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22 July 2012

Guerra e Pace

Da qualche tempo, per ovvi motivi, rifletto sulle diverse filosofie e scuole di pensiero o semplicemente atteggiamenti in ambito puericultura. I motivi non fossero poi così ovvi, faccio subito che li menziono. Ho dato alla luce al mio primo bimbo pochi mesi fa. L'ho messo in cantiere essendo già una ragazzetta piuttosto stagionatella. E si sa la stagionatura porta sì saggezza, ma anche meno spensieratezza e carpe diem. Una ha la testa anche fin troppo sulle spalle e vuole fare bene. E allora legge, legge e legge in tutte le lingue, si domanda, sperimenta. E infine a volte un po' anche impazzisce...
Infine, che forse non aiuta, gli ultimi 9 anni di stagionatura si sono realizzati in quanto straniera in terra straniera. Il paese che ha visto la luce della mia mammitudine, poi, l'Olanda, è un paese con usi e costumi spesso mooooooolto diversi rispetto ai nostri. Almeno mi pare.

Mi faceva piacere prendere appunti ché quando sarò nonna li rileggerò a tutta questa appassionata confusione si aggiungerà fino la prospettiva temporale. Ci sono due gruppi di pensieri che mi appassionano. Una è la incredibile differenza culturale dei nidi olandici rispetto a quanto, devo ammettere, non conosco ma ho solo sentito dire dei nidi italici. E l'altra è la panoramica di tutto ed il contrario di tutto che si trova nella letteratura di puericoltura moderna in materia bebé. Mi sa che ci faccio su un paio di post a flusso di coscienza, questione di buttare fuori tutto e dire adesso basta, tutti zitti, faccio io.

Questo proprio oggi per celebrare che la notte scorsa We won the first war against the pacifier !!!? Dovrei più correttamente dire: il chercheur ha vinto la prima guerra contro il ciuccio, era lui di turno ed io avevo troppo sonno per indignarmi che lo stesse facendo piangere così a lungo... Questa guerra forse era santa o forse ha lasciato gli 'sconfitti' troppo stremati. Dopo la poppata di mezzanotte, primo risveglio Dov'è il mio ciuccio? alle 2. Secondo risveglio alle 3. E poi decine di minuti di lotta, mi pare, ero troppo stanca per tenere il tempo. Poi la capitolazione ed in casa ha regnato il silenzio dei giusti. Di solito la belvetta si risveglia tra le 5 e le 5 e mezza per la sua poppata del primo mattino. La caampana ha appena suonato le 6 e trenta e di squilli di adunata neppure l'ombra. Ovvio sono andata a controllare: dorme placido come il mare all'alba. Perchè ha dormito meglio o perchè era esausto dalla lotta?

(I post di cui sopra sono ancora work in progress)

14 July 2012

di cosa fa latte e cosa no

Prima di tutto, anche se in ordine sparso, recitare fa latte. La mamma sul palcoscenico fa latte, il bimbino la cui mamma è andata a fare l'attrice è contento. Per non raggiungere livelli troppo allucinanti di devastazione, è bene poi anche che lo spettacolo sia finito, insieme a quella serata, la prima di fiesta nell'ultimo anno forse. In cui ti sei sentita finalmente di nuovo un animale sociale, hai parlato con sconosciuti al baretto del teatro giovine e frizzante. Anche tu eri giovine è frizzante. Hai ballato e saltato con i compagni, hai riso tantissimo e sentito quella gioia sincera e profonda. E pure la soddisfazione di aver fatto ridere tutte quell persone. E la lusinga dei fiori sul palco. Non mi voglio perdere nessuna di queste fotografie mentali. E poi, eppure sei appena stata su un palcoscenico per un'ora e mezza.. la timidezza ed il non riuscire a dire ai compagnucci quel grazie di cuore che sentivi dentro tutto per loro. Ce n'è anche uno, diverso per il compagno di vita che ti ha 'coperto' tutte quelle sere di prove. Con l'entusiasmo, che mi piace parecchio non di chi 'copre', perchè non c'è nessun buco da coprire, ma c'è spazio da prendersi come papà, un magnifico papà che fa ridere il suo bimbo a crepapelle solo a guardarlo. Invece a voi compagni attori avrei voluto dire quel grazie lì di gratitudine. Per aver avuto pazienza con questa ragazza stagionatella e mamma, fin da quando ero mamma ancora solo di un pancione. Ed ero troppo stanca per venire alle prove. Fino a quell'ultimo 'scusate stasera non ce la fo' proprio', che poi nella notte si ruppero le acque... Poi avete avuto la pazienza del mio puerperio, in cui ero impegnata ad entrare in un altro personaggio. Finalmente sono tornata e siete stati pazienti ed accoglienti con me che ancora dovevo recuperare tutto. E col vostro aiuto ce l'ho fatta. E gli ultimi giorni di prove e poi quelli di spettacolo sono stati giorni duri e bellissimi che mi hanno fatto serntire viva che più viva non si può. Che bello... Che il teatro fa latte voleva essere solo l'inizio di miriadi di racconti.. facciamo che per oggi è anche la fine. Per ora.

28 February 2012

Pistacchio


Ti ho chiamato Pistacchio. Un nome con tante erre, proprio come il mio. Dopo aver protestato un poco che neanche gli avevo dato spazio di pensiero, tuo papà alla fine mi ha perdonata. Il tuo nome è cascato dalle nuvole, non so più quando e come.
Dovevi arrivare oggi, invece hai bussato lieve alla vita con 3 settimane quasi piene di anticipo. Hai rotto le acque di notte, mentre sognavo di essere in un lago. Erano le 3 e ho aperto gli occhi col dubbio... forse stavi arrivando. Nei giorni prima ho fatto tutto quel che il manuale direbbbe. Ho stipato la dispensa, ho riempito il freezer di zuppe e legumi pronti. Ho comprato cose per la tua stanza. Ho fatto mille lavatrici e piegato mille tutine e bavagli. Ho tormentato tuo padre per portarmi a comprare cosa mancava e non potevo trasportare da sola. Poi è arrivcata la neve, io non riuscivo più a camminare, le caviglie gonfie come zampogne. Potevo solo pedalare con non troppo dolore. E' arrivata la neve e le strade si son ghiacciate. E non era troppo sicuro per me pedalare, visto che l'anno scorso cadevo anche senza la pancia. Allora mi sono attaccata ad internet e mille pacchetti sono arrivati a casa, carichi di lenzuoline e cose per te.

