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25 October 2013

Flessibilità non è il contrario di consapevolezza

Mi pare che un po' tutti mi raccomandiate di non essere rigida e non fissarmi su una 'linea educativa precisa', cito Mila su tutti. Capisco che posso aver dato l'impressione di essere una mamma pedante, rigidona e magari pure fredda, qua o altrove (o magari è solo il fantasma di quel che temo). Ne prendo atto, mi dispiaccio un poco, perchè mi sento la quintessenza della sensibilità, dell'amore e dell'empatia, ma amen, probabilmente è anche vero che sono più rigida della media? Bho! Non è poi così importante. E' vero che ci sono cose su cui non transigo, no matter what. Il sonno è diverso, perchè la notte è buia e fa paura. Lasciatemi ripetere, che mai fa male, che aborro Estivil e i metodi di 'lascia piangere, passerà'. Mai lo lascerò piangere quei pianti disperati più di qualche minuto striminzito. So bene che suono hanno i pianti poco convinti che possono essere lasciati sfogare. Non si tratta(va? siamo in tregua da 2 notti e stasera è persino andato a letto sereno) di quelli. Però come mi mette a disagio il 'lascia piangere passerà', mi mette ugualmente a disagio il 'è una fase, è normale, lascia correre, passerà'. Che tutti i bimbi attraversino una certa fase, non significa che non ci sia qualcosa che possiamo fare per aiutarli a superarla.


A me però pare davvero che quel che devo cercare, nella gestione di queste notti di emergenza, è proprio una certa fermezza di pensieri, altrimenti non solo impazzisco, ma rischio di fare proprio dei danni e di peggiorare la situazione. Sono una persona non empatica, di più. Con mio figlio, poi... non ve lo devo spiegare. Se va avanti così, come è successo quella notte, se lui piange, alla lunga piangerò con lui, ogni capacità di pensiero razionale sarà spazzato via. E non potrò essere quella base sicura di cui un bimbo ha bisogno, sarò in balia della sua stessa disperazione. E' questo che voglio prevenire. E' questa la linea che bramo. Va bene il concetto generico di flessibilità, ma reagire ogni volta in modo totalmente diverso non può dare alcuna sicurezza, siete d'accordo con me? 


Ovviamente ci devono essere le eccezioni, ma stabilire i punti saldi, alcune cose su cui non transigere mai o quasi, secondo me è fondamentale. Se ogni notte è diversa da quella prima non penso si arriverà facilmente a trovare una modalità per risolvere il nodo. E si confonderà il bimbo. Perchè io ne resto convinta: c'è sempre o quasi un nodo da sciogliere. Non sempre è facile da districare ***, qualche volta non ci si riesce, ma una ragione o un insieme di ragioni, o se non ragioni delle strategie per venirne a capo... ci sono sempre. Anche solo mentali. Ed erano quelle che bramavo l'altro giorno. In preda allo sfinimento.


Credo di averlo scritto altrove, ma può essere anche che no, lo ripeto qui, rischiando di attirarmi qualche odio: per me queste notti sono novità pura. Pistacchio si è sempre addormentato solo e sereno e ha sempre dormito tranquillo gestendo da solo i suoi risvegli e riaddormentamenti notturni. Mi sono attrezzata perchè fosse così, mi sono preparata al meglio che potevo, poi -cosa più importante- il soggetto si è dimostrato supercollaborativo. Jackpot. Invece non sono attrezzata, non siamo attrezzati, per le notti in bianco, in termini di abitudine fisica, perchè lo so che ci si abitua, a tutto.  Ancora noi no, siamo (eravamo?) in una fase di adattamento incredulo, e speriamo ancora, facendo scongiuri, che questa non diventi la norma. 

Prima ancora che mio figlio nascesse, dicevo, mi sono preparata e ho poi gestito serenamente la questione dell'accompagnamento alla nanna. Per quanto riguarda i risvegli notturni invece non sono proprio ferrata. Mi ripeto, reagire con empatia, flessibilità, istinto è sicuramente fondamentale, ma su uno scenario solido di consapevolezza. Che significa sapere cosa si sta facendo e perchè. Consapevolezza che si cerca di costruire mettendosi in ascolto del bimbo, della situazione, di se stessi, ma anche leggendo, informandosi, chiedendo consiglio agli amici e analizzando la situazione. Io di questo resto straconvinta. Forse questo mi fa passare per rigidona, razionale, o ditemi voi cosa. Non posso che dispiacermene, ma io nel non arrendersi ci credo e continuerò a crederci.


*** alla fine aveva solo caldo!!!
Se avete letto la cronaca dalla trincea, spero di strapparvi almeno un piccolo sorriso con questa, che è una battuta solo a metà...

23 October 2013

notizie dalla trincea

NOn ho avuto tempo e soprattutto energie di rispondere ai vostri ultimi commenti, che sono bellissimi, me ne scuso. Qui stiamo in un vortice. In trincea, appunto...
Appena firmiamo un armistizio torno a chiacchierare. 


Però nel tentativo di combattere la sindrome della pagina bianca, m'è scappato di macchiare questo schermo di logorrea incontenibile. Sappiatelo e lasciate ogni speranza o voi che iniziate.

Le parole sconclusionate che seguono le scrivevo ieri ad ore antelucane... le riesco a postare stamane perchè il pupo stanotte ha dormito, io ho riposato e mi sono trascinata fuori dal letto, invece che gongolare tra le coperte. Infatti da qualche tempo a questa parte, la mattina .....


........o Pistacchio si sveglia presto, oppure non oso muovere dito per lasciarlo dormire, oppure ancora sono troppo stanca e resto sdraiata al buio, surfando mollemente col mio Smartie adorato, da una parte santo subito, dall'altra fonte di inesauribile spreco di tempo. Tant'è. NOn è tempo per crescere altrove e altrimenti, ne prendo atto. Solo, ho bisogno di uno spazietto per me ogni tanto, evviva il teatro, evviva un'uscita ogni tanto con neo-amiche (ormai lo posso dire, e mentre lo scrivo mi commuovo). QUel che però urge riprendere è una riflessione più strutturata sul parenting, sulle sfide che ci attendono, che sono già iniziate e ci stanno travolgendo.

La notte appena trascorsa non è una tipica notte, ma racconta una storia che si sta ripetendo, temo sempre più spesso. Anche se ogni giorno, ogni notte, di questi tempi, è entità a sè. Stiamo in trincea come si usa dire. E se non sono già i terrible-two, se c'è un peggio che deve arrivare, allora io mi preoccupo sul serio. Ho bisogno di tempo per prepararmi, fermare tutto, fare il vuoto, respirare a fondo, prima di tuffarmi in qualcosa che sia ancora più grande di questo. Ci stiamo sfinendo. La pazienza vacilla troppo spesso.

