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27 November 2014

dolce spirale uncinettica

Risalita, ancora risalita. 

uncinetticamente

Risalita, con  l'autunno e l'inverno che si avvicina vale doppio, triplo. Vale un sacco. Ho scoperto di amare l'autunno, non la pioggia continua degli ultimi giorni, ma la luce meravigliosa, i colori cangianti, andare a raccogliere castagne, osservare ogni giorno gli alberelli di fronte casa che si spogliano, accogliere i primi raggi di sole che entrano  esattamente dalla finestra della cucina e proiettano le nostre ombre rosse sul muro. Che meraviglia. Quella luce rossa e calda ci farà dubitare di cambiare casa, quando e se....

Squabus ama l'autunno e allora sì che è risalita, allora sì che tutto è possibile. Tutto può cambiare, tutto si può rinventrare. O riscoprire.

Ho rispolverato i miei uncinetti. Se ne stavano  tristi e sconsolati in un bustone insieme ai quintali di lana che avevo comprato in occasione dell'ultima spirale uncinettica. Perchè io ogni tanto ci ricado, ogni volta mi chiedo perchè avevo smesso. E la risposta è forse che la spirale è un po' fagocitante. Lana dappertutto, incapacità di pensare ad altro. Voglia di fare di più e ancora e ancora. Che alla fine, qui siamo fatti così. Questa spirale la cerco più misurata, sempre appassionata, ma accogliente e non totalmente totalizzante.


Io forse raggiungo "the flow" con l'uncinetto. Penso molto alle persone mentre lavoro. Penso a chi regalerò questa cosa, penso a cosa preferirebbe quell'altra. Devo respirare e mettere  in fila i pensieri quando mi viene quella foga di fare. Poi prendo  l'uncinetto e con la lana intreccio i pensieri. Perchè quella persona quella volta mi ha detto questo o quello. Perchè non ne abbiamo mai più riparlato. Perchè mi sono sentita così? Si può fare meglio vero? Si che farò meglio. 

Penso molto anche al natale che arriva , che qui si sà com'è. E voglio che quest'anno sia  diverso. Col chercheur abbiamo parlato di cosa vorremmo che fosse per il piccolo. Il fatto è che "natale" non si può  costruire a tavolino. Io non so che natale saremo in grado di offrirgli. Quest'anno e i prossimi. Lui che intanto che noi non sappiamo, non diciamo, torna dal nido cantando père noël père noël e chissà che immaginario si sta costruendo fuori di qui. A volte mi si spezza il fiato al pensiero. Di emozione e timore. 


E quindi uncinetto pensando a tutto quello che ho sbaglato e che voglio migliore. Ed è un dolce uncinettare. E' solo un peccato che uncinettare scrivendo non sia proprio possibile. Scriverei, forse, delle bellissime poesie...

26 November 2013

Fanculo la statistica

Lei è bionda, piccolina, gentile. Un tantino accentratrice e pure manipolatrice, sembrerebbe, talvolta, e nel senso cattivo del termine. Ma comunque una bella persona, cercata, rispettata, voluta bene.

Abbiamo lo stesso sogno. Non è un sogno che debba realizzarsi solo per una di noi. Non è che stiamo aspirando allo stesso posto di lavoro per esempio (quello è un altro faticosissimo discorso...) No, per questo sogno, la statistica potrebbe anche impazzire e distribuire due premi nello stesso momento, nello stesso luogo fisico. Ci divide un muro appena.


C'è soprattutto che io una volta ho già vinto e invece lei sta lottando da parecchio e con ogni mezzo che la scienza le mette a disposizione. E a me questa cosa incute un rispetto e una tenerezza assoluti.

Ogni giorno parliamo di lavoro e spesso anche di altro. Quando torniamo ai nostri affari, ci divide un muro, appunto. Io so della sua lotta, in seguito ad una serie di conversazioni stentate e goffe. Perchè io con le persone estremamente gentili, di quella gentilezza un po' aggressiva e diciamo invadente, ho sempre avuto qualche problema. Lei non sa nulla della mia. Pochi giorni fa ci siamo trovate sedute vicine su un autobus a chiacchierare. Mi diceva di quanto è stanca e preoccupata che non riuscirà a seguire le molteplici incombenze. Le ho detto che ora deve impegnare tutte le sue energie sul suo sogno. Che il resto resti un panorama sfocato. Le ho augurato con tutta la sincerità del mondo buona fortuna. Anche se, statisticamentre parlando, dovesse realizzarsi il suo sogno, magari il mio...


Continuiamo a staccare biglietti per la lotteria e a sperare. Potrebbe vincere una e non l'altra, magari entrambe, chi per prima? Non ci voglio pensare. Spero solo che vinceremo entrambe e presto e insieme. E fanculo alla statistica.

