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06 July 2008

Era il 4 di Luglio


Update
(in puro delirio flickr)
qui le foto del nostro solitario 4th di Luglio.
Manca FortNox Beach, ci rifaremo...





Ieri era il 4 di Luglio, e' stata una giornata impegnativa. Dopo e-mail(s) ad Archimedi varii, ce ne siamo andati ad affumicare il colorito mozzarelleo a Fort Nox Beach. Vuoi mettere?

(...)
Risparmio il post kilometrico stasera...
Andiamo al sodo.

Le cose salienti che sono successe:
dei caccia bombardieri ci sfrecciavano sulla testa, mentre eravamo sulla "spiaggia". Ad un chercheur scandalizzato dicevo "eh perche', noi non abbiamo le trecce fricolori?"
Veramente saliente.

In serata ce ne siamo andati al giapponese quasi sdegnando i fuochi. E tristissimi perche' tutti gli amichetti se ne sono partiti, chi per Nuova York, chi per San Francisco, chi per il South Dakota. Noi nisba.
Usciti dal giapponese, mentre eravamo avviluppati in un raro se non
l'unico momento di tenerezza mai esternato su suolo pubblico americano, la waitress se ne esce, ci interrompe il bacio dello scandalo, e ci chiede "tutto a posto?"
Passi alla storia che siamo stati inseguiti fuori da un ristorante giapponese da una waitress delusa per la mancia. In realta' la mancia (tip) c'era e la stordita non l'ha vista. Per dirla fino in fondo il chercheur ha un modo tutto suo di lasciare tips. Chissa' quante volte ci hanno sputato nel piatto.

Poi abbiamo sbiciclettato con i fireworks di sfondo, bellissimo, per poi finire in City Park insieme a tutto il paesiello che faceva versi animaleschi ai botti.

L'ultimo 4 di Luglio!


28 June 2008

Squabus al Virginia Tech




...un post fotografico
la maggior parte dei link portano a delle foto caricate su flickr



Si partiva di domenica pomeriggio. 'Come partire e' un po' morire, figurarsi di domenica.

Il viaggio e' stato lungo e ritardato nello scalo da Dallas(!) a Richmond perche' l'aereo dove dovevamo imbarcarci veniva dal Messico ed era infestato di fruit flies (moscerini). O almeno cosi' hanno detto a noi. Dopo una notte in un anonimo albergo vicino l'aereoporto di Richmond siamo partiti con tanto di macchina in affitto alla volta di Blacksburg. Appena 350 km di strada, che Jo March e phD al seguito con conferenza il martedi' mattino a Richmond, si sono sciroppate andata e ritorno lo stesso giorno. Che vuoi che sia.


La Virginia e' verdissima.
La Virginia, insieme a Kentucky, Massachusetts e Pennsylvania e' un Commonwealth e non uno stato qualsiasi. Che cosa poi voglia dire esattamente, lo si chieda al signor Pedia (Wiki).
La Virginia, prende il suo nome dalla regina Elisabetta I d'Inghilterra, detta anche The Virgin Queen.
Virginia is for lovers, come recita lo slogan tormentone.
Fine dei pensierini a titolo Virginia



Una volta a Blacksburg abbiamo visitato gli uffici e laboratori dove Jo March, il Masterizzando Cicciotto, qualche altro studente non ancora bene definito (e non piu' io) opereranno la loro scienza.

La visita al campus e' stata ovviamente una sorta di pugno nello stomaco. Quelle 32 pietre e non 33 (come qualcuno -qui una voce-, per fortuna, dice avrebbero dovuto essere).

Lo spirito di appartenenza che studenti ed impiegati maturano nelle universita' americane e' qualcosa di incompresibile per me. L'Hokie spirit e' cosi' sentito che viene nominato persino nella targa commemorativa delle vittime del massacro.





Nel pomeriggio ormai inoltrato Jo March e dottoranda al seguito son ripartite per Richmond, mentre io ed il dottorando cicciotto siamo rimasti ospiti di due studenti per la caccia ad un appartamento per lui ed ad una decisione esistenziale per me.
Il passaggio da una macchina fotografica vecchio stile, con la buona e vecchia pellicola, al digitale, ha comportato per me la liberazione di un fotografamento compulsivo e spesso casuale. Come e' successo a sera, quando gli studenti del futuro dipartimento di appartenenza di Jo March, ci hanno portato a mangiare fuori e poi a bere. Camminando per questa strada, ho cominciato a fotografare a caso, mentre esclamavo Uh quante chiese. E J mi diceva Per questo la chiamano Church Street. Ed io ridevo alla battuta. Ma non era una battuta.
Per dirla tutta, il senso religioso in Virginia e' un po' opprimente.