 Devo anche rinnovare il monito da rileggere quando mi verrà di nuovo voglia, che basta week end fuori porta, che ci riportano più sfiniti di prima all'ovile. LA settimana scorsa era già stata terribile, troppo intensa, papà in trasfertà e io che mi metto a organizzare troppe cose, per troppi giorni di fila. La piscina la domenica, la compagnetta del nido a cena il lunedì, la famiglia Sivigliana il martedì. Poi la bella Sivigliana resta con Pisti nel dopo cena, io vado a teatro e lei lo mette a letto, ma questo meriterebbe un post a sè. Che una terza persona mettesse a letto Pistacchio è successo mica tante volte. Tre mi pare. Insomma una valanga di energie e emozioni, Troppe. Le settimane precedenti neanche tanto più serene, tra gastrò e stanchezze varie e diffuse. Soprattutto 4 giorni di fila la nido, senza pause. Aggiungiamoci un week end fuori e poi via si riparte per una nuova settimana.

Santo mercoledì, santi mama e papadag che saranno solo domani ma sto bramando già, per fermare le bocce, fermare questa centrifuga incomprensibile, provare ad affrontare all day long questo uragano fatto a volte di pianti inconsolabili, a volte di testardaggine, a volte di tristezza infinita, ma contraddittoria, che allo stesso tempo vai via, stammi vicino, non ti voglio, stringimi forte.


Stanotte è cominciata, o meglio è finita, alle 2. E' partito il turno del papà, che ti ha calmato, ti ha dato acqua, ti ha raccontato una storia. NOn ho contato quante volte. Forse 3. IL tuo mantra: ja-bà ja-bà ja-bà, ovvero là-bas, tradotto: (voglio andare di) là. La prima volta ti ha portato là-bas a farti vedere le macchine parcheggiate, le biciclette sul balcone, gli alberi che ondeggiavano al vento. Poi è riuscito a calmarti e riportarti alla nanna.  Ti calmavi nel giro di 15-30 minuti, 'svenivi', ti risvegliavi dopo 15-30 minuti e si ricominciava.

Il mio turno è partito verso le 3.30, con mezzora di anticipo vista la tragicità della situazione. Hai ripetuto straziante come una cantilena Tatte-tatte-tatte. Ieri sera ti eri mangiato l'equivalente di un bue, ma può essere che avevi sete, eri in un bagno di sudore. HO ceduto. Ti ho portato là-bas, ti ho seduto sul poang del soggiorno mentre preparavo il biberon. Vedere la sequenza di movimenti per preparare il latte ti rassicura, da qualche tempo. E io che ero quella che non voleva associare il latte al sonno, non volevo che il biberon significasse rassicurazione. Dov'è finita quella donna? Dove sono finita?

Non avevi nessuna intenzione di tornare in camera tua. MI è andato in corto il cervello, ti ho lasciato seduto sul tappeto e ti ho detto la mamma è stanca, ha bisogno di dormire e va a letto. Sono andata a letto. Sei restato un po' lì a parlottare, nel tuo linguaggio incomprensibile. POi, trotterellando nel tuo sacconanna (ma quanto sei buffo?), sei arrivato fino al lettone. Ti ho tirato su. Un attimo prima eri vispo vispissimo, una volta vicino a me hai giocato un po' all'orsetto, poi ti sei messo a pancia in giù vicino a me, segno inequivocabnile di rilassamento. Ti ho coccolato un po'. 


E' successo solo una volta, nella tua carriera di bimbino da 0 a 21 mesi, che hai dormito una porzione della notte insieme a me. Un paio di settimane fa, al termine di una notte ugualmente tormentata come questa. Non è una cosa che cerchi. Ti svegli e strilli, venire nel lettone non è (ancora?) il tuo scopo. Comunque ti sei calmato. Appena papà si è reso conto, si è arrabbiato, si è trasferito sul divano.
Non è d'accordo, in teoria neppure io, ma durante notti così tormentate so solo ripetere: io lo voglio qui.
Il chercheur, la voce della solidità: NOn confondere quello che vuoi tu con quello che è meglio per lui. Quest'uomo l'ho formato io ed ho creato un mostro. Quest'uomo ha probabilmente ragione, ma allo stesso tempo io sento l'esigenza di sapere che la prossima volta che inizierà a gridare, sarò vicina e gli potrò fare subito una carezza. Non ne posso più di sentirlo gridare disperato.
La mia fede nel sonno-nel-suo-lettino non aveva ancora incontrato le urla di pura disperazione. Dice lui, mettiti -anche tu- i tappi... Quest'uomo ha decisamente bisogno di dormire.

Alla vista del papà che se ne va Pistacchio scende dal letto e lo segue. Vuole mamma, vuole papà, o forse, molto più probabilmente, non lo sa nemmeno lui cosa vuole. BAttibecchiamo un po', io e il papà. NOn siamo tanto lucidi, io almeno. Lui dice che lo stiamo confondendo. Non posso dargli torto, il fatto è che una linea non ce l'ho. Non ancora (aiuto!), ma ce l'avrò, ce la devo avere. 


Riprendo Pistacchio in braccio e ritorno in camera sua. Ad un certo punto mi sviene in braccio, lo metto a letto. Lo so già che nel giro di poco strillerà di nuovo. Infatti dOpo poco ricomincia piangere. Il papà, nel frattempo rimigrato nel lettone, sostiene che reagiamo troppo in fretta e dobbiamo lasciarlo piangere un po'. Piange forse un minuto e mezzo e poi si ferma di botto, a mezzo strillo. Mi si ferma il cuore. Poi per fortuna tossicchia un po', e poi tutto tace.  Finchè, forse 15 minuti dopo, riattacca di nuovo mamma, mamma, mamma, tatte, tatte, tatte. Solo che ha bevuto 250ml un'ora prima (e un bue per cena). Mi presento con dell'acqua. che rifiuta, colpisce, si dibatte. Questa volta sono fermamente ocnvinta a non lasciare la sua stanza. Però penso anche che non vorrei fargli venire quel luogo in odio. Il ja-bà è incessante. Si dibatte come un pesce.


Poi mi hai morso, Pistacchio, mi hai morso forte, esattamente sul cuore. Nel giro di qualche minuto singhiozzavo piano, insieme a te, ma non per il male, che non sapevo più da quale lato del cuore venisse, ma per la mia inutilità, per l'incomprensibilità e l'incapacità di tranquillizzarti. Non sono servite le storie sui tram che ti piacciono tanto, non è servito cantare, nè provare a contenerti forte. Non è servito aprire la finestra per farti prendere aria, ché intanto eri un bagno di sudore. Domani, cioè oggi, che dalle 2 ad adesso intanto la notte è passata, porca di quella paletta, o i giorni successivi, probabilmente sarai malato di nuovo. COs'altro bisogna aspettarsi? L. la bimbina biondissima del nido ce ne ha già  un po': un nuovo fantasmagorico giro di gastrò. Ci vorrà poco e arriverà a te, stanco e provato. Non abbiamo supporti che possano tenerti lontano da lì preventivamente, questione di scampare il bacillo di turno.


Restiamo lì sul poang in camera tua. Tu che ti dibatti, io che singhiozzo piano piano, finchè arriva papà, che finora ti ha sentito benissimo, solo un pochetto ovattato dai tappi nelle orecchie. Finisci in braccio a lui che ti riempie di baci e ogni volta che fa una pausa tu dici dipserato cò, cò (encore e cioè ancora). Per lo meno te lo sei riconquistato. Riusciamo di nuovo ad accompagnarti alla nanna. Sono le 5. 

Alle 5.45 strilli di nuovo. Saranno le 6.30 quando ti calmerai e accetterai di essere rimesso nel tuo letto per l'ultima volta di questa notte allucinante.

