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23 April 2013

Dis-onesti, di default proprio

Scenario 1) 
Mi hanno fatto firmare il contratto di lavoro quasi last minute. Dopo l'offerta tutto ha taciuto per più di un mese. Ho dovuto chiamare io per sapere se avevano intenzione di farmi firmare qualcosa prima di cominciare. Trattasi di grosso ente pubblico. Fissato finalmente un appuntamento per sta benedetta firma, ho chiesto che intanto il contratto mi venisse mandato per email.  Niente. Scrivo email per ricordarlo. Ignorata. Ad un giorno dall'appuntamento ritelefono alla tizia che si occupa del mio dossier. Le domando di nuovo se può mandarmelo. E lei mi dice che non può mandarlo se non è firmato (ma allora a quel punto sono venuta a firmarlo e me ne avrai dato una copia, che me lo mandi a fare?) Mi chiede persino perchè lo voglio. Sai com'è non ho niente da leggere, avrei voglia di risponderle. Le dico che non mi è mai successa una cosa del genere e che sono stupita. Mi dice sa è capitato di gente che ha fatto frodi...
Ma tipo poi? Neanche la fantasia mi aiuta.


Scenario 2)
Giusto il lunedì della quarta settimana di lavoro, con logistica ciclo-automobilistica difficile (e pure un po' politica) tutta incentrata su un cazzo di telecomandino per l'accesso al garage (e quindi macchina e biciclette tutte) che non ci vogliono rilasciare in duplice copia, ci accorgiamo che nel week end ci hanno rubato dalla macchina (probabilmente lsciata aperta per sbaglio.. ah noi ingenui) il GPS, chiamato fantatosiamente Tom, anche se di modello generico, ma soprattutto il fottuto telecomando. Divento scurrile, lo so... Insomma quando comincio l'iter di telefonate per risolvere e ottenerne una nuova copia, mi metto a ri-insistere di nuovo che ce ne lascino 2 così non siamo obbligati a lasciarlo in macchina e evitiamo che ce lo rubino di nuovo. Niente.  
Squa: Ma mi scusi mi spiega perchè se le ottanta euro le dico che ce le metto io lei continua a dirmi no?
Omino NO: Perchè poi voi entrate con due macchine nel garage.
Si vambonu, dicono al mio paese natale, secondo te io con tutto sto teatrino ciclo-politico che c'ho in seno ora voglio pure una seconda macchina da piazzare?  Ora lascio perdere o sollevo mari e monti ?


Bonus)
Ci sarebbe un ulteriore scenario di Squabus e chercheur che si beccano una multa sul tram perchè colti con biglietto-carnet-da-dieci-viaggi non timbrato, perchè la macchinetta non lo vuole timbrare e quindi diligentemente (credevo io) obliterato a penna, poi rivelatosi -il suddetto carnet- non timbrabile dall'ultima macchinetta che pareva pigra, perchè una collega sua macchinetta in un'altra giornata era rotta, lei sì, e non aveva obliterato. Che fatica. I controllori, che tutto possono leggere anche in un biglietto non timbrato da quella macchinetta che le mancava l'inchiostro, risolvono il puzzle, e però noi per default siamo disonesti e quindi la multa ce la fanno comunque. Ah la France.
Ma su questo scenario Squabus e chercheur hanno litigato già talmente che meglio sorvolare.



(Im)Morale
Negli incontri-scontri con la burocrazia francese, succede continuamente che una richiesta che facciamo e che a noi pare del tutto normale venga trattata come bislacca e pure maliziosa direi.
L'ha detto bene il chercheur : dopo due anni di Stati Uniti e quattro di Olanda siamo abituati ad essere trattati come persone oneste, fino a prova contraria. In Francia ci trattano come persone disoneste a prescindere. E non so se neppure vale poi la prova contraria.

Non so mica se mi abituo a questa cosa qui. E' a dire poco irritevole e fastidiante.