Sono stanca e felice da morirne, ti guarderei per ore intere, sei carino,sei simpatico e sei più dolce dello zucchero. Lo sentivo dire alle mamme ma non avevo mai pensato a come sarebbe stato per noi... invece eccomi qui a dirlo anche io: sono follemente innamorata di te. Dei tuoi capelli lunghi e neri, il musino paffuto dopo la poppata quando ti abbandoni a te stesso, ebbro di latte. L'espressione che hai negli occhi appena immerso nel bagnetto. Il versetto ritmico che fai per cercare di calmarti, che papà tuo e io già imitiamo. Ti prenderemo molto in giro, sappilo. Perchè sei bello da togliere il fiato ma anche tanto ridicolo. Con quelle manine sempre occupate e la boccuccia a paperella quando sembri voler dire: io ho finito, non mangio più
Qualche giorno fa hai fissato gli occhi su di me, a lungo, pensoso ed attento. Mi hai studiata a fondo e non so cosa ne hai concluso. Io intanto mi scioglievo in un pianto di commozione che non so descrivere.
Sarai un bimbo felice, io lo sento e sarò felice anche io, come non lo sono mai stata prima.

Tre settimane fa ho smesso di essere solo Barbara, sono diventata la mamma di un Pistacchio.




09 December 2011

nonni sprint


questo è un «rollator»


Era mercoledì, in pausa pranzo nella piscina vicino al lavoro, dove l'acqua è caldina e come un po' salata. Ci sono due o tre persone divise in due gigantesche corsie, si nuota bene, tranquilli e sereni. Nuotando mi si calmano i pensieri, tutto si mette a posto. La tristezza è sempre triste, ma sembra più lieve. La piscina mi aiuta a guardare avanti.

Nell'altra corsia nuota una signora, avrà una settantina d'anni, fisico asciutto, direi quasi atletico, come mi sembra abbastanza comune tra le nonne olandiche, tutte sprint. Poi non la vedo più in corsia ed invece è a bordo vasca, nel punto dove l'acqua si fa bassa e ci sono dei gradini che ti portano fuori da questa pozza salatina e rilassata. La bagnina la sta aiutando ad uscire dall'acqua e a raggiungere il suo «rollator», che la aspetta parcheggiato lì accanto. Io riprendo a nuotare.

Dopo un po' abbandono anche io quell'oasi pacata. Sto facenddo la doccia prima di entrare in sauna. (Sì lo so che le alte temperature non vanno bene per il bebè. Infatti ci resto due simbolici minuti, in cui respiro a fondo quell'aria eucaliptica. Mi porto una bottiglietta d'acqua gelata e mi rinfresco durante quei due minuti balsamici. Poi esco e metto i polsi e le caviglie sotto l'acqua gelata.)
Mi sto giusto pregustando quei due minutini, quando sento la nonnina sprint che parla. Dalla doccia non si vede lo spogliatoio. Perso parli all'altra signora che era nello spogliatoio un minuto prima. Ma poi parla di nuovo e mi arriva solo la parola helpen e cioè aiutare. Allora accorro. La nonnina sprint mi sorride e chiede candida se per favore posso aiutarla ad asciugare le punte dei piedi, proprio lì tra le dita, ché non ci arriva. La gamba livida, mi racconta che ha subito un'operazione solo una settimana prima (!!?), dice non riesce a passare l'asciugamano lì in fondo. Non ha il minimo senso di pietismo nella voce o nei gesti. Chiedere ad una totale estranea di asciugarle le punte dei piedi sembra la cosa più normale del mondo. La aiuto scusandomi per il mio magro olandese, lei mi fa un poco di conversazione in inglese, poi mi ringrazia, si appoggia al suo rollator e comincia a vestirsi.

Io me ne vado verso i miei due minuti balsamici ed intanto penso quanto mi piacciono i vecchietti olandici, voglio invecchiare come loro. Le strade sono piene di rollator e di quelle grosse sedie a rotelle elettriche, quasi scooter a quattro ruote, che giù da noi forse usano persone affette da handicap, ma neanche tanto. I vecchietti sprint olandici non ci stanno a farsi lasciare a casa dagli acciacchi. Inforcano il rollator e partono a godersi la vita. Questa cosa mi riempie di allegria. Certo bisogna dire che le città ed il life style della cittadina in cui vivo, agevolano il diffondersi di questa usanza. Ma quel che secondo me conta di più è che i vecchietti non provano vergogna. Zero drammi, zero pietismo. Gli olandesi, anche vecchietti, non si piangono addosso, ne avevo già parlato qui, piu' di 2 anni fa (!!), risparmiano le energie per godersi la vita.

Io sono tutta ammirata e da grande voglio essere una nonna olandica.

06 December 2011

Maternity & hobbies




un post per sole femmine, ma volendo anche no...


In questa mattina insonnica mi sono messa a googolare alla ricerca di rimedi cosmetici della nonna ed ho trovato alcuni siti che mi hanno fatto venire voglia di correre al supermercato, erborista o chi per esso e procurarmi le materie prime di base per allestire un piccolo laboratorio domestico di creme, saponi e detersivi.

Il mio sito preferito: cosmetici-fai-da-te, da studiare! Vien voglia di fare tutte le maschere. Per la sua semplicita' e reperibilita' degli ingredienti, comincero' probabilmente dalla Maschera Illuminante al Miele e Limone ... mi sono illuminata solo a leggerla!!
Da Ecobioplanet mi son piaciute le idee-rimedi per i capelli.
Fantastici i Detersivi Autarchici di Sai cosa ti spalmi.



Ci sono un'infinita' di cose che sto mentalmente riponendo nello scaffale 6 settimane di maternita' prima dell'ora X.
Dal rilassarmi tantissimo, leggere, mettermi a studiare olandese, adesso si e' aggiunto anche un potenziale (speriamo bene) trasloco, che tanto rilassante non sara', sempre se ci sara'. Da questa insonnica mattina c'e' quindi anche l'allestimento di un laboratorietto casalingo. Un paio di ripiani per ospitare oli vari, argille, mieli, ed altri ingredienti strettamente destinati alla cosmesi (1) e qualche strumentino (2). C'e' di buono che se va in porto questa nostra ultima occasione di trasferimento, la casa candidata ha uno stanzino-lavanderia che si presta perfettamente ad ospitare un angolino-laboratorio. Sara' insomma come ricrearmi a casa uno spazio simile a quello lavorativo per quelle 16 settimane di maternita' e "confinamento" (3).