13 May 2013

Il romanticismo, il chercheur e le sue domande (III)


Giorni mio malgrado un po' cupi. Inaspettatamente, ma in fondo anche in seguito ad una certa logica, a pensarci su. Il dolore non si può ignorare, ma allo stesso tempo l'allegria bisogna coltivarla, nevvero? Lo sa anche il chercheur che mi vede cupa e con amore si mette ad ararmi il campo tutto intorno. Viene con me nel campo dei sentimenti e punta il dito: guarda un po' là, questa forse va estirpata, è malerba. Invece va' là che bella piantina, forse un po' d'acqua....

Lui non è un uomo da gesti eclatanti, e anche le feste non esistono, non Natale, non i compleanni, figurarsi le feste delle mamme. Lui è uno che è festa tutti i giorni, oppure niente. E le attenzioni e l'affetto si toccano con mano, ogni giorno, sempre. Che è quanto di più bello, anche se bisogna immaginarsela una vita a non avere mai, ma dico mai, un pacchetto da scartare. Però di fronte a due occhi cupi un giorno di troppo, pacchetti sempre niente, però si concede a gesti straordinari.

08 November 2011

i doni e le croci


... un post forse ancora piu' sfacciato di quando non vorrei essere sfacciata...


Nelle mattine insonni, quando e' ancora notte e mi sveglio per accompagnare il giorno che nasce...
...e mi piace moltissimo ed e' per questo che poi succede ancora ed ancora: perche' quando apro gli occhi sull'ora, anche se e' piccola, quel brivido di adrenalina per il nuovo giorno che vedro' nascere, mi sveglia, mi porta dolcemente fuori dal letto. Una sorta di fame di vita...
Nelle mattine insonni, cercavo di dire, avrei voluto scrivere -per esempio- di come e' stata la prima volta al corso di yoga in gravidanza. Del posto che chiamava rilassatezza, tutto legno e luci soffuse. Di questo gruppo di donne tutte panciute che mi sono trovata intorno, adagiate su materassini, ricoperti di coltri, pieni di cuscini. D'incanto la mia pancia non era piu' l'unica ed ognuna delle pance intorno aveva una forma, dimensione, sapore diversi. Poi la maestra yogi ci ha dato il benvenuto con voce lieve. Le donne panciute si sono presentate ad una ad una ed e' arrivato alche il mio timido turno. Ik ben Squabus, ik ben drieëntwintig weken zwanger... e non e' che capisco proprio tutto-tutto quello che dite, volevo aggiungere. Ma forse si e' capito da se'. (Rilassarsi con il cervello in tensione per la comprensione ultima non e' totalmente possibile. Ma almeno il luogo e la compagnia sono magici.)


Volevo scrivere di questa e di altre storie di prossima mammitudine, nelle mattine-notti di amata insonnia. E volevo sriverlo con tutta la poesia che sento, sdolcinata e timida come il primo bacio. Emozionata.


E pero' ogni volta che mi rigiro un post panciuto in testa, mi passano per la mente anche altre cose e pensieri, delicatezze, pudori, che non sono pudori di se', ma dell'altro da se'. E poi una cosa che e' successa qualche settimana fa.
Io ed una fanciulla, che chiamero' Spilunga, ci siamo prese un giorno libero e siamo andate ad Amsterdam a passeggio. Era una giornata magnifica, come un richiamino di sole prima dell'autunno che arriva. Avevamo una scusa scientificoculturale per andare, ma il fulcro era il sole e passeggiare e chiacchierare lievi e ridere.
Spilunga e' una ragazzona grande, alta, due spalle cosi', fisico scultoreo, simpatia contagiosa. Insieme alle altre ragazze mi coccola in questa magnifica fase panciuta. Tutte partecipi, carine, attente. Come MissB che mi sfiora delicata la pancia ogni volta che mi passa vicina nei corridoi e sorride. Come Minuta che, tra tutti i vini, mi porta la limonata a cena e apre il minuscolo pacchettino che ho preparato per annunciare l'evento. Quando ci trova una piccolissima marionetta, di quelle che si attaccano al dito, ed un bigliettino che dice piu' o meno: "cosi' hai il tempo di allenarti per giocare col piccolo in arrivo" (ma in inglese suonava meglio)... scoppia a piangere di gioia. E poi Spilunga, che chiede quando andiamo a comprare baby-stuff?? E a passeggio per Amsterdam -impaziente- compra per Ello il libricino che lei preferiva quando era bambina.


