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29 October 2011

primo ritratto di Ello


Ecco la sorpresa della nipotina Prima, colei che le piace fare gli esperimenti.
Il primo ritratto di Ello nella pancia. Anche se a dirla tutta, anche la zia stravagante, sorella del chercheur ha addirittura fatto un dipinto di Ello nella pancia, ma visto da fuori.


Prima, 16 Ottobre 2011
(giorno piu' giorno meno)

27 October 2011

Ello superstar e la schiettezza dei nipotini primi

Mamma, papa' ed Ello nella pancia, superstar, se ne sono andati in Italia per una settimana intera. Anche per questo il blog e' rimasto silente. Mamma Squa ha rotto l'alimentatore del computer che se ne e' quindi rimasto in Olanda, dando il brivido di una settimana di quieta semi-vacanza da internet.

Dopo l'atterraggio, il papa' si e' rifugiato nella campagna lodigiana, mentre Squa se ne stava bel bella nel paesello milanese. Se ne e' andata a spasso in lungo e in largo, con profonda disapprovazione del nonno-squa che voleva portarla in macchina in ogni dove. Lei pazientemente rimbrottava: e' gia' cicciuto questo bimbo, fammelo camminare un po' su e giu'. Si e' fatta quindi delle sane scarpinate in ogni dove, sola o in magnifica compagnia, collezionando bellissime cartoline che sognava di imbucare nel blog. Non e' ancora successo... e non sa se sperare nel proseguire dell'insonnia per scriverle e spedirle.

Quando non camminava, Squa vedeva gli amici, i nonni e i nipotini o si sparava penniche grandiose. Il bimbo Ello, pur nella pancia, la faceva da super-star. I nonni soprattutto: prima salutavano lui, gli parlavano, gli facevano le carezze e poi passavano alla portatrice di panza. Tutti proprio tutti ad accoglierlo a braccia aperte, coccolarlo, celebrarlo, tranne lei: la nipotina settenne, detta anche Prima, in quanto prima nipote, di sangue e non.

Prima, la nipotina che ha rotto l'incanto da superstar, aveva saputo dell'esistenza di una creatura nella pancia di sua zia subitissimo, perche' la zia medesima voleva alleggerirle il cuoricino settenne da altre cose tristissime ed allora le ha fatto le confidenze subito, in barba a qualsiasi scaramanzia e cautela. E subito la nipotina Prima le aveva detto:
« dai pero' zia, fai che sia una femmina, che' io qui sono circondata da maschi, mio fratello, il cugino dall'altra zia » (da pare della mamma sua).
Tutta presa nell'alleggerire quel cuoricino triste, la zia aveva risposto:
« Prima, faro' del mio meglio, ma se non ce la faccio al limite tu non solo sarai Prima ma sarai anche Unica... non e' mica brutto! »
« No, no, zia, voglio una cuginetta »
aveva concluso lei perentoria.

Ora quando sono andata a bussare alla porta di mio fratello, nonche' padre della nipotina Prima, lui -il fratello- mi ha preso alla sprovvista, sull'uscio, lui ancora all'oscuro del genere sessuato di Ello...
La nipotina Prima sedeva un po' inversa sul divano, che gia' si poteva capire che era inversa perche' guardava la tv che non e' mai un buon segno nella bimba nipotina settenne Prima.

« E allora? Maschietto o femminuccia »
Dire gioiosa « Ello e' un maschietto!! » e girarmi e mettere meglio a fuoco Prima, l'inversa, e' stato un tutt'uno. La nipotina settenne, che fino a quel momento era solo inversa, ora era imbufalita e delusissima, neanche un ciao zia, come stai, subito mi sbotta con quel gesto stizzoso del capo:
« e no zia! pero' avevamo detto femmina »
Neanche confidarle il nome, come per dare piu' carattere alla creatura, ha potuto farla rinsavire. Del nome ha detto candida: mi fa schifo. [Per inciso, Ello non si chiamera' mica proprio 'Ello' (anche se per una femminuccia ad Ella ci avrei pensato, devo dire)].

