20 December 2006

Metablogica


Negli ultimi giorni, oltre che traslocare, mi sono divorata un blog.
Significa che mi sono letta avidamente più di tre anni di post. Non è la prima volta tra l'altro. I blog che mi folgorano non centrano nulla l'uno con l'altro, però sono tutte femmine. Non ricordo quasi mai come ci sono arrivata. Non instauro -quasi mai- una interazione.
La settimana scorsa ho passato parecchie ore a saltellare qui e là tra blog di fanciulline anoressiche, con le sopracciglia aggrottate, scuotendo tristemente la testa.
Bloglines funziona nuovamente. Su kubuntu funziona tutto, tra l'altro.
Oggi riaprendo msn [versione libera], dopo due o tre anni di astensione, ci ho incontrato un mio compagno di università. Qualche mail caduta nel vuoto negli ultimi (due?) anni, però tanto affetto e stima, almeno da parte mia. Il primo blog che ho visto nella mia vita era suo. Poi mi son trasferita ed ho perso di tastiera lui ed anche l'url del blog. Il mondo internettiano mi ha catturato molto dopo, quando ho avuto tempo da perdere tra quattro mura tranquille che mi riparassero dalle intemperie. E soprattutto una connessione convincente. La mia folgorazione è stata una prof che abitava al Cairo.
Lafolle è l'unico blog che io conosca in carne ed ossa [anche se tra le persone che conosco -statisticamente- deve esserci qualche altro blogger, saltate fuori]. Ho lasciato cadere nel vuoto qualche mail, dicevo. Anche recentemente. Oggi no. Anche se l'orrore che ho delle chat è direttamente proporzionale al tempo che non vedo la persona medesima con la quale starei/vorrei/non-vorrei chattare. Anche se ero in un momento un po' delirante: provavo la webcam con mila&sciro&teta, il chirichetto mi scriveva su gmail per domani, il cellu squillava a vuoto ed il trasloco mi aspettava.
Ho preso il coraggio a due mani e gli ho detto più o meno Senti facciamo che ti do' il link del mio blog così non ci perdiamo più di 'vista'? Tra l'altro avevo cercato e trovato il suo qualche giorno fa. Che poi quale coraggio? Primo, in qualche modo, glielo dovevo. A chi se no? Secondopoi lafolle è l'ultima persona che potrebbe giudicarmi [male].
Poi, come spesso capita dopo aver rotto il ghiaccio, abbiamo chattato per una buona ora. Credo.
Mi fa -tipo- Se ti va, ti linko. E io -tipo- Aspetta un po', non sono pronta, sono ancora timida.
Tipo cos'è -aspetta che controllo- un anno e mezzo che esiste questa pagina? Giù a ridere da sola.
Sarà il rapporto conflittuale che ha la mia dolce metà con i blog? Ecco diciamolo una buona volta e non se ne parli più. [Appena si accorge che l'ho citato per il terzo post di fila mi uccide. Potrei inventarmi un fidanzato immaginario. No, non può essere Mario, siamo troppo amici.]

Seriamente. La verità è che non ho imparato a stare al mondo, non è che stare in rete sia poi molto più facile -secondo me.

Ieri, perlappunto, ho avuto una interessante conversazione sul concetto di blog. [Se ancora non si fosse bene messo a fuoco sono in un momento blog-problematico, succede ogni volta che comincio a lasciarmi un po' andare].
La conversazione si può riassumere in un'unica e sola domanda: Perché? Ero evidentemente in difficoltà. Sul perchè leggo blog posso dire -per esempio- che conoscere virtualmente questa fanciulla negli ultimi giorni mi ha fatto venire più voglia di vivere. Sul perchè è finita che esiste anche questo -mio- blog non so davvero rispondere. Però riconosco che è abbastanza prioritario.

Una volta scrivere mi faceva stare bene.

Siccome mi sento un po' strana, non è che potreste raccontarmi voi qualcosa 'sto giro... anche una favoletta, un sonetto, una cosa di poco conto...

18 December 2006

Insonnia


Se dovessero apparire cose strane in questa pagina è che ho fatto l'upgrade a blogger beta. Ho capito che tanto l'html non lo imparerò meglio e mi sembra che il sistema possa aiutare a fare un po' di ordine qua dentro.
Però, nonostante l'insonnia, non sono riuscita a venirne a capo. Non so neppure se son riuscita a far tornare tutto come prima. Si vede che non ero pronta. O meglio non avevo la rete che era impegnata dal chercheur per installare la nostra nuova webcam [che avrà come unico scopo quello di renderci zii virtuali per virtuali nipotini] sul suo computer -Debian-. Sul mio -Kubuntu- ci era già riuscito. Per ora l'installazione su kubuntu vince per 3 ore contro 6+n.

Ops, non vi avevo detto che dopo Ubuntu the original (via Knoppix),
Debian (dopo nuovo intermezzo Knoppix)... adesso è il turno di Kubuntu?

Una sostanziale differenza c'è e sono gli 89€ spesi per il nuovo disco rigido. Come dire 'sta volta dovrebbe durare...
E -con il capo cosparso di cenere- devo anche confessare un'altra differenza: 'sta volta nell'altra parte del disco rigido è tornato ad abitare windows. Mea culpa.


17 December 2006

Del trasloco



1) Trasloco e legge di Murphy

Domani partiamo con un furgone alla volta della pianura padana con il grosso, praticamente tutti i nostri averi. Noi, la macchina ed il poco restante -tra cui possibilmente anche il Chirichetto- ci schioderemo definitivamente dalla costa azzurra venerdì.

Naturalmente oggi si è rotto l'ascensore.(*)

(*)Mentre c'era dentro il chercheur. Torna a casa bianco e mi fa Sono precipitato con l'ascensore in caduta libera. Tutta la mia attenzione va a lui, che ridimensiona. Si tipo quindici-venti centimetri. Oh però un bel colpo ai talloni eh.



2) Trasloco e strategie

Gli ultimi giorni non sono stati semplici. Soprattutto con un fidanzato trasformatosi in una beghina ansiosa [tanto non mi legge, almeno mi sfogo]. E la qui presente deprivata di ogni voglia di fare.
Squa hai messo via i libri?

No prima voglio pensare alle cianfrusaglie

Allora metti via le cianfrusaglie

Si, si, le sto mettendo lì, mano mano che saltano fuori.

Vuol dire che quel cartone lo chiudi quando?

Quando carichiamo il furgone

Uh. Inscatolare i vestiti?

No, devo prima pensare a cosa metterò nella valigia per gli states.

Metto via le pentole?

E poi come cuciniamo?

Comincio le grandi pulizie?

Le pulizie sono sempre l'ultima cosa da fare.

Insomma da 'ndo cazzo cominciamo?

Una passeggiata?

Tra l'altro somiglia tanto al sesto corollario della legge di Murphy, così come la racconta wikipedia.


[...continua...]

15 December 2006

Varicella spaziale



Ho un potere soprannaturale. Quando sono davvero tanto stressata, incapace di gestire gli eventi, riesco -con la forza del pensiero- a farmi venire un malanno che mi costringe a letto. Somatizzo. Capirai direte voi. Capirai dico anche io. Non importa se il rapporto di causa-effetto in realtà é rovesciato, tipo non ce la faccio proprio-perchè-mi-sto-ammalando, mi piace credere che sia un sistema di sicurezza, frutto della forza della mia mente.
Il rito magico passa attraverso l'immaginarmi chiusa in bagno alla Magda a dire Non ce la faccio più. Se il rito riesce male, nel giro di qualche ora mi viene uno stupido e dolorosissimo herpes simplex sul labbro, del quale non me ne faccio nulla. Non mi costringe a letto, niente baci, nessuna pietà. In genere però funziona, esplode la febbre, la bronchite, una volta sono riuscita a farmi ricoverare per l'appendicite. Dopo l'operazione, non contenta, ed ancora parecchio stressata dal maldivivere, ho ottenuto una febbre persistente ed inspiegabile. Al decimo giorno di ricovero, s'è scoperto che avevo un ovaio grosso come un pompelmo, non che necessariamente centrasse qualcosa con la febbre. Però un dottore mi disse che forse si erano sbagliati e la mia appendice era sanissima. Fa niente, dissi io, non mi sarebbe potuta accadere cosa migliore negli ultimi dieci giorni. Vuoi mettere io ricoverata in ospedale e tutti i miei problemi là fuori? E l'ebbrezza dell'anestesia totale? Ciaooo, vedetevela voi.

Sta volta è andata in maniera più originale.
Mi visualizzo in versione Magda, comincio, come da manuale, a sentire il principio di uno splendido 39-39.5 (anche se il termometro non lo ammetterà mai). Sarà forse stata la corsetta in felpina di quaranta-minuti-quaranta sul lungomare-in-tempesta di sabato scorso che-il-freddo-era-appena-arrivato-e-non-me-ne-ero-accorta? Mha.
Che bei tempi la settimana scorsa, che era ancora come primavera e si andava al mercato, si mangiava frutta e verdura, s'andava in piscina, in bici e a correre in riva al mare. E si limitavano i cerotti alla nicotina e nonostante questo si teneva a bada la fame chimica con pratiche zen, olii essenziali, caramelle alle erbe. ---Che ora che ci penso mi faceva un baffo quel fregnaccione di Allen Carr. Che allora lo scrivo anche io un libro su come si smette di fumare.--- E si facevano pure gli gnocchi. Che buoni i miei primi gnocchi, conditi con un esperimento di pesto di sedano.
Non come ora che manca solo l'acqua e siamo come gli alluvionati, in frigo ci sono un finocchio avvizzito e due carote marce, mentre io mi nutro di cuneesi al rum e panettone. Le padelle già imballate. E non ci penso neanche a contrastare la fame atavica che mi attanaglia. La assecondo, la faccio esprimere, ha ragione lei. La settimana scorsa avevo ritrovato la pelle di pesca ed il tono muscolare dei miei diciotto anni, oggi tossisco orribilmente e il bottone dei pantaloni salta ad ogni passo.