Poi andiamo a bere un te all'aperto e, in quel sole sfacciato di quasi-ottobre, siamo sedute a ricevere grate tutta la luce che possiamo. Ad un certo punto lei mi guarda la pancia, che comincia appena a vedersi, fa come a raccoglieri e mi dice: I am so jelous. E sorride.
E io la guardo negli occhi e nel suo sorriso -Spilunga classe ottantaequattro- e la rassicuro che c'e' tempo. E se davvero pensa che non ci sia tempo da aspettare, che si lasci andare, che' tutto prende ad avere talmente senso quando si smette di cercarlo con la ragione (e questa e' parte di tutta un'altra riflessione-rivelazione-folgorazione che fa parte dei miei fitti pensieri panciuti e che qui rimarra' nell'aria).

Lei pero' scuote il capo sicura, sta ancora sorridendo, ma di un sorriso che soffre. E mi racconta lieve, senza mai smettere di sorridere, che per lei non ci sarà tempo. Sicuro che no. Perche' non c'e' spazio, non c'e' luogo in lei dove un seme possa farsi frutto. E mi spiega e d'improvviso mi sento -di nuovo- piccola, cosi' piccola e dispiaciuta per lei. L'abbraccio e piango con lei che ancora sorride e si scusa e mi prega che non vuole che questo comprometta la condivisione delle mie gioie panciute a cui lei tiene molto. Che e' per questo che se lo tiene ostinatamente per se' questo segreto. L'abbraccio e la ringrazio di cuore per avermi aperto la porta. Parliamo di mille cose tutto attorno a questo. Le chiedo come fa a sopportare questo peso in silenzio. Che' io -almeno questa nuova io- lo direi forse subito. Che non e' sopportabile portarsi questo fardello da soli in un mondo che non fa altro (o sembra solo a me?) che chiedere alle donne: quando? Che per me alla soglia dei trenta la sofferenza, o dovrei dire insofferenza -quando le persone chiedevano, indelicate e indiscrete, e alludevano a bimbi- non era semplicemente tollerabile. Bisognerebbe parlarne di questa che almeno io ho considerato e vissuto come una forma di violenza...

Spilunga semplicemente dice che non vuole pieta'. Non vuole che le persone, soprattutto le altre donne, vedano per prima cosa questo in lei. Certo che capisco, ma -saranno gli ormoni?- sto abbracciano il pensiero che ad certo punto chiedere pieta' e' esattamente quello che bisogna fare. Abbi pieta' di me e risparmiami sofferenza. Usami delicatezza. Ma forse bisogna diventare forti abbastanza anche per poter chiedere pieta', per potere sopportare chi pieta' per te non ne ha, neanche se l'hai chiesta.


E' cosi' dannatamente importante condividere il bagaglio, altrimenti siamo tutti piccoli universi lontani anni luce l'un l'altro, ognuno con i suoi drammi, violenze, negazioni. Bisogna avere rispetto per i doni che ci toccano in sorte. E non considerarle scontate. D'altra parte chiunque viva o abbia vissuto un grande dramma, violenza o negazione deve poter lasciare spazio per coloro che ne hanno semplicemente di diverse, perchè -quanto è banale- ognuno ha i suoi doni e le proprie croci. Ed è questo che Spilunga voleva fare col suo silenzio: lasciare spazio. Uno spazio che dovrei rispettosamente prendermi.

Riuscirò a darmi il permesso di esprimere tutto il dolce fardello della mia maternita' così folgorante, fantastica, meaningful?
Non credo, non ci riuscivo a pieno fin da prima che Spilunga mi mettesse a parte del suo segreto. Perche' riversare la mia folle felicita' sul mondo mi sembrava sfacciato e anch'esso poco delicato, e adesso ancora di piu'. E pero' mi riguardo le mie croci, tocco le cicatrici, penso alla strada percorsa e so nel profondo che -finalmente- tutta questa felicita'. Forse e' questo che voglio dire o' voi che di qui passate... che non vorrei paresse troppo sfacciato tutta questa poetica... che' si insiste su cio' che che prima e' mancato e si e' bramato a lungo...

Sono felice, e allo stesso tempo triste, come non sono mai stata in vita mia. E affamata di vita, fin da prima dell'alba...

07 November 2011

4 a.m.

Siccome Ello nella pancia pareva troppo cicciuto, all'ecografia della ventesima settimana mi hanno mandata a fare piu' controlli, tra cui la curva glicemica -per escludere il diabete gestazionale-, che mi e' stata fissata per questa mattina.
Tocchera' quindi presentarmi a digiuno in ospedale alle 8, farmi prendere il sangue, bere un beverone zuccherissimo, aspettare un paio d'ore li' buona buona e poi prendere nuovamente il sangue. Solo che la mia -in genere neanche troppo odiata- insonnia mattutina quest'oggi ha deciso che la sveglia andava non alle 6 (che passi, mi sbrigo le email, leggiucchio qua el la' nel silenzio del primo mattino che e' ancora notte), non alle 5 (che dai non mi lamento, cosi' scrivo quella cosa che volevo scrivere da un po')... ma alle 4 addirittura no! Anche perche' ieri sera non erano le 9 -come di solito- quando andavo a dormire, ma quasi mezzanotte. E soprattutto non le 4 a stomaco vuoto fino alle 8, che' sono le 4.30 e gia' ho i crampi dalla fame. Inoltre credo proprio che la curva sara' sballata, la glicemia non sara' affatto rapprensentativa del primo mattino, visto che le 8 non saranno piu' il primo mattino per me. Ne avro' bruciati di zuccheri da qui ad allora...


