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10 October 2015

P0rnògr@fic@


[sulle note di New York, New York]
tataratatà, tataratatà, tataratatà... 
Lyon Lyon... 



Caro blog,
ce l'hai fatta... mi sono seduta al pc. Dopo aver sistemato l'armadio, una doccia reale, una maschera, la pedicure, la tazza di te al sole. E niente, non avevo proprio più niente da farfugliare. Ho fatto di tutto per evitarti, ma alla fine eccomi. Che dài, tanto ora quèlo-là si sveglia. Un giorno te lo racconto che non si chiama più Pistacchio. No. Si è trovato un nomignolo più bello. Se lo è guadagnato sul campo e se lo merita tutto. Un giorno ti dirò pure delle fantasmagoriche avventure di quélo-là ancora Innominato all' école militaire maternelle militaire.

Un giorno cercherò di raccontarti i miei pensieri su tagli netti, rami secchi e decluttering. Ti dirò del perchè non riuscivo a dimagrire, e del come ce l'ho fatta. Sono una gran gnocca, lasciamelo dire... Sto un gran bene, me l'avessero detto non avrei mai creduto sarebbe bastato così poco tempo.
E' che le cose si scrivono quando si è pronti a negarle... mi pare. Ti racconterei della corsa, della passione che è scoppiata, della voglia di fare di più e della sindrome del piriforme. Maledetto piriforme, non mi avrai!!! Ti darò persino la ricetta di questa torta di marroni che non è niente male, dannata di quella Titolare, sa una ricetta più del diavolo! Pure di titolarismo di parlerei... E ti direi che ho in tasca un biglietto per la cittadina medievale olandica, metà novembre... un solo biglietto, nessun accompagnatore. Un sogno.

C'eravamo lasciati con cose tristi -e quando mai- e ora che le cose tristi sono finite -speriamo che non tornino più- io non riesco a scriverti. Ti dico che ieri ho letto questo post di Alice (ma voi la conoscete Alice? tutti dovrebbero conoscere Alice, secondo me). Ieri nel cuore della notte (le 21.30) leggendo  sono scoppiata a ridere e non riuscivo più a fermarmi. Il chercheur mi guardava preoccupato e allora gliel'ho dovuto leggere anche a lui il post del doudou. E abbiamo riso insieme. E poi il chercheur mi ha detto: sembra come scrivevi  tu una volta. E io mi sono fatta seria e pensosa.

E niente blog, non va bene sta cosa che ti cerco solo quando piango e sono impresentabile. Ho pensato che l'uso che ho fatto di te è P0rnògr@fic@, ho ripensato alla Carmen, un po' come disgustata, che mi dice no scusa Squa, non ti leggo più, non ce la faccio... O l'amica G. che parlando di blog mi disse: non ce la faccio proprio a infilarmi nella testa degli altri, neanche se consenzienti! Sto meglio, bloggino mio e mi è venuta un po' la vertigine al rendermi conto di quanti pensieri nudi e crudi ti ho affidato. 


Questo pensiero sconnesso lo dedico ad Alice, mi sa. Perchè mi ricordi com'ero e la cosa bella è che non me n'ero accorta. Ora ce lo so.

Niente panico, ad un certo punto le trasmissioni tristi tornano. Mi sà. MA magari anche no. Vediamo...

30 March 2015

Metablogica e gratitudine, perchè si scrive

È comprensibilisimo il bisogno disperato di fissare, schematizzare, capire cosa sta determinando questa risalita. Dopo anni col freno a mano tirato (forse decenni) ho voglia di spiccare il  volo. Ho voglia di essere e non di aver paura. Soprattutto non voglio più aver paura di me stessa. Voglio perdonarmi, voglio accettarmi. Voglio capire com'è che funziona. Questo coinvolge anche il blog  e lo scrivere per me e per gli altri.


Perchè ho paura di scrivere?
Perchè poi lo faccio lo stesso ma col freno a mano tirato?
Perchè i silenzi stridono e i suoni non convincono?


Tre settimane orsono ho ricevuto una email molto importante. Fare blog è qualcosa di meraviglioso, ma quello che succede dietro al blog è la parte migliore. La parte importante è trovare il coraggio di lasciare commenti su blog altrui lasciando una traccia seguibile. La parte migliore è che chi ti legge altrove possa venire a trovare a casa tua e leggere le cose che scrivi, ma soprattutto quelle che non scrivi. La parte più toccante è se qualcuno che ha letto una tua osservazione e che ha una storia come la tua, ti scrive, a quasi un anno di distanza. La parte che fa un po' male è pensare tutti i giorni a questa donna e sperare che stia bene.