Mi sfrego le mani.


(1) Esempi di ingredienti "a lunga conservazione":
Miele, aceto, vodka (!), argille varie, bicarbonato, semi di lino, amido di riso, sale marino, mandorle, acqua distillata, gel di aloe, compresse di vitamina E (?), oli vari (oliva, mandorla, cocco, jojoba, karite', sesamo, germe di grano, essenziali e chi piu; ne ha piu; ne metta), e via dicendo....
Esempi di ingredienti deperibili:
Arancia, limone, lime, uva, avocado, cetriolo, latte, yogurth, zucca, patata, uova

(2) Strumentini:
Qualche recipiente, misurini vari, mestolini di legno, garze, imbuto, contagocce, una bilancina, un mortaio, magari un piccolo frullatore, flaconi spray, boccette di vetro (leggendo si impara che il vetro scuro e' da preferire), per la totale indipendenza del laboratorietto qualche pentolino ed un fornelletto elettrico.

(3) L'universita' chiama -preoccupantemente- le 6 settimane di congedo precedente il parto (presunto) maternita' (pregnancy leave) e le 10 successive "confinamento" (containment leaves).


05 December 2011

Oggi e' Sinterklaas, il giorno di Natale olandese.
Sinta arriva lasciando doni nelle scarpe lasciategli -possibilmente colme di caramelle, mele e carote per rifocillare i suoi cavalli.

Si lavora, ma solo fino alle 14. poi tutti a casa a festeggiare in famiglia. Si lavora per modo di dire, perche' Sinta arrivera' a fine mattinata anche nel nostro dipartimento, acompagnato dai suoi folletti neri: gli zwarte Pieten.

Spero di non perdermelo, perche' questa mattina sono bloccata in ospedale per almeno due ore a fare la curva glicemica. Quindi un primo prelievo tra pochissimo -appena mi decido ad andare- mi daranno il beverone malefico 100gr di glucosio, dovro' restare seduta e buona per due ore per poi avere un secondo prelievo. Ho centellinato il libro che sto leggendo, per avere qualcosa da leggere.

Mercoledi' invece una nuova ecografia, l'ennesima, ho perso il conto. L'unborn child piu' fotografato del circondario! Tutto questo perche' Ello persiste cicciuto. Da qualche giorno ha anche dato inizio alla sua carriera di kickboxer. Lo sento in continuazione. Finalmente anche papa' chercheur ci crede e -dopo aver cantato un po' di De Andre'- si mette calmo li' mano sulla panza a godersi il baleltto continuo. Ho scoperto che ci sono anche volte che io non sento niente ma il papa' si. Finalmente, perche' si stava ingelosendo. Qualche giorno fa c'erano qui due compagne del teatro per parlare del prossimo spettacolo e mentre me ne stavo svaccata a gambe sollevate e panza in evidenza, Ello e' stato avvistato in versione alien in esplorazione dei confini del suo mondo uterino. Una cosa cosi' incredibile che ero felice di avere testimoni... Quando ho gridato al chercheur di venire giu' a vedere, il fenomeno si e' interrotto... oppure Ello s e' spaventato?

18 November 2011

vado...

Questo blog oggi si e' svegliato alle otto, udite udite! E questo pomeriggio se ne va in Francia !!
Anzi in realta' il blog resta qui... solo Squabus in carne ed ossa prende il treno e valica la frontiera. Che meraviglia!

Sara' il pensiero che viaggiare non sara' piu' la stessa cosa a breve, ma mi sento tutta emozionata... anche lasciare a casa il chercheur ha il suo perche'. Pregusto il ritorno ed i racconti di un week end tra donne. Soprattutto quando le donne sono 'ste meravigliose giovincelle che hanno adottato una vecchietta persino panciuta...

a risentirci :)

17 November 2011

come pane e banana

giornate pigre
lente e sonnolente

A me la pigrizia mi fa molta paura,
ma cerco di non pensarci.

Un mercoledi' libero, la goduria del giorno libero. Che non e' week end, dove tutti sono liberi, e' un giorno lavorativo dove tu si' che sei libera. C'era un sole ghiacciato e me ne sono andata a spasso per quasi tre ore, ho sgarrato con le patatine fritte con poca maionese. Mi sono seduta su una panchina al sole a mangiarle. Poi la liquerizia del natuur winkel. Ma soprattutto ho passeggiato.
Un lusso il giorno libero. Appunto passeggi e vedi quello che vedresti se non lavorassi tutto il giorno, tutti i giorni. E per questo mi piace anche che non sia tutti i mercoledi', ma uno si ed uno no.

Poi ho vinto il give away di Valentina. Che gioia.
E poi per caso, come tutte le migliori scoperte avvengono, ho scoperto la cosa piu' goduriosa e semplice del mondo: pane e banana.

10 November 2011


rimango sempre un po' a corto di parole, dopo che ne ho usate troppe.

Lascio parlare Sir Ken Robinson, che si occupa di educazione e di creativita', ed e' un bellissimo ascoltare.

Schools kill creativity
volendo si possono selezionare i sottotitoli in italiano

e poi anche
Changing Education Paradigms un discorso animato


E voi? Come vorreste venissero educati gli adulti di domani?

08 November 2011

i doni e le croci


... un post forse ancora piu' sfacciato di quando non vorrei essere sfacciata...


Nelle mattine insonni, quando e' ancora notte e mi sveglio per accompagnare il giorno che nasce...
...e mi piace moltissimo ed e' per questo che poi succede ancora ed ancora: perche' quando apro gli occhi sull'ora, anche se e' piccola, quel brivido di adrenalina per il nuovo giorno che vedro' nascere, mi sveglia, mi porta dolcemente fuori dal letto. Una sorta di fame di vita...
Nelle mattine insonni, cercavo di dire, avrei voluto scrivere -per esempio- di come e' stata la prima volta al corso di yoga in gravidanza. Del posto che chiamava rilassatezza, tutto legno e luci soffuse. Di questo gruppo di donne tutte panciute che mi sono trovata intorno, adagiate su materassini, ricoperti di coltri, pieni di cuscini. D'incanto la mia pancia non era piu' l'unica ed ognuna delle pance intorno aveva una forma, dimensione, sapore diversi. Poi la maestra yogi ci ha dato il benvenuto con voce lieve. Le donne panciute si sono presentate ad una ad una ed e' arrivato alche il mio timido turno. Ik ben Squabus, ik ben drieëntwintig weken zwanger... e non e' che capisco proprio tutto-tutto quello che dite, volevo aggiungere. Ma forse si e' capito da se'. (Rilassarsi con il cervello in tensione per la comprensione ultima non e' totalmente possibile. Ma almeno il luogo e la compagnia sono magici.)