D'altronde si' sa' che le 4 di mattina sono quanto di peggio:
(ci sono anche i sottotitoli in italiano, se proprio si vuole)

26 October 2011

squam

La proverbiale insonnia olandica ha ripreso il suo corso. Eccomi sveglia dalle 5, in piedi dalle 6, ho sbrigato tutte le mie email. Sono in email mood. Scrivo, scrivo, scrivo a tutti.

Il chercheur lo chiama squam.

Per email pero', col blog sono indietro, ho tonnellate di cose da leggermi e da scrivere pure... Peccato non riesca a portare qui tutte quante cose ci sarebbero da raccontare... e' che saro' pure un po' microbiologa, ma il microblogging non fa per me. Io se comincio poi non posso smettere. Mi vengono in mente mille, milioni, di cose e ce le voglio mettere tutte. Una volta scrivevo un post dei post per elencarle tutte, ma poi non le scrivevo mai ed era triste. Oggi mi sforzo di fare blog. Ma gia' so, mettero' tante parole e non diro' niente. Le notizie piu' salienti le ho messe qui giu' nei commenti. Che quelli pure sono importanti. Anzi sono anche piu' importanti. I commenti.

E appunto, ancora, di cuore: grazie dei vostri commenti, mi hanno emozionata tantissimo. Mi emoziono tanto tanto in queste condizioni, sono tutta scioglievole, ma in senso buono. Per lo piu' mi sciolgo in sorrisi...
tutta beata...

02 September 2011

insonnia produttiva

Le mattine di insonnia portano un gran daffare...

A parte iscriverci per l'assistenza post-parto, abbiamo fatto la prima iscrizione al nido e stamattina quella al corso preparto e vediamo se trovo posto nel corso di Zwangerfit®. Rispetto allo standard olandico siamo in tremendo ritardo su tutto.
Chissa' spieghero' tutto meglio...

Intanto io sento sensazioni di pizzicore a livello dell'abitante. Hey abitante, sei tu che pizzichi? Tutto a posto?
E custodisco gia' con cura bellissimi ricordi di dialoghi tra futuri genitori...

23 August 2011

mamma


la mattina e' il momento piu' duro
le cinque, le sei
e i singhiozzi
che per fortuna si fanno via via piu' lievi