La parte meravigliosa è la gratitudine per un pensiero che non è restato solo pensato ma è stato anche scritto e inviato. La gratitudine perchè quel pensiero ricevuto mi ha fatto sentire che aveva un senso aver coraggio e che ha un senso provarci.

Sono tre settimane che ogni mattina mi sveglio pensando a quanto sia importante dare un senso alle proprie parole.




10 November 2014

La caffettiera, metablogica e un nuovo post dei post

Sono un vulcano...
eccomi qui, ancora in risalita forte e chiara, un bimbo febbricitante che ho appena accompagnato al riposino, un chercheur via per per quattro giorni ad una conferenza. Seduta ad un pc che va a carbone,eccomi,  io sono un vulcano. Potessi, mi chiuderei in casa a scrivere. Le rare volte che mi viene questo fuoco comunicativo, immagino una stanza da letto, una scrivania e una finestra sul mare. E io che scrivo, scrivo scrivo.....


Da dove comincio? Dal vulcano. Perchè sono sempre così? O niente o tutto, un tutto da non riuscire a mettere i pensieri in fila, a non riuscire a domare le parole? Sarò mica bipolare? Ho chiesto alla Matrioska l'altro giorno. SI è messa a ridere. Ah la MAtrioska. Ci starebbe anche lei nei miei pensieri scritti. Elogio di una Matrioska si intitolerebbe quel pensiero fatto a post.


E adesso, un respiro grande, un po' di metablogica e poi un post dei post.


Dove va questo blog? Cosa fa? Di cosa parla? Che toni ha? Non ne ho idea. Di tutto un po' e va benone così. Non ho per fortuna questa smania che mi si legga, mi si segua. La smania che ho è di esprimermi. Di tirare fuori cose che stanno lì a far muffa e corrodere gli animi. Di condividere. DI trovare anime gemelle. Quello si.

Di cosa continuerò a parlare? Del più e del meno? Di burnout (o quello che fu?), di depressione, della psicoterapia, di famiglie disfunzionali e malattia mentale, di conciliazione scontenta. Di bilinguismo e fatica, quanta fatica.

A volte però mi piglia un brivido... e se provassi ad impegnarmi un po' di più? E se provassi a coltivare quell'interesse che sta premendo e ne facessi qualcosa di più strutturato? Saprei domare il mio caos e darmi dei limiti? Un giorno magari potrei essere anche io una casalinga con bonus, una felice donna a casa con un bell'interesse da coltivare. In tante(i?) ci provano, magari non funziona, ma magari stai bene lo stesso. Mha.



L'ultimo post dei post non è rimasto del tutto nell'aria, poi alcune cose le ho scritte davvero, alcune no, altre se ne stanno lì in draft, in forme più o meno compiute. Ho 72 post in draft. Io sono la donna-draft! Parecchi sono abbozzi, cose che premevano e non hanno trovato la giusta luce. Alcuni post sono belli che finiti, ma non c'è più la luce giusta o chissà che cosa. IO non sono tipa da programmare post. Qualche volta l'ho fatto ma niente non funziona. Il click deve essere una cosa del momento. Se al momento del click lo spirito non è lo stesso del post allora non se ne fa più niente. Immagino sia così per molti. Io però penso che "costringermi" a scrivere qualcosina oggi giorno sarebbe terapeutico. Una sorta di meditazione. LA ricerca della calma giusta, del "la" della scrittura. Non è sempre possibile assecondare l'ispirazione del momento ed è un vero peccato. Se potessi scrivere quando mi preme l'ispirazione, sarei felice. Se fossi una persona meno caotica avrei un taccuino dei post che nascono lontano dalla tastiera. E sarei una donna meno caotica e più felice. Scrivere mi fa un gran bene. Nonostante io stia perdendo la grammatica, l'ortografia, il mio italiano tutto.