Ed eccomi qui, dovrei essere al lavoro in questo momento, invece sono qui, ancora in pigiama, a tratteggiare una notte da incubo in maniera sconclusionata. I miei uomini al momento dormono, finalmente, io che faccio vado? Vorrei salutarti come ogni mattina, adesso al rituale si è aggiunto il saluto attraverso lo spioncino della porta di casa...

Vado ad iniziare questa giornatina leggera? Posto in fretta, tornerò a rileggermi anche io.  Avrei voluto parlare meglio anche delle possibili cause di questo momento difficile... oltre al fatto inconfutabile che cresci, il tuo papà che parte in viaggio? i denti?  l'instabilità al nido? Nido che stiamo meditando di cambiare con una tata. E la storia si è fatta un po' beautiful, con intrecci e coincidenze incredibili, che sembra che gli dei mandino segnali. Racconterò, appena possibile.


Intanto qui in trincea vorremmo trovare energie per studiare tattiche e strategie (di sopravvivenza e) per superare il momentaccio, fino al prossimo. Quanto ho scritto è disorganico, comfuso, disordinato, probabilmente inutile. Se però laggiù ci fossero consigli per noi, ringraziamo. Pure qualche pacca sulla spalla non fa mica male. Ci risentiamo all'armistizio all'ora?

Io continuerò a cinguettare appollaiata su quel ramo pesante, mi rendo conto che spesso i miei tweet violano lo spirito stesso dell'uccellino cinguettante. Tipo che twittare 'dilemma nido o tata' ecco forse è un tantino troppo... lasciatemi twittare, comunque  :)

15 June 2013

correndo via

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correndo

Correndo via, quel giorno, mi è venuto in mente questo periodo qui, quando eravamo già in Francia, ma la prima volta. Poi di espatri  ce ne sono stati altri tre e con loro un sacco di vita. Correvo e pensavo a quanta, quantissima strada abbiamo fatto, dentro e fuori di noi. Io ed il chercheur, finchè anche Pistacchio si è unito al gruppo.
Una piccola lacrima di commozione nel rileggere quel post.

Poi però m'è partita pure la grinta. Farcela non so ce la faccio, ma provarci è d'obbligo. Pare che anche Squabus si iscrive ad un concorso. La scadenza è vicina e saranno giorni duri. Fino al 27 di giugno verso le sei del mattino, invece del blog, Squabus scriverà le sue motivazioni. Vincere non crede ci sia alcuna speranza, pero' vuole vedere se la République le da almeno la possibilità di essere esaminata.

Insomma Squabus, più che andare, continua a correre.

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dietro il quartiere senz'anima


20 December 2006

Metablogica


Negli ultimi giorni, oltre che traslocare, mi sono divorata un blog.
Significa che mi sono letta avidamente più di tre anni di post. Non è la prima volta tra l'altro. I blog che mi folgorano non centrano nulla l'uno con l'altro, però sono tutte femmine. Non ricordo quasi mai come ci sono arrivata. Non instauro -quasi mai- una interazione.
La settimana scorsa ho passato parecchie ore a saltellare qui e là tra blog di fanciulline anoressiche, con le sopracciglia aggrottate, scuotendo tristemente la testa.
Bloglines funziona nuovamente. Su kubuntu funziona tutto, tra l'altro.
Oggi riaprendo msn [versione libera], dopo due o tre anni di astensione, ci ho incontrato un mio compagno di università. Qualche mail caduta nel vuoto negli ultimi (due?) anni, però tanto affetto e stima, almeno da parte mia. Il primo blog che ho visto nella mia vita era suo. Poi mi son trasferita ed ho perso di tastiera lui ed anche l'url del blog. Il mondo internettiano mi ha catturato molto dopo, quando ho avuto tempo da perdere tra quattro mura tranquille che mi riparassero dalle intemperie. E soprattutto una connessione convincente. La mia folgorazione è stata una prof che abitava al Cairo.
Lafolle è l'unico blog che io conosca in carne ed ossa [anche se tra le persone che conosco -statisticamente- deve esserci qualche altro blogger, saltate fuori]. Ho lasciato cadere nel vuoto qualche mail, dicevo. Anche recentemente. Oggi no. Anche se l'orrore che ho delle chat è direttamente proporzionale al tempo che non vedo la persona medesima con la quale starei/vorrei/non-vorrei chattare. Anche se ero in un momento un po' delirante: provavo la webcam con mila&sciro&teta, il chirichetto mi scriveva su gmail per domani, il cellu squillava a vuoto ed il trasloco mi aspettava.
Ho preso il coraggio a due mani e gli ho detto più o meno Senti facciamo che ti do' il link del mio blog così non ci perdiamo più di 'vista'? Tra l'altro avevo cercato e trovato il suo qualche giorno fa. Che poi quale coraggio? Primo, in qualche modo, glielo dovevo. A chi se no? Secondopoi lafolle è l'ultima persona che potrebbe giudicarmi [male].
Poi, come spesso capita dopo aver rotto il ghiaccio, abbiamo chattato per una buona ora. Credo.
Mi fa -tipo- Se ti va, ti linko. E io -tipo- Aspetta un po', non sono pronta, sono ancora timida.
Tipo cos'è -aspetta che controllo- un anno e mezzo che esiste questa pagina? Giù a ridere da sola.
Sarà il rapporto conflittuale che ha la mia dolce metà con i blog? Ecco diciamolo una buona volta e non se ne parli più. [Appena si accorge che l'ho citato per il terzo post di fila mi uccide. Potrei inventarmi un fidanzato immaginario. No, non può essere Mario, siamo troppo amici.]

Seriamente. La verità è che non ho imparato a stare al mondo, non è che stare in rete sia poi molto più facile -secondo me.

Ieri, perlappunto, ho avuto una interessante conversazione sul concetto di blog. [Se ancora non si fosse bene messo a fuoco sono in un momento blog-problematico, succede ogni volta che comincio a lasciarmi un po' andare].
La conversazione si può riassumere in un'unica e sola domanda: Perché? Ero evidentemente in difficoltà. Sul perchè leggo blog posso dire -per esempio- che conoscere virtualmente questa fanciulla negli ultimi giorni mi ha fatto venire più voglia di vivere. Sul perchè è finita che esiste anche questo -mio- blog non so davvero rispondere. Però riconosco che è abbastanza prioritario.

Una volta scrivere mi faceva stare bene.

Siccome mi sento un po' strana, non è che potreste raccontarmi voi qualcosa 'sto giro... anche una favoletta, un sonetto, una cosa di poco conto...

18 December 2006

Insonnia


Se dovessero apparire cose strane in questa pagina è che ho fatto l'upgrade a blogger beta. Ho capito che tanto l'html non lo imparerò meglio e mi sembra che il sistema possa aiutare a fare un po' di ordine qua dentro.
Però, nonostante l'insonnia, non sono riuscita a venirne a capo. Non so neppure se son riuscita a far tornare tutto come prima. Si vede che non ero pronta. O meglio non avevo la rete che era impegnata dal chercheur per installare la nostra nuova webcam [che avrà come unico scopo quello di renderci zii virtuali per virtuali nipotini] sul suo computer -Debian-. Sul mio -Kubuntu- ci era già riuscito. Per ora l'installazione su kubuntu vince per 3 ore contro 6+n.