16 March 2013

Mamma che lavora a tempo pieno. Ma chi io? (Gulp)

Un post che vuole raccontare una situazione vissuta come discriminazione di genere.  
Impercettibile, involontaria ed inconsapevole, quindi pure in qualche modo peggiore.
Un post forse (ma forse, non so mica) un po' paranoico che spera di essere letto e commentato anche da uomini. Così per capire il livello di paranoia registrato da altri da me. Altri anche in senso di genere.


Era gennaio. Un gruppo del centro nazionale di ricerca francese mi contatta. Il curriculum fitta, le mie motivazioni giudicate molto buone, mi invitano quindi per un colloquio con il direttore del gruppo, poi un secondo coi suoi collaboratori. Il direttore mi offre il posto ed allora io avanzo la mia richiesta di un contratto all'80%. Dice che si informa, poi organizza un incontro per discuterne con quella che chiama la gestionnaire (che già suona malissimo, pòrella - n.d.Squa: sarebbe la segretaria amministrativa dell'istituto). Essendo un posto in una struttura pubblica, sapevo già che non ci sarebbe stato il minimo spazio per negoziare alcunchè a livello economico.

Ma a me più che della pecunia, interessa del mio tempo. Anche se non c'è spazio a negoziare niente altro sono comunque fermamente decisa a difendere almeno il Mamadag

09 July 2006

Una mattina qualsiasi



Mezzogiorno meno qualcosa, sole praticamente allo zenith. Mi precipito in strada, le ruote girano sull'asfalto rovente. Sei, sette, otto piccole commissioni da assolvere. Pedalo rue Joseph garnier, poi giù alla gare, un salto lungo Victor Hugo. I semafori volgono al verde appena Tempesta si approssima agli incroci. Le strade sono comunque deserte, tutti sui sassoni lungo la Promenade ad abbrustolirsi e cercare refrigerio, non si sa bene in che ordine. Via alla biblioteca, mi tocca pagare la multa dei due giorni di ritardo in cui riporto i libri. Jean Jaurès, compro pacchetti di carta oro, arancio, argento al piccolo supermarket asiatico, sono per la Carmen. Giù verso la vieille ville, spingo la bici lungo i cunicoli. Il sandalaro romano ha chiuso per il pranzo, alzo le spalle tra me e me, vado anche io a caramellizzarmi al sole giusto accanto al campo di beach volley. Musica e rumore di palle sulle mani, sulla sabbia. Sono quasi le due, sorrido guardando i turisti in prima fila, tra poco arriverà l'onda anomala delle quattordici e qualcosa, non lo sanno. Puntuale l'onda arriva, e con lei il via vai di asciugamani a strizzare, li guardo divertita, mi stendo rilassata. Un attimo dopo è il mio turno. Sorrido ancora, questa volta di me stessa, ancora un po' turista, ancora tanto straniera.
All'orario di apertura dei negozi faccio fagotto, torno dal sandalaro che dice che si' me li fa i sandali come voglio io, a settembre. Mi gusto un gelato lungo cours Saleya, in rue Cassin guardo il palo a cui ho legato la bici la sera di Francia-Spagna, quando sono tornata a prenderla non c'era più il campanello. Maledico un'altra volta il disgraziato che se l'è rubato.

Mi guardo intorno passeggiando leggera, senza fretta, sto ancora sorridendo... penso che in fondo voglio bene a questa città, un po' zoccola, un po' generalessa...

16 June 2006

Lingua Francese/1








Imparando una nuova lingua si incontrano spesso differenze bizzarre dalla propria. Io mi appassiono a scovarle, ragionarle, cercare possibili motivazioni, che in realtà raramente trovo. Il problema è che, inevitabilmente, ci si ritrova a ragionare filtrando con i propri schemi culturali e la cosa perde di senso.
Ieri sera io e il chercheur abbiamo subito in una sola sera un campionario vastissimo di una chicca della lingua francese che mi fa particolarmente rabbrividire. Pronti davanti alla televisione per goderci (!) Svezia-Paraguay, ignari dei meccanismi perversi che reggono il mercato calcistico-televisivo odierno, abbiamo assistito giusto al calcio di inizio e poi tutto é scomparso. Solo dopo essere entrati in partita abbiamo 'scoperto' che si era su canal plus e la partita era criptata. La tv é più che altro un soprammobile chez nous, tanto che non conosco neanche l'associazione dei pulsanti del telecomando con i canale cui corrispondono. Solo Arte so bene che è memorizzato sul 5. Perché è praticamente l'unico canale che guardiamo. L'unico che valga davvero la pena .