Oltre a finire o pubblicare quelli che già sono in draft, ma di quelli oggi non ne parlo, bisognerà che mi somiglino di nuovo... Ecco, se potessi avere tutto il tempo e la pace e l'ispirazione non mi abbandonasse, questi sarebbero i pensieri di cui scriverei:

  • Lettera ad uno pseudo-stalker
  • che andrebbe insieme o forse no insieme ad un altro molto tosto intitolato: Molestate
  • I signori che guidano i tram
  • Ti voglio bene come il mare, che però poi è stato messo in crisi da:
  • Ci mancava solo Edipo
  •  Yin &Yang
  • che fa il paio con Squabus litiga! Ed è lo stesso serena

Sono poi mica tanti a ben vedere... Ma siccome sono un vulcano, invece ora vado a leggermi un libro, tanto Il Pistacchio tra pochissimo si sveglia!
Volete mica votare il vostro preferito?

Lo sentite questo rumore di caffettiera? SOno io! C'ho un vulcano in petto!!!

17 June 2013

il ritorno del post dei post

da qui

Tantissimi anni fa, quando ero una blogger molto più per finta di ora, capitavano periodi anche lunghissimi in cui non riuscivo a scrivere nulla.  Avevo allora la mania di scrivere la lista dei post che avrei voluto scrivere se avessi potuto. Dicesi il post dei post. Ché non è che uno non scrive e allora non ha niente da dire. Di solito è il contrario proprio: più una avrebbe da scrivere e pensare e meno riesce a pacare i pensieri  su pixel. E magari non ha neppure molto tempo e allora i pensieri si fanno fino inquieti.

25 May 2013

Metablogica, ovvero il blog sul blog

Squa e Metablogica

 
Puntuale come una diligenza del far west o come un autobus cubano (modello Lista de Espera) Lei è tornata su questi schermi. Eccola qui: la riflessione Metablogica. In comodi e pratici pensieri, sparsi e sconclusionati. Come in una sorta di autointervista.

07 April 2013

nasce il ripostiglio

Questo blog è nato in Francia. L'ho portato con me negli Stati Uniti, poi in Olanda, poi l'ho messo di nuovo in valigia e ce ne siamo tornati in Francia. Alla fine del 2013, zitto-zitto,  compirà 8 anni.

Mi fa molta impressione pensarlo perché è rimasto a lunghissimo un diario che era sì pubblico, ma neanche poi davvero, in fondo.  Non cercavo links -blogspot non aveva ancora i followers, o se ce li aveva io non li conoscevo. Leggevo molti altri blog, ma non commentavo e me ne stavo nel mio cantuccio. Volevo scrivere, quello sì,  ma in qualche modo non ero pronta per un vero confronto. Insomma c'avevo un blog, ma  non ero mica pronta a fare blog, che alla fine significa soprattutto confrontarsi.
Recentemente ho riletto Squabus da cima a fondo. Ho sistemato un poco le etichette, ho raccolto quel che mi è più simpatico sotto l'etichetta piezz 'e core.  Ci sono cose che avrei voluto cancellare, ma poi non ho fatto. Non ci sono cose che avrei voluto ma non ho postato. Da qualche tempo mi è chiaro che qualcosa è cambiato ed è ancora in corso di cambiamento. Non è la prima fase metablogica e sicuramente ne verranno altre, ognuna diversa. Ogni volta è un po' come se dovessi decidere se liberare Squabus (e cioè chiudere il blog). Ecco, ancora una volta, non sono pronta. Forse invece finalmente sono pronta a farlo questo blog. Il prossimo sarà il trecentesimo post  e voglio farne una cosa simbolica. Creo un ripostiglio.

Volevo, non volevo essere letta. Forse il *pudore* mi ha fatto perdere molto più di quanto avrei potuto *avere* (ma non è la parola che cerco) andando oltre la timidezza e l'insicurezza.  Quel che mi bloccava era il fantasma di un'intimità che non volevo tradire. O forse la vergogna. 
C'è un pensiero che sento prendere forma. Per quanto si possa raccontare, per quanto private possano apparire le cose che si scrivono,  l'intimità si trova oltre ogni cosa dicibile. Tutto quel che si riesce a dire è condivisibile, per sua natura. Incondivisibile è invece l'ignoto, sul quale è importante lavorare, soprattutto se fa paura.
Quanta più paura fanno i contorni della nostra intimità dicibile, tanto più importante e fondamentale  sarà la catarsi. Scriverne.

Così è nato il ripostiglio.


Post Scriptum
L'ho chiamato il ripostiglio per un gioco di parole: ri-post-iglio.
O anche RIP-ost-IGLIO.
Ma soprattutto per contrasto. Se nel ripostiglio ci si ficca tutte quelle cose che non servono ora o non servono mai, qui invece voglio raccogliere le cose che vorrei sempre con me. Oppure che vorrei con me in un altro modo, perchè così come sono non va bene, non mi fanno bene.