La zia se ne e' tornata dal nonno con la coda tra le gambe, un pochino dispiaciuta di aver contrariato nipotina Prima, settenne e cristallina come un lago di montagna. Ma solo un poco, per la gran parte era tutta divertita da tanta genuina sincerita'. Forse anche perche' sapeva che Prima sarebbe presto rinsavita (o semplicemente scesa a compromessi con la vita?). Ed infatti la mattina seguente, complice forse lo spegnimento della tv o un sonno ristoratore o un confronto con la sua dolcissima mamma? Mi ha telefonato tutta tenera dicendomi che mi aveva preparato non una ma due sorprese ed intimandomi perentoriamente ad andare a scoprirle. Ha aggiunto poi:
« zia... dai va bene anche un maschietto »

Sospiro di sollievo... La sorpresa che mi ha preparato era davvero bellissima e la metto qui appena posso...


viva le nipotine prime e viva l'insonnia

23 December 2010

sola un secondo

resto sola un attimo, solo un attimo, oggi
per venire a dire al mio blog che siamo diventate zie di nuovo oggi
Che bello essere zie!

baci da zia Squa

25 December 2009

Poi invece cosa volevo fare io da grande



... pensierini fatti giocando con i più piccoli scienziati del mondo

Grandi e bei momenti di ziitudine questo natale. Ci sono pargoli ovunque ed io me li godo tutti, ché essere zie prima che mamme ci renderà genitrici più consapevoli. E c'è da approfittarne e fare allenamento, osservare, prepararsi spiritualmente.
E quindi mi cullo un'Accanita di sei-mesi-quasi-sette tutta nervosetta e le canto pazientemente quella canzone lì dei mutamenti di stagione, l'unica canzone che io possa cantare senza rompere i vetri delle finestre e straziare i timpani. Gliela canto come un mantra, caparbia, insistendo sui punti chiave: Lasciarsi andare, dondolare, e continuare a galleggiare, scivolando sulle cose...

Oh quella mica mi ci si ti vi addormenta? Ed io mi sento tutta soddisfatta. Tutta zia.

Poi c'è la mia unica nipotina di sangue, altro ordine di grandezza piccolezza: quasi sei anni. Tutta chiacchierina e pronta a cose già più, come dire, serie. Le ultime due volte che l'ho vista abbiamo fatto il pane, volevo trovare qualcosa di nuovo da fare insieme, ma non ho avuto troppo tempo e testa. Ora temo che lei: basta, mi sono stufata di far il pane, qualcosa di nuovo, dai! Io almeno voglio fare qualcosa di nuovo.
Dopo poco che è arrivata...
e zia non lo facciamo il pane?
Evidentemente hanno bisogno di certezze anche loro, questi bimbi. E quindi facciamo il pane! Io le avevo già detto che il mio lavoro è crescere lieviti, quindi sapevo bene come farli svegliare nell'acqua tiepidina e che non amano molto trovarsi il sale vicino-vicino, cose così insomma. Le ho fatto vedere una foto al miscrospio del lievito che si usa per panificare (Saccharomyces cerevisiae, che è fratello di quello che si usa in laboratorio) e poi ho cominciato la mia personale campagna di imprinting.
Ma che? da grande vuoi fare la panettiera?
No, no o la parrucchiera o la ballerina o la maestra..
La scienziata no?
Vedi che bello, proprio come noi qui adesso: questo è il nostro laboratorio e noi stiamo facendo il pane: perché quella è la ricetta del no knead bread, sul blog di comidademama e noi invece lo stiamo bello che impastando (senno' finisce subito e che divertimento c'è?) anche se poi lo facciamo lievitare quasi 24 ore! E quindi poi domani bisogna vedere se l'esperimento ci è riuscito
Si zia che bello fare gli esperimenti



Comunque io se tornavo piccola sai cosa dicevo che volevo fare da grande?
La zia volevo fare.
Ché io non lo sapevo mica che era così bello.

06 June 2009

Zia dentro proprio

... piu' che un post

Sara' che son tutta zia ormai ed alcuni cominciano a farsi grandi, vederli crescere fa pensare ...

C'e' voluta un po' di pazienza perche' le mie orecchie di formazione yankee facevano fatica con l'inglese british, ma questo discorso, forse ovvio per certi aspetti, ma tanto garbato e spiritoso mi e' piaciuto assai.