Ops, non vi avevo detto che dopo Ubuntu the original (via Knoppix),
Debian (dopo nuovo intermezzo Knoppix)... adesso è il turno di Kubuntu?

Una sostanziale differenza c'è e sono gli 89€ spesi per il nuovo disco rigido. Come dire 'sta volta dovrebbe durare...
E -con il capo cosparso di cenere- devo anche confessare un'altra differenza: 'sta volta nell'altra parte del disco rigido è tornato ad abitare windows. Mea culpa.


17 December 2006

Del trasloco



1) Trasloco e legge di Murphy

Domani partiamo con un furgone alla volta della pianura padana con il grosso, praticamente tutti i nostri averi. Noi, la macchina ed il poco restante -tra cui possibilmente anche il Chirichetto- ci schioderemo definitivamente dalla costa azzurra venerdì.

Naturalmente oggi si è rotto l'ascensore.(*)

(*)Mentre c'era dentro il chercheur. Torna a casa bianco e mi fa Sono precipitato con l'ascensore in caduta libera. Tutta la mia attenzione va a lui, che ridimensiona. Si tipo quindici-venti centimetri. Oh però un bel colpo ai talloni eh.



2) Trasloco e strategie

Gli ultimi giorni non sono stati semplici. Soprattutto con un fidanzato trasformatosi in una beghina ansiosa [tanto non mi legge, almeno mi sfogo]. E la qui presente deprivata di ogni voglia di fare.
Squa hai messo via i libri?

No prima voglio pensare alle cianfrusaglie

Allora metti via le cianfrusaglie

Si, si, le sto mettendo lì, mano mano che saltano fuori.

Vuol dire che quel cartone lo chiudi quando?

Quando carichiamo il furgone

Uh. Inscatolare i vestiti?

No, devo prima pensare a cosa metterò nella valigia per gli states.

Metto via le pentole?

E poi come cuciniamo?

Comincio le grandi pulizie?

Le pulizie sono sempre l'ultima cosa da fare.

Insomma da 'ndo cazzo cominciamo?

Una passeggiata?

Tra l'altro somiglia tanto al sesto corollario della legge di Murphy, così come la racconta wikipedia.


[...continua...]

15 December 2006

Varicella spaziale



Ho un potere soprannaturale. Quando sono davvero tanto stressata, incapace di gestire gli eventi, riesco -con la forza del pensiero- a farmi venire un malanno che mi costringe a letto. Somatizzo. Capirai direte voi. Capirai dico anche io. Non importa se il rapporto di causa-effetto in realtà é rovesciato, tipo non ce la faccio proprio-perchè-mi-sto-ammalando, mi piace credere che sia un sistema di sicurezza, frutto della forza della mia mente.
Il rito magico passa attraverso l'immaginarmi chiusa in bagno alla Magda a dire Non ce la faccio più. Se il rito riesce male, nel giro di qualche ora mi viene uno stupido e dolorosissimo herpes simplex sul labbro, del quale non me ne faccio nulla. Non mi costringe a letto, niente baci, nessuna pietà. In genere però funziona, esplode la febbre, la bronchite, una volta sono riuscita a farmi ricoverare per l'appendicite. Dopo l'operazione, non contenta, ed ancora parecchio stressata dal maldivivere, ho ottenuto una febbre persistente ed inspiegabile. Al decimo giorno di ricovero, s'è scoperto che avevo un ovaio grosso come un pompelmo, non che necessariamente centrasse qualcosa con la febbre. Però un dottore mi disse che forse si erano sbagliati e la mia appendice era sanissima. Fa niente, dissi io, non mi sarebbe potuta accadere cosa migliore negli ultimi dieci giorni. Vuoi mettere io ricoverata in ospedale e tutti i miei problemi là fuori? E l'ebbrezza dell'anestesia totale? Ciaooo, vedetevela voi.

Sta volta è andata in maniera più originale.
Mi visualizzo in versione Magda, comincio, come da manuale, a sentire il principio di uno splendido 39-39.5 (anche se il termometro non lo ammetterà mai). Sarà forse stata la corsetta in felpina di quaranta-minuti-quaranta sul lungomare-in-tempesta di sabato scorso che-il-freddo-era-appena-arrivato-e-non-me-ne-ero-accorta? Mha.
Che bei tempi la settimana scorsa, che era ancora come primavera e si andava al mercato, si mangiava frutta e verdura, s'andava in piscina, in bici e a correre in riva al mare. E si limitavano i cerotti alla nicotina e nonostante questo si teneva a bada la fame chimica con pratiche zen, olii essenziali, caramelle alle erbe. ---Che ora che ci penso mi faceva un baffo quel fregnaccione di Allen Carr. Che allora lo scrivo anche io un libro su come si smette di fumare.--- E si facevano pure gli gnocchi. Che buoni i miei primi gnocchi, conditi con un esperimento di pesto di sedano.
Non come ora che manca solo l'acqua e siamo come gli alluvionati, in frigo ci sono un finocchio avvizzito e due carote marce, mentre io mi nutro di cuneesi al rum e panettone. Le padelle già imballate. E non ci penso neanche a contrastare la fame atavica che mi attanaglia. La assecondo, la faccio esprimere, ha ragione lei. La settimana scorsa avevo ritrovato la pelle di pesca ed il tono muscolare dei miei diciotto anni, oggi tossisco orribilmente e il bottone dei pantaloni salta ad ogni passo.

Tra questo e mille altri pensieri attendo fiduciosa il malanno. Sembra che arrivi, poi pero' quella sensazione da imminente scoppio di una febbre micidiale scompare, lasciandomi solo la terribile tosse. Si vede che in qualche modo ho preso coscienza di quante volte mi sono ammalata nell'ultimo anno e mi son detta Non è possibile, 'sta volta è il turno di qualcun altro. Quindi è venuta la varicella alla piccola Teta. L'effetto è stato uguale, perché siccome la sua mamma ha trovato lavoro da poco, zia Squa -come da manuale delle brave amichette- si è impegnata a 'curarsi di lei' fino alle ferie della lavoratrice-mamma, riuscendo così a scampare pulizie, scatoloni, vai-in-banca, affitta-il-fugone, per tre-mattine-tre. L'ho scampata part-time, ma l'ho sempre scampata. Mi sono proprio curata di lei. Sto meglio ora.
Anche se è stata dura, la sera non riuscivo ad addormentarmi e la mattina verso le nove arrivavo da lei in coma. Anche lei non aveva dormito ed era in coma. Ci guardavamo comatose, io seduta sulla sedia e lei sul tavolo, ogni tanto partiva un colpaccio di tosse (pure lei messa male), ogni tanto le soffiavo il nasino. Poi ricominciavamo a guardarci, stanche. Nove e trenta, dieci, la merendina. Io un caffè. Un pochino meglio. E attaccavamo a giocare con la cucina fragolina.
Teta posso avere un te ed una fetta di torta?
Hai messo l'acqua per la pasta?
Zia Squa la vuoi un po' di Socca?
Mmm leggerina, preferisco la peperonata dai.
Gliel'ho regalata io al suo compleanno la cucina fragolina. Chissà perchè.