Poi vai nei bar e metti in borsa il giornaletto di arte e cultura di Blacksburg (come faresti con lo zerodue a Milano). Il giornaletto e' questo. Alle pagine 20 e 21 del numero giugno-luglio 2008, c'e' un emozionante articolo che riporta i pensieri dei possessori di armi della ridente cittadina.
Titolo:
GUN CULTURE
LOCAL GUN OWNERS:
SAFE AND SANE
Mentre il riquadro in basso recita:
"Shooting for me is VERY MEDIDATIVE. You have to FOCUS ... it helps me clear my head."
I maiuscoli non sono miei.



Mangiamo tacos senza pomodori che c'e' in giro la salmonella e ce la si chiacchiera dei rispetivi boss e della vita del campus. Un quasi masterizzato, appena dopo avermi rivolto la parola per la prima volta, mi fa
- You are Italian
- Si, gli dico sorpresa, come hai fatto? Non e' che ci azzecchino mai al primo colpo.
- Mi dice che e' perche' ha conosciuto molti italiani nel campus.
- Il mio sguardo si illumina.
- Ma, dice, sono ormai partiti tutti
- Il mio sguardo si spegne
- Tranne una
- Ri-splende il sole. Gli dico che voglio, vorrei conoscerla.
L'esperienza di incontro degli italiani emigrati in Colodado mi ha segnata positivamente. E' bello incontrarsi.

Cosi' la mattina dopo il quasi masterizzato del Virginia Tech, mi passa a prendere a casa della studentessa che mi ospita. Che per inciso abita a Christiansburg e non a Blacksburg. E mi porta a fare colazione con M., milanese, e sosia della mia M., amichetta del cuore del liceo. Uguali. Ce la chiacchieramo, le spiego che forse, non so ancora, verro' al Virginia Tech per qualche mese o per un periodo non ancora ben definito tra agosto e natale e che quindi sto cercando una sistemazione (eventuale) dove (soprav)vivere. Mi dice che giusto a casa del suo fidanzato un conquilino, psicologo, potrebbe mancare giusto solo per il semestre perche' andrebbe in Texas a studiare musica (!?). Sarebbe perfetto. Deve andare a lavorare, ci salutiamo calorosamente, ci sentiamo, ci facciamo sapere.