Tra questo e mille altri pensieri attendo fiduciosa il malanno. Sembra che arrivi, poi pero' quella sensazione da imminente scoppio di una febbre micidiale scompare, lasciandomi solo la terribile tosse. Si vede che in qualche modo ho preso coscienza di quante volte mi sono ammalata nell'ultimo anno e mi son detta Non è possibile, 'sta volta è il turno di qualcun altro. Quindi è venuta la varicella alla piccola Teta. L'effetto è stato uguale, perché siccome la sua mamma ha trovato lavoro da poco, zia Squa -come da manuale delle brave amichette- si è impegnata a 'curarsi di lei' fino alle ferie della lavoratrice-mamma, riuscendo così a scampare pulizie, scatoloni, vai-in-banca, affitta-il-fugone, per tre-mattine-tre. L'ho scampata part-time, ma l'ho sempre scampata. Mi sono proprio curata di lei. Sto meglio ora.
Anche se è stata dura, la sera non riuscivo ad addormentarmi e la mattina verso le nove arrivavo da lei in coma. Anche lei non aveva dormito ed era in coma. Ci guardavamo comatose, io seduta sulla sedia e lei sul tavolo, ogni tanto partiva un colpaccio di tosse (pure lei messa male), ogni tanto le soffiavo il nasino. Poi ricominciavamo a guardarci, stanche. Nove e trenta, dieci, la merendina. Io un caffè. Un pochino meglio. E attaccavamo a giocare con la cucina fragolina.
Teta posso avere un te ed una fetta di torta?
Hai messo l'acqua per la pasta?
Zia Squa la vuoi un po' di Socca?
Mmm leggerina, preferisco la peperonata dai.
Gliel'ho regalata io al suo compleanno la cucina fragolina. Chissà perchè.

Poi c'è stato un evento che verrà annoverato tra i peggiori traumi della mia vita adulta. Non potro' fare un figlio finchè non lo supero. Ci siamo appena fatte un'infusione -per digerire la peperonata- e Teta vuole aspergere tutta casa con la bustina di menta esausta. Glielo impedisco. Tipo che la sgrido, niente, elimino dalla sua portata l'elemento di delirio, scoppia a piangere. Una parolina dolce, nulla, due, tre, nulla, piange imperterrita. Che per carità l'ho vista nascere, ha fatto il suo primo passo una sera mentre arrivavamo per cena (era il cinque dicembre 2005 e non parliamone più). Dopo che aveva imparato a dire mamma, papà, pappa, l'ho lavorata ai fianchi e non l'ho mollata finchè non ha detto il mio nome. Ad un anno e mezzo circa le ho insegnato a dire cuoio capelluto. E ci sono riuscita. Ovviamente sa anche cos'é. Ciao Teta, come stai? Come sta il cuoio capelluto? Lei mette le mani alla testa e fa Tutto a posto. Insomma ci conosciamo e vogliamo molto bene, però era da un po' che non restavo sola con lei e 'sti bimbi imparano alla velocità della luce le tecniche per averla vinta. E non potevo farle innaffiare la casa di menta. Basta parole dolci, la ignoro, lei continua. Le faccio il verso, continua piu' forte. La ignoro nuovamente finchè non si stanca e smette. Erano le 11.30. Non mi ha rivolto la parola fino alle 12edieci. Non una. Ad un certo punto le è scappato di dire una cosa (è una chiacchierona), si è ricordata che non voleva piu' parlarmi ed è tornata nel mutismo. Ho provato a prenderla in braccio titubante, ho capito solo tra le righe che non voleva scendere. Voleva stare lì e guardarmi fissa con quello sgurado di rimprovero, muta. E' stato orribile. Volevo piangere io. Quando ha ricominciato a parlare non é che mi aveva perdonato, era arrivata la sua mamma.
Il giorno dopo abbiamo fatto un pasto di quindici portate, questione di stare occupate nell'attesa di capire la tecnica vincente per farla smettere di piangere, nel caso in cui. Ma non abbiamo bevuto l'infusione, non quella vera per lo meno.

Mi dispiace di dove sia andato a colpire il cupido-somatizzante, anche se comunque la varicella meglio ora che poi. Pensavo a questo quando ho chiamato mia madre per assicurarmi che la varicella l'ho davvero fatta prima, io. Va bene somatizzare... E lei mi fa' Mi pare di si. Dopo un'ora di sforzati, visualizza, Si, si, avevi un anno e mezzo.
Poi mi spuntano uno, due, tre puntoni rossi doloranti in faccia...
Ma erano [sono, saranno ancora per quanto?] mega brufolonis direttamente da Cuneo. Tanto per solidarietà con chi una malattia ce l'ha davvero. E gliel'ho mandata io con i miei superpoteri.


12 December 2006

La non-proprio-casa


















Ma non ci si lamenta mica.

Qui il caos e gli scatoloni regnano sovrani, ma si ha già financo un numero di telefono. La non-proprio-casa è proprio quella che si vede qua sopra. Si cercherà di volerle bene.
No, le dimensioni non sono in metri.
Mi troverete lì nel bath [nella vasca da bagno, scansate le bolle] se mi cercate. 1,5 metri è sempre meglio che 90 centimetri. Nella Loving Room. Ops, volevo dire living, si ascolterà la musica. Ma -già che ci si è sbagliati- ...ci si potrà fare anche qualcos'altro. Bussate forte prima di entrare.
Quei C C C saranno pieni di cose mie perchè io sfruttero' tutti i 54 kg (mi pare) di bagaglio che mi spettano. Si studierà nella bedroom piu' grande, e quella piu' piccola sarà solo per dormire. Per dormire non c'è bisogno di tanto spazio. A meno che non si decida di essere molto all'avanguardia e di dormire separati, visto che ne sono minacciata quasi quotidianamente. Quasi ogni mattina. Pare che io abbia smesso di russare già al secondo giorno senza sigaretta, pero' non di creare tormente d'aria gelata con il solo potere delle narici [rivolte a 135-155 gradi rispetto all'asse della spina dorsale]. Nella kitchen ci saranno il cestello per cucinare al vapore, le teglie per fare la pizza, le pentole giuste per fare lo spezzatino e i fagioli neri alla maniera della Carmen. Col cazzo che mi rimetto a cucinare tutto nella pentola per la pasta. Voglio, pretendo, delle belle pentole.
E ci sarà un frigo enorme. Basta con i sedani contorsionisti.
Che sarà mai quella R ?

10 December 2006

La non-casa










Ho lasciato sgocciolare il tempo nella speranza di non accorgermene. Dormire, cazzeggiare all'infinito, cucinare, girar bancarelle al mercato, mangiare cose fresche, dio che fame di cose fresche ho avuto in questi giorni.
E l'esigenza di affamarmi d'aria. Correre annusando il mare, nuotare respirando cloro, pedalare verso il castello. Camminare, anni che non camminavo tanto, col culo ormai attaccato a quella sella.
Tutto pur di sfuggire al mostro che mi mangiava dentro.

E far finta di niente
Andare alla biblioteca a riportare l'ultimo libro. Ma poi prenderne un altro.
Pedalare lenta lenta sul lungomare, cadere buffa, buffissima, cercare intorno qualcuno con cui riderci sopra. Tutti seri, signorina s'è fatta male?
E' devastante lasciare un posto dove si è stati molto bene, duro lasciare un luogo dove si è stati così così. Ma fa male anche chiudere con questa città dove non sono stata poi granchè.
Solo, già, nostalgia del mare.

Il confine tra vivere qui ed andarsene è maledettamente sfocato, ieri qui ci abitavi davvero, oggi sei sommerso di scatole e tutto è sotto sopra...

E detestare gli scatoloni.
Senza un posto, casa, dove andare.


09 December 2006

passo col rosso





sgranocchio un sedano, poi del cioccolato
leggo il giornale
faccio gli gnocchi
vado a correre.


30 November 2006

?



Ormai bloglines lo uso per chiudere le finestre quando si fanno troppe. Continua a crashiare. Andar per blog uno ad uno non son più tempi. Quindi era un po' che non 'bazzicavo' qua e là.
Ieri pomeriggio son partita e mi son fermata a fatica.

Via Restodelmondo arrivo qui (ma anche qui) e poi anche qui ed infine a 'casa' dell'autrice, dove mi sconcertano soprattutto i commenti.
Il filo comune di tutte le letture che si possono fare andando a ritroso dal post di Restodelmondo è la violenza sulle donne. Per dare un piccolo, quanto forse superficiale, accenno, si parla della violenza inflitta -diciamo- dalla società in genere, quella inflitta dal genere maschile. Ma anche la violenza che le donne infliggono a se stesse (per lo meno una delle molte).

Dati di fatto APPARENTEMENTE sconcertanti (10 milioni di violenze sessuali - non è ben chiaro il riferimento temporale*) si intrecciano a discorsi molto complessi, dove si rischia di cadere nel banale, superficiale -a volte idiota- ma anche di tirare in ballo tutto ed il contrario di tutto. Ed io che sono all'ottavo giorno compiuto senza tabacco [grazie anche (ma non solo) ai caspita di sostituti nicotinici] leggendo qua e là per gran parte del pomeriggio, ho vacillato, devo dire... Chè la voglia di mandare tutto all'aria e farsi del male -in un modo o nell'altro- è sempre in agguato.

Cincischio, lo so. Mica facile parlarne.


Di veri e propri stupri non voglio parlare, ma di episodi del tipo che racconta Mafe - definiti '''molestie'''- ce ne sono così tanti taciuti. Di fronte ad ogni sofferta (rara-rarissima) confidenza, mi sono domandata quanto eventi così potessero segnare e anche quanto altro si tacesse. Per mancanza di fiducia. Nell'altro o in se stessi.

Non riesco a fare a meno di pensare ai numeri, pur non essendo affatto sorpresa. Penso che spesso quando c'è una violenza, la sofferenza sta anche dalla parte di chi la infligge. Le donne 'denunciano', scrivono, ne parlano. Quando gli uomini inizieranno a '''costituirsi''' saremo arrivati ad un punto '''''piu' sano'''''. Ma ammetto di essere un po' confusa.

Dovremmo parlare con i nostri uomini di donne, sesso, violenza sessuale e delle diverse interpretazioni che si possono dare a quest'ultima. Può non essere così scontato.

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* Dieci milioni di donne, fra i 14 e 59 anni, molestate sessualmente, 500 mila stupri compiuti o tentati e 900 mila ricatti sul luogo di lavoro.

