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28 March 2015

Di educazione "passiva" e telepatia



Scambio tipico quando Squabus (o il chercheur) starnutisce
Etcia
e Pistacchio: Salute Mamma!
Grazie amore mio


L'altro giorno l'etcia è stato suo
Salute amore mio!
Grazie mamma


Stavo passando lo straccio in cucina e mi sono messa a pensare che è incredibile, quanto abbiamo e stiamo ancora penando per quel per favore quando chiede e quel grazie quando riceve. E che fatica sentirli. Invece Etcia e salute e poi anche il grazie proprio di questo scenario gli sono automatici, fino scontati, da un pel pezzo di tempo dei sui 2 anni e tre quarti (n.d.Squa: di quando questa bozza è comparsa nei draft, ora sono 3 conclamati, grazie al blogstorming che mi fa tornare in mente una bozza abbandonata!!!). E allora è ovvio domandarsi perchè il salute è così automatico e il per favore no? Sto pensando a questo. E mi rispondo che è perchè il salute è di pura imitazione, chiamiamola educazione passiva, mentre per quel per favore ci stiamo dando così tanta pena da fargli perdere spontaneità o che so io. 

Questa cosa l'ho pensata anche di fronte ad una scenetta che mi aveva lasciata esterrefatta. Lui seduto sul suo vasino con un librone in mano dove ci sono delle letterine sparse in mezzo ad altri disegni.
A, B, C D, E G L M diceva puntando ad ogni colpo la lettera giusta. L'ho osservato per alcuni lunghissimi secondi fare questa cosa. Esterrefatta. Ci ho messo poi unbel po' a capire com'era possibile. Il motivo risiede in quel pc giocattolo che ogni tanto accende in autonomia (vivaddio) e che tra i vari giochini da scegliere ne ha uno in cui tutto l'alfabeto viene sparato sullo schermo a pixel grandi tipo 2 cm l'uno con in sottofondo la voce di uinnidepù che legge le letterine. Stessa cosa, ho scoperto poi, vale per i numeri. Quel Pistacchio lì abbandonato al suo pc giocattolo ha assimilato tutto solo e senza alcuna interferenza delle cose che di solito si insegnano attivamente (credo). E allora mi domino per non "interrogarlo" chè, forse, mi dico, quanto meno mi immischio in questo apprendimento passivo, quanto più sarà spontaneo e piacevole. E lungi da me il desiderio di mettermi vicino ad insegnargli qualcosa di più. Solo con le lingue il mio desiderio scalpita ma è stato frenato da difficoltà abbastanza preoccupanti, di cui parlerò, forse, a suo tempo. Appena mi sarò ben centrata sull'argomento e successivamente decentrata, che è la parte più difficile.


Ma tornando alla scenetta dell'etcia e del Salute. Ero lì che svuotavo la lavastoviglie e intanto pensavo proprio a quanto scritto qui sopra. E il Pistacchio se ne esce così:
No mamma, non per favore, salute.
Come stesse leggendo nei miei pensieri. E non è la prima volta...
A me a volte 'sta specie di telepatia mi fa una gran paura.





Questo post partecipa al blogstorming di genitoricrescono.

31 May 2013

Allo scadere

Guardo l'orologio.
Un'ora alla mezzanotte.
Poi maggio sarà finito.
E con lui il tema del mese.
Almeno simbolicamente.

In realtà sono già fuori tempo massimo e andrò anche fuori tema. Forse.

Anche perchè il mio primo, unico, bimbo è ancora molto piccolo, a molte questioni sollevate non ho ancora avuto modo di pensare. Succede quindi che i blogstorming a tema scandiscano in maniera molto peculiare il mio  tempo. Quando torno sulla pagina del tema a fine mese, mi sembra passata una (bella) vita dalla prima volta che l'ho aperta.

Questa percezione dilatata deriva probabilmente dalle innumerevoli volte in cui ho pensato al concetto di tempo in questo mese. Così come agli stili di accudimento il mese precedente...
Forse anche dal fatto che il mio essere mamma ha fatto passi da gigante in un solo mese. Così come il mio piccolo, che è in una fase di crescita impressionante. Riflettevo sulle strategie di sopravvivenza e lui gattonava sereno,  mentre pensavo agli stili di accudimento ecco i suoi primi passetti, pensavo al concetto di tempo e intanto lui mi stupiva dimostrando di capire un sacco di cose che gli dicevo. Non smetterò mai di stupirmi che quel frugolino ora gli dico vai a mettere il topino nel tuo letto e lui sgambetta verso il letto e, guarda un po', infila tra le sbarre il topino. Tra le mie lacrime di commozione.

Riflettere non significa però sempre maturare un pensiero sensato. Io colgo questa occasione, in maniera un po' strampalata,  per dirvi grazie davvero. Perchè che il tempo sia tanto o poco o lento o veloce o tiranno, sicuramente mi aiutate a caricarlo di bei significati. E ormai fate come parte del calendario. A fine mese mi dispiaccio se non sono riuscita a partecipare e allo stesso tempo mi emoziono a scoprire quale sarà il prossimo argomento che affollerà la mente e i suoi momenti a disposizione nel tempo a venire.

Uso questo piccolo attimo, intorno allo scadere simbolico, prima di un nuovo inizio, per ringraziare tutti voi di genitoricrescono. Serena, Silvia e anche tutti gli altri. Grazie.

Questo post partecipa, anche se fuori tempo massimo, al blogstorming
Tema del mese: Il Tempo.

19 March 2013

Genitori a quattro mani


Caro Pistacchio,

devi sapere che genitori a quattro mani lo siamo stati fin dal primo giorno. 

Fin dall'affacciarsi delle due lineette. I tempi erano così duri che sentivamo di doverlo dire alle persone più vicine, anche se era davvero troppo presto. Come dire, se non ci riusciamo noi, aiutateci voi a difenderci da  tutta quella sofferenza, capitata esattamente insieme alla gioia più grande. Così, per proteggerti, abbiamo annunciato subitissimo che eravamo incinti.
Eravamo così indissolubilmente incinti che siamo andati insieme mano nella mano a praticamente ogni visita ed ecografia. Ci tenevamo per mano e ci commuovevamo a sentire il tuo cuore.

Genitori a quattro mani perchè lo siamo spesso letteralmente. Per tutte quelle volte che ci troviamo in  tre sul fasciatoio... sembrerà assurdo a chi non pratica il parenting a quattro mani, ma fin dalle tue prime settimane abbiamo trovato molto meno faticoso cambiarti insieme tutte le volte che era possibile, piuttosto che cambiarti da soli la metà delle volte. Non significa che non ne siamo ed eravamo perfettamente capaci individualmente. Solo che a quattro mani è più facile... e anche bello.  Si chiama effetto cooperativo e non è una nostra scoperta.