Volevo scrivere di questa e di altre storie di prossima mammitudine, nelle mattine-notti di amata insonnia. E volevo sriverlo con tutta la poesia che sento, sdolcinata e timida come il primo bacio. Emozionata.


E pero' ogni volta che mi rigiro un post panciuto in testa, mi passano per la mente anche altre cose e pensieri, delicatezze, pudori, che non sono pudori di se', ma dell'altro da se'. E poi una cosa che e' successa qualche settimana fa.
Io ed una fanciulla, che chiamero' Spilunga, ci siamo prese un giorno libero e siamo andate ad Amsterdam a passeggio. Era una giornata magnifica, come un richiamino di sole prima dell'autunno che arriva. Avevamo una scusa scientificoculturale per andare, ma il fulcro era il sole e passeggiare e chiacchierare lievi e ridere.
Spilunga e' una ragazzona grande, alta, due spalle cosi', fisico scultoreo, simpatia contagiosa. Insieme alle altre ragazze mi coccola in questa magnifica fase panciuta. Tutte partecipi, carine, attente. Come MissB che mi sfiora delicata la pancia ogni volta che mi passa vicina nei corridoi e sorride. Come Minuta che, tra tutti i vini, mi porta la limonata a cena e apre il minuscolo pacchettino che ho preparato per annunciare l'evento. Quando ci trova una piccolissima marionetta, di quelle che si attaccano al dito, ed un bigliettino che dice piu' o meno: "cosi' hai il tempo di allenarti per giocare col piccolo in arrivo" (ma in inglese suonava meglio)... scoppia a piangere di gioia. E poi Spilunga, che chiede quando andiamo a comprare baby-stuff?? E a passeggio per Amsterdam -impaziente- compra per Ello il libricino che lei preferiva quando era bambina.


Poi andiamo a bere un te all'aperto e, in quel sole sfacciato di quasi-ottobre, siamo sedute a ricevere grate tutta la luce che possiamo. Ad un certo punto lei mi guarda la pancia, che comincia appena a vedersi, fa come a raccoglieri e mi dice: I am so jelous. E sorride.
E io la guardo negli occhi e nel suo sorriso -Spilunga classe ottantaequattro- e la rassicuro che c'e' tempo. E se davvero pensa che non ci sia tempo da aspettare, che si lasci andare, che' tutto prende ad avere talmente senso quando si smette di cercarlo con la ragione (e questa e' parte di tutta un'altra riflessione-rivelazione-folgorazione che fa parte dei miei fitti pensieri panciuti e che qui rimarra' nell'aria).

Lei pero' scuote il capo sicura, sta ancora sorridendo, ma di un sorriso che soffre. E mi racconta lieve, senza mai smettere di sorridere, che per lei non ci sarà tempo. Sicuro che no. Perche' non c'e' spazio, non c'e' luogo in lei dove un seme possa farsi frutto. E mi spiega e d'improvviso mi sento -di nuovo- piccola, cosi' piccola e dispiaciuta per lei. L'abbraccio e piango con lei che ancora sorride e si scusa e mi prega che non vuole che questo comprometta la condivisione delle mie gioie panciute a cui lei tiene molto. Che e' per questo che se lo tiene ostinatamente per se' questo segreto. L'abbraccio e la ringrazio di cuore per avermi aperto la porta. Parliamo di mille cose tutto attorno a questo. Le chiedo come fa a sopportare questo peso in silenzio. Che' io -almeno questa nuova io- lo direi forse subito. Che non e' sopportabile portarsi questo fardello da soli in un mondo che non fa altro (o sembra solo a me?) che chiedere alle donne: quando? Che per me alla soglia dei trenta la sofferenza, o dovrei dire insofferenza -quando le persone chiedevano, indelicate e indiscrete, e alludevano a bimbi- non era semplicemente tollerabile. Bisognerebbe parlarne di questa che almeno io ho considerato e vissuto come una forma di violenza...

Spilunga semplicemente dice che non vuole pieta'. Non vuole che le persone, soprattutto le altre donne, vedano per prima cosa questo in lei. Certo che capisco, ma -saranno gli ormoni?- sto abbracciano il pensiero che ad certo punto chiedere pieta' e' esattamente quello che bisogna fare. Abbi pieta' di me e risparmiami sofferenza. Usami delicatezza. Ma forse bisogna diventare forti abbastanza anche per poter chiedere pieta', per potere sopportare chi pieta' per te non ne ha, neanche se l'hai chiesta.


E' cosi' dannatamente importante condividere il bagaglio, altrimenti siamo tutti piccoli universi lontani anni luce l'un l'altro, ognuno con i suoi drammi, violenze, negazioni. Bisogna avere rispetto per i doni che ci toccano in sorte. E non considerarle scontate. D'altra parte chiunque viva o abbia vissuto un grande dramma, violenza o negazione deve poter lasciare spazio per coloro che ne hanno semplicemente di diverse, perchè -quanto è banale- ognuno ha i suoi doni e le proprie croci. Ed è questo che Spilunga voleva fare col suo silenzio: lasciare spazio. Uno spazio che dovrei rispettosamente prendermi.

Riuscirò a darmi il permesso di esprimere tutto il dolce fardello della mia maternita' così folgorante, fantastica, meaningful?
Non credo, non ci riuscivo a pieno fin da prima che Spilunga mi mettesse a parte del suo segreto. Perche' riversare la mia folle felicita' sul mondo mi sembrava sfacciato e anch'esso poco delicato, e adesso ancora di piu'. E pero' mi riguardo le mie croci, tocco le cicatrici, penso alla strada percorsa e so nel profondo che -finalmente- tutta questa felicita'. Forse e' questo che voglio dire o' voi che di qui passate... che non vorrei paresse troppo sfacciato tutta questa poetica... che' si insiste su cio' che che prima e' mancato e si e' bramato a lungo...

Sono felice, e allo stesso tempo triste, come non sono mai stata in vita mia. E affamata di vita, fin da prima dell'alba...

07 November 2011

4 a.m.