Il Masterizzando Cicciotto arriva con un'ora di ritardo al nostro appuntamento per la colazione. Il Masterizzando Cicciotto, se ancora non l'ho detto, e' una persona totalmente inaffidabile. Jo March, quando ti dice che gli ha dato una borsa di studio per fare un phD, le appare virtualmente un'aureola sul capo. Diventa donna angelicata che tutto puo' sull'animo. Il riscatto totale sull'umano mondo.
Il Masterizzando Cicciotto comincia a scusarsi senza sosta, blaming himself. Io ho chiacchierato con M. e sono serena. Secondo-poi, il breakfast-place, non sara' molto fast (visto tutto il tempo che ho aspettato), ma e' molto piacevole. Furthermore stavo aspettando paziente, perche' per uno strano meccanismo soprannaturale, probabilmente manovrato dallo spirito divino di Jo March, donna angelicata, ho deciso che aiutero' il cicciotto masterizzando a trovare casa. Lui, che pure si trasferira' qui un giorno di Agosto, anche se non sa dove, e' venuto in visita senza uno straccio di idea di dove cercare, di come e' fatto il campus, di vattelappesca. Mentre io, che non ho ancora deciso che ne sara' della mia vita, ho stampato mappe, preso appuntamenti, affittato auto. E sento che io saro' il deus ex machina che gli fara' finalmente trovare casa.
Nella prima tappa della nostra lunga giornata io e MC (il Masterizzando Cicciotto) andiamo alla Graduate Student House, dove lui aveva fatto domanda per una stanza mesi or sono, senza mai ricevere risposta alcuna. Quando ci sediamo davanti alla responsabile dell'assegnazione stanze a masterizzandi cicciotti e non, quella, delicatamente, fa presente a MC che gli era stata proposta una stanza, mesi or sono, ma che lui non ha mai risposto alla e-mail. Viene fuori che lui aveva segnalato la mail del Virginia Tech nella richiesta. Mail che non ha mai aperto. MC comincia a disperarsi, blaming everybody per questo disastro, che lui c'ha da scrivere la tesi e poteva evitare di volare in Virginia se ci avesse avuto una casa. Il deus ex machina lo sprona a guardare avanti, a riapplicare per la stanza, la tizia dice che gli dara' priorita' assoluta su chiunque altro.
Poco piu' tardi, mentre io incontro e chiacchiero con una ragazza iraniana che affitta una stanza a Christiansburg, anche qualche mese le va bene, MC comincia a fare le sue telefonate di house hunting.
Poi si parte a visitare i complessi residenziali intorno al campus. Andiamo al primo dove MC ha telefonato, gli hanno detto che hanno un solo appartmanento rimasto. Ci fiondiamo ed appena arrivati nell'ufficio, l'addetta all'affitto appartamenti ci dice, puntandoci col dito una biondona slanciata, che lei ha appena visitato quell'appartmamento e forse lo prende, non e' sicura. La biondona si rende conto di MC, si guardano per un lungo momento, in sottofondo una musica western, la bionda esce, incolla il cellu all'orecchio, rientra nell'ufficio dopo 25 secondi di orologio ed annuncia lo prendo. MC starts to blame god. L'addetta all'affitto appartamenti telefona ad un'altra addetta affitto appartamenti di un'altro complesso residenziale vicino al campus, ma dall'altro lato. La seconda addetta dice che hanno ancora qualche appartamento libero. La prima addetta ci indica la fermata dell'autobus, dice che in estate passano ogni ora. Telefona per sentire gli orari. Passera' tra 5 minuti. Ci avviamo alla fermata e come in un balletto perfettamente coordinato l'autobus arriva per "raccoglierci", deus ex machina del deus ex machina. Dobbiamo cambiare autobus in campus, la scena e' miracolosamente esattamente come sopra. Qui Jo March, donna angelicata, ci cova.
Arriviamo al secondo complesso residenziale, dove una tizia con una scollatura vertiginosa mostra a MC un appartamento. Lui gongola, sulla scollatura e anche sulla decisione. Io lo guardo, deus ex machina, -ora fa il difficile- e nel mio sguardo c'e' tutto un Tu non vuoi (you don't want) avere ancora da pensare a dove vivrai, anche se non ci hai pensato neanche un minuto prima di venire qui in visita. Tu hai da finire di scrivere la tua tesi. Ed io sono il tuo deus ex machina, quindi firma e facciamola finita. MC quindi firma una quantita' spropositata di scartoffie, mentre Scollatura Mozzafiato da' prova di spudorata ochitudine, davanti ad un deus ex machina ad occhi sbarrati..
We like MC
You are going to stay very close to me, MC

e via dicendo.
E quindi, a conclusione di questo emozionante capitolo della visita si Squabus al Virginia Tech, il Masterizzando Cicciotto vivra' qui, praticamente come a Melrose Place, anche un po' per merito mio. Speriamo bene.

Ci tocca andare a prendere una macchina in affitto per tornare a Richmond il giorno dopo. Il car rental piu' vicino e' all'aereoporto di Roanoke, un'oretta di bus ad andare ed un'oretta (di macchina in affitto) a tornare. Virginia is for patient Lovers.
Perdiamo un paio di autobus che ci porterebbero in campus per prendere il bus per Roanoke, mentre MC firma scartoffie. Poi finalmente MC saluta la Scollata e ci incamminiamo alla fermata, dove dobbiamo attendere solo un minuto piu' di prima.
Sono le 15 passate e non abbiamo ancora pranzato, facciamo appena in tempo a fermarci in un bar ed ordinare due panini da portar via. In Europa sono le 21 passate ed e' il giorno di Italia Francia. Me ne ero dimenticata. Nel bar del panino c'e' una tele ed il mio sguardo divertito coglie l'uno a zero, ed un Toni ancora senza baffi.
Scappiamo a prendere il bus, andiamo a prendere la macchina, prendiamo la macchina, torniamo indietro. Per fortuna la strada e' simpatica, tra:
- il fatto che la Virginia e' piacevolemte verde
- gli RV che viaggiano nella terra dei Lovers
- le chiacchiere.

Il tutto passa veloce, mentre io, tra i miei mumble-mumble esistenziali e non, decido che l'indomani mattina presto voglio visitare ancora un paio di posti in campus e quindi 'sta notte non voglio dormire a Christiansburg. Quindi telefono a J. e gli chiedo se mi ospita nel divano letto accanto ad MC, telefono ad A. e con delicatezza le dico che andro' a recuperarmi il mio zaino a casa sua, ringraziandola infinitamente. Poi chiamo anche M., sosia di M., e le dico che mi piacerebbe visitare la casa del suo fidanzato, gia' che son qui, nel caso in cui.