Poi c'è stato un evento che verrà annoverato tra i peggiori traumi della mia vita adulta. Non potro' fare un figlio finchè non lo supero. Ci siamo appena fatte un'infusione -per digerire la peperonata- e Teta vuole aspergere tutta casa con la bustina di menta esausta. Glielo impedisco. Tipo che la sgrido, niente, elimino dalla sua portata l'elemento di delirio, scoppia a piangere. Una parolina dolce, nulla, due, tre, nulla, piange imperterrita. Che per carità l'ho vista nascere, ha fatto il suo primo passo una sera mentre arrivavamo per cena (era il cinque dicembre 2005 e non parliamone più). Dopo che aveva imparato a dire mamma, papà, pappa, l'ho lavorata ai fianchi e non l'ho mollata finchè non ha detto il mio nome. Ad un anno e mezzo circa le ho insegnato a dire cuoio capelluto. E ci sono riuscita. Ovviamente sa anche cos'é. Ciao Teta, come stai? Come sta il cuoio capelluto? Lei mette le mani alla testa e fa Tutto a posto. Insomma ci conosciamo e vogliamo molto bene, però era da un po' che non restavo sola con lei e 'sti bimbi imparano alla velocità della luce le tecniche per averla vinta. E non potevo farle innaffiare la casa di menta. Basta parole dolci, la ignoro, lei continua. Le faccio il verso, continua piu' forte. La ignoro nuovamente finchè non si stanca e smette. Erano le 11.30. Non mi ha rivolto la parola fino alle 12edieci. Non una. Ad un certo punto le è scappato di dire una cosa (è una chiacchierona), si è ricordata che non voleva piu' parlarmi ed è tornata nel mutismo. Ho provato a prenderla in braccio titubante, ho capito solo tra le righe che non voleva scendere. Voleva stare lì e guardarmi fissa con quello sgurado di rimprovero, muta. E' stato orribile. Volevo piangere io. Quando ha ricominciato a parlare non é che mi aveva perdonato, era arrivata la sua mamma.
Il giorno dopo abbiamo fatto un pasto di quindici portate, questione di stare occupate nell'attesa di capire la tecnica vincente per farla smettere di piangere, nel caso in cui. Ma non abbiamo bevuto l'infusione, non quella vera per lo meno.

Mi dispiace di dove sia andato a colpire il cupido-somatizzante, anche se comunque la varicella meglio ora che poi. Pensavo a questo quando ho chiamato mia madre per assicurarmi che la varicella l'ho davvero fatta prima, io. Va bene somatizzare... E lei mi fa' Mi pare di si. Dopo un'ora di sforzati, visualizza, Si, si, avevi un anno e mezzo.
Poi mi spuntano uno, due, tre puntoni rossi doloranti in faccia...
Ma erano [sono, saranno ancora per quanto?] mega brufolonis direttamente da Cuneo. Tanto per solidarietà con chi una malattia ce l'ha davvero. E gliel'ho mandata io con i miei superpoteri.


12 December 2006

La non-proprio-casa


















Ma non ci si lamenta mica.

Qui il caos e gli scatoloni regnano sovrani, ma si ha già financo un numero di telefono. La non-proprio-casa è proprio quella che si vede qua sopra. Si cercherà di volerle bene.
No, le dimensioni non sono in metri.
Mi troverete lì nel bath [nella vasca da bagno, scansate le bolle] se mi cercate. 1,5 metri è sempre meglio che 90 centimetri. Nella Loving Room. Ops, volevo dire living, si ascolterà la musica. Ma -già che ci si è sbagliati- ...ci si potrà fare anche qualcos'altro. Bussate forte prima di entrare.
Quei C C C saranno pieni di cose mie perchè io sfruttero' tutti i 54 kg (mi pare) di bagaglio che mi spettano. Si studierà nella bedroom piu' grande, e quella piu' piccola sarà solo per dormire. Per dormire non c'è bisogno di tanto spazio. A meno che non si decida di essere molto all'avanguardia e di dormire separati, visto che ne sono minacciata quasi quotidianamente. Quasi ogni mattina. Pare che io abbia smesso di russare già al secondo giorno senza sigaretta, pero' non di creare tormente d'aria gelata con il solo potere delle narici [rivolte a 135-155 gradi rispetto all'asse della spina dorsale]. Nella kitchen ci saranno il cestello per cucinare al vapore, le teglie per fare la pizza, le pentole giuste per fare lo spezzatino e i fagioli neri alla maniera della Carmen. Col cazzo che mi rimetto a cucinare tutto nella pentola per la pasta. Voglio, pretendo, delle belle pentole.
E ci sarà un frigo enorme. Basta con i sedani contorsionisti.
Che sarà mai quella R ?

10 December 2006

La non-casa










Ho lasciato sgocciolare il tempo nella speranza di non accorgermene. Dormire, cazzeggiare all'infinito, cucinare, girar bancarelle al mercato, mangiare cose fresche, dio che fame di cose fresche ho avuto in questi giorni.
E l'esigenza di affamarmi d'aria. Correre annusando il mare, nuotare respirando cloro, pedalare verso il castello. Camminare, anni che non camminavo tanto, col culo ormai attaccato a quella sella.
Tutto pur di sfuggire al mostro che mi mangiava dentro.

E far finta di niente
Andare alla biblioteca a riportare l'ultimo libro. Ma poi prenderne un altro.
Pedalare lenta lenta sul lungomare, cadere buffa, buffissima, cercare intorno qualcuno con cui riderci sopra. Tutti seri, signorina s'è fatta male?
E' devastante lasciare un posto dove si è stati molto bene, duro lasciare un luogo dove si è stati così così. Ma fa male anche chiudere con questa città dove non sono stata poi granchè.
Solo, già, nostalgia del mare.

Il confine tra vivere qui ed andarsene è maledettamente sfocato, ieri qui ci abitavi davvero, oggi sei sommerso di scatole e tutto è sotto sopra...

E detestare gli scatoloni.
Senza un posto, casa, dove andare.


09 December 2006

passo col rosso





sgranocchio un sedano, poi del cioccolato
leggo il giornale
faccio gli gnocchi
vado a correre.


30 November 2006

?



Ormai bloglines lo uso per chiudere le finestre quando si fanno troppe. Continua a crashiare. Andar per blog uno ad uno non son più tempi. Quindi era un po' che non 'bazzicavo' qua e là.
Ieri pomeriggio son partita e mi son fermata a fatica.

Via Restodelmondo arrivo qui (ma anche qui) e poi anche qui ed infine a 'casa' dell'autrice, dove mi sconcertano soprattutto i commenti.
Il filo comune di tutte le letture che si possono fare andando a ritroso dal post di Restodelmondo è la violenza sulle donne. Per dare un piccolo, quanto forse superficiale, accenno, si parla della violenza inflitta -diciamo- dalla società in genere, quella inflitta dal genere maschile. Ma anche la violenza che le donne infliggono a se stesse (per lo meno una delle molte).