Questo per dire che una volta che l'evento di accendere la tele s'era prodotto, a quel punto s'è fatto pure zapping, questo sconosciuto. Su un altro canale, non chiedetemi quale, c'era una tra le fioccanti imitazioni di CSI. Crescono come funghi, nessuna però vale come l'originale! Trattavasi di NCIS, praticamente il CSI dei crimini tra militari. Già inquitetante!
Per inciso, meno male che quando si prende un'abitudine è difficile abbandonarla. In questo caso l'abitudine é di NON accendere lo schermo-sopramobile. E sia, ché io a dire il vero, dessero tutte le sere qualcosa di CSI-simile, starei tutti i giorni davanti a quello schermo luminoso.

Ma veniamo al dunque. Come si puo' immaginare, i due episodi della suddetta serie erano tutto un susseguirsi di omicidi efferati, strangolamenti, cadaveri, tutto sangue che colava e gente a cui succedevano cose orribili. E siccome il telefilm consta nel farti seguire le indagini relative a tutti 'sti crimini orrendi, i personaggi, indaga che ti indaga, vanno dicendo qua e là cose del tipo:
"non è stato un suicidio, è stato ammazzato / l'hanno ammazzato"
"è stato investito / l'hanno investito proprio qui davanti"
"era stata violentata / l'avevano violentata un mese prima"
Come si traducono queste battute in francese?
...il s'est fait tuer
il s'est fait renverser...
elle s'est fait violer...
Che a noi suonano di s'è fatto ammazzare, s'è fatto investire, e, lo scrivo rabbrividendo, s'è fatta violentare.

Mha. Io personalmente frasi simili le dico costruendole alla maniera nostra. E va benissimo: anche nel francese scritto la costruzione è più frequentemente 'all'italiana'. Non però nel francese parlato. Presto un'attenzione particolare a questa cosa da mesi e mesi e non mi sembra che ci sia (tra le due costruzioni) una sfumatura diversa. Non c'è un retropensiero a seconda che il soggetto se lo sia andato a cercare o meno, di essere ammazzato, investito, stuprato. Arrivano a dire s'est fait amputer d'une jambe. S'è fatto/a amputare una gamba! Uno non può proprio volerlo.

Cercando su google si può avere un'idea del 'fenomeno'.
Per il resto, non preoccupatevi, ho solo la febbre...

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NOTA DI SGRAMMATICA E DI DISORTOGRAFIA
Giocando in google a cercare variazioni sul tema, mi sono soffermata a lungo nel caso (triste) della violenza sessuale. Nel valutare come, statisticamente-in-internet, viene espresso questo concetto, bisogna considerare che ci sono parecchie combinazioni dettate dalla grammatica, anzi sgrammatica dei francesi. ((Che però c'hanno anche un po' di attenuanti, ché non è per nulla facile.))

"s'est fait violer" è la forma corretta e conta 670 risultati.
Ci son ben 5 sgrammaticature su questo triste tema, secondo le combinazioni degli errori sul participio passato -quello che ci vuole- o sull'infinito -sostituito spesso per un brutto errore dal participio passato- ed infine, tanto per esagerare nell'accordo al femminile del participio passato messo per errore al posto dell'infinito:
a) "s'est faite violer" - 171
b) "s'est fait violé" - 169
c) "s'est fait violée" - 210
d) "s'est faite violé" - 24
e) "s'est faite violée" 433
Totale forme sgrammaticate: 1007
Totale di tutte le forme: 1677. Da considerare è però che la forma grammaticalmente corretta comprende anche gli strupi commessi a danno di maschietti.