Arriviamo a Blacksburg che sono gia' le 19.00 ed e' gia' tempo del mio appuntamento con l'ingegnere argentino che:
- ha messo un annuncio su craiglist dicendo che cercava un coinquilino, che
- lui era argentino quindi la convivenza poteva essere interessante per chi volesse migliorare il suo spagnolo,
- non ha specificato per quanto tempo affittasse la stanza.
Quindi io gli avevo scritto:
- che lo spagnolo lo parlavo gia',
- che io ero italiana, in caso a lui interessasse imparare la lingua dei poeti,
- che non aveva specificato il periodo di affitto, quindi io tentavo, pur sapendo fosse molto improbabile che lui affittasse per un solo semestre.
L'ingegnere argentino mi risponde che:
- ha la nazionalita' italiana, ma
- non parla la lingua e che,
- si, in realta' cercava qualcuno per tutto l'anno, ma che forse preferisce affittare a me per qualche mese piuttosto che ad un altro per un anno intero.
E si risparmino le facili battute perche' questa e' solo dimostrazione che gli argentini ci adorano. Hanno l'Italia nel sangue.
E quindi corro a casa dell'argentino. Che e' abbastanza bruttina e decisamente sgarrupata, se poi confrontata con la Melrose Place che poc'anzi ho visitato... Io e l'argentino chiacchieriamo un'ora in inglese. Io ormai, gia' dal giorno prima, ho come messo il pilota automatico chiacchiereccio: Bla bla bla. E perche' forse io bla bla bla... Virginia Tech bla bla... Jo March bla bla. Il chercheur bla bla. L'Olanda bla bla bla. Una fatica... Ricorda qualcosa?
Dopo un'ora a parlare in inglese, senza riuscire ad inquadrarlo, gli dico, senti, scusa eh, ma io con gli (ingegneri) argentini sono abituata a parlare in castigliano, ti dispiace se... No porque sabes yo bla bla bla. Me parecia tan raro bla bla ... . Il tipo mi guarda strano e mi fa veramente di solito non parlo castigliano con gli stranieri, poi mi guarda come fossi un'aliena e passa alla lingua di Cervantes, meno male, che' il fatto era che eravamo molto piu' alieni prima...
Saluto l'italoargentino, Ci sentiamo, ci facciamo sapere, si.

Corro indietro a casa di J., recupero MC, che':
- alla fine l'affitto della macchina l'ha firmato lui,
- che' l'affittatore di macchine (ah gia'), dopo avermi chiesto se ero russa (M. la sosia di M. mi aveva appena raccontato la mattina stessa che le chiedono sempre 'Sei russa?') ed io no Sono Italiana, Ah What's his name? Berlusconi? I like that guy
- (....)
- che' l'affittatore di macchine, dicevo, mi aveva chiesto il mio social security number ed a me mi hanno insegnato che la gente in ammerica la deve smettere di chiederti il tuo social security number ad ogni pie' sospinto e quindi io lo lascio a casa.

Corro a casa di J. e becco MC , guidatore ufficiale della macchina, che si sta sintonzzando sulla finale di NBA Boston Celtics-Los Angeles Lakers. Non ho pieta', mi faccio accompagnare da MC a casa di A.. MC non ha ancora conosciuto il marito indiano di A.. MC questo e' il marito indiano di A.. Marito indiano di A. questo e' MC, piacere. E giu' le chiacchiere.
M. la sosia di M. mi richiama e dice che sta andando a casa del fidanzato, ci vediamo li'. Salutiamo A. ed il suo marito indiano. Grazie di tutto, se volete venire a visitare le Rocky Mountains...




MC mi accompagna a casa del fidanzato di M., la sosia di M.. MC viene presentato a G., milanese, fidanzato di M., a C. salernitano che parla inglese con accento salernitano, S., studente danese giovanissimo (ed angelicamente bellissimo), ed E. che viene da Vicenza ed e' stato punto da un insetto oggi andando in bici ed e' appena tornato dal pronto soccorso tutto gonfio, a rischio di shock anafilattico. Il gruppetto e' di un'allegria indicibile, mi mostrano la casetta che e' proprio bella, il bagno ha una vasca da bagno con i piedi, la cucina e' gialla, la stanza dello psicologo americano che forse va a studiare musica in Texas(!) e' blu ed ha un letto ad acqua.
MC is incolla alla tele in soggiorno a guardare la finale di NBA, io e gli italiani ce la chiacchieramo in cucina, sotto lo sguardo di S. il danese. Sono simpatici, la casa trasuda Italia, io mi sento a casa.
Scene di ilarita' totale si verificano quando anche MC viene in cucina. La finale e' noiosa? e' attratto dalla simpatia? c'ha fame? sono le 23 passate ed ovviamente non abbiamo cenato. C. il salernitano spiega a MC, in inglese salernitano come e perche' gli italiani evadono le tasse. Io filmo il tutto ed un giorno' faro' fortuna con un video intitolato Italy4dummies.
Quando scoprono che siamo digiuni, gli italiani, pummarola, ovviamente mettono su una pasta al sugo. MC non ama le cipolle, allora solo Pomi' e basilico che viene dal loro orticello. MC interrogato su com'e' una pasta cucinata veramente all'italiana, dira' che e' uguale a tutte le altre. Ne nasceranno poi discussioni infinite sullo sciovinismo culinario di noi italiani. Dovro' convenire che ce la tiriamo abbastanza e mi vergognero' un poco.