21 November 2006

Solitoni nella notte


In mattinata il mare s'era un attimo increspato, come dire placido si', ma non un automa! Ci si sono messi d'impegno anche i colleghi. Prima ha chiamato il Sacerdote del Tempio, che neanche avevamo preso l'autostrada... Naturalmente il mio cellulare ha scelto proprio ieri per morire. Io sento perfettamente il chiamante sgolarsi, ma lui niente*. Poi l'arrivo al Tempio e l'accoglienza trionfale, con l'annuncio che la prima pagina della tesi era costellata di errori di ortografia. Io pensavo scherzassero. Era vero, verissimo. Colpa di LaTeX dice il chercheur, che fa saltare un po' di accenti qua e là se non stai attento. E quindi a quattro ore dall'ora J, l'ho lasciato a sostituire tutte le prime pagine, mentre andavo ad ammazzare il tempo in attesa di andare a recuperare formaggi vari, Prosciutto e Lardo di Colonnata.
Sono riuscita a non perdermi questa volta sulla strada del tempio e son tornata quasi giusto in tempo per l'inizio... C'è stato un attimo di delirio col proiettore che non voleva funzionare, giusto quei cinque minuti di panico. Poi il chercheur ha parlato per quarantacinque minuti precisi nè uno più nè uno meno (era molto ansioso di non sforare, ha fatto prove su prove per scendere sotto la soglia dei 50 e ce l'ha fatta) incantando la platea. Almeno me. Era bellissimo! Un po' meno esaltanti sono stati i quarantacinque minuti di domande sbrodolose -e qualcuna cattiva- dei giurati. Faticosissimo capire i due giurati francesi che parlavano inglese. Arduo anche intuire di che diavolo parlassero in generale. Si capiva quando gli facevano i complimenti per la presentazione chiarissima e per la tesi ben scritta. Salvo poi fargli notare migliaia di errori. Chè tra noi si sa, il chercheur fa un lavoro micidiale a monte, poi quando bisogna elaborare si scoccia un pochino. Però tanti complimenti.
Poi si son chiusi in conclave, mentre noi respiravamo finalmente ed allestivamo questo buffet pantagruelico, i suoi aveva anche portato montagne di pasticcini. Ed io ho esagerato. Non riesco neanche a dire quello che ho preparato, anche perchè i tre quarti son avanzati e se stasera non viene a cena nessuno rotoleremo giu'.

Poi sono usciti dal loro nascondiglio e via la proclamazione. Mention Très Honorable avec les félicitations du jury (praticamente la lode... ma non glielo dite che ve l'ho detto).

E quindi s'è mangiato, non tanto a dire il vero. Erano anche le quattro e mezza. Le torte salate son piaciute. [Ho pure avuto una richiesta per preparare un altro rinfresco di dottorato]
In serata siamo andati a mangiare in un ristorante chiccosissimo col parentame.

E adesso... un po' di vuoto...



*A questo proposito grazie a tutti quelli che hanno chiamato, il motivo del 'silenzio' era appunto questo.

19 November 2006

Lui & Lei









C'é chi prende tutto con ansia e chi invece é placido come il mare all'alba. Io piuttosto la prima. Cosi' lui si dottora e a me mi si chiude la pancia e non mangio tutta una giornata, a me batte forte il cuore, a me capita di fare una stupidaggine dietro l'altra, eppure credevo di aver tutto previsto, anticipato 'su carta'. Figlia di ingegnere sì, ma con tanto cuore, che si lascia andare all'emozione e mi fa -per citarne solo una- uscire di casa in sella alla fida Tempesta per andare a fare la spesa per il buffet dopo-discussione-di-tesi-di-dottorato tipo almeno trenta persone, cercare bicchieri, tovaglioli, [..] , ma soprattutto le ciotoline così e le guantierine colà, determinata ad evitare la macchina, il traffico e soprattutto... il carrefour.

Perchè ci sono tante cose che odio al mondo, ma poche possono paragonarsi a fare la spesa al carrefour (soprattutto quello di Antibes), quei milioni di metriquadri di superficie, quei soffitti così alti che ti senti piccola piccola, quelle migliaia di persone tranquille e pacifiche, mentre io mi domando Sono la sola che appena entro qui dentro mi sento mancare? E li guardi inorridida chè se il droghiere sotto casa fallirà sarà colpa loro. E devi stare attenta a quello che fai, se per esempio ti dimentichi di pesare la frutta sei fottuta, non è mica come alla coop di ventimiglia che neanche te ne accorgi e la cassiera gentile ha mandato qualcuno a pesarli per te. Non hanno pietà per nessuno neanche la mamma con la bimba che il pollo arrosto non passa e si scoccia di aspettare e non lo vuole piu', la vogliono costringere ad andare indietro a posarlo. E mica è colpa sua se 'non passa'. Una volta ho preso 5 peperoncini 5 di numero per fare la pasta all'arrabbiata nella cucina del laboratorio per la festa d'addio del duende cileno [che s'era dottorato e tornava in patria]. Naturalmente la bilancia non arrivava alla sensibilità di cinque peperoncini e il tizio mi fa' li metta in tasca... e io Eh? bho, alla cassa capiranno... Niente da fare, la tizia alla cassa m'ha mandato indietro a pesarli, non c'è stato modo di farle capire. Così ho preso 20 o 30 peperoncini per aiutare la bilancia. Come si fa a fare la pasta all'arrabbiata senza peperoncino? Intanto il chercheur (che sarà placido come il mare all'alba, ma anche lui al carrefour svalvola), aveva già pagato e mi è toccato rifare la fila. E mi son giurata che il carrefour mai più.

Però siccome il garage con dentro la mia macchina non ce l'ho sotto casa, come forse tutte le persone normali, ma ad almeno 1 km di distanza, e parcheggiare sotto casa mia tra le 8 e le 20 è impresa ardua. E siccome tutte quelle cianfrusaglie e bibite e quant'altro sarebbero dovute andare a finire nella macchina, nel garage, ad almeno 1 km da casa, per poi essere trasportate a destinazione, la facile lampadina si accese e quindi mi dissi ok, vado al supermercato quello vicino al garage e poi porto tutto li' e questa volta non mi freghi, le chiavi della macchina che stanno lì nel cassetto a far la muffa [chè usare la macchina a Nizza è da idioti] me le metto subito in tasca, non come faccio sempre che arrivo lì e me le sono dimenticate.

Quindi, una volta tutto studiato, mi armo di zainone e bustoni, vado prima a cercare ciotolinis e guantierinis qui e là in quei negozietti in zona stazione che vendono ogni cianfrusaglia immaginabile, poi, uscita dal supermercato, uso Tempesta come carrello di lusso appendendole ovunque i bustoni, qualche aranciata nello zaino... quando a soli dieci metri dal supermercato e cento forse dalla destinazione, m'accorgo che mi sono dimenticata le chiavi del garage... Usare la macchina a Nizza è così da idioti che un annetto orsono ho allegerito il mazzo di chiavi sfilando via quelle del garage. Arghhh. Quindi digiuna e già nevrastenica -perchè alla fine dei miei giri e rigiri avevo scoperto che comunque al carrefour mi toccava andare lo stesso- mi son dovuta trascinare Tempesta a piedi e con lei tot kg di cianfrusaglie su per quel km -leggermente in salita- prendere le chiavi e dopo degno riposo, arriscendere giù non solo a caricare la macchina e a scaricarla dal chercheur ma anche andare al carrefour. Non è andata troppo male, considerando anche il fatto che il nubifragio è arrivato solo in tarda giornata. Questo succedeva venerdi', evito di raccontare cosa è successo ieri ai fornelli, anche perchè non ho ancora finito e nessuno puo' sapere cosa succederà ancora. E non so perchè mi sono imbarcata in questa avventura. Noi femmine ci piace decidere di fare cose al di sopra della nostra portata, così giusto per dire l'ho fatto con le mie manine? avere la riconoscenza? tenerci impegnate? ... o sono solo io? Perchè l'ho fatto?

E giusto per rendere giustizia a quella natura che (dio grazie!) ci ha fatto così diversi... se il nubifragio fosse arrivato nel mezzo delle mie avventure sarei stata ko per la rabbia, lo stress avrebbe vinto su ogni altra cosa... invece lui che pure aveva avuto una giornata difficile quanto la mia, si suppone, se non di più... diamine è lui che si dottora... lui quando a fine giornata, riportata la dannata macchina al garage ad almeno 1 fottuto km da casa, mi riporta Tempesta, si becca il nubifragio in pieno [che sembrava avesse smesso, invece no, un altro pochino] ... lui arriva a casa fradicio e con un sorriso da qui a là... mi fa, semplicemente, così, Che bello !

Che bello che ci hai fatti così diversi!


17 November 2006

C'è doping e doping



Oltre al trasloco che ormai è iniziato, sebbene solo in versione virtuale su foglio-excel-versione-libera, sto maturando il pensiero suicida di programmare un paio di cosucce da poco in concomitanza con la partenza per gli states. La prima sarebbe perdere cinque chili. La seconda cosuccia -che non è poi tanto cosuccia-, sarebbe smettere di fumare. Ci ho già provato, ho fallito e gran parte dei chili di troppo vengono da quel tentativo. Indi per cui tentare di fare le due cose assieme è un suicidio, ma ci proverò comunque.

