27 November 2014

dolce spirale uncinettica

Risalita, ancora risalita. 

uncinetticamente

Risalita, con  l'autunno e l'inverno che si avvicina vale doppio, triplo. Vale un sacco. Ho scoperto di amare l'autunno, non la pioggia continua degli ultimi giorni, ma la luce meravigliosa, i colori cangianti, andare a raccogliere castagne, osservare ogni giorno gli alberelli di fronte casa che si spogliano, accogliere i primi raggi di sole che entrano  esattamente dalla finestra della cucina e proiettano le nostre ombre rosse sul muro. Che meraviglia. Quella luce rossa e calda ci farà dubitare di cambiare casa, quando e se....

Squabus ama l'autunno e allora sì che è risalita, allora sì che tutto è possibile. Tutto può cambiare, tutto si può rinventrare. O riscoprire.

Ho rispolverato i miei uncinetti. Se ne stavano  tristi e sconsolati in un bustone insieme ai quintali di lana che avevo comprato in occasione dell'ultima spirale uncinettica. Perchè io ogni tanto ci ricado, ogni volta mi chiedo perchè avevo smesso. E la risposta è forse che la spirale è un po' fagocitante. Lana dappertutto, incapacità di pensare ad altro. Voglia di fare di più e ancora e ancora. Che alla fine, qui siamo fatti così. Questa spirale la cerco più misurata, sempre appassionata, ma accogliente e non totalmente totalizzante.


Io forse raggiungo "the flow" con l'uncinetto. Penso molto alle persone mentre lavoro. Penso a chi regalerò questa cosa, penso a cosa preferirebbe quell'altra. Devo respirare e mettere  in fila i pensieri quando mi viene quella foga di fare. Poi prendo  l'uncinetto e con la lana intreccio i pensieri. Perchè quella persona quella volta mi ha detto questo o quello. Perchè non ne abbiamo mai più riparlato. Perchè mi sono sentita così? Si può fare meglio vero? Si che farò meglio. 

Penso molto anche al natale che arriva , che qui si sà com'è. E voglio che quest'anno sia  diverso. Col chercheur abbiamo parlato di cosa vorremmo che fosse per il piccolo. Il fatto è che "natale" non si può  costruire a tavolino. Io non so che natale saremo in grado di offrirgli. Quest'anno e i prossimi. Lui che intanto che noi non sappiamo, non diciamo, torna dal nido cantando père noël père noël e chissà che immaginario si sta costruendo fuori di qui. A volte mi si spezza il fiato al pensiero. Di emozione e timore. 


E quindi uncinetto pensando a tutto quello che ho sbaglato e che voglio migliore. Ed è un dolce uncinettare. E' solo un peccato che uncinettare scrivendo non sia proprio possibile. Scriverei, forse, delle bellissime poesie...

5 comments:

  1. Che gioia sentirti così!
    Mi sembra quasi di vederti lì ad intrecciare pensieri...

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    1. é vero é proprio una gioia
      Ti diro' che anche oggi che in realtà sono parecchio giù di morale, quella gioa la sento in un angolino del mio cuore; ed era quello che mi mancava.
      Grazie!

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  2. Considerando il poco tempo a me capita di "scriverli in testa" quando capita o poi li scrivo veramente quando posso. Potresti provare così anche tu mentre sferruzzi :)
    Mi sto convincendo che quando il corpo è impegnato in piccole attività la mente si libera, mi sucede prima correndo e adesso camminando. Sto proprio scrivendo un post su come camminare insieme favorisca il dialogo.

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    1. per me scriverli in testa non funziona, li perdo poi!
      Aspetto il post!

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    2. Eccolo :)
      http://www.babbonline.blogspot.it/2014/12/camminare-facilita-il-dialogo.html

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Io lo so cosa stai pensando.
Lo scrivo, non lo scrivo, quasi quasi lo scrivo. Ma no dai...
E' lo stesso che penso anche io quasi ogni volta.
Ma tu prova, prova a lasciare una traccia.
Non sarà invano.

Prova pro-pro-prova