e bla bla bla
bla bla bla
quanto ci piace chiachhiera'
diceva una esplosiva Ferilli, no?


Ci ritiriamo a casa di J. che sara' l'una di notte, la sveglia puntata alle 7, che' ancora voglio visitare l'ufficio internazionale, quel laboratorio mega hi-tech... poi ci scappera' anche una sorta di ostello surreale nel cuore del campus, dove il bagno e' comune uomini/donne con tanto di targhetta uomo o donna da attaccare col velcro mentre fai la doccia.

Dopo queste simpatiche gitarelle, ci spariamo i 350 Km per tornare all'aereoporto di Richmond, riincontriamo Jo March e dottoranda al seguito. Io dopo tutto quel chiacchierare sono sfinita, non ho piu' parole per nessuno -specialmente in inglese- e mi chiudo nella crankiness piu' totale. Il giorno dopo mi do' malata per la prima volta in un anno e mezzo. Quando rivolgero' nuovamente la parola a Jo March, sara' per dirle questo.

Qui tutte le foto.
Non so perche' flikr me le ha tutte mischiate ?


Mi rileggero' un'altra volta, si perdonino i refusi
Adesso vado a prepararmi per una scampagnata alla montagna prima che il chercheur si sfidanzi da me improvvisamente.

10 May 2008

Prove tecniche di solitudine


un post allucinato,
e a puntate, un po' come la vita



Una settimana pesantuccia, impastata di cose tristi, tragiche, surreali...

Lunedi' lo zio marito della giovane zia Susanna ha fatto l'attesa PET. Dopo mesi di terapie, ansie e fasi alterne secondo il modello Kubler Ross, di cui apprendo l'esistenza leggendo Capsicum, d'un fiato corto, qui ed anche qui.
Lo hanno rimandato a settembre. Non sembra un buon segno, ma sono tutti sereni, non dicono niente o quasi. Negazione?
Nel giardinetto (o similia) del San Raffaele gli zii e il mio babbo si vedono passare accanto il neo-ri-presidente-del-consiglio-bandana. Il losco figuro al sentirsi osservato accenna loro un saluto e mio zio gli fa: Si, vambonu. Che non so come tradurre.




Il dottor G, poco piu' che quarantenne collaboratore del dottor Potter, con cui ho passato ore a guardare al microscopio campioni di suolo oleoso della raffineria di Denver e cascate di SEM, XRD, XPS, macchinari che sembravano navicelle spaziali, per cercare minerali di ferro... Eddai, facci vedere un po' di pirite, solo un po', poi cacciava una risata sonora e non voleva arrendersi. Una vana caccia al tesoro. A me -a dire il vero- fregava poco di veder cristalli, nonostante le ore passate con le mani in guanti sudaticci, nel ventre della campana anaerobica, a seccare quei cinque maledetti pugni di terra. Me ne importava poco dei minerali, io avrei voluto vedere batteri, vita. Mi affascinavano gli strumenti-astronave pero', sembrava di vedere asteroidi e non terra macinata al microscopio, ed il dottor G mi teneva sveglia a furia di fragorose risate. Continuo a sentirle. I still hear his laugh, dicevo ieri a Jo March con le lacrime agli occhi. Ho dovuto modificare l'articolo e metterci the late dottor G, ha detto lei, appannata. Non mi cambia obiettivamente nulla nella vita che al dottor G gli sia venuto un attacco di cuore subito dopo aver dato un talk in Canada. Dopo di lui toccava a sua moglie che l'ha visto allontanarsi dall'aula, indispettita, ma come tocca a me, per poi accorgersi della gente che lo seguiva fuori, qualcosa non andava... ma le han detto vai pure avanti, niente di grave, they are taking care of him. Se non e' leggenda, come corrono veloci le notizie nei campus. We are such a community.
Mi devasta l'idea del "funerale", non sarebbe neanche il primo "funerale americano". L'altro mi ha shoccata. Neppure la conoscevo la sorella del post doc che lavora col chercheur. Mai vista. Il contegno, le belle parole e la presentazione in power point con la selezione delle migliori foto proiettate e tutti che sorridono e pensano alle cose piu' belle e degne di essere ricordate. Quasi neppure una lacrima, mentre io sprecavo i fazzoletti, ridicola in tutto quel contegno.
Non cambia oggettivamente nulla. Non lo vedevo neppure da mesi. Just, I keep hearing that laugh.