Visto che sto andando dal medico per farmi prescrivere qualche controllo qua e là, tipo faccio il tagliando prima di partire, mi propongo di sentire la sua. Non sul perdere peso, li' sono abbastanza ferrata, sulla seconda che ho detto piuttosto. In realtà sono già quasi decisa a provare i sostituti nicotinici, ma non so, mi dico, andarci devo andarci, sentiamo che mi dice.
E bhe questa bella, giovane e scattante dottoressa mi propone piuttosto di prescrivermi un farmaco che agisce a livello neurologico e che fa passare la voglia di fumare... In realtà -dice lei- sarebbe stato concepito come un anti-depressivo, ma oggi é usato per il trattamento della dipendenza dalla nicotina... eh? scusa? -dico io- no grazie, sebbene sia vero verissimo il fatto che io mi stia rovinando la salute con questo vizio stupido, non significa che io sia cosi' stupida da cercare di risolvere il problema prendendo un farmaco. Un antidepressivo poi. Se sono cosi' idiota da non disintossicarmi dal fumo, chi mi disintossica poi dallo Zyban ? Già c'ho i miei problemi con il guaranà, figuriamoci.
Chiaramente una volta a casa consulto il dio Google, padre di ogni sapienza ed ignoranza. Solo che è sconfortante non avere il tempo di farsi un'idea su chi sta fornendo sapienza e chi ignoranza. Diciamo che m'é bastato constatare che questa ""cosa"" viene qua e là pubblicizzata come un farmaco studiato per il problema tabagismo, quando non é vero. Che ci sono un po' di decessi che qualcuno dice imputabili alla suddetta "cosa". Tralasciamo poi i discorsi relativi all'interesse dell'industria farmaceutica nel merito.
Partendo dal presupposto che nel prendere un antidepressivo per smettere di fumare c'é qualcosa che non va e basta, cosi', un po' a sensazione, non ho insistito troppo nel documentarmi. E nella stessa ottica non staro' a riportare le fonti di quanto ho detto, non é per informare nessuno che scrivo, ma per esprimere -nel mio piccolino e per quanto conti- la mia perplitudine verso la medicina in genere (ma poi non solo), verso questo atteggiamento che abbiamo noi uomini occidentali nel trattare i problemi uno ad uno perdendo lo sguardo d'insieme, dimenticando che siamo un tutt'uno composto di diversi equilibri interconnessi in modo molto delicato. Lo stesso facciamo con quel tutto di cui facciamo parte. Ma ci fregheranno.
E la tristezza é che per una come me che dice no, per coscienza ed istinto, quante persone hanno detto e diranno si? Ci freghiamo tra di noi, ma qualcosa al di sopra ci fregherà tutti tutti.

14 November 2006

Doping





Sono uscita dall'autismo, totalmente direi.
Direi anzi che gli ultimi giorni sono stati produttivi, entusiasti e direi pure frenetici.
Adesso mi toccherà disintossicarmi dal guaranà.
E fare mente locale sul delirio di cose che c'ho in testa. Ce la farò
Urge un post dei post..



10 November 2006

Movimenti caotici



Sono viva vivissima, piu' di così...
L'episodio al consolato è stato esilarante... per saltare al dunque mi hanno dato il permesso di partire. Grazie tante!?
Jo March s'è fatta risentire eccome se s'è fatta sentire...
Intanto mi sono immersa nello studio dei geni di resistenza agli antibiotici come contaminanti del secolo. Bloglines mi crasha ad ogni tentativo e non seguo da un pezzo le vicende dei miei preferiti...


Ma tornero' su questi schermi a leggervi e per parte mia prima o poi parlero' d'altro che delle mie insulse avventure, spero

26 October 2006

Roland garros ed altre prodezze








Stanchezza atavica nell'aria, non farei altro che dormire.
L'altra notte ho sognato che dovevo sostituire qualcuno che stava male e giocare una partita al Roland garros. Uh?! Naturalmente perdevo. Ero troppo stanca per giocare.
Però ho scoperto che se appena dopo il caffé mattutino mi siedo alla scrivania e comincio a studiare, non mi accorgo neanche della fiacca che mi annebbia da giorni. Mi siedo lì fai verso le 9.30-10, e alle 20 o giù di lì, quando torna il chercheur, mi rendo conto che è passata la giornata. E che mi sono alzata da quella sedia solo per mettere su la pasta (che ho mangiato sulla tovaglia piegata in quattro ed appoggiata sugli appunti, occhi fissi allo schermo), e per fare la pipì. Forse non è fiacca, forse è autismo.

Intanto lunedì abbiamo 'sto benedetto appuntamento al consolato americano a Milano.
Abbiamo telefonato al call center che solo-loro-possono-prendere-appuntamento [15€ netti forfettari chiamando dall'estero]. E ci manca ancora una busta imbottita formato A5, una foto 5x5 centimetri (??!), pagare quella tassa che si paga alla bnl [85€] (il sevis l'abbiamo già pagato, [80€ circa]). Etc etc.
Che poi perchè parlo alla prima persona plurale? Avevo sì giurato che ci avrei pensato io, che lui c'aveva da dottorarsi e via dicendo. Invece se ne sta occupando lui e solo lui. Non ho -quasi- neanche visto un formulario, di quelli dove ti domandano se sei scappato di lì senza pagare l'asilo, di quelli che si devono compilare in internet e solo con explorer, firefox non va bene. Windows (a volte ahimè, ma non in questo caso) non abita più in questo laptop* ed anche per questo se ne è occupato il chercheur. Io ero troppo impegnata a studiare inglese, tra il mio corso di gruppo con insegnante newyorkese-pazza-da-legare, lunedì e giovedi', e quello individuale con l'insegnante-sono-tutta-pignola inglese doc, una volta a settimana, giorno variabile. Ah, e vogliamo dimenticare gli esercizi online, che non so come ho fatto, dopo i 10 giorni di prova li ho imbastiti ed ho avuto 1 mese gratis, 5 giorni a settimana. E meno male perchè invece le altre due donne-in-carne-ed-ossa costicchiano. Starei pensando anche a 'courses by phone'.

Quindi se ne sta occupando lui del lascia passare per il nuovo mondo. Lui che l'altro di' torna a casa e mi dice che abbiamo appuntamento lunedì, appunto, e che dobbiamo ricordarci, oltre tutto il resto, di portare anche un estratto conto recente. Appunto.
Cioè, aspetta n'attimo, appunto un corno. Come l'estratto conto?

Ma dove stiamo andando?? Ma siamo proprio sicuri? Comincio a chiedermi.
Non basta tutta la trafila, non bastano tutte le energie mentali di stare a seguirla, passaporto ottico evattelaapesca, modulo pinco e modulo pallo, modulo y solo per te che sei maschio, corsi di inglese in ogni salsa. Euri che volano. L'estratto conto ne sta risentendo non poco.
E, tanto che siamo in tema, non basta che Joe March è scomparsa. Che forse la caspita di official offer che sto ancora aspettando la vedro' solo dal vivo, una volta atterrata. Ma volendo continuare a fidarsi, avro' un lavoro. E' un tantino fuori luogo domandarmi quanti soldi ho, se sarò pagata. No? E se non è fuori luogo è umiliante. E per l'umiliazione bastavano le domande idiote dei formulari suddetti.

Poco prima di sparire, poi, Joe March m'ha dato, diciamo, i compiti. Difficili. E quindi sono qui ad ammazzarmi di fatica per cercare di essere all'altezza, quando non sono ad un corso di inglese. E non so se mi basteranno 10 giorni di autismo al giorno da qui fino a natale. Ma in che diavolo di pasticcio mi sono cacciata? Chi me l'ha fatto fare?
Sono parecchio stanca. C'ho mali di ogni tipo. Dicono che è il cambio di stagione...
L'altra mattina mi sono svegliata col mal di gambe, di quei mali del tipo 'ho corso un'ora e non correvo da mesi'. Che strana cosa. Quando l'ho detto al chercheur non era troppo stupito. Mi fa: e certo, se tu invece di dormire giochi a tennis. E già.


*tra parentesi neppure Ubuntu abita piu' questo laptop. Squaqquix (il laptop) aveva crashato di nuovo. Che poi neppure era Squaqquix, ma Squax perchè gli diedero nome in mia assenza. Cambiare hard disk, qualcuno dira'?? E invece no, qua pare ci si diverta molto a formattare, riformattare, installare oggi un kernel domani un altro. Cosi', Squaqquix è diventato AliCE, nome suggerito dal chirichetto, ma decisamente approvato. AliCE (e non Alice!) gira in Debian. E veste KDE. E già che ci siamo, qui dichiaro che non la voglio la versione instable.
E approposito di chirichetti... Fratello del chirichetto lo so che mi leggi ogni tanto ;) Diglielo tu di lasciare AliCE un po' tranquill@!


18 October 2006

11 October 2006

Zia Squa raccomanda










Non é ancora tempo di cose serie, sembra.
Vorrei segnalare una cosina che ho rintracciato navigando su blog anglofoni.

E' l'episodio di South Park su Scientology: Trapped in the Closet (Intrappolato nell'armadio - il soggetto sottinteso é Tom Cruise !). Ne avevo sentito parlare ma non l'avevo mai visto. Sono morta dal ridere. Geniale.

Grazie a Youtube, lo trovate ai seguenti link, diviso in 3 parti:
Prima parte / Seconda parte / Terza parte

Credo che la puntata sia apparsa negli usa in novembre del 2005 (ma potrei sbagliarmi) ed é stato il delirio. Se ne é riparlato in marzo di quest'anno..
Non ho avuto, né ho ora, troppo tempo di sviscerare questo delirio, gustatevi semplicemente la puntata.
Magari é roba vecchia e sapete già tutto... ma se ve l'eravate perso...


Ah, ovviamente é in inglese. Lo so, fino a tre settimane fa neanche io avrei avuto nessuna voglia. Avevo trovato grazie a google/cache gli script, ovvero la trascrizione, sempre in inglese. Non trovo piu' il link, ma li ho copiati. Non mi sembra il caso di incollarli qui, a meno che qualcuno non mi insegni come creare un 'continua' ad un post. Bé insomma per farla breve se qualcuno li vuole mi scriva una mail e glieli inviero' volentieri.

Per saperne di più:
-In italiano: sembra (confesso che io non ho letto bene) che questo sito anti-scientology racconti qua e qua (e altrove) come siano andati gli eventi, c'è anche un link per scaricare la puntata con i sottotitoli dell'episodio in italiano, ma a prima vista non funge.
- In inglese: ci si puo' sbizzarrire. C'é anche una voce su wikipedia!

06 October 2006

Come stai Squa?
Non tu, il blog.


No, giuro, non era una tattica... sono solo la blogger più pigra dell'universo.
Comunque Squa sta bene, il blog intendo. Si io pure, grazie.