Dati di fatto APPARENTEMENTE sconcertanti (10 milioni di violenze sessuali - non è ben chiaro il riferimento temporale*) si intrecciano a discorsi molto complessi, dove si rischia di cadere nel banale, superficiale -a volte idiota- ma anche di tirare in ballo tutto ed il contrario di tutto. Ed io che sono all'ottavo giorno compiuto senza tabacco [grazie anche (ma non solo) ai caspita di sostituti nicotinici] leggendo qua e là per gran parte del pomeriggio, ho vacillato, devo dire... Chè la voglia di mandare tutto all'aria e farsi del male -in un modo o nell'altro- è sempre in agguato.

Cincischio, lo so. Mica facile parlarne.


Di veri e propri stupri non voglio parlare, ma di episodi del tipo che racconta Mafe - definiti '''molestie'''- ce ne sono così tanti taciuti. Di fronte ad ogni sofferta (rara-rarissima) confidenza, mi sono domandata quanto eventi così potessero segnare e anche quanto altro si tacesse. Per mancanza di fiducia. Nell'altro o in se stessi.

Non riesco a fare a meno di pensare ai numeri, pur non essendo affatto sorpresa. Penso che spesso quando c'è una violenza, la sofferenza sta anche dalla parte di chi la infligge. Le donne 'denunciano', scrivono, ne parlano. Quando gli uomini inizieranno a '''costituirsi''' saremo arrivati ad un punto '''''piu' sano'''''. Ma ammetto di essere un po' confusa.

Dovremmo parlare con i nostri uomini di donne, sesso, violenza sessuale e delle diverse interpretazioni che si possono dare a quest'ultima. Può non essere così scontato.

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* Dieci milioni di donne, fra i 14 e 59 anni, molestate sessualmente, 500 mila stupri compiuti o tentati e 900 mila ricatti sul luogo di lavoro.

21 November 2006

Solitoni nella notte


In mattinata il mare s'era un attimo increspato, come dire placido si', ma non un automa! Ci si sono messi d'impegno anche i colleghi. Prima ha chiamato il Sacerdote del Tempio, che neanche avevamo preso l'autostrada... Naturalmente il mio cellulare ha scelto proprio ieri per morire. Io sento perfettamente il chiamante sgolarsi, ma lui niente*. Poi l'arrivo al Tempio e l'accoglienza trionfale, con l'annuncio che la prima pagina della tesi era costellata di errori di ortografia. Io pensavo scherzassero. Era vero, verissimo. Colpa di LaTeX dice il chercheur, che fa saltare un po' di accenti qua e là se non stai attento. E quindi a quattro ore dall'ora J, l'ho lasciato a sostituire tutte le prime pagine, mentre andavo ad ammazzare il tempo in attesa di andare a recuperare formaggi vari, Prosciutto e Lardo di Colonnata.
Sono riuscita a non perdermi questa volta sulla strada del tempio e son tornata quasi giusto in tempo per l'inizio... C'è stato un attimo di delirio col proiettore che non voleva funzionare, giusto quei cinque minuti di panico. Poi il chercheur ha parlato per quarantacinque minuti precisi nè uno più nè uno meno (era molto ansioso di non sforare, ha fatto prove su prove per scendere sotto la soglia dei 50 e ce l'ha fatta) incantando la platea. Almeno me. Era bellissimo! Un po' meno esaltanti sono stati i quarantacinque minuti di domande sbrodolose -e qualcuna cattiva- dei giurati. Faticosissimo capire i due giurati francesi che parlavano inglese. Arduo anche intuire di che diavolo parlassero in generale. Si capiva quando gli facevano i complimenti per la presentazione chiarissima e per la tesi ben scritta. Salvo poi fargli notare migliaia di errori. Chè tra noi si sa, il chercheur fa un lavoro micidiale a monte, poi quando bisogna elaborare si scoccia un pochino. Però tanti complimenti.
Poi si son chiusi in conclave, mentre noi respiravamo finalmente ed allestivamo questo buffet pantagruelico, i suoi aveva anche portato montagne di pasticcini. Ed io ho esagerato. Non riesco neanche a dire quello che ho preparato, anche perchè i tre quarti son avanzati e se stasera non viene a cena nessuno rotoleremo giu'.

Poi sono usciti dal loro nascondiglio e via la proclamazione. Mention Très Honorable avec les félicitations du jury (praticamente la lode... ma non glielo dite che ve l'ho detto).

E quindi s'è mangiato, non tanto a dire il vero. Erano anche le quattro e mezza. Le torte salate son piaciute. [Ho pure avuto una richiesta per preparare un altro rinfresco di dottorato]
In serata siamo andati a mangiare in un ristorante chiccosissimo col parentame.

E adesso... un po' di vuoto...



*A questo proposito grazie a tutti quelli che hanno chiamato, il motivo del 'silenzio' era appunto questo.

19 November 2006

Lui & Lei









C'é chi prende tutto con ansia e chi invece é placido come il mare all'alba. Io piuttosto la prima. Cosi' lui si dottora e a me mi si chiude la pancia e non mangio tutta una giornata, a me batte forte il cuore, a me capita di fare una stupidaggine dietro l'altra, eppure credevo di aver tutto previsto, anticipato 'su carta'. Figlia di ingegnere sì, ma con tanto cuore, che si lascia andare all'emozione e mi fa -per citarne solo una- uscire di casa in sella alla fida Tempesta per andare a fare la spesa per il buffet dopo-discussione-di-tesi-di-dottorato tipo almeno trenta persone, cercare bicchieri, tovaglioli, [..] , ma soprattutto le ciotoline così e le guantierine colà, determinata ad evitare la macchina, il traffico e soprattutto... il carrefour.

Perchè ci sono tante cose che odio al mondo, ma poche possono paragonarsi a fare la spesa al carrefour (soprattutto quello di Antibes), quei milioni di metriquadri di superficie, quei soffitti così alti che ti senti piccola piccola, quelle migliaia di persone tranquille e pacifiche, mentre io mi domando Sono la sola che appena entro qui dentro mi sento mancare? E li guardi inorridida chè se il droghiere sotto casa fallirà sarà colpa loro. E devi stare attenta a quello che fai, se per esempio ti dimentichi di pesare la frutta sei fottuta, non è mica come alla coop di ventimiglia che neanche te ne accorgi e la cassiera gentile ha mandato qualcuno a pesarli per te. Non hanno pietà per nessuno neanche la mamma con la bimba che il pollo arrosto non passa e si scoccia di aspettare e non lo vuole piu', la vogliono costringere ad andare indietro a posarlo. E mica è colpa sua se 'non passa'. Una volta ho preso 5 peperoncini 5 di numero per fare la pasta all'arrabbiata nella cucina del laboratorio per la festa d'addio del duende cileno [che s'era dottorato e tornava in patria]. Naturalmente la bilancia non arrivava alla sensibilità di cinque peperoncini e il tizio mi fa' li metta in tasca... e io Eh? bho, alla cassa capiranno... Niente da fare, la tizia alla cassa m'ha mandato indietro a pesarli, non c'è stato modo di farle capire. Così ho preso 20 o 30 peperoncini per aiutare la bilancia. Come si fa a fare la pasta all'arrabbiata senza peperoncino? Intanto il chercheur (che sarà placido come il mare all'alba, ma anche lui al carrefour svalvola), aveva già pagato e mi è toccato rifare la fila. E mi son giurata che il carrefour mai più.