Fanno parte del ripostiglio:

Ne faranno mai parte?
  • Perdonare il sollievo  - un post spostato e difficile

03 July 2011

Blogterapia

...una delle cose impressionanti e' l'efficacia...
Prbabilmente e' cosa comune che folgorati da situazioni cosi', si diventi molto piu' efficaci nelle piccole cose quotidiane.
Si cresce.

E cosi' smaltisco le voci piccole delle to do list abbastanza veloce. E poi parlo e scrivo una cifra. La Carmen mi diceva non so come fai, io mi vergognerei. Sopravvivenza. Mi vergogno e molto, soprattutto in questo gran silenzio, che mi sembra di esserci solo io. Ma per una volta mi sento in buona compagnia. E non scrivo off line, perche' c'e' sempre la speranza che the message in the bottle, arrivi su qualche riva bellissima.
Blogterapia

Due palline della wish list sono due mail che e' piu' difficile scrivere... vediamo se ce la faccio.
Ci vuole anche tanto tempo, non solo la forza e l'energia.

13 October 2007

Guazzabuglio












Eccoci qui, un guazzabuglio di pensieri, assolutamente impossibilitata a metter ordine.

In questo inizio week end un po' malinconico, grigio-milano-rogoredo fuori, dovrei mettermi a scrivere mail o collegarmi al centralino-mondo e dare qualche notizia qua e la'... ma ho come l'ansia da prestazione. Al momento, poi, preferisco di gran lunga leggere che non scrivere. Sorrido quindi compiaciuta allo scambio di ruoli, io china su un libro al tavolo della cucina-soggiorno, lui, pigiando tasti come un forsennato, lui fa il blog. E sono felice perche' poi lo leggero'. A me le persone piace anche leggerle.
Poi dice che nel suo blog cose personali ed opinioni non ne vuole scrivere e mi fa ma se vengo a scriverle sul tuo? ... I puntini sospensivi erano tutti suoi, perche' io ho detto subito va bene. Questo posto mi piace tornarci ogni tanto*, ha i miei colori e quella foto li' che e' proprio come piace a Squa. Tanto la password la indovini in due nanominuti... poi lo chiamiamo Squa et al. o fai te che sei bravo coi nomi.
Poi, mi piace questa cosa... che in questo istante che dovremmo andare, ma io c'ho la verve -ora, non dopo- e sono io a pigiare i tasti e non succedeva da un po', ora che blogga pure lui, c'e' un rispetto di diversa natura nell'aria. Mi piace.

Ma non volevo parlare di questo, volevo stemperare questa malinconia, tutta mia, con colori a tinte forti, prima di "tornare" tra queste pagine.
E quindi due segnalazioni, due piccoli post dedicati.
(E metto qui sopra questo screenshot prima che me lo si freghi. Mi si addice anche molto oggi)

Intanto, un bacione

16 September 2007

1001 Miglia


Sono indietro su tutti i fronti: il corso di microbiologia del suolo a cui mi sono iscritta, i vari esperimenti in ballo, il blog...
mio o altrui... oggi ho aperto bloglines e mi sono sentita male a vedere quanto -coloro che leggo- hanno postato ultimamente. Non riesco a leggere tutto.

Ho aperto bloglines oggi per aggiungere un nuovo blog tra -quelli che sicuramente leggero'- e sono qui oggi per segnalarlo anche a voi...

Vediamo se lo riconoscete...

