimbino là che si chiama J ed è il compagnuccio preferito di Pisti, e tu te lo porteresti a casa, te lo mangeresti di baci. Che buon gusto ha tuo figlio!
Torni a casa e appendi i panni, fai il cambio degli armadi, metti su le pentole per la cena, per il pranzo di domani, per i pasti dei prossimi 4 giorni. Congeli tutto, poi scongeli altro, metti tutto a tavola, al centro una rosa rossa (esagerata, questa non é vera, ma ce la vedevo bene sul tavolo...).

Stasera metti a letto tu la belvetta e una volta tanto la giornata non é mica finita qui, capisci ammé.....


A ripensarci ti sembra tutto molto strano e bellissimo, non é neanche primavera. Oh no che non lo é. E' che tu, amica mia, la primavera oggi ce l'hai dentro: tu stai ovulando. Le femmine intorno a te, magari lo sanno anche. Alla lunga si ovulerà tutte insieme, almeno così vorrebbe una teoria. Secondo me è questione di sopravvivenza.


Ma la domanda impellente é, ma voi maschi, quando vedete intorno a voi una donna così, perché io non ci credo che sono l'unica a vivere queste esperienze trascendentali, ogni mese, ma voi, la guardate e pensate Beccata! tu stai ovulando! ? Oppure io vi ho appena svelato l'arcano?



Poi c'è l'altro lato della medaglia. Mi fa fatica descriverlo, tanto è l'esatto contrario. Pessimismo cosmico e fastidio. Quando tutto un disastro, ti senti brutta, grassa, triste e pure antipatica. Ma perché sei così antipatica? Ma perché le persone ti parlano??

Un brufolo sul mento, sei gonfia e per niente tronfia. Una fame atavica e pure una voglia svizzera di cioccolato. Ma anche di fuggire, essere altrove. Anche non essere proprio, persìno. Odi tutto e tutti, ma al di sopra te stessa. Sei un essere inutile, insulso e persìno maledetto.

Tu te lo dimentichi ogni mese cosa ti aspetta il successivo, in barba al calendario, ma amica, dai retta a me, tu stai solo per sanguinare. Mortacci. Al più tardi domani tu mestruererai. E tirerai un sospiro di sollievo che lèvati: ah ecco che era, vabbè ma allora ditelo. Mi iberno e ci rivediamo tra qualche giorno. Tanto tra due settimane potrò smaltire il lavoro di tutto il mese. Lo dicevo io che ci vorrebbe il part time superverticale. Oppure una vita a metà ciclo. Risolto ogni problema.


Per amor di precisione e di complicatezza questi due fenomeni chez la femme Squabùs sono calmierati ed esacerbati da altre due influenze meteorologico-astrali. Il sole/cielo-grigio e la luna. 
Se capitate vicino a Squabus il cielo grigio, la luna piena, nei dintorni un giorno di pre-mestruo... ecco scappate, che è come dire che sta per scoppiare la bomba atomica. Avvertiti. Se capitate col sole, la luna piena, ma a metà ciclo, Squabus potrebbe persìno salvarvi la vita o darle un senso, perchè è taumaturgica, magica, santa... divina proprio.


Ora su un tono leggermente più serio, lo so bene che ci sono donne che prova a dir loro: ma che c'hai le tue cose, si incazzano da morire. Odiano il clichè, non sono vulnerabili al potere dell'ormone oppure lo sono ma sono convinte che l'oggetto del contendere, discutere, etc sia sempre sacrosanto e non abbia a che vedere con la loro fase ovarica.  Nel dubbio meglio non scherzare mai con queste donne.





Invece l'eccessiva sensibilità al ciclo mestruale è una problematica reale, in inglese suona così: Premenstrual dysphoric disorder (PMDD). Può essere molto invalidante e non è la semplice sindrome mestruale di cui soffriamo tutte, o quasi.
Per esempio se la vostra più che la vita serena di una giovane donna nel fiorire dei suoi anni, vi pare più quella di Dr Jekyll e Mr Hyde, a seconda della fase in cui state, potrebbe valere la pena lavorare seriamente sul calendario e su alcuni accorgimenti.

Poi, certo, ci sono donne di cui sopra che sono esenti dal potere dell'ormone, è possibile. Oppure il potere della loro mente è più forte (che noia...) Oppure, più probabile, morirebbero piuttosto che ammettere la sua esistenza.  Come se il femminismo implicasse persìno la libertà dalla chimica, dalla biochimica e dalla fisiologia. Vero femminismo per me invece è decretare l'Hormon Power. Potere alle donne nel metà ciclo. Quelle a fine ciclo le mandiamo dove c'è da litigare. 

In effetti, le peggio cose che ha fatto nella vita, le peggio litigate, quelle che ancora ci pensa e dice ma perchè? Squabus le ha fatte in coincidenza ematico-astrale sfavorevole. Di solito implicavano un altro essere umano del segno dell'Ariete, preferibilmente di sesso maschile, come controparte nel litigio. Giusto per aggiungere un'altro elemento astrale influenzante, lo zodiaco, e perdere anche quel poco di credibilità che rimaneva, eventualmente. Chè, come dicevo, se la fase è di pre-mestruo, col cielo grigio e la luna piena, se poi siete persìno maschi e dell'Ariete, ascoltate a me: state alla larga. A meno chè non abbiate intenzione di far scatenare la quarta guerra mondiale, persìno.