Però siccome il garage con dentro la mia macchina non ce l'ho sotto casa, come forse tutte le persone normali, ma ad almeno 1 km di distanza, e parcheggiare sotto casa mia tra le 8 e le 20 è impresa ardua. E siccome tutte quelle cianfrusaglie e bibite e quant'altro sarebbero dovute andare a finire nella macchina, nel garage, ad almeno 1 km da casa, per poi essere trasportate a destinazione, la facile lampadina si accese e quindi mi dissi ok, vado al supermercato quello vicino al garage e poi porto tutto li' e questa volta non mi freghi, le chiavi della macchina che stanno lì nel cassetto a far la muffa [chè usare la macchina a Nizza è da idioti] me le metto subito in tasca, non come faccio sempre che arrivo lì e me le sono dimenticate.

Quindi, una volta tutto studiato, mi armo di zainone e bustoni, vado prima a cercare ciotolinis e guantierinis qui e là in quei negozietti in zona stazione che vendono ogni cianfrusaglia immaginabile, poi, uscita dal supermercato, uso Tempesta come carrello di lusso appendendole ovunque i bustoni, qualche aranciata nello zaino... quando a soli dieci metri dal supermercato e cento forse dalla destinazione, m'accorgo che mi sono dimenticata le chiavi del garage... Usare la macchina a Nizza è così da idioti che un annetto orsono ho allegerito il mazzo di chiavi sfilando via quelle del garage. Arghhh. Quindi digiuna e già nevrastenica -perchè alla fine dei miei giri e rigiri avevo scoperto che comunque al carrefour mi toccava andare lo stesso- mi son dovuta trascinare Tempesta a piedi e con lei tot kg di cianfrusaglie su per quel km -leggermente in salita- prendere le chiavi e dopo degno riposo, arriscendere giù non solo a caricare la macchina e a scaricarla dal chercheur ma anche andare al carrefour. Non è andata troppo male, considerando anche il fatto che il nubifragio è arrivato solo in tarda giornata. Questo succedeva venerdi', evito di raccontare cosa è successo ieri ai fornelli, anche perchè non ho ancora finito e nessuno puo' sapere cosa succederà ancora. E non so perchè mi sono imbarcata in questa avventura. Noi femmine ci piace decidere di fare cose al di sopra della nostra portata, così giusto per dire l'ho fatto con le mie manine? avere la riconoscenza? tenerci impegnate? ... o sono solo io? Perchè l'ho fatto?

E giusto per rendere giustizia a quella natura che (dio grazie!) ci ha fatto così diversi... se il nubifragio fosse arrivato nel mezzo delle mie avventure sarei stata ko per la rabbia, lo stress avrebbe vinto su ogni altra cosa... invece lui che pure aveva avuto una giornata difficile quanto la mia, si suppone, se non di più... diamine è lui che si dottora... lui quando a fine giornata, riportata la dannata macchina al garage ad almeno 1 fottuto km da casa, mi riporta Tempesta, si becca il nubifragio in pieno [che sembrava avesse smesso, invece no, un altro pochino] ... lui arriva a casa fradicio e con un sorriso da qui a là... mi fa, semplicemente, così, Che bello !

Che bello che ci hai fatti così diversi!


17 November 2006

C'è doping e doping



Oltre al trasloco che ormai è iniziato, sebbene solo in versione virtuale su foglio-excel-versione-libera, sto maturando il pensiero suicida di programmare un paio di cosucce da poco in concomitanza con la partenza per gli states. La prima sarebbe perdere cinque chili. La seconda cosuccia -che non è poi tanto cosuccia-, sarebbe smettere di fumare. Ci ho già provato, ho fallito e gran parte dei chili di troppo vengono da quel tentativo. Indi per cui tentare di fare le due cose assieme è un suicidio, ma ci proverò comunque.

Visto che sto andando dal medico per farmi prescrivere qualche controllo qua e là, tipo faccio il tagliando prima di partire, mi propongo di sentire la sua. Non sul perdere peso, li' sono abbastanza ferrata, sulla seconda che ho detto piuttosto. In realtà sono già quasi decisa a provare i sostituti nicotinici, ma non so, mi dico, andarci devo andarci, sentiamo che mi dice.
E bhe questa bella, giovane e scattante dottoressa mi propone piuttosto di prescrivermi un farmaco che agisce a livello neurologico e che fa passare la voglia di fumare... In realtà -dice lei- sarebbe stato concepito come un anti-depressivo, ma oggi é usato per il trattamento della dipendenza dalla nicotina... eh? scusa? -dico io- no grazie, sebbene sia vero verissimo il fatto che io mi stia rovinando la salute con questo vizio stupido, non significa che io sia cosi' stupida da cercare di risolvere il problema prendendo un farmaco. Un antidepressivo poi. Se sono cosi' idiota da non disintossicarmi dal fumo, chi mi disintossica poi dallo Zyban ? Già c'ho i miei problemi con il guaranà, figuriamoci.
Chiaramente una volta a casa consulto il dio Google, padre di ogni sapienza ed ignoranza. Solo che è sconfortante non avere il tempo di farsi un'idea su chi sta fornendo sapienza e chi ignoranza. Diciamo che m'é bastato constatare che questa ""cosa"" viene qua e là pubblicizzata come un farmaco studiato per il problema tabagismo, quando non é vero. Che ci sono un po' di decessi che qualcuno dice imputabili alla suddetta "cosa". Tralasciamo poi i discorsi relativi all'interesse dell'industria farmaceutica nel merito.
Partendo dal presupposto che nel prendere un antidepressivo per smettere di fumare c'é qualcosa che non va e basta, cosi', un po' a sensazione, non ho insistito troppo nel documentarmi. E nella stessa ottica non staro' a riportare le fonti di quanto ho detto, non é per informare nessuno che scrivo, ma per esprimere -nel mio piccolino e per quanto conti- la mia perplitudine verso la medicina in genere (ma poi non solo), verso questo atteggiamento che abbiamo noi uomini occidentali nel trattare i problemi uno ad uno perdendo lo sguardo d'insieme, dimenticando che siamo un tutt'uno composto di diversi equilibri interconnessi in modo molto delicato. Lo stesso facciamo con quel tutto di cui facciamo parte. Ma ci fregheranno.
E la tristezza é che per una come me che dice no, per coscienza ed istinto, quante persone hanno detto e diranno si? Ci freghiamo tra di noi, ma qualcosa al di sopra ci fregherà tutti tutti.

14 November 2006

Doping





Sono uscita dall'autismo, totalmente direi.
Direi anzi che gli ultimi giorni sono stati produttivi, entusiasti e direi pure frenetici.
Adesso mi toccherà disintossicarmi dal guaranà.
E fare mente locale sul delirio di cose che c'ho in testa. Ce la farò
Urge un post dei post..



10 November 2006

Movimenti caotici



Sono viva vivissima, piu' di così...
L'episodio al consolato è stato esilarante... per saltare al dunque mi hanno dato il permesso di partire. Grazie tante!?
Jo March s'è fatta risentire eccome se s'è fatta sentire...
Intanto mi sono immersa nello studio dei geni di resistenza agli antibiotici come contaminanti del secolo. Bloglines mi crasha ad ogni tentativo e non seguo da un pezzo le vicende dei miei preferiti...