In futuro terrò conto del potere dell'assenza di post (telefonate, mail che piovono...). Anzi magari lo chiudo il blog.
Ho un accesso di gelosia verso una di noi qua dentro, la blogger appunto. Ma solo io-io, le altre sono lusingate.
:)

Siccome mi sto concentrando su un paio di scopi da raggiungere a breve termine, non vedo niente altro.
Non ci penso neppure ad angustiare la povera Squa (il blog) con il come dove e perchè. Non oggi per lo meno.
Sarei tentata di promettere che presto mi metterò a parlare un po' di ingegneria genetica qua sopra. Hai detto niente. Tanto non mantengo mai le promesse.
Intanto però sono stressata, angosciata, trepidante, indaffaratissima. E se non rispolvero ed approfondisco due o tre cosette rischiate che torno qui a dire sempre le solite stronzate. Lo faccio per voi. Voglio smetterla di dire solo stronzate.

Però un paio di cose futili da raccontare ce le avrei pure. Un'altra volta?
Si, non temete, sono proprio in quei giorni.

14 September 2006

Della serie 'Facce ride'


Misspelling and blunder











Son tempi -questi- in cui il mio luogo di nascita diventa Trapea, mentre io voglio concludere una mail -che dovrebbe restare più o meno formale- con un tocco di partecipazione emotiva. Dunque concludo esclamando: I'm so exciting!!

Per fortuna che il chercheur passava di là prima che io cliccassi sul bottone send.. dopo una rapida lettura dello scritto, restando stranamente serio, suggerisce che forse farei meglio a scrivere excited.

Lui era troppo occupato, ma io ho riso per un quarto d'ora.
Poi bho, magari non era cosi' grave...



31 August 2006

Della ricerca, finalmente


L'altra sera si era a cena dal chirichetto linuxiano, tre fisici ed una squa a mangiare spaghetti con la 'nduja.
Era una cena di addio al terzo fisico che parte per l'ennesimo post-doc. Israele. Un anno.
Neanche lo sapevo.
Mi si è gelato il sangue.

La comunità dei ricercatori è un po' bizzarra... io quel post sulle femmes de chercheurs, ce l'ho ancora nel cassetto e no, non credo sia arrivato il momento. Mi salgono le lacrime agli occhi al solo pensiero, non sono pronta. Forse non dovrei più essere una femme de chercheur per trovare il 'coraggio'. Siccome non immagino il mio Chercheur ne chercher plus e non voglio immaginare una me senza il suo Chercheur, porterò pazienza al non essere in grado di scriverne. Però un piccolo tributo al terzo fisico che, forse proprio adesso, è in viaggio per Israele, per quanto sono in grado, mi sento in dovere...

La comunità dei chercheurs è un po' bizzarra, tentavo di dire.
A meno di innamoramenti platonici reciproci, si cerca sostanzialmente di mantenere un po' le distanze, una volta che si ha qualche anno di esperienza.
E' troppo duro il momento degli addii.

Una macroscopica classificazione distingue i ricercatori totalmente in trasferta, come il chirichetto, e quelli che un pezzo di vita gli è trasfertato vicino, come il mio Chercheur. Il chirichetto, ad esempio, vive qui da due anni (non sbaglio G.?). Ha appena ottenuto un anno supplementare di borsa di studio e te lo dice con un fondo di amarezza negli occhi. La sua chirichetta vive a qualche centinaia di chilometri di distanza. La struttura ferroviaria italiana non le ha certo semplificato (e rallegrato) la vita a questa sfortunata femme de chercheur. Per venire a trovarlo le tocca passare da milano rogoredo (e giù battutacce che vi risparmio sulla simpatia del luogo), pur venendo da moooolto più a sud. Non è una vita facile, no. La fidanzata del chirichetto ha quello che si chiama un lavoro 'normale', tot ferie all'anno, da concordare col dovuto anticipo e via dicendo. Meno male che un chercheur, invece, si può ancora permettere di dire: la settimana prossima sarò in vacanza, lavori in corso permettendo. Sarebbe una vita impossibile, altrimenti.

Una, dopo che ha trovato un posto fisso, non è che può mollare tutto per giocare a girare il mondo, un anno qui, quello dopo chissà... comprensibilissimo. [Una come dire uno: esistono anche les hommes de chercheuses, anche se ne conosco meno. Per finire e non se ne parli più, ci sono anche le couples de chercheurs ed in genere sono le storie più tristi...] Che poi ci siano quelle che, evitando accuratamente il posto fisso, se ne vanno (allegramente o meno) in transferta pure loro, è tutto un altro paio di maniche. Ci sarebbe da smobilitare passioni, fantasmi, questioni esistenziali e chissà cos'altro. Nonostante tutto, a me sembra più comprensibile e 'normale', non andarci, in trasferta. Mi sembra sintomo di una più florida salute mentale. E non divaghiamo oltre, vah, che mi pare più saggio.

Quelli totalmente in trasferta che se lo possono permettere, poi, appena è fattibile tornano in patria, oppure la fidanzata è venuta a trovarli ed allora gli lasci un po' di intimità, chè per vedersi sono passati per Milano-rogoredo e se la meritano. Quindi non è che ci si veda proprio regolarmente.

Nell'altra macrocategoria c'è chi s'è visto un pezzo di vita 'trasfertare' vicino vicino, si diceva. Son coppie difficili anche quelle, non si creda, più chiuse, più mi tengo stretto il mio pezzo di 'normalità', di continuità perlomeno. Non voglio conoscerti troppo, non entrare troppo, stammi un po' più lontano. Non ne voglio sapere di addii.
E quindi non sapevo, no, che il terzo fisico era in partenza. Una persona piacevole ed interessante, alla quale non ho concesso il lusso delle mie lacrime, di un addio più duro e triste. Ho pianto un pochino invisibile. Del contraddittorio -Te ne vai e neanche ti ho conosciuto-. Mai contente.

Eppure, non si creda che ci sia né una punta di snobbismo. A me mi piace tanto stare in mezzo ai fisici. Quando parlano di cose che conoscono bene, un po' meno... non si capisce nulla, riescono a tirare fuori frasi che manco un film di fantascienza... e fanno sul serio. A volte mi mangio le mani di non averle scritte ché non ce le si può ricordare. Come quella volta alla scuola estiva, si guardava le stelle al telescopio e il gruppo di astrofisici se ne andava dissertando in fisichese spinto. Così seri e buffi.
No, quando si parla di solitoni o trappole per il rubidio mi annoio infinitamente. Ma quando si parla di qualcosa che non dominano a fondo, sono meravigliosamente, poeticamente divertenti. Marmocchi che giocano e potrebbero giocare per ore. Si è lì a cena, si parla di non-so-più-chè, forse il codice da Vinci, il cenacolo, Leonardo, la camera oscura. Et voilà, un attimo dopo ci si ritrova al buio, si accende una candela, si cerca di riprodurre la cosa, di capirla. Io in realtà li guardavo solo, febbricitante, e sorridevo. Eran lì che giocavano, il mio chercheur, il chirichetto ed il terzo fisico, che due giorni dopo partiva per Israele. E non ne era affatto contento.


E tu, chirichetto, che dicevi non parli mai di noi... è che fa un po' male. Io per me, sono riuscita a farmi piangere anche fuori. Voi, fate un po' voi.

Vado a consolarmi con la torta di pere di fatto, poi mi metto a stilare la lista delle cose da portare al giro in bici di questo week end, giuro.

quaranta post in uno, non so far di meglio*


Lavoro a spizzichi e bocconi ormai. Un giorno si, l'altro forse pure, quello dopo no. Guadagno, in teoria, forse più di prima, lavorando un terzo. Ed è bellissimo... aprire un occhio la mattina, guardare la sveglia -Uh! 9,30??-, sobbalzo repentino, seguito da -uff, oggi non mi tocca-. Solo un po' di tristezza per quel 9,30, sono una persona che apprezza la luce, io, mi sembra di sprecare vita a svegliarmi così tardi. Mi si è spostato il fuso purtroppo. Dopo le vacanze e forse dopo quella serata a cena, 6 persone, 6 bottiglie di vino, le 3 di notte. Vino rosso con le ostriche, bianco con la burrata e poi limoncino e liquore al cioccolato con il dolce. Si, è andata proprio così. E non so se è per il bianco o perchè i chili di burrata erano quattro, non credo che mangerò più quella delizia per degli anni. No, non li abbiamo mangiati tutti e quattro quella sera, comunque...
Avevo portato una torta di pere e cioccolato. Non sapevo che gli ospiti a sorpresa erano due chef. Quando l'ho saputo volevo riportarmela a casa, ché col mio modo di cucinare si può solo assaggiare per capire come è venuto l'esperimento. Non c'è verso di costringermi a rendere l'evento e dunque la pietanza, ripetibile. Tutta questione di 'sta volta ci metto questo, 'sta volta provo a fare così. Visto che di torta non ne è restata una briciola, il giorno dopo l'ho rifatta sforzandomi di 'ripetermi'. E a parte una cosina che ho dovuto cambiare per forza di cose, sono riuscita a dominarmi e sì, l'esperimento è ripetibile. L'esperimento non è più un esperimento, la mia torta di pere e cioccolato è un dato di fatto. Posterò la ricetta e cercherò di rimanerle fedele, ahimè. Non mi piace molto cucinare fedele, ammetto però che è gustativamenente utile. Ed evita brutte figure.

E dunque si lavora poco qui... e male. Un cazzeggio infinito in attesa di mettere la testa a posto e S-T-U-D-I-A-R-E, questa vecchia conoscenza. Non trovo il coraggio di dire al boss della piccola e media impresa qualcosa tipo -Svegliati cocco, non ti rendi conto che non hai più bisogno di me?-.
La nuova colleghina straprofumata è iperefficiente, niente da dire. Ma non ho il coraggio, perché quei soldi mi servono e perchè il cocco, al momento dei saluti e del -Ci vediamo... ah già, quando ci vediamo?-, mi guarda disperato, come non potesse fare a meno del mio aiuto e abbozza un -Ma come sei messa?-. Proprio così dice e mi strappa pure un sorriso, anche se amaro. Sono tre mesi che gli dico che me ne sto per andare e non gli ancora detto quando. Quando me ne vado. Credo abbia capito più o meno come sono messa nell'animo e non infierisce punto, gliene sono davvero grata. Mi saluta ogni volta come fosse la penultima, con una punta di terrore. Sembra pensare possibile l'eventualità di vedermi volare via di punto in bianco, così, come se passaporti e visti e traslochi fossero solo parole e fosse possibile salutare tutti con la manina e spiegare le ali. No, boss, per i prossimi due mesi almeno resto ancorata a terra. Pazienza per quelli che ti incontrano, ti salutano e ti fanno -'ncora qui tu?-. Eh già.