e urge scrivere di te

04 March 2010

Squabus corre

...questo post ha delle controindicazioni

Stamattina Squa si e' alzata alle 6 e 19. Senza sveglia, cosi', lei si sveglia quasi sempre prima dell'alba. Nel week end subito dopo l'alba. E' abituata cosi'. Pensava di svegliarsi al sorgere del sole, ma alle 6 e 19 ancora il sole non sorge.
Squa si e' alzata alle 6 e 19. E' andata giu' per le scale in punta di piedi ed ha acceso il laptop. Dimenticandosi di inserire le cuffie nell'ugello apposito, cosi' alle 6 e 20 circa il motivetto di WindowsVista e' risuonato nella casetta di due piani e mezz(anina). Chissa' se il chercheur l'ha sentito, se l'ha sentito ha smadonnato appresso a billgates e tutta la sua progenie. Perche' lui odia window$, $vista poi...
Comunque mi sto perdendo in ciance. Il punto e' che svegliatasi alle 6 e 19, Squabus si e' diretta al laptop ed ha dato inizio alla sessione mattutina di esercizi di olandese. Les 18, lezione sui canali televisivi. Vabbo'. Sempre meglio che quello sulle dighe o quella sul sistema scolastico, che avevo promesso che la postavo qui o sul nuovo google-buzz, che ancora non e' diventato il mio secondo blog, ma ci manca poco. Dopo un'ora buona di esercizio e di scrittura di un paio di email preventive, Squabus si e' preparata e si e' diretta al lavoro. Erano le 8.30. Squabus ha sbrigato un paio di faccende, che ve le racconto solo perche' rendono il ritmo. Ha purificato 3 prodotti di PCR, ha corso un gel elettroforesi, ha misurato l'OD dell'ultima cultura che doveva controllare oggi. Poi ha preparato una analisi di restrizione. 24 tubi totali che ha messo a 37 gradi. Alle 10.30 ha ingollato un tost freddo con una fetta di formaggio, che ha attraversato la trachea in un sol blocco, che manco un pitone. Ha inforcato la bici e si e' diretta in un altro edificio, per fortuna non troppo lontano, non senza cedere all'ebbrezza del contromano per fare prima. Si e' seduta alle 10.45 spaccate in seconda fila per la prima lezione della seconda parte del corso di biotecnologie. Insegnato rigorosamente in lingua olandica. Il prof della seconda parte del corso sembra babbo natale ed usa i lucidi che si usavano ai miei tempi. Fa anche un uso massivo della lavagna, sviando dalla struttura delle dispense. Cosa che fa che quando non capisco di cosa sta parlando (e quindi il 75% delle volte) sono fottuta. Per fortuna le dispense della seconda parte sono in inglese. Quelle della prima parte pero' no. Che chi me l'ha fatto fare? Perche' io mi voglio cosi' male? Alle 12.30 la lezione e' finita e Squa ha rinforcato la bicicletta ed e' tornata in laboratorio. Ha caricato un altro gel, questa volta con i 24 tubi dell'analisi di restrizione. Ha puntato il timer: tra 30 minuti e' pronto, Squabus ha tempo per pranzare e mangia un altro tost, con un'altra fetta di formaggio (che ormai e' il pasto preferito) questa volta caldo. Mentre si massaggiava i polpacci che riposavano dolorosamente sulla sedia, a Squabus e' venuto il dubbio di non avere mai acceso l'apparato, quindi il timer ahivolgia che ti suona, qui non aprira' nessuno. Tornata sul luogo del misfatto ha constatato che no, non aveva premuto su on, quindi -ora si- ha premuto su on ed ha arripuntato il timer. E' andata a fare delle cose che non mi ricordo, ma di certo non corrispondevano al concetto di riposo. Ah si, ha lottato con una pipetta che non funzionava piu', dopo averla smontata e rimontata 3 volte esattente alla stessa maniera ha ripreso a funzionare. Bho. Ha mandato delle email che doveva proprio mandare. Il gel annunciava in parte buone notizie, in parte no. Vabbo'. Ha dato un aiutino piccolo nel trasloco di un laboratorio, finche' si e' resa conto che non ce l'avrebbe mai fatta a finire le sue cose ed allora Squabus ha abbandonato il trasloco. Ha depositato 12 colonie in una miscela di brodo di cultura e glicerolo per poterle congelare piu' contente. Ha attaccato una miriade di etichette per archiviare come si deve tutti i campioni processati negli ultimi 2 giorni.
Alle 17.45, esattamente quando doveva essere altrove, Squa ha rinforcato la bici e si e' diretta al corso di olandese. Arrivata con 10 minuti di ritardo, ha avuto 10 minuti di meno per fare il test di grammatica che toccava oggi. Comunque 85%, non male. Oggi c'era Piet che e' il suo insegnante di lingua preferito ever and ever. Nella conversazione a coppie a tema 'racconta come sono le televisioni nel tuo paese' Squabus ha raccontato di berlusconi e del divieto di approfondimento politico. Mentre Piet si avvicinava per dare un voto alla conversazione, sente Squabus esclamare che praticamente e' come avere un re. Piet si offende che' avere un re non e' mica cosi' male, che semmai quella e' dittatura. Squabus ne conviene. Dopo la lezione con Piet, si rinforca tutti la bici per dirigersi in un altro edificio per il test di listen and comprehension. Tutti contro oggi, ma perche' non si svolge tutto nello stesso edificio? Tipo a casa mia.
Squabus rinforca la bici, questa volta per guadagnare la via di casa. Si doccia. Mentre si doccia ascolta la lezione numero 19 sul matrimonio. Ma non riesce a concentrarsi. Pensa ad altro. Mette un minimo di ordine nel caos, che' lunedi' prossimo abbiamo un graditissimo ospite per tutta la settimana ed il chercheur e' partito oggi per parigi. Cosi', en passant, per partecipare ad un concorso della funzione pubblica per l'organo di ricerca statale francese. Succedono cose, mentre Squabus va da un edificio all'altro. Poi prepara una valigia minima, perche' domani parte anche lei, ma per milano, molto meno esotico. Parte con l'aereo delle 7.25, il che vuol dire che deve prendere il treno alle 5.15. Significa che la sveglia e' puntata alle 4.30. Si' che e' abituata a svegliarsi presto, ma qui si esagera.
Si siedo a mangiare due pomodori col tonno, che allegria, apre la pagina di republica
Olanda, boom del partito xenofobo
Andiamo bene. Aveva facolta' di voto e non e' andata a votare. Si sente una cacca.