06 November 2013

Volontà

Son stata ad un funerale oggi. Un ricercatore del mio gruppo, persona fantastica mi dicono. Io l'ho solo incrociato mentre lottava. Due anni di lotta e una voglia di vivere eccezionale, non poco più di un mese... e tutto il resto, come Lei.

Io non voglio essere seppellita. Voglio essere cremata e voglio che le mie ceneri siano sparse in mare. 
Lo diceva sempre, nei momenti di allegria. Contrasto agrodolce, tinte bianco e nero, come solo Lei poteva fare.

Non ha mai specificato quale mare, ma quando il momento di pensarci é arrivato, non avevamo dubbio alcuno su quale mare dovesse essere.

E' stato il grande ad occuparsi di tutti i dettagli burocratici. Io ero decollata da Linate, ironia della sorte malvagia e cattiva, esattamente alla stessa ora in cui lei decollava da questo mondo. Uno scherzo infame. La notizia mi raggiunse all'atterraggio. In forma di sms.


La mattina dopo avevamo la visita per il tri-test, il solo stupido motivo per cui eravamo tornati in Olanda. Li faranno bene anche in Italia i tri-test. Era il momento del prelievo del sangue, da una parte mi domandavo se tutta quella tristezza potesse falsare i risultati. Se lo stato di disperazione in cui mi ritrovavo potesse avere riscontri biochimici. Dall'altra il risultato di quel test non mi importava più. Per niente. In quel momento mi sentivo protetta. Come se quel pozzo nero senza fondo potesse tenere lontana ogni altra catastrofe. Il terrore, la ricerca ossessiva di tracce di sangue, sarebbero arrivati dopo, quando quella tristezza non finiva più e mi sfiniva, mi svuotava, mi devastava.

Ma sto divagando, naufragando in ricordi, luttuosi e fecondi al tempo stesso. Che sorte beffarda. Quanto tempo aveva aspettato e sperato che le dessi quella notizia. Un sms all'atterraggio, dicevo, la mattina dopo il test . E poi via, di nuovo a prendere, l'ennesimo, fottuto, aereo.


Burocraticamente parlando, pero', le ceneri non potevano essere disperse perché le sue volontà non erano state da lei espresse in forma scritta. Ci veniva da ridere perché Lei a noi lo aveva detto, ridetto e stradetto, fino alla nausea.

Fu cremata e le sue ceneri raccolte in una cassettina orribile garbata di cui mio padre é il custode. Quindi sbagliavo, in qualche modo neanche la morte li ha separati. Lui ci ha molto tenuto a tutti i dettagli, le ha fatto quasi un altarino. A modo suo, diciamo. Poi ha cominciato a sfinirci con il "ricordino". Una cosa che non avevo ispirazione di fare, in quel momento, e che mi sono sforzata di fare. Per Lui. Sedici pagine. Scoppio a ridere a solo pensarci. Si é mai visto un ricordino di sedici pagine? L'infinito senso di colpa che si materializzai n ogni millimetro quadrato di carta stampata. Poi mi chiese quanti ne volevo stampati per i miei amici. Dissi tre: uno per M., uno per la Carmen, uno per Sonrisa che vennero a starmi vicina al funerale, in quel giorno di fine luglio. Io pero' non glielo diedi mai il ricordino. Chissà magari invece ne avrebbero avuto piacere. M. si forse. M. le voleva proprio bene e Lei semplicemente la adorava . A M. il ricordino lo devo proprio dare, sono in ritardo di solo due anni...

Il ricordino...  Una sorta di poesia che ci misi tre mesi a scrivere, le foto della sua tesi di laurea, i suoi disegni, una foto, la preghiera del marinaio, Ma soprattutto, stralci delle cose strampalate che scriveva.

La persona che mi ha insegnato

più di qualsiasi professore è mia nonna M

della quale porto anche il nome;

(...)

 è mia nonna, anche se è morta nel 1977,

perché nella mia filosofia ……

si vive sempre nel ricordo degli altri …..

ed è un credo anche questo ……

la morte non esiste.


Diceva sempre nonna M……

quando muoio io dovete vestirvi di rosso

e non mi dovete piangere,

ma «se vi sciarriati» [se litigate],

esco dalla tomba e «vi ffugu» [vi affogo].


Dopo aver sbrigato alcune pratiche, siamo partiti per quel mare. Non abbiamo parlato di lei. Non ne eravamo in grado. Ma essere su quel mare li' ci é sembrata la cosa migliore che potessimo fare.


Lui non ci ha pensato neanche un attimo ad andare contro la legge, io e gli altri due invece siamo rimasti inquieti e nervosi. Pero' in fondo lo sappiamo tutti che quella cassettina un giorno scomparirà nel nulla, forse faremo una denuncia di furto fasulla, come per non lasciare un discorso in sospeso. Spero solo che sarà facile scassinarla e commettere questo allegro reato.

Immagino che quel giorno, se lei ci potrà vedere da laggiù, ci ringrazierà e riderà forte 
Finalmente, non ne potevo più.

Vivi nel mio ricordo, ogni giorno. Ci mettero' ancora parecchio tempo a circondarlo di pensieri sereni e di allegria e ad indossare quegli abiti rossi che avresti voluto. Ma ci riusciro'. E' una promessa.