Leggere il participio passato al posto dell'infinito del verbo, mi fa accapponare la pelle (e lo leggo spesso, anche tra persone che si suppone essere di una certa cultura). E, giusto per la cronaca, io scrivo meglio di quanto parlo, perché appena arrivata m'è toccato scrivere quintali di curricula, poi, trovato lavoro, decine e decine di rapporti. E poi mi piace! Però per quanto riguarda il verbo faire, ho dovuto sfogliare la grammatica per comprovare la mia sensazione che non s'accordasse al femminile. E quindi? La febbre avanza.

11 April 2006

Patrie maudite




No, comunque vada a finire questa nottata di agonia,
giuro che non dirò più nulla di male di questa Nazione.

Nel giorno in cui il CPE muore, Berlusconi risorge.
Illusi quelli che lo davano per tramontato ?

Vive la France...

01 April 2006

Chirac promulga il CPE




Cosa ha detto Chirac:
(...)
Il parlamento, gli eletti della nazione hanno votato la legge sulla eguaglianza delle opportunità (1) e il consiglio costituzionale ha giudicato questa legge conforme in tutti i punti ai principi ed ai valori della République.
In democrzia questo ha un (certo) senso e deve essere rispettato. E' per questo che ho deciso di promulgare questa legge, ma anche perché penso che il CPE (2) può essere uno strumento efficace per il lavoro.
Ma ho sentito anche delle inquietudini che numerosi giovani e i loro genitori esprimono e voglio rispondere loro (3).
E' per questo che domando al governo di preparare immediatamente due modificazioni alla legge sui punti che hanno aperto il dibattito: il periodo di due anni sarà ridotto ad un anno; in caso di rottura del contratto, il diritto del giovane salariato a conoscerne le ragioni sarà iscritto nella nuova legge.
Infine domando al governo di prendere tutte le disposizioni necessarie perché in pratica nessun contratto possa essere firmato senza integrare pienamente l'insieme di queste modificazioni.
1) égalité des chances.
qui il testo integrale della legge
qui un riassunto

2) contrat première embauche.

3) Mais j'ai entendu également des inquiétudes qui s'expriment chez des nombreux jeunes et chez leurs parents et je veux y répondre..
Il verbo entendre significa sentire, può significare anche capire, ma non propriamente comprendere, almeno credo. Comunque se avesse voluto intendere che capiva le inquietudini avrebbe detto j'ai entendu les inquiétudes e non j'ai entendu des inquiétudes.

02 December 2005

Sono troppo avanti... (non io, i francesi)


Che brutta febbre!









Il mio rapporto con la burocrazia francese non è dei migliori. A volte, ecco, mi lasciano un po' spiazzata...

C'è stata la volta che volevo iscrivermi all'ANPE (In Italia lo si chiamerebbe ufficio di collocamento). Mi dissero che per iscrivermi all'ANPE e usufruire dei servizi offerti dovevo preventivamente risultare iscritta all'ASSEDIC. L'ASSEDIC deve essere un po' come l'Inps italiano, se, ancora una volta, ho capito qualcosa di come funzionano le cose in Italia. E allora mi presento all'ASSEDIC e seguo la snella ed efficiente trafila burocratica: appunto perché voglio iscrivermi all'ANPE. Qualche giorno dopo ricevo una lettera dell'ASSEDIC che mi informa che la mia domanda di sussidio di disoccupazione non può essere accettata. Eh? Io non ho chiesto nessun sussidio.
Con un'amica italiana francesizzata da più tempo, arriviamo a concludere che deve essere la prassi, che avranno delle lettere standardizzate da inviare a chiunque si iscriva. Ed è vero che in generale chi si iscrive lo fa perché ha perso il lavoro e chiede un sussidio. E per averlo deve dimostrare che sta attivamente cercando un lavoro frequentando l'ufficio di collocamento. E quelli al primo impiego? Bho, insomma, mi arrendo... ho ricevuto una risposta ad una domanda che non ho fatto, pazienza.