Sara' anche che ho visto le foto della prima nipotina in tutu' rosa, mentre lei dice che vuole andare in piscina con le altre amichette. Io non mi ricordo cosa volevo, pero' poi sono andata un pochino in piscina ed adesso mi immagino col tutu'... chissa' che volevo fare io.


via lui

01 June 2009

27 May 2009

Svezia Primo Maggio 2009 (e altri deliri)

... piu' che un blog, siamo al puro intrattenimento



In piena veglia ci diamo da fare!

Ecco la foto piu' rappresentativa del week end del primo Maggio in Svezia. Due piccioni con una fava, cosi' ristabiliamo anche un certo equilibrio, altrimenti l'ex economo di Madrid, ora filosofo in tappa svedese, si offende che parlo di Parigi e che invece di quando andiamo a trovare allui non parlo mai.
Come quando andammo a trovarlo nella sua fase newyorkina (non si fa mancare niente il filosofo), che a parte due foto su flickr, non una parola sulla bellissima gita. Si vabbe' a parte l'accenno alla tappa niuorchina della storia sfracellap@alle di me che cerco di ottenere un appuntamento al consolato americano per il rinnovo del visto (che tra parentesi mi sono riletta ed ho avuto una illuminazione su quel
signora e' meglio se ci richiama
richiamaci signora
forse che il tipo faceva finta che la mia carta di credito non funzionasse, perche' mi aveva riconosciuta e cercava di evitarmi di sborsare nuovi 15 euri? Misteri irrisolti ed irrisolvibili)


Gia' che ci siamo: foto piu' rappresentativa di quel thanksgiving del 2007:




E iciamola tutta, i piccioni son anche tre, qui ci si sente un po' in competizione col GianMuga che' 11 post in 11 giorni non s'eran mai visti!! Anche noi qui si fa intrattenimento, che credi?



Anzi guarda mi voglio rovinare: un po' di foto della gita bulbica a keukenhof, che' scegliere la piu' rappresentativa non e' semplice:



















Esagerataaa!


Domani, in malattia, facendo l'agile bagaglio, magari faccio anche le foto della casetta (a grande richiesta)!

Veglia



Questo blog e' ufficialmente in veglia...

Ieri si e' ammmalato. oggi e' andato a lavorare lo stesso che' c'erano cose avviate. Crescere lieviti e' un po' come... loro crescono, han bisogno di te, che fai? dici: oggi niente, sto male? Quelli hanno da essere accuditi.
In preda al mal di testa piu' totale a mezzogiorno ha detto: sto proprio male, li metto a nanna, impacchetto tutto e per le 2 vado a casa. Alle 6 era ancora in laboratorio. Stasera sta pensando che domani, qualsiasi sia lo stato psicofisico non ci deve andare a lavorare. Meglio iniziare con un giorno di anticipo la veglia.
Veglia Accanita!!

Per i lieviti chiamiamo la baby sitter.

15 December 2006

Varicella spaziale



Ho un potere soprannaturale. Quando sono davvero tanto stressata, incapace di gestire gli eventi, riesco -con la forza del pensiero- a farmi venire un malanno che mi costringe a letto. Somatizzo. Capirai direte voi. Capirai dico anche io. Non importa se il rapporto di causa-effetto in realtà é rovesciato, tipo non ce la faccio proprio-perchè-mi-sto-ammalando, mi piace credere che sia un sistema di sicurezza, frutto della forza della mia mente.
Il rito magico passa attraverso l'immaginarmi chiusa in bagno alla Magda a dire Non ce la faccio più. Se il rito riesce male, nel giro di qualche ora mi viene uno stupido e dolorosissimo herpes simplex sul labbro, del quale non me ne faccio nulla. Non mi costringe a letto, niente baci, nessuna pietà. In genere però funziona, esplode la febbre, la bronchite, una volta sono riuscita a farmi ricoverare per l'appendicite. Dopo l'operazione, non contenta, ed ancora parecchio stressata dal maldivivere, ho ottenuto una febbre persistente ed inspiegabile. Al decimo giorno di ricovero, s'è scoperto che avevo un ovaio grosso come un pompelmo, non che necessariamente centrasse qualcosa con la febbre. Però un dottore mi disse che forse si erano sbagliati e la mia appendice era sanissima. Fa niente, dissi io, non mi sarebbe potuta accadere cosa migliore negli ultimi dieci giorni. Vuoi mettere io ricoverata in ospedale e tutti i miei problemi là fuori? E l'ebbrezza dell'anestesia totale? Ciaooo, vedetevela voi.

