come arrivare fino a martedì?
Ma anche a lunedì sera per cominciare.
Col fiato sospeso, sicuramente. A testa bassa e con molta cautela. Un passo per volta.
L'incazzatura mi porta fortuna, parrebbe. O almeno sto
sperando che sia fortuna. Che non sia solo un anticipo di speranza
seguito da tanto dolore.
Il giorno dopo aver scritto quel post tutto incazzoso sull'utero a
banana e tutto il resto, mi svegliavo ad ore antelucane - e questo non è
una novità- andavo in bagno dove avevo preparato una confezione di
bicchierini di plastica. Per le buone occasioni. Dopo aver pisciato con
molto amore e molta cautela nel mio bravo bicchierino ci immergevo uno
stick e aspettavo qualche minuto.
Positivo. Banda lievissima, ma positivo. Parrebbe che il
mio utero a banana sia abitato. Tutta cauta sono tornata a letto con gli
occhi fissi al soffitto.
Quando il chercheur si è svegliato gli ho comunicato la
notizia, sempre con molta cautela. L'ho già detto che mi sento di essere
molto cauta? Cauta ora è il mio secondo nome. Squa quella cauta.
Qualche giorno dopo andavo a fare le prime analisi. Quelle
che spero essere le prime di una lunga serie, spero perché i risultati
non sarebbero incoraggianti. Ecco io in realtà ho cominciato a
scartabellare l'internet e ravanare in google scholar a cercare
informazioni, dritte e dati scientifici. MI sono molto arrabbiata
(visto che porta bene) per il fatto che in alcuni paesi i valori che ho
visto nero su bianco sotto il mio nome e alla giovanissima epoca di
gestazione non sono affatto allarmanti, mentre in altri si. Magari non
siamo tutti uguali, magari c'è un fattore geografico concomitante e le americane certi valori ce li hanno più
bassi, mentre le francesi e le italiane no, schizzano subito in altro. E
mi ero promessa che la parola beta non la dicevo, ma ora forse l'ho
fatto. Ho davvero detto beta? Troppo tardi, l'ho detto.
Che poi io le beta non le avevo mai fatte prima, ho avuto
una gravidanza da persona ignorante, incosciente e soprattutto
inconsapevole dei propri limiti e del poco spazio che avesse da offrire
all'abitante. Sto giro, se dovesse davvero girare, mi toccano molte
paturnie, non solo per la difficoltà ad arrivare a
questa nuova seconda lineetta del test, ma per tutti gli scenari che si
prospettano da qui in avanti. Alta frequenza di
aborti anche tardivi e parti prematuri che vanno a braccetto con un
utero unicorne. Ma mi dico anche che sapere di avere questa condizione è
già un grandissimo vantaggio, perchè magari quelle cose lì succedono a
chi non sa, forse dovremo ringraziare un giorno di non esserci riusciti
con tutta questa facilità, forse l'altra volta abbiamo danzato sul
fuoco.
Magari un giorno qualcuno me lo dirà che sono stata brava,
che non mi sono fermata ad ascoltare chi diceva, just relax e ho voluto
indagare e analizzare. Ad analizzare sono brava. E' a tirare le fila
che faccio schifo.
Io comunque sto bene. Fin troppo. Zero (o quasi) nausee, e
leggendo c'è chi dice che la nausea è direttamente correlata al livello
di beta. Appunto. Che poi quando mi chiedevano della prima gravidanza
dicevo che ero molto sorpresa che nonostante il periodo devastante sul
piano emotivo, fisicamente stavo bene. Certo stanca e provata, ma zero
nausea, zero vomitilli, zero disturbi tipici della gravidanza. NEanche
il male alle tette per dire. Ho sempre pensato che la devastazione
dell'anima mi distraesse dalle sensazioni del corpo. Invece forse chissà
sono fatta che posso avere delle gravidanze anche con le beta basse.
Domani le ripeto e martedì la prima ecografia. Ed è
prestissimo quindi può essere che non si veda niente ma che vada
comunque tutto bene. Dice fidati del tuo corpo e delle tue sensazioni, se sta
andando bene il tuo corpo lo sa. Io ho troppe sensazioni per poter
capire quale sia quella giusta. NOn so se aveva ragione chi mi ha detto
che desidero un figlio anche per recuperare il contatto con mia madre
che se ne è andata all'inizio della prima , magari è vero e quelle sensazioni nefaste che sento sono il
flashback di quello che fu, è il lutto che cova.
Fatto sta che ho ricominciato a rileggere le mail di quel
periodo, in cerca del racconto dei sintomi e di un contatto con quella
me che sentiva che tutto sarebbe andato bene e invece questa volta non
ne è così certa.