Un'altra volta è il turno dei miei titoli di studio. Ho bisogno di sottoporre al rettorato i miei titoli per ottenere il riconoscimento del mio livello di studi. In francese suona come attestation de niveau d'études. Mi avevano già spiegato che non mi riconosceranno mai un diploma francese al quale il mio possa equivalere. Pace. Il sistema è parecchio complesso (almeno per chi come me non lo conosce), non è che uno è laureato, masterizzato o dottorato e basta, ci sono un bel po' di altre sfumature riconosciute. E il livello di studi viene espresso, appunto, in numero di anni di studio dopo il bac (la maturità)... 'studi superiori' li chiamano loro... (sarebbero gli anni di università). Quindi uno può avere un livello bac+2, un altro un bac+3, etc... Insomma avevo bisogno che mi dessero quel numerino dopo il bac. Benissimo. Raccolgo diplomi, li traduco, me li faccio bollare e ufficializzare dal consolato italiano, prendo appuntamento al rettorato per un colloquio con questo omino della burocrazia. Eccezion fatta per il mio anno di master appena ottenuto, per il quale l'omino mi sconsiglia di fare una domanda di riconoscimento, chè sa che complicherebbe le cose, che ho poche chances di ottenerlo e io ho una certa urgenza... arripazienza, mi dico... (cioè, insomma... ma che ci vuoi fare?)... a parte questo, dicevo, tutto va come si deve e me ne torno a casa in attesa di ricevere la mia brava attestation de niveau d'études.
Qualche giorno dopo mi arriva a casa una bella letterina, che appena comincio a leggere sbianco e mi agito. Praticamente mi rifiutano l'equivalenza del mio titolo di studio con un qualche diploma francese. Non è possibile, non si può, mi scrivono. E certo che lo so: per questo son venuta da voi a chiedere il bac+n e non un'equivalenza ad un qualche altro diploma. Io non ho chiesto nessuna equivalenza. Ma allora è vizio! Per fortuna in fondo, in fondo alla pagina (fitta, fitta... standardizzando, standardizzando, ne hanno sprecato però di inchiostro...) viene riportato un, quasi indifferente, buttato lì a caso, riferimento al fatto che comunque i miei anni universitari me li riconoscono. Va bene, Squa, non stare a cavillare, il tuo bac+5 te lo hanno dato, passa oltre.

Sono passati un paio d'anni da allora, ma forse non mi sono ancora adattata...
L'altra mattina mi arriva una lettera, dell'ASSEDIC giust'appunto. Non so se capisco bene al primo impatto cosa sia... comunque lo intuisco, mi fido della mia intuizione e mi ripropongo di compilarlo quanto prima (insomma come spesso mi capita...rimando la faccenda al giorno dopo). E' un formulario da riempire e spedire, o consegnare all'ufficio più vicino. Fin qui almeno ci ero arrivata.
Stamattina mi metto finalmente a compilarlo...
A mia discolpa ed attenuante (sia del ritardo, sia delle mie capacità di concentrazione nell'interagire col formulario medesimo) devo dire che mi sono appena rimessa, e non del tutto, da una cinque giorni di inferno febbrile. Non ho ben capito i perchè e i per come, comunque è stata un'influenza legata alle vie digerenti... risparmio i particolari... associata a febbre... Nonostante il termometro acquistato appositamente per l'occasione si ostinasse a ripetere che la mia temperatura ascellare fosse di 35,6 gradi celsius. Ero calda porcapaletta, ero molto calda ed avevo la febbre e tutti i lamenti e deliri e gli io-io-io che ho prodotto erano dalla stessa, in qualche modo, giustificati. Ecco.
E, per inciso, i termometri a mercurio non sono più in commercio... che tristezza, ho già nostalgia... E poi che inaffidabilità questi termometri digitali! Uno scandalo!!