Sta volta è andata in maniera più originale.
Mi visualizzo in versione Magda, comincio, come da manuale, a sentire il principio di uno splendido 39-39.5 (anche se il termometro non lo ammetterà mai). Sarà forse stata la corsetta in felpina di quaranta-minuti-quaranta sul lungomare-in-tempesta di sabato scorso che-il-freddo-era-appena-arrivato-e-non-me-ne-ero-accorta? Mha.
Che bei tempi la settimana scorsa, che era ancora come primavera e si andava al mercato, si mangiava frutta e verdura, s'andava in piscina, in bici e a correre in riva al mare. E si limitavano i cerotti alla nicotina e nonostante questo si teneva a bada la fame chimica con pratiche zen, olii essenziali, caramelle alle erbe. ---Che ora che ci penso mi faceva un baffo quel fregnaccione di Allen Carr. Che allora lo scrivo anche io un libro su come si smette di fumare.--- E si facevano pure gli gnocchi. Che buoni i miei primi gnocchi, conditi con un esperimento di pesto di sedano.
Non come ora che manca solo l'acqua e siamo come gli alluvionati, in frigo ci sono un finocchio avvizzito e due carote marce, mentre io mi nutro di cuneesi al rum e panettone. Le padelle già imballate. E non ci penso neanche a contrastare la fame atavica che mi attanaglia. La assecondo, la faccio esprimere, ha ragione lei. La settimana scorsa avevo ritrovato la pelle di pesca ed il tono muscolare dei miei diciotto anni, oggi tossisco orribilmente e il bottone dei pantaloni salta ad ogni passo.

Tra questo e mille altri pensieri attendo fiduciosa il malanno. Sembra che arrivi, poi pero' quella sensazione da imminente scoppio di una febbre micidiale scompare, lasciandomi solo la terribile tosse. Si vede che in qualche modo ho preso coscienza di quante volte mi sono ammalata nell'ultimo anno e mi son detta Non è possibile, 'sta volta è il turno di qualcun altro. Quindi è venuta la varicella alla piccola Teta. L'effetto è stato uguale, perché siccome la sua mamma ha trovato lavoro da poco, zia Squa -come da manuale delle brave amichette- si è impegnata a 'curarsi di lei' fino alle ferie della lavoratrice-mamma, riuscendo così a scampare pulizie, scatoloni, vai-in-banca, affitta-il-fugone, per tre-mattine-tre. L'ho scampata part-time, ma l'ho sempre scampata. Mi sono proprio curata di lei. Sto meglio ora.
Anche se è stata dura, la sera non riuscivo ad addormentarmi e la mattina verso le nove arrivavo da lei in coma. Anche lei non aveva dormito ed era in coma. Ci guardavamo comatose, io seduta sulla sedia e lei sul tavolo, ogni tanto partiva un colpaccio di tosse (pure lei messa male), ogni tanto le soffiavo il nasino. Poi ricominciavamo a guardarci, stanche. Nove e trenta, dieci, la merendina. Io un caffè. Un pochino meglio. E attaccavamo a giocare con la cucina fragolina.
Teta posso avere un te ed una fetta di torta?
Hai messo l'acqua per la pasta?
Zia Squa la vuoi un po' di Socca?
Mmm leggerina, preferisco la peperonata dai.
Gliel'ho regalata io al suo compleanno la cucina fragolina. Chissà perchè.