Apre le dispense-per-fortuna in inglese. Ci prova. Erano le 21.40 quando le ha abbandonate ed ha deciso di scrivere questo post schifossimo. Adesso sono le 22.30 e Squabus proverebbe a rimettersia studiare. Ma forse anche no.



Buonanotte.

08 October 2009

dall'olanda

... piu' che un post una cartolina

Grazie a chi mi ha scritto email per chiedere se tutto andava bene, visto che il blog non veniva aggiornato... se non vi ho ancora risposto per email, sappiate che io sto benone! E continuo a poter ascoltare Janis, aldilà di cicli e metàcicli, che per me non vuol dire poco!

Rompo l'indaffarato silenzio per un momento di raccoglimento. Sto studiando olandese dalle 6 di stamane (si, si è fieramente mattiniere qui!) ché stasera c'ho l'esamino e mi dico cià che mi do uno sguardo al volkskrant tra un esercizio di grammatica e l'altro. Per inciso la mia comprensione è ancora tale che l'ultima volta che ci ho provato mi dicevo: che carino che festeggiano il 56esimo compleanno di Patrick Swayze...

Stamane questo è quello ci trovo ed un po' di malavoglia mi cimento nella traduzione. Ché questi non c'hanno altro da fare che commentare la politica italiana... e quindi mi chiudo in raccoglimento prima di buttarmi nell'arena.
Alla prossima!




pregasi notere lo sforzo fattosi con gli accenti
AAA adesivi per convertire tastiera EN to IT cercansi

10 May 2008

Prove tecniche di solitudine


un post allucinato,
e a puntate, un po' come la vita



Una settimana pesantuccia, impastata di cose tristi, tragiche, surreali...

Lunedi' lo zio marito della giovane zia Susanna ha fatto l'attesa PET. Dopo mesi di terapie, ansie e fasi alterne secondo il modello Kubler Ross, di cui apprendo l'esistenza leggendo Capsicum, d'un fiato corto, qui ed anche qui.
Lo hanno rimandato a settembre. Non sembra un buon segno, ma sono tutti sereni, non dicono niente o quasi. Negazione?
Nel giardinetto (o similia) del San Raffaele gli zii e il mio babbo si vedono passare accanto il neo-ri-presidente-del-consiglio-bandana. Il losco figuro al sentirsi osservato accenna loro un saluto e mio zio gli fa: Si, vambonu. Che non so come tradurre.




Il dottor G, poco piu' che quarantenne collaboratore del dottor Potter, con cui ho passato ore a guardare al microscopio campioni di suolo oleoso della raffineria di Denver e cascate di SEM, XRD, XPS, macchinari che sembravano navicelle spaziali, per cercare minerali di ferro... Eddai, facci vedere un po' di pirite, solo un po', poi cacciava una risata sonora e non voleva arrendersi. Una vana caccia al tesoro. A me -a dire il vero- fregava poco di veder cristalli, nonostante le ore passate con le mani in guanti sudaticci, nel ventre della campana anaerobica, a seccare quei cinque maledetti pugni di terra. Me ne importava poco dei minerali, io avrei voluto vedere batteri, vita. Mi affascinavano gli strumenti-astronave pero', sembrava di vedere asteroidi e non terra macinata al microscopio, ed il dottor G mi teneva sveglia a furia di fragorose risate. Continuo a sentirle. I still hear his laugh, dicevo ieri a Jo March con le lacrime agli occhi. Ho dovuto modificare l'articolo e metterci the late dottor G, ha detto lei, appannata. Non mi cambia obiettivamente nulla nella vita che al dottor G gli sia venuto un attacco di cuore subito dopo aver dato un talk in Canada. Dopo di lui toccava a sua moglie che l'ha visto allontanarsi dall'aula, indispettita, ma come tocca a me, per poi accorgersi della gente che lo seguiva fuori, qualcosa non andava... ma le han detto vai pure avanti, niente di grave, they are taking care of him. Se non e' leggenda, come corrono veloci le notizie nei campus. We are such a community.
Mi devasta l'idea del "funerale", non sarebbe neanche il primo "funerale americano". L'altro mi ha shoccata. Neppure la conoscevo la sorella del post doc che lavora col chercheur. Mai vista. Il contegno, le belle parole e la presentazione in power point con la selezione delle migliori foto proiettate e tutti che sorridono e pensano alle cose piu' belle e degne di essere ricordate. Quasi neppure una lacrima, mentre io sprecavo i fazzoletti, ridicola in tutto quel contegno.
Non cambia oggettivamente nulla. Non lo vedevo neppure da mesi. Just, I keep hearing that laugh.