Siccome Ello nella pancia pareva troppo cicciuto, all'ecografia della ventesima settimana mi hanno mandata a fare piu' controlli, tra cui la curva glicemica -per escludere il diabete gestazionale-, che mi e' stata fissata per questa mattina.
Tocchera' quindi presentarmi a digiuno in ospedale alle 8, farmi prendere il sangue, bere un beverone zuccherissimo, aspettare un paio d'ore li' buona buona e poi prendere nuovamente il sangue. Solo che la mia -in genere neanche troppo odiata- insonnia mattutina quest'oggi ha deciso che la sveglia andava non alle 6 (che passi, mi sbrigo le email, leggiucchio qua el la' nel silenzio del primo mattino che e' ancora notte), non alle 5 (che dai non mi lamento, cosi' scrivo quella cosa che volevo scrivere da un po')... ma alle 4 addirittura no! Anche perche' ieri sera non erano le 9 -come di solito- quando andavo a dormire, ma quasi mezzanotte. E soprattutto non le 4 a stomaco vuoto fino alle 8, che' sono le 4.30 e gia' ho i crampi dalla fame. Inoltre credo proprio che la curva sara' sballata, la glicemia non sara' affatto rapprensentativa del primo mattino, visto che le 8 non saranno piu' il primo mattino per me. Ne avro' bruciati di zuccheri da qui ad allora...


D'altronde si' sa' che le 4 di mattina sono quanto di peggio:
(ci sono anche i sottotitoli in italiano, se proprio si vuole)

06 November 2011

manca solo il bebe

In follia totale da sabato passato tappata in casa, sfidata l'influenza o cosa per essa mi ha infestato gola e naso intasato, oggi sono uscita lo stesso. Non e' dato sapere se prima di uscire ho preso uno, nessuno o centomila meta' pasticca di paracetamolo. Non mi ricordo proprio. Avevamo in programma un pranzo con la famigliola francese con due bimbi peperini ed adorabili, in un paesello qui vicino, appena 5 km, che in bicicletta avremmo fatto piu' che volontieri. Invece ci siamo andati addirittura in macchina (una macchina che non possediamo!!). Infatti, vista l'influenza e il venticello che tirava, questa si rivelava come un'ottima scusa di testare per la prima volta il sistema di car sharing a cui ci siamo iscritti poco tempo fa. Si chiama greenwheels, un'offerta speciale ci ha permesso di iscriverci per 10 euri forfettari fino a dicembre, dopodiche' -non so- ci sara' un abbonamento mensile da pagare. Poi il costo e' di 2,5 euri all'ora piu' 0,1 euri per chilometro. Benzina inclusa. Quando il serbatoio arriva ad un quarto l'utente di turno e' tenuto a fare il pieno usando una carta di credito presente nel cruscotto della macchina stessa. La prenotazione della macchina si effettua via internet. Ce ne sono 6 nel giro di 600 metri da casa nostra -appena calcolati su google map. Anche di piu' se proprio quelle vicine sono prenotate. Non e' stato difficile averne una per questo pomeriggio, a dire il vero erano quasi tutte libere. Penso che molti compaesani la usino piu' che altro come seconda macchina e che nel finesettimana, essendo tutta la famiglia a casa -prima macchina compresa- non sia tanto gettonata. Ma si vedra'.


La famigliuola francese non ci ha fatto tornare a mani vuote! Siccome la loro bimba piu' piccola ha quasi 18 mesi, avevano molte cosine da darci per Ello. Faccio uso privato di blog pubblico e mi prendo due appuntini qui sulle cosine che abbiamo portato a casa. Se avete anche consigli sull'equipaggiamento da bebe' sono sempre ben accetti! Colgo anche l'occasione per segnarmi e segnalare i bellissimi post scritti da Valentina, su quelli che lei chiama baby armamentari da viaggio. Per esempio ho trovato "totseat" e la "dodo nomade" a dir poco geniali.


I primi prestiti per Ello
- Culletta per il passeggino - che scopro ora si chiama navicella (!!)*,
- l'ovetto* o come si chiama per la macchina (condivisa!),
- la sdraietta,
- la vaschetta per i bagno con adattatore per vasca da bagno,
- il marsupio.
- Uno sterilizzatore via microonde,
- una cosa che si chiama "baby cook" per cucinare le verdure al vapore e poi frullarle (mi sa che lo uso di gia' anche per i grandi...),
- milioni di contenitori di plastica per congelare pappine,
- 2 piccoli biberon e una borsetta termica per trasportarli,
- giochini vari ed eventuali.

Il chercheur davanti a tanti balocchi ha esclamato che adesso manca solo il bebe',,,

*il passeggino restante serve ancora a loro ed allora io mi domandavo se riusciremo noi a trovare un passeggino che sia compatibile con navicella ed ovetto

vorrei volare

Raccontavo nei commenti qui giù della canzoncina -presentata allo zecchino d'oro del 1960- che la mamma del chercheur gli cantava quando era piccoletto, e faceva...
Sempre più su, su, su…
E ancora giù, giù, giù…
Velocemente in su
Verso le vie che portano in ciel…
...e a quel punto il chercheur-bimbo non resisteva e doveva aggiungere
...OOOO
Che tenerezza mi fa questa immagine!



Mentre scrivevo quel commento, era mattina, lui dormiva e io mi ascoltando la canzuncella al piano terra in cuffia per non disturbarlo, visto che casa nostra e' un come un grande loft in verticale su 2 piani e mezzo e la mattina devo stare molto attenta ai rumori che produco per evitare le sue ire.

Quando poi lui scende, mi chiede
ma che ti ascoltavi stamattina?
e io gli dico sbalordita che va bene il loft, ma non può essere abbia sentito visto che ascoltavo in cuffia...
si si ho riconosciuto quella canzoncina, però quella che ascoltavi tu era cantata da bambini
perchè di solito?
da mia madre
non fa una grinza


Però la cosa mi ha fatto temere ancor di più come sarà condividere -sonoramente parlando- questo loft con un pargoletto. Meno male che il chercheur ha ceduto e domani visitiamo quel casone di cui parlavo una settimana fa. Dico meno male, ma il pensiero di un trasloco comincia ad abbattere anche me...

E per rappresentare al meglio il clima di abbattimento mi sono presa un qualcosa giusto allo scoccare del week end: ho la febbre, mal di gola e mi fa male dappertutto. Uffa

01 November 2011

e voi?

Il trailer di Babies, di cui parlavo sotto:



...molto rappresentativo del documentario.