Mi viene, com'e' banale, l'ansia. Vedo scene, immagino cose.
Dormo gia' poco tra studio, lavoro, adesso l'ansia. La mia e' un'insonnia da mattino presto, mi sveglio alle 5 e non dormiro' mai piu'. All'una e trenta nel cuore della notte mi suona il telefono ed io in un nanosecondo mi sono gia' fatta il mio film personale. Did you order any food?
Hotel room, door
. Ma che dice? Cazzo, sono in preda al panico ma non riesco a scuotermi dal torpore. Non capisco una mazza di quello che mi dice. Mi pare pure di sentirlo dire Mr Chercheur quando gli chiedo chi e' che sta cercando. Chissa' che cazzo di connessioni neurali mi son partite, mentre il cuore comincia ad andarmi a milioni di battiti al minuto e lo sento nella cornetta. Il tizio rimane con me al telefono un discreto lasso di tempo, un po' troppo vista la mia voce impastata di sonno, tremolante di ansia, penso dopo. Cazzo scusati e metti giu'. Non sono io che ho ordinato pizza nel cuore della notte, dormivo e da brava idiota ti ho anche appena spiegato che sono sola in casa e che quando ho sentito la parola hotel ho pensato al mio husband dall'altra parte del mondo che non sono riuscita a contattare negli ultimi due giorni. Ho preso tutto il tempo di spiegarti tutte queste brave cosette e tu hai ascoltato paziente. Un po' troppo, penso, una volta che finalmente abbiamo messo giu'. Poi, com'e' banale, comincio a sentire tutti i rumori del mondo, sono convinta che era il maniaco della tranquilla e felice cittadina di Fort Nox. Poi da uno spiraglio tra le tende vedo la macchina di sarcazzo quale catena, qualcuno che davvero sta consegnando food, ma non basta per niente a tranquillizzarmi. Non ho fiato, sono in un panico irrazionale e ridicolo.
Mi sento un pochino male nel mischiare senza alcun pudore cose autenticamente tragiche con altre totalmente ridicole. Ma questa e' la vita, mi sa' tanto.
Dopo un tempo interminabile passato alla finestra a tener d'occhio l'auto, il telefono squilla di nuovo. Ma che coraggio hai? Ma non hai mollato il colpo? Ma che si fotta il ciccione bulimico che ha ordinato chissa' cosa nel cuore della mia notte e t'ha dato il mio numero di telefono invece del suo. Ti dico piu' o meno questo, e che chiamo il 911 se non mi lasci in pace. Quanto me la tiro. Pero' alla fine il tizio mi lascia in pace... l'auto riparte dal parcheggio dietro casa. Io non dormiro' per un altro paio d'ore, riuscendo pure a leggermi tutto un intero, noiosissimo articolo sul calcolo del coefficiente di partizione delle tetracicline nei fanghi attivi. Il giorno dopo, mentre io saro' uno straccetto buono neanche per la polvere, sara' l'ultimo utile per preparare i dannati dieci minuti di presentazione per il corso di ingegneri. Ovviamente non l'ho ancora provata una volta, nemmeno l'ho finita'. Almeno la mattina dopo mi chiama il chercheur da Barcelona, spaventato dal messaggio che gli ho lasciato all'hotel. Non credo di riuscire bene a spiegargli in che stato pietoso sono. Almeno fa finta di comprendere.