Mi viene, com'e' banale, l'ansia. Vedo scene, immagino cose.
Dormo gia' poco tra studio, lavoro, adesso l'ansia. La mia e' un'insonnia da mattino presto, mi sveglio alle 5 e non dormiro' mai piu'. All'una e trenta nel cuore della notte mi suona il telefono ed io in un nanosecondo mi sono gia' fatta il mio film personale. Did you order any food?
Hotel room, door
. Ma che dice? Cazzo, sono in preda al panico ma non riesco a scuotermi dal torpore. Non capisco una mazza di quello che mi dice. Mi pare pure di sentirlo dire Mr Chercheur quando gli chiedo chi e' che sta cercando. Chissa' che cazzo di connessioni neurali mi son partite, mentre il cuore comincia ad andarmi a milioni di battiti al minuto e lo sento nella cornetta. Il tizio rimane con me al telefono un discreto lasso di tempo, un po' troppo vista la mia voce impastata di sonno, tremolante di ansia, penso dopo. Cazzo scusati e metti giu'. Non sono io che ho ordinato pizza nel cuore della notte, dormivo e da brava idiota ti ho anche appena spiegato che sono sola in casa e che quando ho sentito la parola hotel ho pensato al mio husband dall'altra parte del mondo che non sono riuscita a contattare negli ultimi due giorni. Ho preso tutto il tempo di spiegarti tutte queste brave cosette e tu hai ascoltato paziente. Un po' troppo, penso, una volta che finalmente abbiamo messo giu'. Poi, com'e' banale, comincio a sentire tutti i rumori del mondo, sono convinta che era il maniaco della tranquilla e felice cittadina di Fort Nox. Poi da uno spiraglio tra le tende vedo la macchina di sarcazzo quale catena, qualcuno che davvero sta consegnando food, ma non basta per niente a tranquillizzarmi. Non ho fiato, sono in un panico irrazionale e ridicolo.
Mi sento un pochino male nel mischiare senza alcun pudore cose autenticamente tragiche con altre totalmente ridicole. Ma questa e' la vita, mi sa' tanto.
Dopo un tempo interminabile passato alla finestra a tener d'occhio l'auto, il telefono squilla di nuovo. Ma che coraggio hai? Ma non hai mollato il colpo? Ma che si fotta il ciccione bulimico che ha ordinato chissa' cosa nel cuore della mia notte e t'ha dato il mio numero di telefono invece del suo. Ti dico piu' o meno questo, e che chiamo il 911 se non mi lasci in pace. Quanto me la tiro. Pero' alla fine il tizio mi lascia in pace... l'auto riparte dal parcheggio dietro casa. Io non dormiro' per un altro paio d'ore, riuscendo pure a leggermi tutto un intero, noiosissimo articolo sul calcolo del coefficiente di partizione delle tetracicline nei fanghi attivi. Il giorno dopo, mentre io saro' uno straccetto buono neanche per la polvere, sara' l'ultimo utile per preparare i dannati dieci minuti di presentazione per il corso di ingegneri. Ovviamente non l'ho ancora provata una volta, nemmeno l'ho finita'. Almeno la mattina dopo mi chiama il chercheur da Barcelona, spaventato dal messaggio che gli ho lasciato all'hotel. Non credo di riuscire bene a spiegargli in che stato pietoso sono. Almeno fa finta di comprendere.




Approposito di fanghi attivi, martedi' siamo andati in gita con una parte della classe a vedere l'impianto di depurazione delle acque di scarto della lavorazione di un birrificio di Fort Nox. Che fa una delle birre piu' buone che io ho mai bevuto, che ha pure un nome che fa bene allo spirito: Sunshine. Il birrificio in questione e' stato eletto il miglior posto di lavoro in tutti gli stati uniti. Da un giornale che si chiama Outside Magazine. Che non so neppure come sia fatto, forse e' questo non ne sono sicura, pero' mi fa un po' specie e quindi ve lo dico. E comunque e' certo che se Fort Nox e' il posto migliore dove vivere negli stati uniti (eletto da Money), il posto migliore dove lavorare (eletto da Outside ?) non puo' che essere a Fort Nox. Lapalissiano. Anche abbastanza allucinante, una volta che hai visto Fort Nox. Dice che nel birrificio organizzano tornei di pallavolo, corsi di yoga e vattelapesca (avranno una palestra nello stabilimento?!). Non da meno, si possono portare a casa non so quanta birra a settimana. Dice che hanno persino un fun manager, uno pagato per fare divertire tutti gli operai ed impiegati.
Abbiamo dovuto camminare a lungo per arrivare alla zona "impianto di depurazione", che' l'hanno messo un po' piu' in la' dello stabilimento e del bel casone bar-degustazione-eco-sostenibile (perche' sai a volte emette certi sgradevoli odorini, -soprattutto visto che, una delle poche cose che ho capito del tour, hanno un impianto anaerobico-). Camminavamo in questo posto incantato, tutti sorridevano ed emanavano felicita'. Io, non so bene se c'entri, pensavo a Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Erano felici gli Umpa-Lumpa nel film? Visitiamo qui e la', l'ingegnere responsabile ci mostra il bacino di aerazione, ci mostra lo strato di cemento sotto il quale c'e' il bioreattore anaerobico, ci addita il pallone che stocca il metano prodotto dalla fermentazione degli scarti, dice che poi ci mostra il cogeneratore di elettricita' e calore dove il metano viene bruciato. Io non sono sicura di capire quello che dice l'ingegnere sorridente, ma annuisco, muta. Non faccio una sola domanda. Poi ci porta a visitare il laboratorio dove finalmente vedo dal vivo un cono di Imhoff, non so come ho fatto senza. Poi ci porta nello stanzino dietro il laboratorio dove avviene il dewatering dell'activated sludge (i fanghi attivi). Ed all'improvviso emetto il mio primo ed unico suono in tutto il tour (almeno prima di passare alla zona degustazione. Sul lato del macchinario, al momento spento, che apprendo ora chiamarsi MONOBELT®, c'e' una targhetta di metallo (tipo soldato in guerra) con sopra scritto Teknofanghi, Cernusco sul Naviglio. Questa e' italiana, dico, additandola.
No, dico, in the best place to live in all the u.s., in the best place where to work in all the u.s., c'e' un macchinario della teknofanghi di Cernusco sul naviglio, mica pizza e fichi.
In caso non si fosse capito.