Lo speaker qua sotto nei commenti mi ha fatto pensare di chiedere:
e a voi? che vi cantavano o suonavano quando eravate piccoletti? o ancora nella pancia? e che effetto vi fa ancora oggi?
Poi finisce che nessuno mi risponde ed io non avro' neanche bisogno di suonare Bob Dylan per ritrovarmi in una valle di lacrime....
dai raccontatemi

31 October 2011

di bimbi, bambolotti, musica, film e partenze


...Mille post in uno: un weekend movimentato ed interessante...


Buttato il chercheur giu' dal letto sabato alle 7.30 -lui amante delle lunghe mattine a poltrire tra le coperte- appuntamento 9.30 fino alle 15.30, nel paesello piu' grande per un corso di pronto soccorso pediatrico, organizzato dallo stesso posto dove faremo anche il corso preparto.

Un prontuario sull'intervento in caso di incidente ad un bimbo ferito o in pericolo, con la flow chart con cui ragionare nell'approcciarsi a diverse circostanze. L'ordine di azione a seconda della gravita' della situazione, riassunto in inglese con le 4 b: breething, bleeding, burns, (bones – tra parentesi perche' non molto si puo' fare in emergenza al riguardo).

Esercitazioni pratiche della temibile C.P.R. (CardioPulmonary Resuscitation - rianimazione cardio-polmonare), che iddio non voglia ci troviamo mai a necessitare. Con raccomandazioni specifiche per neonati e bimbi piccoli.

La simpatica Tina dopo aver introdotto la parte pratica, ha aperto dei borsoni ed ha tirato fuori alcuni deliziosi bambolotti speciali, provvisti di testina reclinabile (per imparare ad assicurarsi di liberare le vie aeree prima di iniziare), serbatoietto per l'aria nel toracino collegato con un tubicino alla bocca per capire se la respirazione effettuata e' efficace (il toracino si gonfia e si solleva), dispositivo cliccante per aiutare a valutare quanta forza esercitare nel massaggio cardiaco.

Se interessa l'argomento vedasi qui, in italiano.

Quando abbiamo finito con la pratica, vedendo il mio attaccamento al bambolotto a cui avevo salvato la vita, Tina lo ha fatto simpaticamente notare a tutto il gruppo:
ho l'impressione che Squabus voglia adottare uno dei miei bambolotti... in effetti me lo sarei portato a casa, faceva un gran piacere tenerselo in braccio.





Visto che eravamo nella metropoli, il chercheur si e' lasciato trascinare a vedere cose da bimbi neonati. Rigorosamente solo guardare, nonostante io abbia cominciato a manifestare con nervosismo di volere iniziare ad agire. Tutte le mamme infatti mi esortano ad approfittare dell'energia momentanea, perche' dopo semplicemente passera'. Il chercheur invece, uomo dell'ultimo minuto, dice che e' ancora presto e c'e' un sacco di tempo. Ed io inorridisco al pensiero che poi se ne debba occupare lui solo. Ho negoziato che nelle prossime due settimane stileremo una lista di cio' che ancora non abbiamo neanche l'idea di necessitare, capire chi potra' prestarci cosa e poi uscire a caccia, possibilmente una mattina infrasettimanale per evitare il delirio shopper del weekend che entrambi detestiamo.





Rientrati al paesello alle sei pomeridiane, non ho resistito ad una sostanziosa pennica di due ore abbondanti, dopodiche' ci siamo precipitati -in ritardo- a casa nuova di uno dei due amichetti d'oltralpe. Lui resta e si e' appena trasferito, l'altro parte e ci saluta in questa cena. Cosi' della cricca francofona, dopo la partenza dei canadii K. e M., siamo rimasti tristemente in tre. E' mesto tempo di partenze, anche la mia dottoranda preferita se n'e' appena andata, giusto oltralpe. Mentre in poche settimane e' il turno dell'amico Belga che invece va oltreoceano, nel nuovo mondo californiano. Proprio lui sabato sera ha fatto ad Ello il primo regalo musicale, veramente graditissimo, visto che vorrei fargli ascoltare moltissima musica: blood on the tracks di Bob Dylan. Tra loro che sbevazzavano ed io che ridevo, tutta distesa e riposata di fresca e tarda pennica, si son fatte quasi le vecchie-2 quando siamo andati a dormire. Per me probabilmente il record annuale.





Domenica mattina insonnica -sempre e comunque-, alzata prestissimo, col cambio dell'ora non so piu' dire quando, ho attaccato la mia lista di cose per Ello, ricerca di siti e negozi di cose di seconda mano. E tra tutti gli oggetti ed attrezzature che non ho idea quali e cosa, una forse mi ha convinta: il lettino. Anche a controprova della precarieta' geografica in cui verra' alla luce, dell'incertezza di dove crescera', credo compreremo per lui un lettino da campeggio, di quelli che si chiudono e si trasportano come un trolley. Questa e' la versione piu' nuova e fichissima. Per il resto la precarieta' amareggia effettivamente un po' il pensiero dei preparativi, ma ci faremo forza e prepareremo il nido.

Quando poi si e' svegliato il chercheur un po' di questa tensione amara gli si e' riversata contro, con me che essenzialmente gemevo che forse e' il caso di cambiare casa. Stemperata la tensione, ossia dopo aver passato -lui- l'aspirapolvere in ogni dove, il chercheur si e' seduto insieme a me a guardare cosa offre il panorama immobiliare in corrispondenza ai nostri bisogni. Ed abbiamo trovato solo un casone enorme, un po' costoso, leggermente lontanuccio, ma almeno dalla parte del nido che ci ha offerto posto. E con tutte le cose che ci piacciono nella casa di ora e che ci dispiacerebbe lasciare (mobilio, giardinetto, camino, cucina ben attrezzata e bagno tutto insieme – ultime due cose molto-molto rare). Da valutare.




Il programma del giorno era di intanto studiare la disposizione del mobilio nella stanza di sopra che dovrebbe accogliere il piccolo. Nel caso -molto probabile- restassimo qui. Ma e' naufragato con me sul divano che bramavo un'altra dose di pennica, ormai totalmente dipendente dal mio Morfeo pomeridiano. Prima di abbandonarmi a lui completamente, mi sono sistemata comoda ed ho suonato il cd di Bob Dylan, salvo poi ritrovarmi nel giro di qualche minuto in un mare di lacrime. A me la musica mi fa cosi', chiamala sindrome di Stendhal o cosa per essa.

Allora il chercheur ha abbassato il volume, io ho aperto la prima pagina del mio nuovo libro e dopo poco Morfeo mi ha portata via.