Approposito di fanghi attivi, martedi' siamo andati in gita con una parte della classe a vedere l'impianto di depurazione delle acque di scarto della lavorazione di un birrificio di Fort Nox. Che fa una delle birre piu' buone che io ho mai bevuto, che ha pure un nome che fa bene allo spirito: Sunshine. Il birrificio in questione e' stato eletto il miglior posto di lavoro in tutti gli stati uniti. Da un giornale che si chiama Outside Magazine. Che non so neppure come sia fatto, forse e' questo non ne sono sicura, pero' mi fa un po' specie e quindi ve lo dico. E comunque e' certo che se Fort Nox e' il posto migliore dove vivere negli stati uniti (eletto da Money), il posto migliore dove lavorare (eletto da Outside ?) non puo' che essere a Fort Nox. Lapalissiano. Anche abbastanza allucinante, una volta che hai visto Fort Nox. Dice che nel birrificio organizzano tornei di pallavolo, corsi di yoga e vattelapesca (avranno una palestra nello stabilimento?!). Non da meno, si possono portare a casa non so quanta birra a settimana. Dice che hanno persino un fun manager, uno pagato per fare divertire tutti gli operai ed impiegati.
Abbiamo dovuto camminare a lungo per arrivare alla zona "impianto di depurazione", che' l'hanno messo un po' piu' in la' dello stabilimento e del bel casone bar-degustazione-eco-sostenibile (perche' sai a volte emette certi sgradevoli odorini, -soprattutto visto che, una delle poche cose che ho capito del tour, hanno un impianto anaerobico-). Camminavamo in questo posto incantato, tutti sorridevano ed emanavano felicita'. Io, non so bene se c'entri, pensavo a Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Erano felici gli Umpa-Lumpa nel film? Visitiamo qui e la', l'ingegnere responsabile ci mostra il bacino di aerazione, ci mostra lo strato di cemento sotto il quale c'e' il bioreattore anaerobico, ci addita il pallone che stocca il metano prodotto dalla fermentazione degli scarti, dice che poi ci mostra il cogeneratore di elettricita' e calore dove il metano viene bruciato. Io non sono sicura di capire quello che dice l'ingegnere sorridente, ma annuisco, muta. Non faccio una sola domanda. Poi ci porta a visitare il laboratorio dove finalmente vedo dal vivo un cono di Imhoff, non so come ho fatto senza. Poi ci porta nello stanzino dietro il laboratorio dove avviene il dewatering dell'activated sludge (i fanghi attivi). Ed all'improvviso emetto il mio primo ed unico suono in tutto il tour (almeno prima di passare alla zona degustazione. Sul lato del macchinario, al momento spento, che apprendo ora chiamarsi MONOBELT®, c'e' una targhetta di metallo (tipo soldato in guerra) con sopra scritto Teknofanghi, Cernusco sul Naviglio. Questa e' italiana, dico, additandola.
No, dico, in the best place to live in all the u.s., in the best place where to work in all the u.s., c'e' un macchinario della teknofanghi di Cernusco sul naviglio, mica pizza e fichi.
In caso non si fosse capito.





In tutta questo panorama amaro, sfocato, stanco, ieri sera, leggo da qualche parte che Calderoli e' stato nominato Ministro della Semplificazione. Mi stropiccio gli occhi stanchi e riguardo i pixel appannati. Avevo letto bene e mi monta dentro una di quelle acidita'. Mi sara' perdonata un'esclamazione, che sara' banale ma non posso evitare. Ma semplificami sta' grande minkia. Ecco, non che mi senta meglio, pero'.
Ma dai ma non puo' essere vero. E come'e' che non trovo nessun commento su Repubblica o chesso' altrove?





Ce ne avrei ancora, sempre intorno al mio ombelico,
blogger della domenica...


Fuori c'e' un tempo olandese, mentre in Olanda splende un sole catalano ed in quel di Barcelona piove piogge pluviali.

Mangio intere tavolette di cioccolato per pranzo, guardo puntate di CSI alle otto del mattino per non aumentare l'ansia quando e' sera.
Ho finalmente parlato, ieri, quei dieci minuti davanti a diciassette ingegneri che mi guardavano imperturbabili. Madonna che brutte facce. Decisamente parlare in pubblico non fa per me. Mi avvolgo in qualcosa di piu' intimo. Quindici pagine, da scrivere, mi separano dalla fine del capitolo.
Stasera la finale terzo quarto posto del campionato di calcio a squadre miste. Il mio piccolo sogno nel cassetto, anche se ogni sabato mugugno che no, stavolta proprio non c'ho voglia.
Stasera devo segnare un gol, che forse e' l'ultima. E se non lo segno e' brutto, bruttissimo segno.
Ora vado a fare un M13 del campione 121 che ho ri-trasformato ieri pomeriggio. E' sabato, sara' sabato anche tra le quattro grigie mura del laboratorio condizionato.

23 October 2007

Halloween's coming



Domenica ci si e' svegliati sotto un nevischio misto acqua a temperature già' frigorifiche. Nel pomeriggio si e' partecipato ad un Carving Party in vista dell'imminente Halloween.
Più' che partecipato si e' assistito corrucciati a tanto spreco di bene diddio, che' giusto a mezzogiorno c'eravamo fatti una deliziosa zuppa di zucca, perfetta per la temperatura frigorifera. Pero' bisogna dire che quando a sera si e' andati fuori ad accendere le candele dentro le zucche, facevano proprio la loro figura, le pumpkins. La terza da destra, in seconda fila, aveva intagliato il profilo delle montagne e sotto la scritta GO ROCKIES. Te pareva. Se non mi scoccio del tutto finirò' di scrivere il post in canna sul perché' questa finale della World Series e' cosi' cool.