In tutta questo panorama amaro, sfocato, stanco, ieri sera, leggo da qualche parte che Calderoli e' stato nominato Ministro della Semplificazione. Mi stropiccio gli occhi stanchi e riguardo i pixel appannati. Avevo letto bene e mi monta dentro una di quelle acidita'. Mi sara' perdonata un'esclamazione, che sara' banale ma non posso evitare. Ma semplificami sta' grande minkia. Ecco, non che mi senta meglio, pero'.
Ma dai ma non puo' essere vero. E come'e' che non trovo nessun commento su Repubblica o chesso' altrove?





Ce ne avrei ancora, sempre intorno al mio ombelico,
blogger della domenica...


Fuori c'e' un tempo olandese, mentre in Olanda splende un sole catalano ed in quel di Barcelona piove piogge pluviali.

Mangio intere tavolette di cioccolato per pranzo, guardo puntate di CSI alle otto del mattino per non aumentare l'ansia quando e' sera.
Ho finalmente parlato, ieri, quei dieci minuti davanti a diciassette ingegneri che mi guardavano imperturbabili. Madonna che brutte facce. Decisamente parlare in pubblico non fa per me. Mi avvolgo in qualcosa di piu' intimo. Quindici pagine, da scrivere, mi separano dalla fine del capitolo.
Stasera la finale terzo quarto posto del campionato di calcio a squadre miste. Il mio piccolo sogno nel cassetto, anche se ogni sabato mugugno che no, stavolta proprio non c'ho voglia.
Stasera devo segnare un gol, che forse e' l'ultima. E se non lo segno e' brutto, bruttissimo segno.
Ora vado a fare un M13 del campione 121 che ho ri-trasformato ieri pomeriggio. E' sabato, sara' sabato anche tra le quattro grigie mura del laboratorio condizionato.

01 November 2007

Post-Halloween


Perche' poi voglio tornare qui e ricordarmi della sbiciclettata di ritorno dal lavoro nella "notte" (tardo pomeriggio) di Halloween. Io, playmobil piu' "consapevole", in un plastico un po' piu' illuminato del solito dopo il calar del sole. Le luci venivano dalle case, infestate da fantasmi, grida lugubri, zucche luccicanti. Orde di bambocci per le strade, sempre buie, ma un po' meno, lo ripeto. Nell'aria c'era odore di neve. Sulle colline al confine della citta', sotto il lago, sopra il laboratorio, la neve c'era gia', trionfale. Aria pungente.

Mi son svegliata alle cinqu'e'trenta -che impressione- stamane, pensando che nei prossimi giorni dovro' "sacrificare" il lavoro a cui mi son dedicata negli ultimi due mesi (appena). Smontare tutto, recuperare i simpatici batteri, irrorarli di spesso, mieloso, glicerolo, che gli faccia da piumone in quella ghiaccia atmosfera di menottanata celsius. Non amano l'ossigeno che respiriamo, sono chiusi in bottiglie ermetiche, devo capire come tirarli fuori di la'... io li ho maledetti per gli ultimi due mesi, ma ora che m'han detto di metterli a nanna, un po' mi sento persa, vuota, senza le grane che m'han dato, un po' non voglio fargli male... essere delicatissima, cantargli la ninna nanna prima di ibernarli.

Tra l'altro, le due mucche superstiti sono tornate al loro posto, sull'ultimo miglio.