Dopo 2 ore buone, superenergica ho trovato il chercheur che si guardava un bel cartone animato. Io sono tornata sul progetto musicale, ma questa volta ho cantato io la mia canzone preferita. Quella che parla del lasciarsi andare, l'unica che io sono e saro' mai in grado di cantare. Quella che mi da cosi' tanta pace che magicamente i bimbi mi si addormentano in braccio.
Comincio ad esercitarmi per il mio di bimbo, che dicono che poi si ricordano di quel che han sentito nella pancia.




Poi, tutta con la testa leggera, perche' cantare e' un toccasana, beato chi lo sa fare per davvero, ho chiesto al chercheur se aveva voglia di vedere il film-documentario che ci consigliavano ieri, quando raccontavo dell'ansia da nido: Babies (2010). Molto carino: e' il parallelo del primo anno di vita di quattro bimbi, in Namibia, in Giappone, in Mongolia ed in California.




E poi era ora di nuovo di nanna... che pout pourri

29 October 2011

primo ritratto di Ello


Ecco la sorpresa della nipotina Prima, colei che le piace fare gli esperimenti.
Il primo ritratto di Ello nella pancia. Anche se a dirla tutta, anche la zia stravagante, sorella del chercheur ha addirittura fatto un dipinto di Ello nella pancia, ma visto da fuori.


Prima, 16 Ottobre 2011
(giorno piu' giorno meno)

27 October 2011

Ello superstar e la schiettezza dei nipotini primi

Mamma, papa' ed Ello nella pancia, superstar, se ne sono andati in Italia per una settimana intera. Anche per questo il blog e' rimasto silente. Mamma Squa ha rotto l'alimentatore del computer che se ne e' quindi rimasto in Olanda, dando il brivido di una settimana di quieta semi-vacanza da internet.

Dopo l'atterraggio, il papa' si e' rifugiato nella campagna lodigiana, mentre Squa se ne stava bel bella nel paesello milanese. Se ne e' andata a spasso in lungo e in largo, con profonda disapprovazione del nonno-squa che voleva portarla in macchina in ogni dove. Lei pazientemente rimbrottava: e' gia' cicciuto questo bimbo, fammelo camminare un po' su e giu'. Si e' fatta quindi delle sane scarpinate in ogni dove, sola o in magnifica compagnia, collezionando bellissime cartoline che sognava di imbucare nel blog. Non e' ancora successo... e non sa se sperare nel proseguire dell'insonnia per scriverle e spedirle.

Quando non camminava, Squa vedeva gli amici, i nonni e i nipotini o si sparava penniche grandiose. Il bimbo Ello, pur nella pancia, la faceva da super-star. I nonni soprattutto: prima salutavano lui, gli parlavano, gli facevano le carezze e poi passavano alla portatrice di panza. Tutti proprio tutti ad accoglierlo a braccia aperte, coccolarlo, celebrarlo, tranne lei: la nipotina settenne, detta anche Prima, in quanto prima nipote, di sangue e non.

Prima, la nipotina che ha rotto l'incanto da superstar, aveva saputo dell'esistenza di una creatura nella pancia di sua zia subitissimo, perche' la zia medesima voleva alleggerirle il cuoricino settenne da altre cose tristissime ed allora le ha fatto le confidenze subito, in barba a qualsiasi scaramanzia e cautela. E subito la nipotina Prima le aveva detto:
« dai pero' zia, fai che sia una femmina, che' io qui sono circondata da maschi, mio fratello, il cugino dall'altra zia » (da pare della mamma sua).
Tutta presa nell'alleggerire quel cuoricino triste, la zia aveva risposto:
« Prima, faro' del mio meglio, ma se non ce la faccio al limite tu non solo sarai Prima ma sarai anche Unica... non e' mica brutto! »
« No, no, zia, voglio una cuginetta »
aveva concluso lei perentoria.

Ora quando sono andata a bussare alla porta di mio fratello, nonche' padre della nipotina Prima, lui -il fratello- mi ha preso alla sprovvista, sull'uscio, lui ancora all'oscuro del genere sessuato di Ello...
La nipotina Prima sedeva un po' inversa sul divano, che gia' si poteva capire che era inversa perche' guardava la tv che non e' mai un buon segno nella bimba nipotina settenne Prima.

« E allora? Maschietto o femminuccia »
Dire gioiosa « Ello e' un maschietto!! » e girarmi e mettere meglio a fuoco Prima, l'inversa, e' stato un tutt'uno. La nipotina settenne, che fino a quel momento era solo inversa, ora era imbufalita e delusissima, neanche un ciao zia, come stai, subito mi sbotta con quel gesto stizzoso del capo:
« e no zia! pero' avevamo detto femmina »
Neanche confidarle il nome, come per dare piu' carattere alla creatura, ha potuto farla rinsavire. Del nome ha detto candida: mi fa schifo. [Per inciso, Ello non si chiamera' mica proprio 'Ello' (anche se per una femminuccia ad Ella ci avrei pensato, devo dire)].

La zia se ne e' tornata dal nonno con la coda tra le gambe, un pochino dispiaciuta di aver contrariato nipotina Prima, settenne e cristallina come un lago di montagna. Ma solo un poco, per la gran parte era tutta divertita da tanta genuina sincerita'. Forse anche perche' sapeva che Prima sarebbe presto rinsavita (o semplicemente scesa a compromessi con la vita?). Ed infatti la mattina seguente, complice forse lo spegnimento della tv o un sonno ristoratore o un confronto con la sua dolcissima mamma? Mi ha telefonato tutta tenera dicendomi che mi aveva preparato non una ma due sorprese ed intimandomi perentoriamente ad andare a scoprirle. Ha aggiunto poi:
« zia... dai va bene anche un maschietto »

Sospiro di sollievo... La sorpresa che mi ha preparato era davvero bellissima e la metto qui appena posso...


viva le nipotine prime e viva l'insonnia

26 October 2011

squam

La proverbiale insonnia olandica ha ripreso il suo corso. Eccomi sveglia dalle 5, in piedi dalle 6, ho sbrigato tutte le mie email. Sono in email mood. Scrivo, scrivo, scrivo a tutti.

Il chercheur lo chiama squam.