20 December 2006

Metablogica


Negli ultimi giorni, oltre che traslocare, mi sono divorata un blog.
Significa che mi sono letta avidamente più di tre anni di post. Non è la prima volta tra l'altro. I blog che mi folgorano non centrano nulla l'uno con l'altro, però sono tutte femmine. Non ricordo quasi mai come ci sono arrivata. Non instauro -quasi mai- una interazione.
La settimana scorsa ho passato parecchie ore a saltellare qui e là tra blog di fanciulline anoressiche, con le sopracciglia aggrottate, scuotendo tristemente la testa.
Bloglines funziona nuovamente. Su kubuntu funziona tutto, tra l'altro.
Oggi riaprendo msn [versione libera], dopo due o tre anni di astensione, ci ho incontrato un mio compagno di università. Qualche mail caduta nel vuoto negli ultimi (due?) anni, però tanto affetto e stima, almeno da parte mia. Il primo blog che ho visto nella mia vita era suo. Poi mi son trasferita ed ho perso di tastiera lui ed anche l'url del blog. Il mondo internettiano mi ha catturato molto dopo, quando ho avuto tempo da perdere tra quattro mura tranquille che mi riparassero dalle intemperie. E soprattutto una connessione convincente. La mia folgorazione è stata una prof che abitava al Cairo.
Lafolle è l'unico blog che io conosca in carne ed ossa [anche se tra le persone che conosco -statisticamente- deve esserci qualche altro blogger, saltate fuori]. Ho lasciato cadere nel vuoto qualche mail, dicevo. Anche recentemente. Oggi no. Anche se l'orrore che ho delle chat è direttamente proporzionale al tempo che non vedo la persona medesima con la quale starei/vorrei/non-vorrei chattare. Anche se ero in un momento un po' delirante: provavo la webcam con mila&sciro&teta, il chirichetto mi scriveva su gmail per domani, il cellu squillava a vuoto ed il trasloco mi aspettava.
Ho preso il coraggio a due mani e gli ho detto più o meno Senti facciamo che ti do' il link del mio blog così non ci perdiamo più di 'vista'? Tra l'altro avevo cercato e trovato il suo qualche giorno fa. Che poi quale coraggio? Primo, in qualche modo, glielo dovevo. A chi se no? Secondopoi lafolle è l'ultima persona che potrebbe giudicarmi [male].
Poi, come spesso capita dopo aver rotto il ghiaccio, abbiamo chattato per una buona ora. Credo.
Mi fa -tipo- Se ti va, ti linko. E io -tipo- Aspetta un po', non sono pronta, sono ancora timida.
Tipo cos'è -aspetta che controllo- un anno e mezzo che esiste questa pagina? Giù a ridere da sola.
Sarà il rapporto conflittuale che ha la mia dolce metà con i blog? Ecco diciamolo una buona volta e non se ne parli più. [Appena si accorge che l'ho citato per il terzo post di fila mi uccide. Potrei inventarmi un fidanzato immaginario. No, non può essere Mario, siamo troppo amici.]

Seriamente. La verità è che non ho imparato a stare al mondo, non è che stare in rete sia poi molto più facile -secondo me.

Ieri, perlappunto, ho avuto una interessante conversazione sul concetto di blog. [Se ancora non si fosse bene messo a fuoco sono in un momento blog-problematico, succede ogni volta che comincio a lasciarmi un po' andare].
La conversazione si può riassumere in un'unica e sola domanda: Perché? Ero evidentemente in difficoltà. Sul perchè leggo blog posso dire -per esempio- che conoscere virtualmente questa fanciulla negli ultimi giorni mi ha fatto venire più voglia di vivere. Sul perchè è finita che esiste anche questo -mio- blog non so davvero rispondere. Però riconosco che è abbastanza prioritario.

Una volta scrivere mi faceva stare bene.

Siccome mi sento un po' strana, non è che potreste raccontarmi voi qualcosa 'sto giro... anche una favoletta, un sonetto, una cosa di poco conto...

06 October 2006

Come stai Squa?
Non tu, il blog.


No, giuro, non era una tattica... sono solo la blogger più pigra dell'universo.
Comunque Squa sta bene, il blog intendo. Si io pure, grazie.

In futuro terrò conto del potere dell'assenza di post (telefonate, mail che piovono...). Anzi magari lo chiudo il blog.
Ho un accesso di gelosia verso una di noi qua dentro, la blogger appunto. Ma solo io-io, le altre sono lusingate.
:)

Siccome mi sto concentrando su un paio di scopi da raggiungere a breve termine, non vedo niente altro.
Non ci penso neppure ad angustiare la povera Squa (il blog) con il come dove e perchè. Non oggi per lo meno.
Sarei tentata di promettere che presto mi metterò a parlare un po' di ingegneria genetica qua sopra. Hai detto niente. Tanto non mantengo mai le promesse.
Intanto però sono stressata, angosciata, trepidante, indaffaratissima. E se non rispolvero ed approfondisco due o tre cosette rischiate che torno qui a dire sempre le solite stronzate. Lo faccio per voi. Voglio smetterla di dire solo stronzate.

Però un paio di cose futili da raccontare ce le avrei pure. Un'altra volta?
Si, non temete, sono proprio in quei giorni.