E poi succedono cose strane restando ancorate a questa terra ferma... ed io sono in una condizione di spirito che porta a lasciarsi sconvolgere da ogni piccola, strana cosa che succede, piacevole o meno, stupida, insulsa o intrinsecamente, poeticamente bella.

Il vecchietto che mi osserva fare il biglietto del treno dalla macchinetta automatica, poi mi chiede di aiutarlo e quando, dopo avere pazientemente smanettato sulla signorina macchinetta blu, gli dico -fanno 2 euro e ottanta centesimi-, lui tira fuori dal taschino la carta di credito e dallo stesso taschino un biglietto e comincia dirmi -settemila*******-. Ed io lo guardo terrorizzata e gli lancio un soffocato -Mai!!!-, ma suona meglio -Jamais!!!-, giro gli occhi guardinga, nella speranza che nessun ragazzetto scapestrato abbia visto la scenetta, gli faccio la paternale... e lui si scusa, dice -ha ragione signorina, com'è amabile lei...-. In realtà credo di averlo fatto morire di paura, forse non lo farà mai più.

Qualche giorno fa ero all'odiato supermercato, mi si avvicina questa aitante ultrasettantenne. Genere comune qui, abbigliamento da ventenne, ultracurata, truccata, un po' ridicola, ma solo un po'. -Scusi signorina, non riesco a leggere, quante calorie fanno questi mini-grissini, in questa mini-confezione?- Prendo il pacchettino e leggo -660 kcal i 100 grammi-. Mi strappa di mano il pacco della vergogna sbraitando un -Ah no! Ce n'est pas possible, je ne peux pas, vous vous rendez compte? 660 kcal?? Ce n'est pas possible-. Io ci provo inizialmente ad avere un vero scambio, a buttare un -se le piacciono basta un po' di sport in più-, lei è ancora là che sbraita. L'istinto è quello di aprire il pacco e trangugiarli tutti in una volta. Vorrei dirle -Guardi che non le resta più molto tempo per godersi la vita, le sembra il caso di importunare quasi-trentenni-non-proprio-anoressiche, con le sue manie caloriche??-. Invece giro i tacchi e mi allontano. Due minuti più tardi mi tende un agguato al banco formaggi, vorrebbe chiedermi se non c'è magari un formaggio di chevre più piccolo che sennò ne mangia troppo. Sistemo con cura i miei due panetti del medesimo, grassissimo, chevre nel cestino, la ignoro, scuoto la testa ripetutamente. Sono un po' incazzata, solo un po'. Dopo le mamme, m'hanno anoressizzato pure le vecchiette, non c'è più religione.


* ok, ho ceduto, li ho divisi in due

30 August 2006

Febbre e dintorni


Eddai giochiamo un po', mi dico...
E parrebbe che potrei anche vivere in una casa cosi' o cosi' o cosi' o anche cosi'





















con una vista cosi'















Be pero' non male,,,
Ci si tira un po' su il morale qui !
Ci si dice che si puo' anche diventare montane, quasi.

29 August 2006

é come se



Come se avessi comprato un biglietto del treno
e non so quando parte.
Eppure il biglietto ce l'ho quasi in tasca,
le date sfocate sopra.
Devo fare le valige e non so quando partono
(le valige ed io con loro).

Devo dire a Madame la France 'Grazie ed arrivederci', dire al tesoro e a tutti gli altri di non venirmi più a cercare. Alla padrona di casa che dovrà cercare i nuovi coinquilini degli scarafaggi. Salutare gli amici. Piangere e poi asciugare le lacrime della partenza.

E comunque non voglio partire poi cosi' presto, voglio godermi l'autunno nizzardo e preparare la comunicabilità con gli abitanti degli states.
Era il 19 di giugno ed io promettevo di non pronunciare il suo nome invano. Son passati più di due mesi e lo step finale non s'é ancora materializzato. Mi devo forse preoccupare?
Ma come lamentarsi se io per parte mia, invece di lavorare al cambio di continente, me ne sono andata girando per Portogallo, Galizia e di nuovo Portogallo? E mi sono presa una cotta per Lisbona e pure per la gentilezza portoghese ed ho fatto scorpacciate di polpo e mariscos. Ho guardato triste il fuoco che bruciava le foreste di eucalipto, ho assaggiato timida le gelide acque dell'atlantico, aspettando romantica quei tramonti che non arrivano mai.

E proprio mentre mi caco puzzolentemente sotto e divoro 10 unit dell' English Grammar, lasciando al giorno seguente il libro di genetica e la scelta di una scuola di lingua... proprio allora mi viene la febbre. Geniale.
Morale, non si può cambiare continente prima di sapere quando lo si cambierà davvero.

10 August 2006

No aiu riggettu*







Tecnicamente, sono tornata da 10 giorni. Solo tecnicamente però.
Accidenti dieci giorni... i primi tre sono stata spiritualmente in Croazia, ho tempestato tutti i siti possibili di richieste di accoglienza per due posticini due su un mezzo di trasporto qualsiasi, anche a pelar patate. Poi ho tentato con Puglia e forse, di nuovo, Calabria. Poi è successo che sono passate di qui due conoscenze dirette in terra di Spagna, Galizia. Ed ho pianto dentro il non potere fare lo zaino e montare sul furgone. Dal giorno dopo le ho tentate tutte, treno per Portbou, Irun, Madrid, Santiago, autobus, aerei con scalo a Londra, Fiumicino, Kathmandu. Il chercheur bofonchiava tra un'imagine e l'altra, tra milioni di dati ed i milioni successivi. Io imperterrita. Alla fine, quando m'ha detto Partiamo via, s'è comprata 'sta andata e ritorno per Lisbona, dove forse si incontrerà l'economo di Madrid e signora. Che bello!
Dunque torno in Spagna, sembra che ce l'ho fatta. Speriamo, ché in realtà ci sono stati problemi con la carta di credito. Ma non voglio pensarci, mi voglio immaginare là, in riva al mare. Andrà tutto bene e mi aspettano dodici lunghissimi giorni di ripiglio! Una piccola eternità.

Il blog intanto langue, lo ha sempre fatto in fondo... anche io languo. Mi sarebbe piaciuto scrivere di certi messaggi nella bottiglia che ho raccolto in riva al mare dello Stretto. Un'altra volta, spero. Buon agosto a tutti.


*la grammatica calabra non è il mio forte... spero averci preso

09 July 2006

Una mattina qualsiasi



Mezzogiorno meno qualcosa, sole praticamente allo zenith. Mi precipito in strada, le ruote girano sull'asfalto rovente. Sei, sette, otto piccole commissioni da assolvere. Pedalo rue Joseph garnier, poi giù alla gare, un salto lungo Victor Hugo. I semafori volgono al verde appena Tempesta si approssima agli incroci. Le strade sono comunque deserte, tutti sui sassoni lungo la Promenade ad abbrustolirsi e cercare refrigerio, non si sa bene in che ordine. Via alla biblioteca, mi tocca pagare la multa dei due giorni di ritardo in cui riporto i libri. Jean Jaurès, compro pacchetti di carta oro, arancio, argento al piccolo supermarket asiatico, sono per la Carmen. Giù verso la vieille ville, spingo la bici lungo i cunicoli. Il sandalaro romano ha chiuso per il pranzo, alzo le spalle tra me e me, vado anche io a caramellizzarmi al sole giusto accanto al campo di beach volley. Musica e rumore di palle sulle mani, sulla sabbia. Sono quasi le due, sorrido guardando i turisti in prima fila, tra poco arriverà l'onda anomala delle quattordici e qualcosa, non lo sanno. Puntuale l'onda arriva, e con lei il via vai di asciugamani a strizzare, li guardo divertita, mi stendo rilassata. Un attimo dopo è il mio turno. Sorrido ancora, questa volta di me stessa, ancora un po' turista, ancora tanto straniera.
All'orario di apertura dei negozi faccio fagotto, torno dal sandalaro che dice che si' me li fa i sandali come voglio io, a settembre. Mi gusto un gelato lungo cours Saleya, in rue Cassin guardo il palo a cui ho legato la bici la sera di Francia-Spagna, quando sono tornata a prenderla non c'era più il campanello. Maledico un'altra volta il disgraziato che se l'è rubato.

Mi guardo intorno passeggiando leggera, senza fretta, sto ancora sorridendo... penso che in fondo voglio bene a questa città, un po' zoccola, un po' generalessa...

04 July 2006

...



Negli ultimi tempi, in ordine sparso.
Si è convertiti Diabolik e Sonrisa da explorer a firefox,
Si è scoperto, invece, che per riempire on-line i moduli per il visto -si' per gli USA, niente di ufficiale ancora, io intanto mi informo- ci vuole assolutamente explorer.
Si è stati in quel di Milano dove si é usciti fuori di capoccia per il caldo... soprattutto dopo le 18, proprio mentre fuori la temperatura (all'ombra) cominciava a volgere all'accettabile, la casa dei padri sembrava prendere a restituire tutto il calore accumulato durante la giornata. Una cosa veramente da uscir fuori di testa.
Sempre a Milano, si è sbiciclettato per la città sbattendosene dell'apparente fallimento della notte bianca milanese -causa un accenno di tormenta estiva... che più che scoraggiare, personalmente ha aumentato la voglia di uscire grazie a quei qualche gradi in meno che si era portata dietro. Ci si è svegliati, la mattina dopo, alla tarda ora delle tredici passate, con la vocina duenne della nipotina che intonava Tanti auguri a te... il ritardo non ha minimamente intaccato la commozione. Si è ovviamente votato. Si è guardato, come ogni volta, immancabilmente, senza scampo, quel che si è lasciato indietro, subendo le infinite malinconie, come pure le profonde gioie, del vivere altrove. Al proposito di Milano, come non citare Lia che riesce a farsela certificare, l'urgenza di scappare da Milano ?? E se non riuscite ad aprirla adesso questa pagina, vi prego, insistete poi! Sta cambiando casa al blog, ma torna.
Si è visto tanto calcio emozionandosi e indegnandosi, a seconda...