Per email pero', col blog sono indietro, ho tonnellate di cose da leggermi e da scrivere pure... Peccato non riesca a portare qui tutte quante cose ci sarebbero da raccontare... e' che saro' pure un po' microbiologa, ma il microblogging non fa per me. Io se comincio poi non posso smettere. Mi vengono in mente mille, milioni, di cose e ce le voglio mettere tutte. Una volta scrivevo un post dei post per elencarle tutte, ma poi non le scrivevo mai ed era triste. Oggi mi sforzo di fare blog. Ma gia' so, mettero' tante parole e non diro' niente. Le notizie piu' salienti le ho messe qui giu' nei commenti. Che quelli pure sono importanti. Anzi sono anche piu' importanti. I commenti.

E appunto, ancora, di cuore: grazie dei vostri commenti, mi hanno emozionata tantissimo. Mi emoziono tanto tanto in queste condizioni, sono tutta scioglievole, ma in senso buono. Per lo piu' mi sciolgo in sorrisi...
tutta beata...

14 October 2011

Ello nella pancia


com'ero emozionata mentre pedalavamo verso il paesello giusto un pelo più a sud... Il sole splendeva dopo diversi giorni di pioggia in ogni formato, pioggerella, acquazzone e via dicendo. Sole freddo di ottobre, e la luce olandese, quella dei fiamminghi, che si specchia sui canali con le nuvolette grige rosa e azzurrine. Magnifico.

L'ostetrica -un donnone altissimo e atletico- mi ha stesa sul lettino, mi ha spalmato il gel per la sonda sulla pancia, dicendo che per la prima volta poteva evitare di avvertirmi che era freddo, visto che avevano appena preso ad usare un bagnetto per tenerlo caldo. E infatti che goduria. Poi si è fatta più seria e ci ha spiegato la procedura dell'esame e del come non ci saremmo dovuti spaventare nel caso eventuale in cui al termine ci avesse mandati all'ospedale per altri accertamenti, ché lei voleva andare a casa tranquilla e lo avrebbe fatto per ogni piccolo, minuscolo, dubbio. Nel caso in cui avesse visto cose che proprio non andavano ce lo avrebbe invece detto subito onestamente. Penso che anche papà abbia deglutito.

Quindi il donnone ha tirato fuori un bambolottino piccolo e ha detto: il tuo bimbo è grande più o meno così. Tenero. Ha dato una sbirciata alla pancia con la sonda, poi col bambolottino ci ha fatto vedere nello spazio fuori dal monitor come era esattamente posizionato. Brava, perché ogni volta mi perdo a guardare quello schermo, mi mancano punti di riferimento.

Prima ce lo siamo guardati un attimo tutti e tre mamma, papà e ostetrica. Portava le manine al visino, si muoveva piano piano. Due lacrimucce di numero mi sono scese giù zitte. Eccoti qui così placido ma vispo. Un momento importante per una mamma con la piccola sfortuna di avere la placenta sul davanti che attutisce ogni vibrazione quando il bebè si muove.

Poi mentre io e papà ce ne stavano muti, mano nella mano, per non togliere la parola all'ostetrica, il donnone ha esplorato il piccolo bambolottino Ello nella pancia della mamma, manina per manina, piedino per piedino e poi tutti gli organi. E misurava e spiegavava e noi zitti per non interromperla, mentre sognavamo di essere lasciati soli con quel giocattolo: lo schermo e la sonda. Gli avremmo cantato le canzoni di paolo conte come la sera prima, per vedere se gli piacevano. Avrei mangiato cioccolato per vedere che avrebbe fatto quando fosse arrivato fino a lì... Ma quello era un momento importante e bisognava zittire anche le fantasie. Quindi zitti.

Mentre Ello veniva misurato da capo a piedi, io guardavo lo schermo al lato che mostrava via via termini molto diversi della gravidanza. Lo faccio notare piano in italiano al papà, ma l'ostetrica deve capirmi e mi dice di non preoccuparmi di quello che dice lo schermo che poi il computer avrebbe rielaborato tutto per benino.

Esplora che ti eplora è arrivato pure il momento di spiare Ello nelle sua pudenda, che hanno mostrato un inequivocabile pisellino. Ho guardato il papà e col sorrisone gli ho detto, si vede che si deve chiamare ***"(EllO)"***. Quel nome che mi ha folgorata qualche tempo fa e mi ha pervasa di una certezza che non ho mai provato nella vita. Davvero mai. Non so quanto ci vorrà a convincere il papà, ma so che ce la farò. Io non sono mai stata più convinta di una cosa. Chissà com'è.

Il donnone ha esplorato Ello il bimbo maschio per buoni tre quarti d'ora, ad ogni passo diceva che tutto andava bene. Poi, come promesso, si è messa al computer per fare rapporto. E alla fine ha detto che tutto andava bene sì tranne una cosa: il bimbo Ello in effetti è decisamente molto grande per la sua età gestazionale, meglio chiedere il parere di un ginecologo e magari esplorare meglio la placenta. Quella placenta grande più di lui, proprio lì sul davanti a parare gli urti e a farmi diventare triste quando tutte le mamme si stupiscono: ma com'è che ancora non lo senti? Si è parlato pure di dieta e deve essere lì che, nonostante nelle ultime settimane mi è sembrato la fame si facesse meno atavica...


...mi sa che è lì che non ci ho visto più, non mi ricordo niente altro. Mi sono ritrovata in sella alla bici a pedalare verso casa, pensando che Ello è un bimbo maschio e -a detta del donnone- è già un gigante.

16 September 2011

se non ci fossero i commenti

squa ha detto...

"non aver mai visto nessuno morire" dici tu
...sono ancora fresca e non so come questa cosa maturera', ma per ora io non riesco a sopportare il pensiero che non ci sono stata quei minuti la'...

Anche se la morte in se', nel nostro caso, non e' stata solo questione di un attimo, ma di -poche- settimane di declino a precipizio, per settimane, ed ancora oggi, ho pianto non solo lei ma il fatto di non averla accompagnata in quei minuti.

E' per me incredibile trovare questo tuo post oggi. Ho fatto un sogno atroce stanotte, di cui (per fortuna?) non ricordo quasi nulla, solo la vaga trama. Che era concettualmente davvero atroce. Anche forse banale.
Ero io proprio io che la avevo uccisa.

Vorrei poterne scrivere anche io, come te, pero' almeno riuscire a commentare pensieri altrui mi permette di sfogare parte della pressione. E per questo ti ringrazio di cuore di scrivere questi pensieri e di darmi la possibilita' di commentarli
:)

squa
16 settembre 2011 08:12


Ma questo era solo un commento, il post e' qui