Quindi stamane cercavo di compilare 'sto caspita di formulario. A fatica devo dire... mica capivo bene cosa mi chiedeva. Ed è strano perchè, per esempio, pure la dichiarazione dei redditi in Francia è una passeggiata (ma magari per me che non ho nulla da dichiarare). E un po' già tremo, oddio mi toccherà mica andare a chiedere informazioni?!
Che non è per le file o cose così... chè si può dire tutto (e io lo dirò) dei cuginetti d'oltralpe: che sono arroganti, assolutamente privi di senso dell'umorismo, snob nel senso letterale del termine*... ma non si può proprio dire che non siano efficienti. E, a proposito di code, giuro che lì dove c'è burocrazia (almeno nelle mie esperienze) non c'è mai la fila. Quasi mai, lo giuro!
Prima credevo che la mia difficoltà di interazione con la burocrazia francese, derivasse dal fatto che (per eccesso di caratteristiche analitiche che mi sono proprie) andavo cavillando su tutte le norme e casistiche annesse che avevo letto o sentito... e loro sono così efficienti che ogni domanda (dentro o fuori dal quadro) li infastidisce, semplicemente.
Ora sono più propensa a credere che ho delle difficoltà perchè non ci arrivo proprio (anche aldilà delle linee di febbre, che manco mi vengono riconosciute!).
Sono efficienti, loro, io un po' meno...

Morale della storia... morale? Diciamo bilancio della cosa... una quasi mattinata a mettere insieme documenti e giustificativi (ma si dice in italiano?) richiesti a complemento del formulario, per infine rendermi conto che quel formulario non mi riguarda...
Perché, in un barlume di lucidità, mi accorgo dell'oggetto del formulario riportato, ehm, sulla prima pagina. Non mi suona niente questa allocation de solidarité specifique... solidarité?? perchè solidarité? Cerco su google e in un clik è chiaro, ultra chiaro, che mi invitano a fare una domanda che non verrà mai accolta... non rientro nei parametri. Cioè praticamente mi inviano un formulario per fare una domanda che dovranno rifiutare. Ma cos'è? Ci godono a dire no? Ma perchè non si fanno i fatti loro...
Che poi per carità, non vorrei mai sembrare un'ingrata... si sta comunque parlando di un sussidio che lo Stato francese nel suo splendido funzionamento (sono serissima) può (ancora) permettersi di offrire ad un disoccupato. E poi, andiamo, in fondo sono qui a lamentarmi di un servizio... sono io che dovevo concentrarmi un po' di più.
Però, cioè, io sono febbricitante, mica deficiente (o si?). Avrei gradito di più, almeno nelle mie circostanze, al limite, essere informata che esisteva quella eventualità... Perché se prima mi bacchettate perché non mi fido della vostra efficienza... e poi quando arriva il formulario io mi prodigo ciecamente nel compilarlo, e poi scopro quello che scopro... insomma mi vengono a mancare delle certezze. E' un po' un doppio vincolo questo...
La morale è quindi che (soprattutto quando sono febbricitante) sono autorizzata a dubitare della loro efficienza... E a ricordarmi che può succedere che rispondano a domande che non ho fatto e soprattutto che mi suggeriscano di fare domande alle quali dovranno rispondere no.
E' che, loro, sono troppo avanti, ma proprio nel tempo... standardizzano tutto ed anticipano le tue mosse, allo scopo (credo) di poter continuare ad essere efficienti. Ma una ci rimane male...


Ehm. Siccome, per forza di cose, mi capiterà spesso di parlare di Francia e di francesi... E in più qua ce n'è parecchi che l'italiano lo masticano, ma insieme all'italiano non sempre hanno assorbito un po' di senso dell'umorismo... Ci terrei a sottolineare che, insomma... c'est pour parler, si scherza... io rispetto molto questo paese e gli voglio anche bene! E se non dovesse bastare...
Vive la République, Vive la France!!

Voi italiani penserete che sto esagerando, ma io non so, non so se conosco bene i miei galletti, ma non si sa mai...




* proprio da vocabolario francese, direi...
Snob: Il se dit de Celui, de celle qui est atteint de snobisme.Snobisme: Vanité de ceux qui affectent les opinions, les manières d'être et de sentir qui ont cours dans certains milieux tenus pour distingués.

ehm...
Vive la République, Vive la France!!