Si è, infine (ma così, casualmente) mancata -formidabilmente e con infinita sensazone di impotenza- l'occasione di fare l'annuncio che frullava in testa...
Papà, mamma, non mi sposo più.
E perché ti dovevi sposare?
Ehm. E' che avendo mancato le occasioni di annuncio precedenti, da qualche parte dovevo pure cominciare.
To be continued, ma in un momento di minor stress... colpa dell'Innominata... non é vero... é tanto tanto cara...

24 June 2006

Solstizio d'estate



A1, Lodi Milano, la macchina rovente, attraverso i campi di granturco, il vento mi scompiglia i capelli, sorrido, ma un po' amara. Il cielo è bianco bollente, radio pop sciorina l'interminabile elenco di eventi. L'estate milanese è cominciata.

La noche más corta del año

22 June 2006

Non lo dico








-Hai promesso, Squa
-Si ma...
-Stttt
-E va bene... ma...
-Ma cosa?
-Posso dire solo...?
-No
-Due paro...
-NOOO
-Una foto propiziatoria?
-Propiziatoria dici? Uffa, fai che vuoi, ma se poi il dio della scaramanzia tradita (e l'hai già tradita diverse volte) si sveglia, non venire a lamentarti da me
-Ma tu sei me
-Potrei stufarmi
-No, non lasciarci sole

...giorni fa ad una festa un tizio raccontava di come la ragazza con cui usciva da poche settimane, ad un concerto -o qualcosa di simile-, dopo che si erano persi di vista per qualche decina di minuti, ricompare, lo chiama per nome, lui si gira e lei sbam gli tira un pugno in faccia. Cosi' forte che lui, grande e grosso devo dire, casca per terra. Il suo amico guarda noi femmine e portandosi un dito alla testa dice: Vous êtes pas toutes seules là dedans (Non siete mica tutte sole qua dentro)

20 June 2006

Dominando il pudore



Oggi ho provato l' ebbrezza del telelavoro, o come si chiama quando lavori da casa e comunichi via mail con i colleghi. Ci metterei la firma. Ce la mettereste anche voi una volta conosciuti i miei colleghi. Ieri ha debuttato quella nuova, che poi è più vecchia di me, lavorava per la piccola e media impresa tre anni fa. Mha. Anche lei deve essersi un attimo scordata il perché se ne era andata. Deve essere l'anno dei revival. L'ho conosciuta praticamente ieri e sbaglio sempre, dico sempre, la prima impressione sulle persone. In questo caso la sensazione iniziale è stata soffocata dal litro di profumo che si era messa addosso. Cominciamo malissimo, mi sono detta. Quindi, dovrei dedurne che andremo d'accordissimo.

Questa ebbrezza m'è stata concessa dalla febbre che mi s'è incollata addosso da ormai da cinque giorni e dall'idiozia delirante che m'ha fatto chiamare in ufficio per farmi mandare un file, 'così finisco di lavorarci spaparanzata sul divano tra un'aspirina e l'altra'. Idiota.

Riflettevo che quando ho la febbre me la prendo con i francesi o con la lingua francese. E ora mi tocca andare da un medico (un medico francese). Io detesto i medici, tutti tranne il fidanzato della mia amica Teddi, che è geriatra (ed è l'autore del disegno che sta tra atom feed e iinvia una mail a squabus). Ed io non ho un medico. Prima in Francia si aveva la 'scelta finale', stai male? Vai da chi ti pare. Hanno deciso di cambiare la legge proprio quando arrivavo io. Ora c'è il medico di famiglia, all'italiana. Io non ce l'ho. In tre anni è la prima volta che prendo appuntamento con un medico che non sia il ginecologo. Ho lottato con la me frivola e 'si, domani' ed ho preso appuntamento con ben due medici, il primo che ho chiamato mi avrebbe ricevuta giovedì pomeriggio.

Io sola in casa con la febbre sono mooolto pericolosa.

Ogni promessa è debito...












Dimenticavo...
Nessuno s'azzardi a dire 'tutto qui?' che me lo mangio, sorridendo ma me lo mangio.
Altro che Grazia

19 June 2006

Starà guardando i mondiali





Forse anche Joe March ha provato grande disappunto sabato.
Il dio google mi ha soffiato che da studentessa era una campionessa di softball. E se fosse anche tra le più grandi tifose del mondo del calcio* ? Si sarà ricreduta sul mio conto, immaginando che tutti gli italiani hanno lo stesso senso del rispetto per chi li circonda di quel disgraziato di De -cartellini- Rossi. Io però non sgomito.
Se poi ha letto cosa scrive oggi Zucconi, sono davvero fo-ttu-ta. Non mi salvo neanche protestando che sono esterata
Scopro pure che era Jo March l'eroina di Piccole Donne, non Joe. Poco importa, mia cara, Joe ti sta proprio bene. E immagino bene che l'avrò fatta a fette con Joe March di quà e di là, ma la colpa è sua. Mi tiene sulle spine accidenti. Comunque prometto che non posterò più il suo nome fino allo step finale (ce la farà la nostra eroina?).

Io, in realtà, passavo di qui nel desiderio di regalare al web una foto dei sandali del sorriso. Ma la macchina digitale si rifiuta di cederla al computer. Eppure c'è. Le amiche potranno vederli live questo fine settimana, vengo a votare, ovviamente.

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*Diabolik tra i pesci, 'ste citazioni sono in tuo onore, mi sa che però non mi leggi

18 June 2006

De -cartellini- Rossi




A me della nazionale italiana ai mondiali in Germania non me ne può fregare di meno.
Non mi interessa neppure il calcio, in generale, non mi interessa -almeno- l'ossessione, la malattia, la follia che il povero sport si ritrova intorno, povero davvero. Da animo sportivo, amante della competizione e del gesto atletico mi piace però lo sport, semplicemente. Ho visto i croati contro il Brasile l'altro giorno e mi hanno intrigata, per questo sto in trepidante attesa di Croazia-Giappone.
Mi frega quindi dei mondiali. Ieri ero sì davanti alla tele a guardare Italia-Usa e non potevo evitare di chiedermi se oltreoceano Joe March stesse facendo altrettanto, invece di darmi la risposta che attendo per passare alla fase successiva (mi sento anch'io al girone eliminatorio del mio mondiale personale).

Eravamo da una coppia di amici ialiani provvisti di satellite, rivelatosi poi inutile: è un delirio questo mercato calcistico-televisivo odierno! Francesi che vedono solo Francia e poco altro -ovviamente parlo di reti nazionali- Italiani e Spagnoli altrettanto. E forse è così per tutti. Gli italiani in Italia hanno dunque visto la partita su mamma rai, dall'estero sul satellite ce la si ritrova criptata. Per fortuna una rete francese la trasmetteva. S'è tentato invano di collegarsi a radiouno-radiodue-radiovattelappesca, si è riusciti con radiopopolare, ma pareva troppo poco sintonizzata sullo spirito agonistico. E' toccato insomma prepararsi psicologicamente ad una telecronaca fatta di esclamazioni del genere oulalalala, quelle pureté e Squad-v-a Azu-r-a a tutto spiano.
La coppia di amici ha una splendida bimbetta di nome Teta che si fa sempre più bella, agli occhi ed allo spirito. Teta ha un anno e mezzo e dice ancora poche parole (e ancora meno sono quelle che ho avuto la fortuna di sentirle dire, ché si sta facendo timidina crescendo e se anche l'ho vista nascere e fare i suoi primi passi -5 dicembre 2005, non lo dimenticherò mai- non mi vede spesso ultimamente). Ieri sera andava dicendo [mamma, papà,] cacca, acqua, bira (birra), miche (formiche), lapàlla (palla), lapàlle (palle). Sfoggiava un vestitino blu recante la scritta Italia e relativa bandiera sul petto e a braccine levate scandiva Italia-Italia-Italia. Giuro. E, deve essere in onore dei mondiali, ha cominciato a scandire altre parole come fossero slogan, milone-milone-milone diceva guardando la torta di limone che avevo portato. Checco-checco-checco diceva quando il chercheur non la sentiva, che non so che gli fa alle bimbe, lo guardano sempre affascinatissime e timide.

Vabbè, non posso negare, mio malgrado, di essere sensibile al concetto di nazionale. Se mi infervoro, spero, mi alzo in piedi su un'azione, è perchè sport è anche 'tenere per un partito' e tifare la mia nazionale è la cosa più facile ed a portata di mano (ma tra poco vado a tifare Croazia e pure con più gusto). Una volta esterata il concetto di identità nazionale mi si è fatto più controverso. Come posso dire? In quanto al calcio, la tensione nel vedere la mia squadra giocare mi arriva in termini di 'vediamo di non fare altre figuracce', 'vediamo di non doverci vergognare ancora', ché già ce ne abbiamo ben donde. Anche già in termini calcistici (e a tal proposito divertente Zucconi su Repubblica, che fa un po' di outing per aiutarsi ad approcciare il concetto di 'Italia ai mondiali', di 'sti tempi... signora mia).

Ora, fare figuracce per me non è perdere. Assolutamente no, neppure essere eliminati subito e neanche arrivare ultimi. Fare figuracce è tirare una gomitata cattiva (e stupida, tremendamente stupida) all'avversario. Tre punti di sutura a lui, cartellino rosso a te. E guardate la faccia di culo che sfoggia poi. La galera dovrebbero darti, altro che cartellino. Bell'immagine, complimenti.

Interviste a Lippi su Repubblica, le Figaro. Italiani e francesi si sentono dire che sì, De Rossi ha sbagliato, gli parlerò. Pare che non ci sia dato sapere quali segretissime cose si diranno a quattrocchi allenatore e giocatore-bestia.

Della gomitata del romanista a McBride (nell'intervallo gli hanno ricucito lo zigomo con tre punti di sutura) Lippi non vuole però aggiungere altro. "Dico solo che ha sbagliato e che ne pagheremo le conseguenze, gli parlerò, ma il tutto resterà tra me e lui".