Sabato prossimo c'e' invece la festa di Halloween dove il costume e' un must. E che vogliamo fare gli emarginati? Avrei pensato che, senza troppe preoccupazioni, usando quello che ho in casa, potrei travestirmi da Pippi Calzelunghe, e ci metto pure la foto per ispirazione, che ci sta anche bene. Pero' poi temo che mi scambino per qualcun altro. Si accettano suggerimenti.
Intanto, giusto per non annoiarsi, domani mattina ho l'esame di pratica della patente, mi sento tutta rifiorire a nuova adolescenza...

10 August 2007

Americanate



Era da un po' che volevo scrivere un post su tutte le cose che mi paiono strane quaggiu'. O che non sono proprio strane, ma magari non m'aspettavo.
Intanto le cose si accumulano ed io non scrivo nessun post.
Visto che mi son divertita tanto ultimamente a catalogare tutti i vecchi post... inauguro una nuova categoria, quella delle americanate.



Settimana scorsa mi e' capitato di notarne tre tutte nello stesso giorno:


La scritta sulla macchina
(Questa farebbe categoria a se': gli americani gli piace attaccarsi le frasi sul retro della macchina.
Gli piace spargere il verbo stando comodamente in coda al semaforo.)


Quel giorno mi chiamo' l'attenzione, dal retro dell'enorme pickup di turno:
Cowboy country
love it or live it


La segreteria chiamante

Rispondo al telefono in ufficio. Aspetto cortesemente che il tizio che sta chiamando prenda fiato, per dirgli che cio' che mi sta proponendo proprio non mi interessa. Quando mi spazientisco e faccio per interromperlo, mi rendo conto che era una voce registrata...



Dio non voglia

Ero alle prese con le negoziazioni che la casa fabbricante di Luigino ci propone nell'intento di rubare spudoratamente piu' soldi possibile, ed alla fine, ma solo contingentemente, anche aggiustare lo strumento. Con le mani tra i capelli, stavo leggendo il contratto relativo alla mirabolante promozione mangia-soldi proposta (che c'e' di piu' divertente di leggere un contratto in una lingua straniera?).. quando arrivo a quel punto dove il venditore t'avverte che il contratto non potra' essere considerato valido in corrispondenza di eventi catastrofici o dovuti a forza maggiore o vattelappesca... In Ammerica quel vattelappesca suona cosi':
Neither party shall be liable for delays in performance or nonperformance in whole or in part, or for loss, injury, delay, expenses, damages or other casualty suffered or incurred on account of or due to, any causes that are beyond its reasonable control, such as, without limiting the generality of the foregoing, acts of God, fires, strikes, trade disputes, riots, embargos, earthquakes, storms, acts of the government, power losses or shortages, or inability to obtain parts or supplies, provided that the foregoing shall not apply to any obligation to pay money due.

Non sono la sola a stranirmi. Ci hanno fatto anche un film: L'uomo che denuncio' Dio . Ovviamente e' un film australiano !

09 April 2007

Gioventù bruciata


Sabato sera.
Prima un piccolo ricevimeto di ingegneri americani e fidanzate dal titolo Wine & Cheese, segnalato da biglietto di invito elettronico.
A parte il Chianti mediocre che siamo riusciti a scovare noi ed un Malbec argentino, vini californiani al profumo intenso di violetta. Tutti allungavano la bottiglia californiana verso il tuo bicchiere, Hai provato questo che buono? Io annuivo amara pensando ai barbari di Baricco.
Nella seconda parte della serata ci siamo trasferiti in un locale dove un altro ingegnere mixava musica elettronica. Si è bevuto un cocktail, si è ballato, si stava in allegria. Ero già un po' brilla di vino californiano e non. Quando l'ingegnere spagnolo dottorando che somiglia al bamboccio delle caramelle Haribo mi fa Però, tu e il chercheur siete impressionanti, sembrate molto più giovani Io lo guardo con le sopracciglia alzate, mi si spegne il sorriso.
Ho poi finito di ubriacarmi con un altro long island, lanciato cubetti di ghiaccio fuori dal bicchiere, subito il rovesciamento di acqua ghiacciata addosso, detto chissà quali amare sciocchezze.
Pedalare fino a casa sbronza è stata un esperienza extrasensoriale.