Ma tornero' su questi schermi a leggervi e per parte mia prima o poi parlero' d'altro che delle mie insulse avventure, spero

26 October 2006

Roland garros ed altre prodezze








Stanchezza atavica nell'aria, non farei altro che dormire.
L'altra notte ho sognato che dovevo sostituire qualcuno che stava male e giocare una partita al Roland garros. Uh?! Naturalmente perdevo. Ero troppo stanca per giocare.
Però ho scoperto che se appena dopo il caffé mattutino mi siedo alla scrivania e comincio a studiare, non mi accorgo neanche della fiacca che mi annebbia da giorni. Mi siedo lì fai verso le 9.30-10, e alle 20 o giù di lì, quando torna il chercheur, mi rendo conto che è passata la giornata. E che mi sono alzata da quella sedia solo per mettere su la pasta (che ho mangiato sulla tovaglia piegata in quattro ed appoggiata sugli appunti, occhi fissi allo schermo), e per fare la pipì. Forse non è fiacca, forse è autismo.

Intanto lunedì abbiamo 'sto benedetto appuntamento al consolato americano a Milano.
Abbiamo telefonato al call center che solo-loro-possono-prendere-appuntamento [15€ netti forfettari chiamando dall'estero]. E ci manca ancora una busta imbottita formato A5, una foto 5x5 centimetri (??!), pagare quella tassa che si paga alla bnl [85€] (il sevis l'abbiamo già pagato, [80€ circa]). Etc etc.
Che poi perchè parlo alla prima persona plurale? Avevo sì giurato che ci avrei pensato io, che lui c'aveva da dottorarsi e via dicendo. Invece se ne sta occupando lui e solo lui. Non ho -quasi- neanche visto un formulario, di quelli dove ti domandano se sei scappato di lì senza pagare l'asilo, di quelli che si devono compilare in internet e solo con explorer, firefox non va bene. Windows (a volte ahimè, ma non in questo caso) non abita più in questo laptop* ed anche per questo se ne è occupato il chercheur. Io ero troppo impegnata a studiare inglese, tra il mio corso di gruppo con insegnante newyorkese-pazza-da-legare, lunedì e giovedi', e quello individuale con l'insegnante-sono-tutta-pignola inglese doc, una volta a settimana, giorno variabile. Ah, e vogliamo dimenticare gli esercizi online, che non so come ho fatto, dopo i 10 giorni di prova li ho imbastiti ed ho avuto 1 mese gratis, 5 giorni a settimana. E meno male perchè invece le altre due donne-in-carne-ed-ossa costicchiano. Starei pensando anche a 'courses by phone'.

Quindi se ne sta occupando lui del lascia passare per il nuovo mondo. Lui che l'altro di' torna a casa e mi dice che abbiamo appuntamento lunedì, appunto, e che dobbiamo ricordarci, oltre tutto il resto, di portare anche un estratto conto recente. Appunto.
Cioè, aspetta n'attimo, appunto un corno. Come l'estratto conto?

Ma dove stiamo andando?? Ma siamo proprio sicuri? Comincio a chiedermi.
Non basta tutta la trafila, non bastano tutte le energie mentali di stare a seguirla, passaporto ottico evattelaapesca, modulo pinco e modulo pallo, modulo y solo per te che sei maschio, corsi di inglese in ogni salsa. Euri che volano. L'estratto conto ne sta risentendo non poco.
E, tanto che siamo in tema, non basta che Joe March è scomparsa. Che forse la caspita di official offer che sto ancora aspettando la vedro' solo dal vivo, una volta atterrata. Ma volendo continuare a fidarsi, avro' un lavoro. E' un tantino fuori luogo domandarmi quanti soldi ho, se sarò pagata. No? E se non è fuori luogo è umiliante. E per l'umiliazione bastavano le domande idiote dei formulari suddetti.

Poco prima di sparire, poi, Joe March m'ha dato, diciamo, i compiti. Difficili. E quindi sono qui ad ammazzarmi di fatica per cercare di essere all'altezza, quando non sono ad un corso di inglese. E non so se mi basteranno 10 giorni di autismo al giorno da qui fino a natale. Ma in che diavolo di pasticcio mi sono cacciata? Chi me l'ha fatto fare?
Sono parecchio stanca. C'ho mali di ogni tipo. Dicono che è il cambio di stagione...
L'altra mattina mi sono svegliata col mal di gambe, di quei mali del tipo 'ho corso un'ora e non correvo da mesi'. Che strana cosa. Quando l'ho detto al chercheur non era troppo stupito. Mi fa: e certo, se tu invece di dormire giochi a tennis. E già.


*tra parentesi neppure Ubuntu abita piu' questo laptop. Squaqquix (il laptop) aveva crashato di nuovo. Che poi neppure era Squaqquix, ma Squax perchè gli diedero nome in mia assenza. Cambiare hard disk, qualcuno dira'?? E invece no, qua pare ci si diverta molto a formattare, riformattare, installare oggi un kernel domani un altro. Cosi', Squaqquix è diventato AliCE, nome suggerito dal chirichetto, ma decisamente approvato. AliCE (e non Alice!) gira in Debian. E veste KDE. E già che ci siamo, qui dichiaro che non la voglio la versione instable.
E approposito di chirichetti... Fratello del chirichetto lo so che mi leggi ogni tanto ;) Diglielo tu di lasciare AliCE un po' tranquill@!


18 October 2006

11 October 2006

Zia Squa raccomanda










Non é ancora tempo di cose serie, sembra.
Vorrei segnalare una cosina che ho rintracciato navigando su blog anglofoni.

E' l'episodio di South Park su Scientology: Trapped in the Closet (Intrappolato nell'armadio - il soggetto sottinteso é Tom Cruise !). Ne avevo sentito parlare ma non l'avevo mai visto. Sono morta dal ridere. Geniale.

Grazie a Youtube, lo trovate ai seguenti link, diviso in 3 parti:
Prima parte / Seconda parte / Terza parte

Credo che la puntata sia apparsa negli usa in novembre del 2005 (ma potrei sbagliarmi) ed é stato il delirio. Se ne é riparlato in marzo di quest'anno..
Non ho avuto, né ho ora, troppo tempo di sviscerare questo delirio, gustatevi semplicemente la puntata.
Magari é roba vecchia e sapete già tutto... ma se ve l'eravate perso...


Ah, ovviamente é in inglese. Lo so, fino a tre settimane fa neanche io avrei avuto nessuna voglia. Avevo trovato grazie a google/cache gli script, ovvero la trascrizione, sempre in inglese. Non trovo piu' il link, ma li ho copiati. Non mi sembra il caso di incollarli qui, a meno che qualcuno non mi insegni come creare un 'continua' ad un post. Bé insomma per farla breve se qualcuno li vuole mi scriva una mail e glieli inviero' volentieri.

Per saperne di più:
-In italiano: sembra (confesso che io non ho letto bene) che questo sito anti-scientology racconti qua e qua (e altrove) come siano andati gli eventi, c'è anche un link per scaricare la puntata con i sottotitoli dell'episodio in italiano, ma a prima vista non funge.
- In inglese: ci si puo' sbizzarrire. C'é anche una voce su wikipedia!