Sport24.com : L’expulsion de De Rossi a été l’un des tournants du match. Que lui avez-vous dit dans le vestiaire ?
Marcello Lippi : Je ne vous le dirai pas. Il a fait une erreur, il a été expulsé. Il n’a pas été le seul dans ce match.


Tutto qui? 'Na parola più dura, fosse solo per la faccia, poteva dirla... Che gli ha detto negli spogliatoi? Chiede il giornalista di sport24.com. Non ve lo dico risponde Lippi. Ma sparati.
Altrove (ci ripensa?), dice che saranno duri con lui, non faranno ricorso sulla sua squalifica, che vuole che bolla nel suo brodo di questa pentola che è stata messa sul fuoco ieri sera. Dice proprio così. Se questo è sport (e lingua italiana).
Non che Lippi debba essere responsabile per le cattiverie (e pure minchiate, diciamolo, che c'ha concluso De Rossi??) dei suoi giocatori. Non che l'allenatore di una squadra nazionale debba avere una qualche valenza educativa sui 'suoi ragazzi', però... Eventi così denotano che è mancata, prima e forse sempre, l'educazione al rispetto dell'avversario e soprattutto della decenza... si dice fair play, mi pare. (No, deve bollire nel suo brodo). Lo sport nella sua essenza dovrebbe essere correttezza, rispetto e perfino nobiltà d'animo. Ma forse vivo nel paese dei balocchi io.

Arena, il ct USA, intanto allude che ci siamo comprati la partita... come biasimarlo? Perdonatemi, mi perdonerà pure Zucconi... io il mondiale continuerò a guardarlo, anche più allegramente, una volta eliminata l'italietta. Per amore dello sport.

E mi rileggerò e correggero dopo, forse, chè ho perso ampiamente il calcio di inizio... E forza Croazia!

16 June 2006

Lingua Francese/1








Imparando una nuova lingua si incontrano spesso differenze bizzarre dalla propria. Io mi appassiono a scovarle, ragionarle, cercare possibili motivazioni, che in realtà raramente trovo. Il problema è che, inevitabilmente, ci si ritrova a ragionare filtrando con i propri schemi culturali e la cosa perde di senso.
Ieri sera io e il chercheur abbiamo subito in una sola sera un campionario vastissimo di una chicca della lingua francese che mi fa particolarmente rabbrividire. Pronti davanti alla televisione per goderci (!) Svezia-Paraguay, ignari dei meccanismi perversi che reggono il mercato calcistico-televisivo odierno, abbiamo assistito giusto al calcio di inizio e poi tutto é scomparso. Solo dopo essere entrati in partita abbiamo 'scoperto' che si era su canal plus e la partita era criptata. La tv é più che altro un soprammobile chez nous, tanto che non conosco neanche l'associazione dei pulsanti del telecomando con i canale cui corrispondono. Solo Arte so bene che è memorizzato sul 5. Perché è praticamente l'unico canale che guardiamo. L'unico che valga davvero la pena .

Questo per dire che una volta che l'evento di accendere la tele s'era prodotto, a quel punto s'è fatto pure zapping, questo sconosciuto. Su un altro canale, non chiedetemi quale, c'era una tra le fioccanti imitazioni di CSI. Crescono come funghi, nessuna però vale come l'originale! Trattavasi di NCIS, praticamente il CSI dei crimini tra militari. Già inquitetante!
Per inciso, meno male che quando si prende un'abitudine è difficile abbandonarla. In questo caso l'abitudine é di NON accendere lo schermo-sopramobile. E sia, ché io a dire il vero, dessero tutte le sere qualcosa di CSI-simile, starei tutti i giorni davanti a quello schermo luminoso.

Ma veniamo al dunque. Come si puo' immaginare, i due episodi della suddetta serie erano tutto un susseguirsi di omicidi efferati, strangolamenti, cadaveri, tutto sangue che colava e gente a cui succedevano cose orribili. E siccome il telefilm consta nel farti seguire le indagini relative a tutti 'sti crimini orrendi, i personaggi, indaga che ti indaga, vanno dicendo qua e là cose del tipo:
"non è stato un suicidio, è stato ammazzato / l'hanno ammazzato"
"è stato investito / l'hanno investito proprio qui davanti"
"era stata violentata / l'avevano violentata un mese prima"
Come si traducono queste battute in francese?
...il s'est fait tuer
il s'est fait renverser...
elle s'est fait violer...
Che a noi suonano di s'è fatto ammazzare, s'è fatto investire, e, lo scrivo rabbrividendo, s'è fatta violentare.

Mha. Io personalmente frasi simili le dico costruendole alla maniera nostra. E va benissimo: anche nel francese scritto la costruzione è più frequentemente 'all'italiana'. Non però nel francese parlato. Presto un'attenzione particolare a questa cosa da mesi e mesi e non mi sembra che ci sia (tra le due costruzioni) una sfumatura diversa. Non c'è un retropensiero a seconda che il soggetto se lo sia andato a cercare o meno, di essere ammazzato, investito, stuprato. Arrivano a dire s'est fait amputer d'une jambe. S'è fatto/a amputare una gamba! Uno non può proprio volerlo.

Cercando su google si può avere un'idea del 'fenomeno'.
Per il resto, non preoccupatevi, ho solo la febbre...

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NOTA DI SGRAMMATICA E DI DISORTOGRAFIA
Giocando in google a cercare variazioni sul tema, mi sono soffermata a lungo nel caso (triste) della violenza sessuale. Nel valutare come, statisticamente-in-internet, viene espresso questo concetto, bisogna considerare che ci sono parecchie combinazioni dettate dalla grammatica, anzi sgrammatica dei francesi. ((Che però c'hanno anche un po' di attenuanti, ché non è per nulla facile.))

"s'est fait violer" è la forma corretta e conta 670 risultati.
Ci son ben 5 sgrammaticature su questo triste tema, secondo le combinazioni degli errori sul participio passato -quello che ci vuole- o sull'infinito -sostituito spesso per un brutto errore dal participio passato- ed infine, tanto per esagerare nell'accordo al femminile del participio passato messo per errore al posto dell'infinito:
a) "s'est faite violer" - 171
b) "s'est fait violé" - 169
c) "s'est fait violée" - 210
d) "s'est faite violé" - 24
e) "s'est faite violée" 433
Totale forme sgrammaticate: 1007
Totale di tutte le forme: 1677. Da considerare è però che la forma grammaticalmente corretta comprende anche gli strupi commessi a danno di maschietti.

Leggere il participio passato al posto dell'infinito del verbo, mi fa accapponare la pelle (e lo leggo spesso, anche tra persone che si suppone essere di una certa cultura). E, giusto per la cronaca, io scrivo meglio di quanto parlo, perché appena arrivata m'è toccato scrivere quintali di curricula, poi, trovato lavoro, decine e decine di rapporti. E poi mi piace! Però per quanto riguarda il verbo faire, ho dovuto sfogliare la grammatica per comprovare la mia sensazione che non s'accordasse al femminile. E quindi? La febbre avanza.

14 June 2006

In Spagna - Torno



Si, sono tornata da Madrid.
ma solo il corpo fisico, quello astrale, mentale, psicologico, sentimentale, ha perso l'aereo. Quando torna faccio un fischio.
E' che ho fatto il richiamo. Mancavo da piu' di tre anni, santoiddio. Cinque anni compiuti considerando i soggiorni quelli 'veri'.

Joe March, con tutto il resto, é una pallida immagine che mi guarda da un futuro probabile.
Ho avuto sì la mia risposta, ma non quella definitiva. Non so mica quante tappe mi aspettano ancora, prima della certezza. La cosa sembra comunque procedere abbastanza bene e mi godo stranita (e compiaciuta pure) l'essere io ora il 'soggetto di attesa', senza alcuna proprietà transitiva!
Sarei pure disposta ad aspettare con un po' più di pazienza (incredibile, no?), dopo questo salto in sensazioni passate. E belle. Anche se ora che ho fatto il 'richiamo' certi ricordi hanno come ripreso a sanguinare. Ché pensare con nostalgia alla Spagna era diventato più un automatismo, un fatto scontato, che un reale sentimento. Ora sorrido e soffro magnificamente. Ed era meravigliosa quella non-foga di fare, vedere, bere fino all'ultima goccia. Tanto torno! Alcun dubbio.

Credo pure che superero' i miei principi anti-consumistici e postero' una bella foto dei sandali stratosferici che mi sono comprata. Non so se li mettero' molto, non so se li mettero' neppure. Ma erano belli. E l'Economo di Madrid mi incitava a 'liberarmi'. E sono andata sola sola, una mattina, per Lavapiés verso Puerta del Sol e poi più su. E mi hanno avuta, i sandali. Avevo bisogno di una sorta di... trofeo (?). Nei prossimi trenta anni apriro', a primavera, una scarpiera ancora non ben definita e li vedro', li accarezzero' e pensero' al sole di giugno a Madrid. Volevo regalarmi quei sorrisi.

E comunque aspettando pazientemente Joe March, cerco un post-doc per il mio amato, in terra spagnala. Sia mai.

08 June 2006

Domani








Domani si parte per Madrid... finalmente! Quattro giorni di 'ritorno' ad una terra che amo moltissimo.
Domani è anche una giornata in qualche modo decisiva...
domani potrei dire 'finalmente' e tirare un sospiro di sollievo, oppure piangere perchè credo che piangerò (piangerei! speranza, squa), e dovrò/dovrei-insomma rassegnarmi a lottare-aspettare (che binomio!) ancora a scadenza indefinita.

Ricevere una tale notizia in terra di Spagna sarebbe per me un qualcosa che pensandoci mi commuovo...
Sarebbe così bello che quasi mi viene da credere che sarà proprio così... non può essere altrimenti, è perfetto. Poi mi tremano le gambe e mi mordo la lingua, chè non ne ho alcuna certezza, nemmeno l'idea approssimativa della probabilità (l'approssimazione della probabilità passi come licenza scientifico-poetica, please).

Quindi pensatemi, intensamente, con lo sguardo verso ovest... soprattutto in un orario che va dalle 17 alle 20 di sera, considerando il fuso orario. Csi, Carmen (Marcia tu qui sei Carmen), uniche lettrici note, pensatemi forte!
Domani