Poi c'è stato un evento che verrà annoverato tra i peggiori traumi della mia vita adulta. Non potro' fare un figlio finchè non lo supero. Ci siamo appena fatte un'infusione -per digerire la peperonata- e Teta vuole aspergere tutta casa con la bustina di menta esausta. Glielo impedisco. Tipo che la sgrido, niente, elimino dalla sua portata l'elemento di delirio, scoppia a piangere. Una parolina dolce, nulla, due, tre, nulla, piange imperterrita. Che per carità l'ho vista nascere, ha fatto il suo primo passo una sera mentre arrivavamo per cena (era il cinque dicembre 2005 e non parliamone più). Dopo che aveva imparato a dire mamma, papà, pappa, l'ho lavorata ai fianchi e non l'ho mollata finchè non ha detto il mio nome. Ad un anno e mezzo circa le ho insegnato a dire cuoio capelluto. E ci sono riuscita. Ovviamente sa anche cos'é. Ciao Teta, come stai? Come sta il cuoio capelluto? Lei mette le mani alla testa e fa Tutto a posto. Insomma ci conosciamo e vogliamo molto bene, però era da un po' che non restavo sola con lei e 'sti bimbi imparano alla velocità della luce le tecniche per averla vinta. E non potevo farle innaffiare la casa di menta. Basta parole dolci, la ignoro, lei continua. Le faccio il verso, continua piu' forte. La ignoro nuovamente finchè non si stanca e smette. Erano le 11.30. Non mi ha rivolto la parola fino alle 12edieci. Non una. Ad un certo punto le è scappato di dire una cosa (è una chiacchierona), si è ricordata che non voleva piu' parlarmi ed è tornata nel mutismo. Ho provato a prenderla in braccio titubante, ho capito solo tra le righe che non voleva scendere. Voleva stare lì e guardarmi fissa con quello sgurado di rimprovero, muta. E' stato orribile. Volevo piangere io. Quando ha ricominciato a parlare non é che mi aveva perdonato, era arrivata la sua mamma.
Il giorno dopo abbiamo fatto un pasto di quindici portate, questione di stare occupate nell'attesa di capire la tecnica vincente per farla smettere di piangere, nel caso in cui. Ma non abbiamo bevuto l'infusione, non quella vera per lo meno.

Mi dispiace di dove sia andato a colpire il cupido-somatizzante, anche se comunque la varicella meglio ora che poi. Pensavo a questo quando ho chiamato mia madre per assicurarmi che la varicella l'ho davvero fatta prima, io. Va bene somatizzare... E lei mi fa' Mi pare di si. Dopo un'ora di sforzati, visualizza, Si, si, avevi un anno e mezzo.
Poi mi spuntano uno, due, tre puntoni rossi doloranti in faccia...
Ma erano [sono, saranno ancora per quanto?] mega brufolonis direttamente da Cuneo. Tanto per solidarietà con chi una malattia ce l'ha davvero. E gliel'ho mandata io con i miei superpoteri.


04 July 2006

...



Negli ultimi tempi, in ordine sparso.
Si è convertiti Diabolik e Sonrisa da explorer a firefox,
Si è scoperto, invece, che per riempire on-line i moduli per il visto -si' per gli USA, niente di ufficiale ancora, io intanto mi informo- ci vuole assolutamente explorer.
Si è stati in quel di Milano dove si é usciti fuori di capoccia per il caldo... soprattutto dopo le 18, proprio mentre fuori la temperatura (all'ombra) cominciava a volgere all'accettabile, la casa dei padri sembrava prendere a restituire tutto il calore accumulato durante la giornata. Una cosa veramente da uscir fuori di testa.
Sempre a Milano, si è sbiciclettato per la città sbattendosene dell'apparente fallimento della notte bianca milanese -causa un accenno di tormenta estiva... che più che scoraggiare, personalmente ha aumentato la voglia di uscire grazie a quei qualche gradi in meno che si era portata dietro. Ci si è svegliati, la mattina dopo, alla tarda ora delle tredici passate, con la vocina duenne della nipotina che intonava Tanti auguri a te... il ritardo non ha minimamente intaccato la commozione. Si è ovviamente votato. Si è guardato, come ogni volta, immancabilmente, senza scampo, quel che si è lasciato indietro, subendo le infinite malinconie, come pure le profonde gioie, del vivere altrove. Al proposito di Milano, come non citare Lia che riesce a farsela certificare, l'urgenza di scappare da Milano ?? E se non riuscite ad aprirla adesso questa pagina, vi prego, insistete poi! Sta cambiando casa al blog, ma torna.
Si è visto tanto calcio emozionandosi e indegnandosi, a seconda...

Si è, infine (ma così, casualmente) mancata -formidabilmente e con infinita sensazone di impotenza- l'occasione di fare l'annuncio che frullava in testa...
Papà, mamma, non mi sposo più.
E perché ti dovevi sposare?
Ehm. E' che avendo mancato le occasioni di annuncio precedenti, da qualche parte dovevo pure cominciare.
To be continued, ma in un momento di minor stress... colpa dell'Innominata... non é vero... é tanto tanto cara...